Pianta della melanzana

Solanum melongena

La pianta della melanzana necessita spesso di sostegni per dar modo ai rami di non piegarsi sotto il peso dei frutti.

  • La pianta della melanzana necessita spesso di sostegni per dar modo ai rami di non piegarsi sotto il peso dei frutti.
  • La melanzana si può consumare solamente cotta: in questo modo si riduce significativamente la quantità di solanina, una sostanza tossica e di sapore sgradevole.
  • La pianta della melanzana fiorisce e fruttifica durante l'estate.
  • La pianta della melanzana si coltiva, ovviamente, in piena terra nell'orto ma si può far crescere anche in vaso, a patto che il contenitore abbia dimensioni adeguate.
  • La pianta della melanzana ha bisogno di tanto sole e clima caldo per crescere e fruttificare.
  • La pianta della melanzana necessita spesso di sostegni per dar modo ai rami di non piegarsi sotto il peso dei frutti.
  • La melanzana si può consumare solamente cotta: in questo modo si riduce significativamente la quantità di solanina, una sostanza tossica e di sapore sgradevole.
  • La pianta della melanzana fiorisce e fruttifica durante l’estate.
  • La pianta della melanzana si coltiva, ovviamente, in piena terra nell’orto ma si può far crescere anche in vaso, a patto che il contenitore abbia dimensioni adeguate.
  • La pianta della melanzana ha bisogno di tanto sole e clima caldo per crescere e fruttificare.

La pianta della melanzana appartiene alla grande famiglia delle Solanacee, la stessa di pomodoro, peperone e patata. Sebbene sia coltivata come pianta annuale nei climi temperati, è in realtà una pianta erbacea perenne originaria delle zone calde e tropicali dell’Asia.

La pianta della melanzana ha un portamento eretto e cespuglioso e può raggiungere un’altezza che varia dai 40 cm fino a superare il metro (anche 150 cm) a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione.

Il fusto è robusto, spesso ramificato, e con il tempo tende a diventare parzialmente legnoso alla base. La sua superficie, così come quella dei rami più giovani, è spesso ricoperta da una fine peluria (pubescenza) che le conferisce un aspetto vellutato. In alcune varietà, il fusto e i piccioli delle foglie possono presentare delle piccole spine.

Le foglie della melanzana sono grandi, di forma ovale e con il margine leggermente lobato o ondulato. Possono raggiungere una lunghezza di 10-20 cm, presentano un colore verde scuro e sono anch’esse, come il fusto, spesso ricoperte da una sottile peluria su entrambe le pagine, il che le rende morbide al tatto.

I fiori sono solitari (o in piccoli gruppi) e spuntano all’ascella delle foglie, hanno una tipica forma a stella o a campanula, con 5-6 petali. Il colore è molto decorativo e varia dal bianco al lilla, fino a un viola intenso. Sono anche ermafroditi, cioè contengono sia gli organi maschili (stami) che quelli femminili (pistillo), e l’impollinazione può avvenire sia tramite il vento che grazie agli insetti.

Il frutto è però la parte commestibile e più riconoscibile della pianta. Botanicamente, è una bacca carnosa la cui forma varia sensibilmente a seconda della cultivar. Esistono infatti melanzane ovali (le più comuni), tonde (come la “Violetta di Firenze”) oppure allungate e cilindriche (come la “Lunga nera”)

La buccia (epicarpo) è liscia e lucida e il colore spazia dal tradizionale viola scuro quasi nero al viola chiaro, al bianco, al rosato, al verde, fino a varietà striate o screziate. Il colore brillante è indice di freschezza; quando il frutto matura troppo, tende a diventare opaco e a virare verso il giallognolo o il marrone.

All’interno del frutto, la polpa è bianca, spugnosa e dal sapore leggermente amarognolo. Contiene numerosi piccoli semi, anch’essi commestibili, di colore chiaro e forma appiattita.

Per quanto riguarda le regole di coltivazione, la pianta della melanzana ama il caldo e richiede temperature elevate e una piena esposizione al sole per crescere e fruttificare al meglio. Non tollera il freddo e le gelate.

