Rabarbaro

Rheum

Rabarbaro

  • Il rabarbaro può crescere solo in piena terra, per via delle sue radici fittonanti e profonde.
  • Delle radici di rabarbaro, spesse e massicce
  • Una pianta di rabarbaro coltivata in un orto.
  • Le foglie di rabarbaro, seppur commestibili, non andrebbero consumate perché contengono acido ossalico, una sostanza pericolosa per i reni.
  • Il rabarbaro ha foglie ampie di un bel colore verde, molto decorative.
  • Il rabarbaro può crescere solo in piena terra, per via delle sue radici fittonanti e profonde.
  • Delle radici di rabarbaro, spesse e massicce.
  • Una pianta di rabarbaro coltivata in un orto.
  • Le foglie di rabarbaro, seppur commestibili, non andrebbero consumate perché contengono acido ossalico, una sostanza pericolosa per i reni.
  • Il rabarbaro ha foglie ampie di un bel colore verde, molto decorative.

Il rabarbaro, pianta medicinale e ortaggio, compare sempre più spesso in cucina e nel giardino con un ruolo squisitamente ornamentale, grazie alle sue grandi foglie, al colore acceso dei fusti, alle dimensioni e alla massa rigogliosa di vegetazione che è in grado di produrre. A questo scopo si coltiva favorendo la formazione di cespi vigorosi e imponenti, che formino già da soli una macchia o un elemento decorativo importante.

Il rabarbaro è anche una pianta versatile che si può coltivare in giardino, nell’orto, nei parchi o nelle zone di rinaturalizzazione, oltre che in vaso, perché ha bisogno di poche cure, ma specifiche. Predilige un clima fresco e temperato, con un terreno ben drenato e ricco di materia organica. È importante piantare il rabarbaro in una posizione che riceva sole parziale o pieno. Durante la messa a dimora, è consigliabile piantare le corone di rabarbaro in buche profonde circa 5 cm, lasciando uno spazio adeguato tra le piante per permettere loro di espandersi. L’irrigazione deve essere regolare, soprattutto durante i periodi di siccità, ma è essenziale evitare il ristagno d’acqua, che può portare a problemi di marciume radicale. Durante la stagione di crescita, è utile aggiungere uno strato di pacciame intorno alle piante per mantenere l’umidità del suolo e ridurre la crescita delle erbacce. La concimazione con compost ben maturo o con fertilizzanti bilanciati aiuta a garantire una crescita vigorosa. 

Il rabarbaro può essere soggetto a diverse malattie, spesso correlate a condizioni di coltivazione non ideali. Una delle più comuni è la putrefazione della corona, causata da funghi come Phytophthora e Pythium. Questa malattia si manifesta con foglie gialle e appassite e una base della pianta marcescente e molle. Un altro problema frequente è la macchia fogliare, causata da funghi come Ascochyta e Ramularia, che produce macchie rosse o brune sulle foglie. Inoltre, il rabarbaro può essere attaccato da parassiti come gli afidi e i coleotteri. Per prevenire queste malattie e parassiti, è importante piantare il rabarbaro in un terreno ben drenato e praticare una buona rotazione delle colture. L’irrigazione deve essere gestita attentamente per evitare il ristagno d’acqua, e le piante devono essere regolarmente ispezionate per rilevare eventuali segni di malattia o infestazione. In caso di infezione fungina, può essere necessario applicare fungicidi specifici, mentre per il controllo degli insetti è possibile utilizzare insetticidi appropriati o metodi di controllo biologico.

Originario della regione montuosa del Tibet, il rabarbaro è attivamente coltivato come pianta aromatica, alimentare e medicinale in Cina e in Europa. Diffuso in natura nelle valli umide di montagna fino a un’altezza superiore ai tremila metri, è una pianta erbacea perenne resistentissima al freddo che durante l’inverno dissecca la parte aerea. A svernare è il rizoma tuberoso, grosso e di colore bruno giallastro, con superficie a tubercoli. Il rabarbaro ha fusti robusti, alti anche più di due metri. Le foglie, annuali e lungamente picciolate, sono riunite in mazzi basali, ovato-orbiculari o cuoriformi; lobate, hanno nervatura robusta ed evidente, superficie ondulata e sono lisce nella pagina superiore ma leggermente tomentose in quella inferiore. Le foglie caulinari, che si sviluppano lungo il fusto, sono alterne e acuminate. Il margine è lavorato, irregolarmente inciso anche in profondità. Caratteristica questa che si presenta con maggior risalto nelle varietà ornamentali. Le infiorescenze sono portate su lunghi steli fiorali, alti circa un metro e mezzo. Sono ramose e raccolgono dense pannocchie di piccoli fiori bianco-verdastro che compaiono in estate.

Le varietà di rabarbaro includono il rabarbaro Victoria, noto per i suoi steli lunghi e spessi di colore rosso-verde, e il Canada Red, che presenta steli dolci e di un rosso intenso. Altre varietà sono il Crimson Red, apprezzato per il colore brillante e il sapore dolce, e l’Holstein Blood Red, che ha steli rosso scuri e una crescita vigorosa. Ognuna di queste varietà offre caratteristiche uniche in termini di colore, sapore e adattabilità climatica.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La fioritura del rabarbaro avviene in giugno-luglio.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

Il rabarbaro si riproduce facilmente tramite semina. La pianta si semina a primavera, quando il clima è ormai mite, in cassette foderate con il telo nero da giardinaggio, riempite di terreno per semine leggero e molto ricco di nutrienti. Si semina a file, due per cassetta, distanti circa 20 cm, e quando le piantine potranno essere maneggiate senza paura di danneggiarle, alla formazione della prima vera foglia, si diradano o si trapiantano così da mantenere una distanza di circa 20 cm l’una dall’altra. Solo nella primavera successiva, dopo aver attentamente preparato il terreno, si possono trapiantare avendo cura di danneggiare il meno possibile il rizoma che nel frattempo si è formato.

