- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure

- Il peperone si presta ad essere coltivato quanto nell’orto quanto in vaso.
- Il frutto della pianta del peperone è una bacca carnosa e pendula di forma, sapore, dimensione e colore molto variabili, a seconda della varietà.
- Il peperone necessita di esposizione in pieno sole, ma in estate, nelle ore più calde, è meglio garantire alla pianta un leggero ombreggiamento.
- La pianta del peperone può raggiungere 1 metro di altezza, a seconda della varietà.
- Il peperone è un ortaggio ricco d’acqua e sali minerali quali fosforo, magnesio, potassio, ferro e calcio.
La pianta del peperone appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa di pomodoro, patata e melanzana. Sebbene sia perenne nel suo ambiente d’origine tropicale, nei climi temperati viene coltivata come annuale perché non sopporta il freddo intenso.
L’apparato radicale è costituito da una radice a fittone principale accompagnata da numerose radici secondarie (fascicolate) che si estendono lateralmente. È relativamente superficiale, il che rende la pianta del peperone particolarmente sensibile alla siccità e ai ristagni idrici. Per questo, richiede annaffiature frequenti e un terreno ben drenato. Inoltre, a causa di questo apparato radicale non particolarmente robusto e del peso dei frutti, la pianta del peperone ha spesso bisogno di un tutore per sostenersi e non spezzarsi o cadere.
Inizialmente il fusto è erbaceo e di colore verde, poi, con la crescita e l’invecchiamento della pianta, tende a lignificare parzialmente alla base, diventando più robusto. È generalmente eretto, glabro e può essere leggermente angoloso.
Il fusto si ramifica in modo più o meno compatto a seconda della varietà. Spesso, dopo un certo numero di internodi, il fusto principale si divide in due o più rami, creando una biforcazione a “Y”; da queste biforcazioni e dalle ascelle delle foglie si sviluppano altri rami secondari.
L’altezza della pianta varia notevolmente a seconda della varietà e delle condizioni di coltivazione, da circa 50-60 cm per le specie nane fino a 100-150 cm o più per quelle vigorose o coltivate in serra.
Le foglie sono generalmente ovali-lanceolate, a volte con una forma leggermente a cuore alla base, e terminano con una punta. Sono disposte in modo alternato sui rami, hanno margine intero (non dentellato) e sono di un colore verde intenso più o meno scuro, lucide sulla pagina superiore.
Dal punto di vista botanico, il peperone è una bacca. La forma è estremamente variabile: può essere quadrangolare (il classico “peperone quadrato”), allungata (a corno di toro), conica o persino a globo.
Anche il colore varia moltissimo a maturazione: dal verde, al giallo, rosso, arancione, viola, marrone scuro e quasi nero (in alcune varietà particolari).
All’interno, il frutto è cavo e presenta da 2 a 4 logge (compartimenti) separate da nervature interne. I semi sono attaccati a una struttura spugnosa biancastra chiamata placenta, situata vicino al picciolo.
Il sapore varia dal dolce (per la quasi totalità dei peperoni consumati come verdura) al piccante (per i peperoncini, che sono la stessa specie botanica ma con presenza di capsaicina).
Il peperone si semina in semenzaio caldo da febbraio e si trapianta in piena terra da aprile. Volendo, si coltiva bene anche in vaso, sul terrazzo, aggiungendo al terriccio un terzo di sabbia per migliorare il drenaggio, sempre in piena luce.
Richiede un terreno di medio impasto, fertile, ben drenato, preferibilmente subacido. Letamare il terreno con abbondanza (4 kg per mq) nell’autunno precedente e somministrate, durante lo sviluppo in copertura, concimi ricchi di potassio e fosforo. Il peperone non ha bisogno di grandi quantitativi d’acqua perché teme il ristagno, ma di apporti costanti così da mantenere umido il terreno.
La temperatura ottimale per la crescita della pianta è di 20-25°C, e non ama, come a volte si crede, il caldo eccessivo.
Durante la crescita, praticare sarchiature per eliminare le malerbe e dare terra alle piante. Inoltre, per gestire al meglio il loro portamento eretto, devono essere dotate di tutori.