Predilige terreni fertili, profondi e ben drenati per evitare ristagni idrici che possono causare marciumi radicali.

Data l’altezza e il peso dei frutti, le piante di melanzana spesso necessitano di tutori (come canne o pali) a cui legare il fusto per sostenerle ed evitare che si pieghino o si spezzino.

Un’ultima nota importante riguarda la presenza di solanina, un alcaloide tossico comune nelle Solanacee, che si concentra soprattutto nelle parti verdi della pianta. Anche il frutto crudo ne contiene una piccola quantità, che gli conferisce il tipico sapore amaro e lo rende poco digeribile. Con la cottura, la solanina viene in gran parte neutralizzata, rendendo la melanzana un alimento sicuro e gustoso.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La pianta della melanzana comincia a fiorire in tarda primavera.

In generale, il periodo di fioritura inizia da giugno-luglio e prosegue per tutta la stagione estiva, fino a settembre o ottobre, a seconda del clima e della data di semina o trapianto.

La pianta produce fiori in modo continuo e scalare per diverse settimane, il che permette anche una raccolta prolungata dei frutti.

Per una fioritura abbondante, la melanzana ha bisogno di molto sole e temperature calde, tipiche del periodo estivo.

Dopo la comparsa del fiore, se l’impollinazione va a buon fine, il piccolo frutto inizia a svilupparsi e sarà pronto per la raccolta in circa 3-4 settimane.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadiciBulbo

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La pianta della melanzana si può riprodurre tramite semina.

Il seme può essere prodotto da piante allevate nel ciclo precedente, lasciando i frutti sulla pianta fino alla loro maturazione fisiologica (in pratica quando si presentano di colore bronzeo e hanno prodotto una polpa spugnosa). Da ogni frutto si ricavano circa 5 grammi di semente che mantiene una buona germinabilità, se ben conservato (in vaso chiuso e aerato, al buio), anche nel secondo e nel terzo anno.

I semi, dopo una notte d’ammollo, vanno posti alla profondità di mezzo centimetro in numero di tre per ogni celletta di un contenitore alveolato da semina. All’emissione della quarta foglia, eliminare quelle meno vigorose per produrre una sola piantina da trapiantare con pane di terra. Si può ricorrere anche alla semina a spaglio in un cassone, ma solo dopo aver mescolato il seme con un pugno di terra fine per rendere più uniforme la distribuzione.

Si seminano in semenzaio o in serra a partire da febbraio, all’aperto soltanto in climi caldi quando le temperature siano ormai stabili (non prima di aprile).

Dopo circa una settimana, alla temperatura di 25°C, i semi germogliano. A temperature inferiori ai 15°C la maggior parte dei semi resta quiescente.

Semi

I semi della pianta della melanzana sono molto piccoli, piatti e di forma ellittica o reniforme. La loro dimensione può variare leggermente a seconda della varietà di melanzana, ma generalmente sono lunghi solo pochi millimetri.

Quando la melanzana è immatura, i semi possono essere quasi bianchi o di un colore chiaro. Man mano che il frutto matura, i semi diventano più evidenti e assumono un colore che varia dal crema-giallastro al marrone chiaro.

All’interno del frutto, sono immersi nella polpa carnosa e spugnosa della melanzana; commestibili, possono avere un sapore leggermente amaro, specialmente se la melanzana non è completamente matura o se è di una varietà più selvatica. Questa nota amara è dovuta alla presenza di alcaloidi nicotinoidi, simili a quelli presenti nel tabacco (che appartiene alla stessa famiglia botanica, le Solanacee), anche se nelle varietà commerciali e moderne non è particolarmente spiccata per via della selezione genetica.

Informazioni e curiosità

La melanzana necessita di un tutore fin dal momento del trapianto per assicurare stabilità alla pianta quando raggiungerà il completo sviluppo, specie per le varietà più grandi.