Inoltre, i cespi vigorosi hanno bisogno di essere divisi per mantenersi forti e sani. Questa operazione si compie di norma quando le piante hanno 5 o 6 anni di età estraendo le radici dal terreno nel mese di marzo, o quando la primavera sia iniziata riscaldando aria e terreno. Si dividono i rizomi e si rimettono subito a dimora.

Semi

I semi di rabarbaro sono piccoli, marroni e piatti. Vengono solitamente seminati in primavera per la germinazione, con una leggera copertura di terra e in condizioni di umidità costante.

Informazioni e curiosità

Il rabarbaro comune, commestibile e ad uso medicinale, si chiama Rheum rhaponticum o R. officinalis ed è detto rabarbaro di Francia.
Tra i rabarbari ornamentali, invece, il più diffuso è il Rheum palmatum. Originario della Cina e della Mongolia, è alto fino a due metri, ha foglie grandi palmate e presenta fiori rosa scuro riuniti in pannocchie portate erette. La varietà più nota è “Atrosanguineum” con foglie di colore verde nella pagina superiore e rosso sangue in quella inferiore, percorse da venature più scure.

Rheum alexandrae, originario della regione cinese dello Szechhwan, è di dimensioni più contenute, raggiunge il metro, ha foglie ovate e lucide portate su brevi piccioli. Le pannocchie di fiori, portate erette, sono accompagnate da brattee pendenti color crema.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il rabarbaro cresce in orto e in piena terra. La coltivazione in vaso è piuttosto difficile perché la pianta necessita di un contenitore molto capiente per ospitare la sua grossa radice fittonante.

Collocazione

InternoEsterno

Il rabarbaro cresce all’esterno.

Concimazione

La pacciamatura invernale del rabarbaro con letame aiuta a mantenere inalterata nel tempo la fertilità del terreno apportando sostanza organica; a primavera si lavora superficialmente l’area occupata dalle piante, senza raggiungere i 5 cm di profondità, così da inglobare il concime nel terreno.
La fertilizzazione classica prevede l’utilizzo di 30 grammi di nitrato di calcio per metro quadrato a inizio aprile e a metà maggio.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

Con terreno umido e fresco, il rabarbaro cresce tanto in pieno sole come in ombra moderata. Mal sopporta invece i venti, specie se freddi.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il rabarbaro non necessita di grandi annaffiature. Quando la pianta è giovane, bisogna fare in modo che il terreno sia sempre umido, ma una volta che il rizoma si è sviluppato si bagna solo in caso di clima secco e assenza di pioggia prolungata.

La pianta tenuta in vaso deve esser irrigata più spesso, con piccole quantità d’acqua ogni volta, ma in generale è sempre meglio non eccedere perché i marciumi radicali sono sempre in agguato e mettono a repentaglio la sopravvivenza del rabarbaro.

Potatura

Il rabarbaro non va potato. Bisogna solo eliminare le infestanti che potrebbero soffocarne la crescita.

Trapianto

Per la messa a dimora, il rabarbaro richiede un terreno fresco e profondo, fertile e ricco di sostanza organica: solo in queste condizioni è in grado di vegetare con forza e produrre un buon numero di foglie.
In ogni caso, occorre sottolineare che la coltivazione del rabarbaro non può essere improvvisata e richiede un’attenta preparazione del terreno. In autunno si vanga profondamente lo spazio prescelto ricordando che non può mai essere esiguo perché i cespi tendono ad allargarsi. Durante questa operazione si eliminano i sassi inglobando sabbia, se molto pesante, e una gran quantità di letame maturo.
I rizomi, acquistati o frutto di divisione di altri cespi, si pongono a dimora in marzo o più tardi, non appena il terreno è libero dalla neve e si è sgelato del tutto.
I rizomi devono essere posti nel terreno rispettando la loro inclinazione naturale e la parte più superficiale deve essere coperta da uno strato di 5 cm.
Il rabarbaro richiede poche cure. Nella fase di impianto, e ogni anno nell’avvio di stagione, è consigliato intervenire sul terreno per sarchiarlo così da eliminare le infestanti.

Ubicazione stagionale

Il rabarbaro è una pianta che sta all’esterno tutto l’anno. Resistentissimo al freddo (sopporta temperature fino a -15°C/-20°C) perché dissecca la parte aerea, si avvantaggia comunque di una ricca pacciamatura invernale con letame, che ha il doppio scopo di protezione dal freddo e di nutrizione del terreno.

Raccolta

La raccolta del rabarbaro per scopi alimentari si effettua a partire dal terzo anno e non prima. La raccolta deve privare le piante soltanto di una parte delle foglie per far sì che la fotosintesi clorofilliana non venga compromessa e i rizomi possano avere sempre nutrimento e sostanze di riserva.

Del rabarbaro si utilizza solo il picciolo o fusto carnoso di colore rosso, dal sapore piacevolmente fresco e acidulo, scanalato nella parte superiore (che è perfettamente commestibile), ma non la lamina fogliare ricca di acido ossalico. Il picciolo, crescendo, perde la sua consistenza gelatinosa e diviene verde e fibroso.

Per favorire la produzione di numerose foglie eliminare i fusti fioriferi appena compaiono.

Malattia e cure

Il rabarbaro non è soggetto a particolari malattie. A parte il marciume radicale causato da un’eccessiva irrigazione e conseguente ristagno idrico, le sue grandi foglie costituiscono un’attrattiva irresistibile per chiocciole e limacce che però si possono rimuovere manualmente con facilità.

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