La qualità e la pezzatura dei frutti migliorerà se verranno eliminati i getti laterali (scacchiatura) e praticando una cimatura del ramo fruttifero 2-3 foglie sopra il frutto in formazione.
Fioritura
Il fiore della pianta del peperone è di colore bianco, portato reclinato dopo la fecondazione. Si tratta di fiori ermafroditi con organi maschili e femminili che raggiungono la maturità di solito insieme, così da consentire una fecondazione autogama. Le piante fioriscono dall’alba fino alle prime ore pomeridiane.
La fioritura è scalare durante l’estate, favorita da temperature alte e disponibilità idrica. I frutti del peperone si raccolgono appena sono maturi, o anticipando i tempi perché i frutti immaturi completano il loro ciclo anche spiccati dalla pianta.
Commestibilità
Riproduzione
La pianta del peperone si riproduce principalmente per seme. È una pianta che produce fiori ermafroditi, cioè che contengono sia gli organi riproduttivi maschili (stami con il polline) che femminili (pistillo con l’ovario). Questo significa che può autoimpollinarsi.
Per avere semi vitali, il frutto deve raggiungere la piena maturazione sulla pianta, mostrando la colorazione tipica della varietà (rosso, giallo, arancione, ecc.). È importante selezionare i semi da frutti sani e robusti, preferibilmente dalle piante più forti e produttive.
Estrazione e conservazione dei semi
- Una volta che il frutto è maturo, si può tagliare a metà per estrarne i semi.
- I semi vanno puliti da eventuali residui di polpa e asciugati accuratamente all’aria, in un luogo ombreggiato e ben ventilato, per evitare la formazione di muffe.
- Una volta asciutti, i semi possono essere conservati in un contenitore ermetico (ad esempio, un barattolo di vetro) in un luogo buio e fresco. I semi di peperone mantengono la loro vitalità per circa un anno, ma possono durare anche di più se conservati correttamente.
Semina
I semi di peperone vanno seminati in primavera, generalmente da fine febbraio a metà marzo al Centro-Nord Italia, in semenzaio o in vasi individuali.
Richiedono una temperatura di germinazione costante tra i 20°C e i 25°C e germogliano in circa due settimane.
Quando le piantine sono abbastanza grandi (circa 15-20 cm di altezza e con le prime foglie vere), si possono trapiantare in piena terra nell’orto o in vasi più grandi, non prima che siano passati i rischi di gelate tardive (solitamente da metà maggio al Centro-Nord).
Se si coltivano diverse varietà di peperoni (dolci e piccanti) vicine, può verificarsi l’impollinazione incrociata. Questo non influenzerà il sapore o la piccantezza dei frutti della stagione in corso, ma i semi prodotti da questi frutti potrebbero generare piante con caratteristiche miste nella generazione successiva (ad esempio, un peperone dolce impollinato da uno piccante potrebbe dare semi che produrranno piante con frutti leggermente piccanti). Per mantenere la purezza della varietà, è necessario isolare le piante o ricorrere all’impollinazione manuale controllata.
Semi
I semi del peperone sono contenuti all’interno del frutto, attaccati a gruppi a una struttura spugnosa e biancastra chiamata placenta. Non sono immersi in una sostanza gelatinosa come i semi del pomodoro, il che rende l’estrazione e la pulizia abbastanza semplici.
Sono generalmente reniformi o leggermente a goccia, con una forma piatta e sottile; relativamente piccoli (anche se la dimensione può variare leggermente a seconda della varietà di peperone), hanno comunemente un colore giallo pallido, crema o beige chiaro. Raramente possono tendere a un giallo più intenso o, in alcune varietà specifiche (come quelle di Capsicum pubescens), possono essere scuri, quasi neri.
Al tatto appaiono lisci e duri quando sono ben essiccati.
Informazioni e curiosità
I peperoni gialli sono i più ricchi di vitamina C e di zuccheri, quelli rossi contengono più vitamina A e caroteni, mentre quelli verdi sono i meno calorici; infine quelli neri e viola sono ricchi di antociani e antiossidanti.