In località ventose è meglio legare non solo il fusto principale al tutore, ma predisporre anche una “fasciatura” delle ramificazioni più esterne su cui crescono i frutti per evitare che si danneggino. In questo senso, si può porre una canna all’interno del cespuglio di melanzana, infissa per almeno un terzo della sua lunghezza, e, con un cordino di materiale plastico cavo, con andate e ritorni, girare attorno ai rami a due terzi della loro lunghezza: così si creerà una sorta di rete che permetterà alla pianta di oscillare ma sostenendola ed evitando che i rami si spezzino.

Coltivazione

VasoPiena Terra

La pianta della melanzana è un classico dell’orto ma, per chi non avesse spazio in giardino, si adatta anche alla vita in contenitore.

Il contenitore perfetto è il vaso a sezione quadrata, di 30×30 cm o 40×40 cm, dove porre una sola pianta, oppure uno rotondo di diametro 50/60 cm dove porre al centro, a triangolo, distanziate fra loro di 20 cm tre pianticelle.

La profondità del vaso deve essere sempre superiore ai 30 cm, meglio se 40, maggiore quindi di una buona vangatura, per consentire il corretto sviluppo dell’apparato radicale e garantire uno sgrondo efficiente dell’acqua di bagnatura in eccesso.

Sul fondo occorre distribuire un drenaggio di sabbia o ghiaia di circa 3 cm separato dal terreno da un foglio di tessuto non tessuto, quindi mescolare due parti di terriccio da orto con una di sabbia a granulometria grossa. Infine, aggiungere un fertilizzante per piante da orto a lenta cessione e due pugni di stallatico in pellet.

Collocazione

InternoEsterno

La pianta della melanzana va coltivata all’esterno, a patto che le temperature lo consentano.

Concimazione

La pianta della melanzana è esigente in termini di nutrienti e una concimazione adeguata è fondamentale per ottenere un’ottima produzione. 

In particolare, la fertilizzazione si articola in diverse fasi del ciclo di crescita:

  1. Prima del trapianto (concimazione di fondo): è il momento ideale per arricchire il terreno con sostanza organica. Si può incorporare letame maturo, compost ben decomposto, stallatico pellettato o pollina durante la lavorazione del terreno. In agricoltura biologica, si può anche ricorrere al sovescio (interrando piante come la Brassica juncea). 
  2. Dopo il trapianto e durante la fase vegetativa iniziale: in questa fase, la pianta della melanzana ha bisogno di azoto per sviluppare la sua parte fogliare. Si possono fare 3 o 4 applicazioni frazionate di azoto durante il ciclo di crescita e utilizzare concimi liquidi bilanciati (come NPK 20-20-20) o macerati di ortica diluiti in acqua. Si possono anche effettuare concimazioni fogliari con prodotti ricchi di nutrienti e biostimolanti. Evitare eccessi di azoto nel periodo tra il trapianto e l’allegagione dei primi frutti.
  3. Dalla formazione dei fiori e dei frutti (fioritura e fruttificazione): in questa fase, la pianta della melanzana ha bisogno di fosforo e potassio in quantità maggiori per favorire la fioritura e lo sviluppo dei frutti. Si possono utilizzare fertilizzanti bilanciati ogni 3-4 settimane, come prodotti specifici per solanacee con un rapporto NPK 7-13-10 (con più fosforo e potassio). Anche alcuni concimi con un alto tenore di potassio (ad esempio 10-10-20, 5-5-15) sono ideali per la maturazione dei frutti e la resistenza della pianta. La fertirrigazione (distribuzione di fertilizzanti tramite l’acqua di irrigazione) è un metodo efficace per frazionare gli apporti nutritivi. È importante anche un apporto di calcio e magnesio per prevenire carenze che possono manifestarsi con l’ingiallimento delle foglie o problemi nello sviluppo dei frutti.

Come concimare la pianta della melanzana

Concimazione di fondo

Incorporare il concime organico (letame, compost, stallatico pellettato) nel terreno durante la preparazione del letto di semina o prima del trapianto, distribuendolo uniformemente su tutta l’aiuola.

