Pino domestico

Pinus pinea

Il pino ama le posizioni soleggiate e i climi caldi.

  • Il pino ama le posizioni soleggiate e i climi caldi.
  • Il pino è in grado di raggiungere altezze imponenti, fino a 20-30 metri.
  • Le foglie del pino sono aghiformi, piuttosto lunghe (fino a 15 cm), di colore verde brillante.
  • Pinus mugo varietà pumilio.
  • In foto, pinus densiflora in un giardino.
  • Il pino ama le posizioni soleggiate e i climi caldi.
  • Il pino è in grado di raggiungere altezze imponenti, fino a 20-30 metri.
  • Le foglie del pino sono aghiformi, piuttosto lunghe (fino a 15 cm), di colore verde brillante.
  • Pinus mugo varietà pumilio.
  • In foto, pinus densiflora in un giardino.

Il pino da pinoli (Pinus pinea), noto anche come pino domestico o pino a ombrello, è una conifera iconica del paesaggio mediterraneo, immediatamente riconoscibile per la sua morfologia unica.

  • Portamento e chioma: il tronco, tipicamente diritto, si ramifica solo nella sua parte superiore (terzo distale). Le ramificazioni principali si aprono “a candelabro”, sviluppandosi in diagonale verso l’alto e dando origine a una chioma espansa, globosa e appiattita nella parte superiore, che ricorda appunto la forma di un ombrello. In un secolo, una pianta sana può raggiungere un’altezza di 20-30 metri, con una chioma dal diametro di almeno 15 metri.
  • Corteccia: nelle piante giovani, la corteccia è bruno-rossastra e tende a sfogliarsi. Con il passare degli anni, si ispessisce notevolmente, fessurandosi in placche romboidali di colore grigio che lasciano intravedere uno strato sottostante di un vivo color rosso-arancio.
  • Foglie: le foglie sono aghiformi, lunghe dagli 8 ai 15 centimetri, di colore verde scuro brillante. Pur terminando a punta, non sono pungenti. Sono unite a due a due da una piccola guaina alla base e tendono a divergere all’apice, creando un effetto di volume ricco e mobile. Gli aghi non sono permanenti: persistono sulla pianta per circa 2-3 anni prima di essere sostituiti da nuovi.
  • Fiori e pigne (strobili): il pino è una pianta monoica, con fiori maschili e femminili sulla stessa pianta. Le infiorescenze maschili (coni pollinici) sono allungate, quasi cilindriche, di colore giallo o bruno. Si trovano raggruppate all’estremità dei rami, formando una sorta di manicotto. Le infiorescenze femminili (coni ovuliferi) sono più arretrate lungo i rami, di forma sferica e colore verde con sfumature rosate. Somigliano a pigne in miniatura e la loro posizione arretrata è strategica per sostenere il peso notevole che le future pigne raggiungeranno.

Il processo che porta alla formazione dei pinoli è molto lungo. La pigna, o strobilo, impiega tre anni per raggiungere la piena maturità dopo l’impollinazione. Inizialmente verde e compatta, diventa poi marrone-rossastra e legnosa. A maturazione, una pigna può essere lunga fino a 15 cm, larga più di 10 cm e pesare facilmente 500 grammi. Una volta matura, le sue squame si aprono per rilasciare i semi, e infine la pigna cade a terra spinta dal vento o dal disseccamento del peduncolo.

Il pino è una conifera che richiede cure specifiche per poter vivere così a lungo: riproducibile tramite seme o talea, la pianta si coltiva preferibilmente in piena terra (in vaso solo le specie nane) sempre all’esterno, ma solo in climi adeguati. Il pino, infatti, ama le posizioni ben soleggiate e i climi caldi tipici dell’area mediterranea, non sopportando le temperature invernali troppo rigide o per lungo tempo al di sotto delle zero.

Anche la scelta del terreno, per il trapianto o il rinvaso, deve essere oculata: il terriccio ideale, specie per le piante allevate in contenitore, deve essere a reazione acida e fertile; i pini adulti coltivati in giardino, invece, si dimostrano meno esigenti, riuscendo a sopravvivere anche in terreni poveri e accontentandosi di due o tre somministrazioni di  concime specifico per conifere fra la primavera e l’estate.

Anche in merito alle annaffiature, le richieste idriche cambiano a seconda si tratti di piante in vaso o in piena terra: mentre le seconde si accontentano generalmente delle piogge, i pini in vaso vanno annaffiati più spesso, ma moderatamente, così da mantenere il terriccio fresco ma garantendo lo sgrondo dell’acqua in eccesso. Potatura e cimatura vanno assolutamente vietati, mentre la raccolta delle pigne per ottenere i preziosissimi pinoli avviene tra ottobre e aprile; le pigne mature vengono raccolte e lasciate seccare per facilitare l’estrazione dei semi. La raccolta è un processo delicato, poiché i pinoli devono essere estratti con cura per preservarne la qualità.