In generale, apportano calcio, fosforo e potassio, a fronte di un ridotto contenuto di sodio, tanto da essere inclusi nelle diete di chi soffre di problemi di ipertensione. Si distinguono anche per il basso apporto calorico (da 15 a 30 calorie, in base al colore e al grado di maturazione) e sono ricchi d’acqua che sanno trattenere anche in fase di cottura.
Non apportano amido, ma solo zuccheri solubili che conferiscono il sapore dolce, non contengono colesterolo e hanno un contenuto in grassi trascurabile: per tali caratteristiche sono consigliati a chi deve controllare o perdere peso.
Collocazione
Il peperone è una pianta da esterno ma bisogna tenere conto che mal tollera il freddo e ama il sole e le temperature miti.
Concimazione
Il peperone ha bisogno di un buon apporto di nutrienti, in particolare potassio e calcio per la produzione dei frutti, e azoto per la crescita vegetativa.
La concimazione si può suddividere in due fasi:
1. Concimazione di fondo
Il terreno di coltivazione del peperone dovrebbe essere ben drenato, fertile e ricco di sostanza organica. Si consiglia di incorporare al terreno del letame maturo o del compost ben decomposto (circa 3-4 kg per metro quadrato) qualche settimana prima della semina o del trapianto.
In alternativa, o in aggiunta alla sostanza organica, si può usare un concime granulare a lenta cessione specifico per ortaggi da frutto al momento della messa a dimora. Questi concimi rilasciano i nutrienti gradualmente, riducendo la necessità di frequenti apporti di fertilizzanti.
2. Concimazione durante il ciclo colturale (concimazione di copertura o fertirrigazione)
Man mano che la pianta cresce e inizia a produrre frutti, avrà bisogno di ulteriori apporti nutritivi.
- Fase vegetativa (dopo il trapianto): inizialmente, la pianta del peperone ha bisogno di azoto per sviluppare una buona struttura fogliare. Tuttavia, un eccesso di azoto può ritardare la fioritura e la fruttificazione, rendendo la pianta troppo “verde” e suscettibile a malattie. Per concimare correttamente, quindi, usare un concime bilanciato NPK (azoto, fosforo, potassio), o con una leggera prevalenza di azoto, ma con moderazione.
- Fase di fioritura e allegagione: in questa fase, e soprattutto durante lo sviluppo dei frutti, la pianta del peperone necessita di un elevato apporto di potassio (K) e calcio (Ca). I concimi liquidi per ortaggi da frutto, da aggiungere all’acqua delle bagnature una volta alla settimana oppure ogni 10-15 giorni, sono ideali per i peperoni in vaso o per la fertirrigazione; in questo senso, prediligere fertilizzanti con un rapporto NPK che favorisca il potassio (ad esempio, 10-5-15 o simili) e che contenga anche calcio e magnesio.
Il calcio è cruciale per prevenire il marciume apicale (una fisiopatia comune nei peperoni, che si manifesta con una macchia scura e molliccia alla base del frutto), mentre le carenze di magnesio possono portare a ingiallimenti internervali sulle foglie più vecchie.
Per quanto riguarda la frequenza, la concimazione va frazionata: indicativamente, dopo la rincalzatura (se la si fa), all’inizio della produzione e dopo ogni passaggio di raccolta.
Esposizione e luce
Al peperone serve un terreno ben esposto, caldo e in pieno sole perché cresce bene in climi miti anche in inverno, tipicamente mediterranei.
Annaffiatura
Il peperone è una pianta dall’elevato fabbisogno idrico che teme sia la siccità sia i ristagni d’acqua.
Si annaffia frequentemente, specialmente durante le fasi calde dell’estate e quando i frutti iniziano a svilupparsi. In pieno sole, potrebbe essere necessario annaffiare ogni giorno o ogni due giorni, monitorando sempre prima l’umidità del terreno.