Concimazione durante la crescita

  • Per via radicale: utilizzare concimi granulari a lenta cessione o concimi liquidi diluiti in acqua e distribuiti al colletto delle piante. La frequenza è generalmente ogni 15-30 giorni in primavera-estate, ma può variare a seconda del prodotto e delle esigenze della pianta.
  • Per via fogliare: ricorrere a spray di concimi liquidi o biostimolanti da spruzzare direttamente sulle foglie. Questo metodo è utile per integrare nutrienti in caso di carenze o per rafforzare la pianta della melanzana.
  • Fertirrigazione: specialmente in coltivazioni più intensive, la fertirrigazione permette un controllo preciso degli apporti nutritivi, frazionandoli durante il ciclo.

Esposizione e luce

SoleMezz’ombraOmbra

È necessario destinare alla pianta della melanzana la porzione dell’orto meglio esposta e, specialmente in collina o al Nord, è consigliabile coltivarla a ridosso di un muro per sfruttare il riverbero delle pietre.

Al momento del trapianto, per il primo mese, si può disporre un piccolo tunnel in materiale plastico trasparente per proteggerla dal freddo della notte e per aumentare la temperatura durante le ore diurne. Il tunnel deve essere arieggiato tutti i giorni per evitare fenomeni di condensa.

Altra pratica molto utile è il trapianto della melanzana in terreni ricoperti con teli di materiale plastico nero, come si fa spesso per le fragole. Il telo nero assorbe le radiazioni solari e scalda sia il terreno sia l’aria sovrastante.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

La pianta della melanzana presenta un elevato fabbisogno idrico, specialmente durante la fioritura e la fruttificazione. Tuttavia, è fondamentale annaffiare correttamente per evitare sia la carenza d’acqua che il ristagno.

La frequenza delle bagnature non è fissa, poiché dipende da diversi fattori:

  1. Clima e temperatura: in giornate calde e assolate, le piante di melanzana avranno bisogno di acqua più frequentemente, anche  quotidianamente o a giorni alterni, mentre in periodi più freschi o nuvolosi la frequenza si riduce.
  2. Tipo di terreno: terreni sabbiosi drenano più velocemente e richiedono annaffiature più frequenti rispetto a terreni argillosi che trattengono meglio l’umidità.
  3. Fase di crescita della pianta: le giovani piantine di melanzana hanno radici meno sviluppate e necessitano di annaffiature più frequenti ma in quantità minori.
  4. Fioritura e fruttificazione: è il periodo di massimo fabbisogno idrico. La pianta di melanzana sta producendo frutti e ha bisogno di molta acqua per svilupparli correttamente. Una carenza idrica in questa fase può portare a frutti piccoli e amari o alla cascola dei fiori.
  5. Presenza di pacciamatura: la pacciamatura (con paglia, tessuto non tessuto, ecc.) aiuta a ridurre l’evaporazione dell’acqua dal terreno, permettendo di ridurre la frequenza delle annaffiature.
  6. Tipo di coltivazione: in vaso, le melanzane si asciugheranno molto più rapidamente rispetto a quelle coltivate in piena terra e avranno bisogno di annaffiature più frequenti.

Alla luce di questi elementi, la miglior indicazione per non sbagliare è controllare l’umidità del terreno, ossia, inserendo un dito nel terreno per circa 5-10 cm vicino alla base della pianta, se questo è asciutto al tatto è ora di annaffiare, altrimenti bisogna aspettare.

Le foglie della melanzana possono iniziare a mostrare segni di appassimento o a perdere turgore se la pianta è in stress idrico. Tuttavia, è meglio non arrivare a questo punto, perché lo stress può compromettere la produzione.