Quando le condizioni climatiche e colturali ideali non vengono rispettate, le conifere, in particolare i pini, possono soffrire di stress fisiologico, diventando vulnerabili agli attacchi di parassiti (soprattutto afidi e la pericolosissima processionaria) e patogeni fungini. Questo stress può portare a una rapida degenerazione delle piante e, in casi estremi, alla loro morte.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

Il pino domestico fiorisce in primavera, generalmente tra aprile e maggio.

È importante notare che le conifere non producono veri e propri fiori, ma strutture riproduttive chiamate sporofilli:

  • Microsporofilli (strutture maschili): sono coni piccoli, cilindrici e di colore giallo, che producono il polline
  • Macrosporofilli (strutture femminili): sono coni rossastri che si trovano all’estremità dei nuovi germogli e, dopo l’impollinazione, si trasformano nelle pigne

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadiciBulbo

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La riproduzione del pino domestico avviene principalmente tramite seme.

Sebbene la propagazione per talea sia tecnicamente possibile, è un metodo molto difficile e raramente utilizzato.

Per chi ha poca esperienza, è consigliabile acquistare giovani piantine direttamente in vivaio, poiché quelle nate da seme sono estremamente delicate, sensibili ai trapianti e vulnerabili agli attacchi di parassiti come gli afidi.

Per favorire la germinazione dei semi, si può effettuare una selezione immergendoli in acqua ed eliminando quelli che galleggiano (spesso non vitali). Successivamente, si possono mettere in un vassoio con poca acqua (a metà del loro spessore) a una temperatura di almeno 15°C. In pochi giorni, i semi vitali si schiuderanno.

A questo punto, possono essere trasferiti in un terriccio leggero, coperti con circa 1 cm di substrato e mantenuti umidi.

Semi

I pinoli sono i semi contenuti all’interno delle pigne. Hanno una forma allungata e sono protetti da un guscio legnoso. Sono ricchi di sostanze oleose e amidi, essenziali per nutrire l’embrione durante la germinazione, prima che la piantina sviluppi radici e foglie autonome.

I pinoli sono ampiamente utilizzati in cucina, sia dolci che salate, per il loro sapore delicato e la loro consistenza burrosa. Rappresentano la parte edibile della pianta.

Informazioni e curiosità

È importante non confondere il pino domestico con altre specie comuni.

  • Pino marittimo (Pinus pinaster): spesso confuso con il domestico, ha una chioma a ombrello meno espansa e un tronco che rimane unico fino alla sommità. Le sue pigne sono allungate e coniche, e i suoi semi sono alati e non commestibili (non sono pinoli).
  • Pino strobo (Pinus strobus): originario del Nord America, è adatto a climi più freschi e umidi. Raggiunge i 40 metri e mantiene una forma conica, specialmente se cresciuto isolato. Le sue caratteristiche distintive sono gli aghi, riuniti in ciuffi da cinque, e le pigne (strobili) lunghe (fino a 25 cm), cilindriche, pendule e spesso ricoperte di resina.
  • Pino mugo (Pinus mugo): è una specie nana, ideale per la coltivazione in vaso o per giardini rocciosi. 

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il pino domestico è pianta da coltivazione in piena terra, ma chi volesse tenerne un esemplare sul balcone in vaso può optare per una conifera nana.

Ad esempio, il pinus mugo (pino mugo) varietà Gnom è caratterizzato da una forma sferica e compatta, che non supera il metro/metro e mezzo.

Collocazione

InternoEsterno

Originario delle coste del Mediterraneo, il pino è una pianta da esterno che però mal tollera le rigide temperature invernali.

Concimazione

La concimazione del pino domestico va adattata secondo tre parametri:

  • Primi anni: nei primi due anni dopo il trapianto, è utile una concimazione mensile con un prodotto universale granulare
  • Piante adulte: sono meno esigenti dei giovani pini. Sono sufficienti due o tre somministrazioni di concime specifico per conifere tra la primavera e l’estate
  • Piante in vaso: una volta l’anno, distribuire un concime bilanciato (ad esempio, NPK 15-15-15) arricchito con microelementi come zolfo, ferro e rame

Esposizione e luce

SoleMezz’ombraOmbra

Il pino posto in giardino ama le zone soleggiate, ma se coltivato in vaso deve essere posto in piena luce in primavera, autunno e inverno, mentre in estate si può trasferire in mezz’ombra, o al riparo dai raggi diretti del sole nelle ore centrali della giornata. 

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Le esigenze idriche del pino domestico variano notevolmente:

  • In Piena Terra: gli esemplari adulti sono molto resistenti e generalmente si accontentano delle piogge. Intervenire solo in caso di siccità estiva prolungata, bagnando abbondantemente ma di rado.
  • In Vaso: le piante allevate in contenitore richiedono annaffiature più frequenti ma moderate, per mantenere il terriccio fresco ma non fradicio. È fondamentale evitare l’uso del sottovaso per prevenire il marciume radicale. La pacciamatura con corteccia di pino, o con gli stessi aghi caduti, aiuta a mantenere l’umidità, acidificare il suolo e limitare le erbe infestanti.