Si bagna anche abbondantemente ogni volta, in modo che l’acqua penetri in profondità nel terreno e raggiunga le radici. Il terreno dovrebbe rimanere costantemente umido ma non inzuppato.
Per irrigare correttamente, bagnare solo alla base, evitando foglie e frutti per scongiurare l’insorgenza di eventuali malattie fungine come l’oidio. Se possibile, usare acqua a temperatura ambiente e preferire, come momenti, la mattina presto o la sera tardi, quando le temperature sono più fresche e l’evaporazione è minore.
L’irrigazione a goccia è il metodo più consigliato per il peperone, specialmente in pieno campo o in serra. Consente un’irrigazione efficiente e mirata, riducendo gli sprechi d’acqua, evitando di bagnare il fogliame e prevenendo i marciumi radicali.
Potatura
La potatura della pianta del peperone (da intendersi come un processo costante e leggero, piuttosto che un unico intervento drastico) ha diversi scopi e benefici.
- Migliorare la qualità e la dimensione dei frutti: rimuovendo i rami e i fiori in eccesso, la pianta concentra le proprie energie sui frutti rimanenti, che tendono a diventare più grandi e uniformi.
- Aumentare l’aerazione: una pianta troppo folta può creare un ambiente umido e poco ventilato, favorendo lo sviluppo di malattie fungine. La potatura migliora la circolazione dell’aria, riducendo questo rischio.
- Prevenire il contatto con il terreno: le foglie che toccano il terreno possono diventare un veicolo per malattie fungine e parassiti. Rimuovendole, si mantiene la pianta del peperone più sana.
- Facilitare la raccolta e i trattamenti: una pianta potata è più gestibile, rendendo più semplice la raccolta dei frutti e l’applicazione di eventuali trattamenti (biologici o meno).
- Controllare lo sviluppo della pianta: soprattutto nelle coltivazioni in serra, la potatura aiuta a mantenere la pianta del peperone entro dimensioni gestibili e a ottimizzare lo spazio.
Esistono vari tipi di potatura da applicare alla pianta del peperone.
1. Eliminazione delle “femminelle” (germogli ascellari)
Si tratta dei germogli che nascono all’ascella delle foglie, cioè nel punto in cui il ramo si unisce al fusto principale.
Vanno eliminati perché tendono a “rubare” energia alla pianta, producendo rami deboli e frutti piccoli o di scarsa qualità. Possono anche contribuire all’eccessivo infittimento della chioma.
Le femminelle si rimuovono finché sono piccole, tirandole delicatamente verso il basso con le dita. Se sono più grandi, si possono usare delle forbici ben affilate e pulite. Si eliminano generalmente le femminelle che si trovano nella parte bassa della pianta, sotto la prima biforcazione del fusto.
2. Eliminazione delle foglie basali
Le foglie più basse, specialmente quelle che toccano il terreno, e le più vecchie sono maggiormente suscettibili a malattie fungine e possono ostacolare l’aerazione.
Si rimuovono sempre usando delle forbici pulite o staccandole con un movimento deciso verso il basso.
3. Potatura di diradamento e mantenimento della forma
L’obiettivo di questa potatura è creare una struttura equilibrata della pianta del peperone per sostenere al meglio i frutti.
In alcune tecniche di coltivazione più intensive, si tende a guidare la pianta su 2-3 rami principali dopo la prima biforcazione (la “Y” che si forma nel fusto). Si eliminano i rami che crescono verso l’interno della pianta o quelli che creano un eccessivo affollamento.
È però importante non esagerare con la potatura delle foglie nella parte superiore della pianta e attorno ai frutti: le foglie servono a proteggere i peperoni dal sole diretto, che può causare scottature (bruciature sulla superficie del frutto, che lo rendono invendibile o meno appetibile). Lasciare, quindi, sempre un buon numero di foglie a ombreggiare i frutti in formazione.