Come annaffiare

  1. In profondità: annaffiare abbondantemente in modo che l’acqua penetri in profondità e raggiunga le radici più profonde della pianta. Annaffiature superficiali non sono efficaci.
  2. Al piede della pianta: evitare di bagnare le foglie della pianta di melanzana, specialmente in orari in cui il sole è forte, per prevenire scottature o lo sviluppo di malattie fungine (sebbene la melanzana sia meno suscettibile alla peronospora del pomodoro, è sempre una buona pratica). L’irrigazione a goccia è l’ideale per questo scopo, poiché fornisce acqua direttamente alle radici in modo lento e costante.
  3. Orario migliore: la mattina presto. Questa fascia oraria permette alla pianta di avere acqua a disposizione per affrontare la giornata calda e riduce l’evaporazione rispetto alle ore centrali del giorno. Eventuali goccioline sulle foglie hanno il tempo di asciugarsi prima che il sole diventi troppo forte. Se non è possibile al mattino, il tardo pomeriggio/sera è la seconda opzione migliore, assicurandosi che le foglie non rimangano bagnate durante la notte per evitare problemi fungini. In ogni caso, mai annaffiare a mezzogiorno o nel primo pomeriggio, quando il sole è più forte. Gran parte dell’acqua evaporerebbe prima di raggiungere le radici, e le gocce d’acqua sulle foglie potrebbero agire da lente d’ingrandimento, causando scottature.
  4. Con costanza: la pianta di melanzana preferisce un apporto idrico costante e non ama gli sbalzi. Periodi di siccità seguiti da abbondanti annaffiature possono causare stress alla pianta e problemi ai frutti.

Potatura

La potatura è una pratica importante per la pianta di melanzana perché:

  • Favorisce la formazione di frutti più grandi e di migliore qualità: eliminando rami e fiori in eccesso, la pianta concentra le sue energie sui frutti rimanenti, che risulteranno più grandi, succosi e con meno semi.
  • Migliora la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce: riducendo la densità della chioma, si previene lo sviluppo di malattie fungine dovute all’umidità e si permette alla luce di raggiungere meglio tutte le parti della pianta, favorendo la fotosintesi.
  • Mantiene la pianta sana e vigorosa: la rimozione di parti malate o danneggiate previene la diffusione di patogeni.
  • Controlla la crescita della pianta: le melanzane tendono a biforcarsi spesso, diventando un “cespuglio” disordinato. La potatura aiuta a mantenere una struttura più aperta e produttiva.

Ecco le principali operazioni di potatura sulla pianta di melanzana e quando effettuarle:

Cimatura per indurre la biforcazione (potatura di formazione)

Si esegue quando la piantina è alta circa 20-30 cm e presenta un fusto unico, spesso sopra il primo fiore.

Si elimina la gemma apicale (la punta del fusto principale) con un taglio netto: questo stimola la pianta a sviluppare due rami principali laterali, che saranno poi i fusti produttivi. Se la pianta si biforca naturalmente, questa operazione non è necessaria.

Sfemminellatura (eliminazione dei germogli ascellari o “femminelle”)

Va eseguita durante tutto il ciclo di crescita della pianta di melanzana, ma specialmente nella fase iniziale (primo mese dopo il trapianto) e comunque regolarmente man mano che tali germogli compaiono.

Le femminelle sono piccoli germogli che crescono all’ascella delle foglie, cioè nel punto di congiunzione tra il fusto principale e il picciolo della foglia. Questi germogli “rubano” energia alla pianta e producono frutti più piccoli e di minor valore. Vanno eliminati con un taglio netto o con le dita quando sono ancora piccoli e teneri, preferibilmente al mattino in una giornata soleggiata per permettere alla ferita di cicatrizzare rapidamente.

È consigliabile lasciare solo 2-3 rami principali su cui far fruttificare la pianta.

Eliminazione delle foglie basse

Si effettua periodicamente, man mano che la pianta di melanzana cresce, rimuovendo le foglie basali (quelle più vicine al terreno) che toccano il suolo o sono ingiallite. Queste foglie sono più suscettibili a malattie fungine a causa dell’umidità del terreno. La loro rimozione migliora anche l’aerazione e la penetrazione della luce alla base della pianta.

Eliminazione dei fiori “figliastri” o frutti malformati/piccoli

Il periodo ideale è durante la fioritura e la fruttificazione.