Potatura

Il pino non deve mai essere potato né cimato.

La gemma apicale (la punta del fusto principale) regola la crescita di tutta la pianta attraverso meccanismi ormonali: la sua rimozione compromette l’equilibrio e la forma naturale dell’albero, portando a una crescita disarmonica e, nel tempo, a un lento deperimento.

Si interviene solo per rimuovere rami secchi o spezzati accidentalmente.

Rinvaso e trapianto

Il pino si adatta a diversi tipi di suolo, anche poveri, ma per una crescita ottimale il terreno ideale dovrebbe essere leggermente acido, fertile e ben drenato.

  • Messa a Dimora: quando si trapianta un pino in giardino, è fondamentale considerare lo spazio che occuperà da adulto. La buca d’impianto deve essere leggermente più grande del pane di terra della pianta. Sul fondo si consiglia di disporre uno strato drenante (ghiaia o argilla espansa), seguito da terriccio specifico per piante acidofile. Dopo aver posizionato la pianta, si riempie la buca, si compatta leggermente il terreno e si annaffia abbondantemente.
  • Rinvaso: la coltivazione in vaso è riservata principalmente alle specie nane o ai giovani esemplari. Il terriccio deve essere fertile e a reazione acida (un mix di terriccio universale, torba e sabbia è una buona soluzione) ed è cruciale garantire un ottimo drenaggio per evitare ristagni idrici. Non è facile capire il momento giusto per rinvasare, ma un buono stratagemma è quello di “pesare la pianta” ogni tanto (quando il vaso sembrerà leggero rispetto al volume della vegetazione e del contenitore, vorrà dire che il pino si sarà “mangiato” tutta la terra a disposizione, riempiendo lo spazio con le sue radici). Per rinvasare correttamente, estrarre la pianta dopo aver lasciato asciugare il terriccio, scegliere il vaso di una misura superiore, cercare di reindirizzare le radici e ridurne il volume, lasciando quelle nuove e vitali e togliendo quelle troppo sviluppate.

Ubicazione stagionale

Il pino domestico tollera il caldo intenso e periodi di siccità estiva (massime superiori ai 30°C), ma soffre le temperature invernali rigide. Può sopportare gelate brevi, ma freddi prolungati sotto i -10°C possono essere fatali, specialmente per gli esemplari giovani. Anche il peso della neve può danneggiare i rami.

Per queste ragioni, la coltivazione in piena terra è consigliata solo nelle aree con climi miti. Al Nord Italia, dove le condizioni sono più severe, è preferibile optare per specie più resistenti o coltivare il pino in vaso per poterlo proteggere durante l’inverno.

Bonsai

Diverse specie di pino si prestano alla coltivazione come bonsai: tra tutte, il pino nero giapponese è la più comune e diffusa.

Raccolta

La raccolta delle pigne per ricavare i preziosi pinoli avviene tra ottobre e aprile; queste vengono lasciate essiccare affinché si aprano facendo fuoriuscire i semi.

Attenzione però alla raccolta indiscriminata: forse non tutti sanno che raccogliere le pigne (come anche le castagne o i fiori) nei parchi pubblici o nei giardini comunali costituisce un illecito amministrativo ed è quindi un atto punibile con la multa.

Malattia e cure

Quando le condizioni di coltivazione non sono ottimali, il pino subisce uno stress fisiologico che o rende vulnerabile a parassiti e funghi.

Insetti

  • Afidi: insetti neri o verdi che attaccano gli aghi giovani in primavera, sottraendo linfa e causando ingiallimenti e deformazioni. Producono melata, che favorisce lo sviluppo di fumaggini. Si combattono con prodotti a base di piretro o, in casi gravi, con insetticidi sistemici.
  • Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa): è un lepidottero estremamente pericoloso. Le larve, attive tra fine estate e primavera, si nutrono voracemente degli aghi, causando gravi defogliazioni che possono indebolire la pianta fino alla morte. I loro peli sono fortemente urticanti per l’uomo e gli animali. La lotta alla processionaria è obbligatoria per legge e prevede la rimozione e distruzione dei nidi invernali, l’uso di trappole o trattamenti con Bacillus thuringiensis (un insetticida biologico).

Malattie fungine

  • Disseccamento degli aghi: gli aghi ingialliscono e seccano, rimanendo attaccati ai rami. Colpisce soprattutto giovani piante in terreni asfittici e mal drenati. Si previene scegliendo il terreno giusto e si cura con fungicidi a base di rame.
  • Ruggine: causa la comparsa di pustole giallo-marroni sugli aghi, che possono seccare e cadere. È favorita dal clima umido autunnale e si tratta con prodotti rameici o fungicidi specifici.
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