4. Eliminazione dei primi fiori/frutticini
Rimuovere il primissimo fiore che si forma alla prima biforcazione o i primissimi frutticini permette alla pianta di concentrare le energie sulla crescita vegetativa iniziale, sviluppando una struttura più robusta prima di dedicarsi alla produzione di frutti. Il risultato dovrebbe essere una produzione successiva più abbondante e di frutti più grandi. Tuttavia, questa è una pratica più comune per chi cerca una produzione professionale o frutti di calibro eccezionale; in un orto domestico, si può anche decidere di non farlo.
Rinvaso e trapianto
Trapiantare o rinvasare la pianta del peperone sono operazioni delicate ma fondamentali per garantire una crescita sana e una buona produzione.
Le piantine di peperone sono pronte per il trapianto quando hanno sviluppato 4-6 foglie vere (non i cotiledoni, le prime foglioline embrionali) e sono alte circa 15-20 cm.
Il peperone è molto sensibile al freddo, per cui il trapianto deve avvenire solo quando è passato ogni rischio di gelate tardive e le temperature minime notturne si sono stabilizzate sopra i 12-15°C.
Nei giorni precedenti il trapianto, si possono abituare gradualmente le piantine alle condizioni esterne: portare i vasetti all’aperto durante il giorno e riportarli al chiuso la sera per circa una settimana, renderà il peperone più resistente allo shock da trapianto.
Come trapiantare
- Preparazione del terreno: da effettuare almeno 2-3 settimane prima, incorporando compost maturo o letame ben decomposto. Il terreno deve essere ben lavorato, morbido e drenato.
- Scelta del momento: si trapianta nelle ore più fresche della giornata, preferibilmente nel tardo pomeriggio o in una giornata nuvolosa.
- Annaffiatura preventiva: bagnare abbondantemente le piantine nel semenzaio qualche ora prima del trapianto, al fine di rendere più facile l’estrazione e aiutare a mantenere il pane di terra attorno alle radici.
- Estrazione della piantina: per prima cosa, afferrare delicatamente la piantina alla base del fusto, vicino al terriccio. Capovolgere il vasetto tenendo la mano sulla superficie del terriccio per sorreggere la piantina, quindi picchiettare il fondo del vasetto per far scivolare fuori il pane di terra con le radici intatte.
- Messa a dimora: scavare una buca sufficientemente ampia e profonda da contenere il pane di terra della piantina, rispettando le distanze tra le piante (circa 40-50 cm tra le piante sulla fila e 70-80 cm tra le file) per garantire spazio e aerazione.
- Ricopertura e compattazione: riempire la buca con il terriccio preparato, compattando delicatamente attorno al fusto per eliminare le sacche d’aria.
- Annaffiatura post-trapianto: bagnare immediatamente e abbondantemente dopo il trapianto, così da far assestare il terreno attorno alle radici e ridurre lo shock.
- Protezione iniziale (se necessario): se c’è rischio di freddo improvviso o vento forte nei primi giorni dopo il trapianto, proteggere le piantine di peperone con un telo di tessuto non tessuto o piccole campane.
Rinvaso della pianta del peperone
Il rinvaso è un’operazione simile al trapianto, ma si effettua quando una pianta cresciuta in vaso ha bisogno di più spazio per le radici, ossia quando:
- Le radici escono dai fori di drenaggio del vaso.
- La pianta sembra non crescere più, nonostante riceva luce e acqua.
- Si deve annaffiare troppo spesso perché il terriccio si asciuga rapidamente.
Le fasi del rinvaso sono:
- Scelta del vaso nuovo: deve essere di dimensioni maggiori rispetto al precedente, ma non esageratamente grande (un aumento di 5-10 cm di diametro per volta è sufficiente). Assicurarsi sempre che abbia fori di drenaggio.
- Preparazione del terriccio: usare un terriccio di qualità per orto.
- Irrigazione della pianta: da eseguire qualche ora prima del rinvaso.
- Estrazione della pianta: inclinare il vaso e picchiettare molto delicatamente il fondo per far scivolare fuori il pane di terra con le radici.
- Posizionamento nel nuovo vaso: per prima cosa, mettere uno strato di terriccio fresco sul fondo del nuovo contenitore, quindi collocare la pianta del peperone al centro, assicurandosi che il colletto sia al giusto livello. A questo punto, riempire gli spazi vuoti con terriccio fresco, lasciando circa 2-3 cm dal bordo del vaso per facilitare l’irrigazione. Compattare delicatamente e annaffiare.