A volte la pianta di melanzana produce fiori piccoli o frutti che non si sviluppano correttamente. È bene eliminarli per permettere alla pianta di concentrare le risorse sui frutti più promettenti. Se ci sono due fiori molto vicini, si può rimuovere quello di minor dimensione.

Potatura di sfoltimento (se necessaria)

Richiesta solo se la pianta diventa troppo fitta, specialmente durante la fase di fruttificazione.

Bisogna eliminare i rami più deboli alla base delle biforcazioni, lasciando solo quelli più forti e robusti. Si possono anche sfoltire eventuali rami densi per migliorare ulteriormente la circolazione dell’aria e la luce.

Rinvaso e trapianto

Le giovani pianticelle di melanzana devono essere messe a dimora solo quando hanno emesso almeno cinque o sei foglie. In condizioni ottimali, ciò avviene circa 40 giorni dopo la semina, ma può essere necessario un tempo d’attesa anche doppio, specie se le piantine hanno sofferto il freddo.

La melanzana, infatti, mal sopporta, specie quando giovane, gli abbassamenti di temperatura che causano prolungati arresti nella crescita.

Al momento del trapianto è importante prestare attenzione al livello del terreno: meglio che il colletto resti coperto per un centimetro, dato che le piante poste troppo in alto, crescendo, rischiano di allettarsi (sdraiarsi) a causa del proprio peso (l’apparato radicale non è riuscito ad ancorarsi con forza).

Si trapianta quando le temperature minime notturne si assestano intorno ai 14°C. Si raccomanda comunque di proteggere le piante con tessuto non tessuto se è previsto un ritorno di freddo e di ripararle dal sole con una rete ombreggiante fino a quando avranno preso a vegetare con forza e presenteranno foglie sane, sostenute e ben colorate, più resistenti alle scottature solari.

Le pianticelle devono avere alcuni requisiti per garantire un buon attecchimento e un vigoroso sviluppo, ossia:

  • devono essere giovani
  • devono avere foglie e tessuti integri e ben idratati
  • non devono presentare fiori
  • non devono avere radici che fuoriescano dai fori sul fondo del vaso
  • devono essere ben ramificate
  • non devono avere foglie ingiallite o cicatrici lasciate da foglie cadute
  • devono essere prive di parassiti

Terriccio

La pianta della melanzana preferisce terreni profondi, ben lavorati (è sempre necessaria una vangatura ad almeno 25 cm), privi di scheletro, ben drenati, ricchi di sostanza organica e non compatti.

Le piantine di melanzane si dispongono alla distanza di circa 50 cm l’una dall’altra sulla fila, lasciando uno spazio di 70 cm fra due file e avendo cura di sfalsare fra loro due file adiacenti. Le varietà tardive, adatte per climi caldi e caratterizzate da un maggiore sviluppo, richiedono distanze più ampie: 80 cm sulla fila, 90 cm fra le fila.

Chi decide di prestare attenzione anche all’aspetto estetico dell’orto può scegliere di coltivare le melanzane a gruppi formando dei cespugli con più piante (3-5-8) conservando una distanza minima di 30 cm l’una dall’altra. In questo caso la fruttificazione si concentrerà sulle parti esterne della vegetazione.

Ubicazione stagionale

La melanzana è una pianta di origine tropicale/subtropicale e, come tale, ama il caldo. Per una crescita ottimale e una buona produzione di frutti, richiede temperature elevate e costanti durante tutto il ciclo vegetativo.

In particolare:

  • Germinazione dei semi: i semi di melanzana germinano meglio con temperature del terreno calde. L’ideale è tra i 24°C e i 32°C, con un range accettabile tra 21°C e 32°C. Temperature più basse possono inibire o rallentare drasticamente la germinazione.
  • Crescita vegetativa (dopo il trapianto): la temperatura diurna dovrebbe mantenersi tra i 22°C e i 28°C, mentre quella notturna tra i 15°C e i 18°C. Temperature notturne inferiori ai 15°C possono rallentare la crescita e la produzione, anche se le temperature diurne sono adeguate.
  • Fioritura e fruttificazione: in questa fase, le temperature ideali sono leggermente superiori per favorire l’allegagione (la trasformazione del fiore in frutto). Un range di 25°C – 30°C durante il giorno è molto favorevole.

Attenzione alle temperature estreme. 

  • Sopra i 30-32°C: le pianta della melanzana può andare in sofferenza. Temperature costantemente superiori ai 32-35°C, soprattutto se prolungate, possono causare la cascola dei fiori (i fiori cadono senza allegare) e la produzione di frutti più piccoli e di minor qualità.
  • Sotto i 10-12°C: la crescita della pianta di melanzana si arresta completamente.
  • Sotto i 0-2°C: si hanno danni irreversibili e la pianta può morire, poiché la melanzana non tollera il gelo. È molto meno resistente al freddo rispetto al pomodoro, ad esempio.

Raccolta

Le melanzane si raccolgono non quando sono mature, ma quando hanno raggiunto una dimensione soddisfacente e sono turgide, la buccia è ben colorita e lucida, la consistenza è elastica e non spugnosa, e all’interno la polpa si presenta bianca, con pochi semi non ancora sviluppati. Appena la luminosità della buccia si smorza, anche se gli altri parametri non sono soddisfatti, raccogliere comunque le melanzane senza indugio perché, se lasciate sulla pianta, diventeranno in breve tempo amare, piene di semi e più stoppose.

Per staccarle dalla pianta impiegare un coltello affilato o un paio di forbici. Con una mano sorreggere il frutto, con l’altra recidere il picciolo alla lunghezza di due/tre centimetri.

I frutti raccolti si conservano per molti giorni in un luogo fresco o nella parte bassa del frigorifero, ma non all’interno di sacchetti di plastica dove fermentano con facilità, formano una condensa che può provocare marciumi e rammollimenti.

Malattia e cure

La pianta della melanzana, come molte solanacee, può essere colpita da diverse malattie, principalmente fungine, batteriche e virali, oltre che da carenze nutrizionali e attacchi di parassiti. Essendo una pianta che ama il caldo e l’umidità, è particolarmente suscettibile a problemi fungini in condizioni non ottimali.

Malattie fungine

Oidio 

È una delle malattie più diffuse e si manifesta con una patina bianca e polverosa sulle foglie, sui germogli e a volte sui frutti. Inoltre, le foglie ingialliscono e si seccano.

Si sviluppa in condizioni di umidità elevata e temperature miti, per cui si combatte con una buona aerazione, evitando i ristagni idrici, con trattamenti a base di zolfo bagnabile (ammesso in agricoltura biologica) o prodotti specifici.

Peronospora

Sebbene più comune su pomodoro e patata, può colpire anche la melanzana, soprattutto in condizioni di elevata umidità e temperature fresche. Causa macchie scure e acquose su foglie, fusti e frutti, spesso con una muffa biancastra sulla pagina inferiore delle foglie.

A livello preventivo si consiglia la rotazione delle colture e di evitare di irrigare direttamente le foglie; nel caso di una pianta colpita, intervenire con prodotti a base di rame (bordolese, ossicloruro di rame) ai primi sintomi.

Verticilliosi 

È una malattia vascolare molto grave: il fungo entra dalle radici e occlude i vasi xilematici, impedendo il trasporto di acqua e nutrienti. La pianta manifesta un appassimento improvviso e asimmetrico (solo una parte della pianta o alcune foglie), ingiallimento e infine la morte. Se si taglia il fusto alla base, si possono notare imbrunimenti vascolari.

Non esiste una cura specifica per la verticilliosi. L’unica soluzione è la prevenzione: rotazioni colturali lunghe (non coltivare solanacee sullo stesso terreno per almeno 3-4 anni), utilizzo di piante innestate (più resistenti), distruggere le piante infette.

Botrite (muffa grigia)

Causata da Botrytis cinerea, si manifesta con una muffa grigiastra su fiori, foglie e frutti, soprattutto in condizioni di elevata umidità e scarsa ventilazione; può anche causare marciumi.