Consigli utili per entrambe le operazioni
Non concimare subito
Dopo il trapianto/rinvaso, attendere almeno una settimana o due prima di iniziare con le concimazioni regolari. La pianta del peperone ha bisogno di tempo per riprendersi e stabilizzarsi.
Tutori
Se si trapianta in piena terra o in vasi grandi, considerare di installare subito un tutore (bastone o canna) vicino alla piantina. Questo perché i rami carichi di frutti del peperone possono spezzarsi facilmente.
Osservare la pianta
Dopo l’operazione, monitorare la pianta del peperone per i giorni successivi. Un leggero appassimento temporaneo può essere normale (shock da trapianto), ma se persiste, potrebbe esserci un problema (ad esempio, scarsa acqua o radici danneggiate).
Ubicazione stagionale
La pianta del peperone ama il calore e necessita di temperature specifiche per una crescita ottimale e una buona produzione di frutti. Essendo una pianta originaria delle regioni tropicali, è molto sensibile al freddo, per cui, specialmente al Nord, la coltivazione da preferire è quella in vaso per poter proteggere più efficacemente il peperone all’arrivo dell’inverno.
La germinazione dei semi avviene con temperature comprese tra ; sotto i la germinazione è molto lenta o inesistente.
La pianta del peperone sviluppa frutti con una temperatura ideale di 20-25°C: climi più freschi durante la fase di sviluppo possono portare a frutti più piccoli e malformati. Temperature eccessivamente alte possono causare scottature solari sui peperoni.
In sintesi, la “zona di comfort”, se così si può definire, per il peperone è un range di temperature medio-alte: al di sotto dei 15°C (o al di sopra del 30°) la crescita rallenta e i fiori cascano; tra gli 0 e i 2°C la pianta muore.
Raccolta
Scegliere frutti ben colorati, maturi ma con polpa soda e struttura non cedevole a una leggera pressione, con la cuticola sempre ben tesa e lucida. In frigorifero i peperoni si conservano senza problemi per 4-5 giorni ma, in caso di eccedenza, si possono anche conservare in freezer dopo averli puliti, tagliati e lavati, oppure dopo averli sbucciati.
I peperoni, al momento della raccolta, devono presentare una buccia di colore brillante, capace di riflettere la luce e il sole, tesa e senza raggrinzimenti che indicano un inizio di disidratazione.
Per dare il meglio di sé il peperone deve essere consumato in breve tempo, non si conserva all’interno di sacchetti di plastica o contenitori ermetici perché perde umidità favorendo fenomeni di condensa e marcescenza.
Al sopraggiungere dei primi freddi, raccogliere tutti i peperoni presenti sulla pianta.
Utilizzare sempre un coltello affilato, o forbici da giardinaggio, tagliando il peduncolo del frutto a metà senza strappare.
Malattia e cure
Il peperone appartiene, come il pomodoro, alla famiglia delle Solanaceae. Si tratta di piante molto produttive, capaci di sottrarre notevoli quantità di nutrienti dal terreno, soggette a virosi, malattie fungine e parassitosi comuni. Per questa ragione, è bene non ripetere la coltivazione dei peperoni sullo stesso appezzamento per più anni consecutivi, né farla precedere e seguire da altre solanaceae.
Le malattie più diffuse sono:
Tracheomicosi
Colpisce le piante causandone il disseccamento improvviso, a volte anche di una sola branca. Non esiste cura, si può solo scartare la pianta infetta.
Marciume apicale dei frutti
Quando si avvicinano maturazione e raccolto. In questo caso, anticipare il momento del raccolto spiccando i frutti una volta raggiunto il colore tipico su tre quarti della superficie.
Punteruolo del peperone
Un piccolo insetto volante che attacca tutte le parti della pianta, la quale perde colore, mentre le foglie e i frutti si accartocciano deformandosi. Le bacche colpite devono essere scartate.