Garantire alla pianta della melanzana una buona aerazione, potare le parti malate, evitare eccessi di umidità e, in casi gravi, ricorrere a prodotti specifici.

Antracnosi

Causa macchie depresse, scure e circolari sui frutti e sulle foglie, che possono evolvere in marciumi.

Come prevenzione e cura si consigliano le rotazioni, l’eliminazione dei residui colturali infetti e trattamenti rameici.

Marciumi basali

Si tratta di funghi che attaccano il colletto della pianta della melanzana (la parte alla base del fusto) o le radici, causando imbrunimenti e marciumi che portano all’appassimento e alla morte della pianta stessa.

Dato che sono favoriti da ristagni idrici, occorre assicurarsi che il terreno sia ben drenato, evitare i ristagni oppure, in caso di sintomi, trattare con prodotti a base di rame al colletto.

Malattie batteriche

Avvizzimento batterico

Simile alla verticilliosi, causa un appassimento rapido e generale della pianta della melanzana. Se si taglia un pezzo di stelo e lo si immerge in acqua, si può osservare un essudato batterico lattiginoso.

Non ci sono cure, si può solo eliminare le piante infette e ricorrere a rotazioni lunghe e piante innestate.

Malattie virali

Virosi

Causano malformazioni delle foglie (ingiallimenti, mosaico, rimpicciolimento), stentata crescita, deformazione e riduzione della produzione dei frutti. Sono spesso trasmesse da insetti vettori come gli afidi.

Non ci sono cure dirette, per cui la prevenzione è fondamentale: controllo degli insetti vettori, utilizzo di sementi e piantine sane certificate, eliminazione delle piante infette e lavaggio accurato degli attrezzi. Alcune varietà sono più resistenti.

Carenze nutrizionali 

Marciume apicale

Si tratta di una carenza di calcio che si manifesta con una macchia scura e acquosa all’estremità inferiore del frutto, che poi si secca e diventa concava.

Favorito da irrigazioni irregolari e sbalzi idrici, si contrasta con irrigazioni costanti e apporto di calcio (ad esempio nitrato di calcio o specifici correttivi).

Carenza di magnesio

Causa l’ingiallimento tra le nervature delle foglie più vecchie (clorosi internervale) e si contrasta con apporto di magnesio tramite concimi fogliari o al terreno.

Anche i parassiti sono sempre in agguato: afidi, ragnetto rosso, dorifora (un coleottero molto vorace) e nematodi (vermi microscopici che attaccano le radici) sono i più frequenti.

Prevenzione generale

La prevenzione è la chiave per la salute della pianta di melanzana.

  • Rotazione delle colture: non coltivare melanzane (o altre solanacee come pomodoro, peperone, patata) sullo stesso terreno per almeno 3-4 anni.
  • Terreno ben drenato: evitare ristagni d’acqua che favoriscono i funghi.
  • Irrigazione corretta: annaffiare al mattino presto, alla base della pianta di melanzana, evitando di bagnare le foglie.
  • Buona aerazione: mantenere una distanza adeguata tra le piante e, se necessario, effettuare potature per sfoltirne la chioma.
  • Utilizzo di varietà resistenti: se disponibili, optare per varietà che mostrano una maggiore resistenza alle malattie comuni.
  • Igiene: rimuovere e distruggere prontamente le parti di pianta malate. Disinfettare gli attrezzi da potatura.
  • Piante sane: acquistare piantine da vivai affidabili o utilizzare semi certificati.
  • Controllo dei parassiti: monitorare regolarmente le piante di melanzana e intervenire tempestivamente contro gli insetti, anche con metodi biologici.
Come valuti questo articolo?
12345
Valutazione: 0 / 5, basato su 0 voti.
Avvicina il cursore alla stella corrispondente al punteggio che vuoi attribuire; quando le vedrai tutte evidenziate, clicca!
A Cose di Casa interessa la tua opinione!
Scrivi una mail a info@cosedicasa.com per dirci quali argomenti ti interessano di più o compila il form!