- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure

- Il pero ha bisogno di pieno sole e climi temperati, sebbene si dimostri piuttosto resistente al freddo (ma non alle gelate primaverili).
- La pera è tecnicamente un falso frutto, disponibile in moltissime varietà diverse tra loro per forma, colore della buccia, sapore e periodo di raccolta.
- Il pero è un albero maestoso, specialmente durante la fioritura.
- Il pero regala bellissime fioriture bianche raccolte in corimbi durante la primavera.
- In estate e in autunno il pero produce i suoi dolci frutti. Alcune varietà, invece, sono disponibili dalla fine di ottobre.
Il pero è una presenza costante nella storia umana: le sue origini fossili risalgono al Neolitico, localizzandone la provenienza tra l’Asia centrale e il Caucaso.
Sebbene la classificazione botanica sia complessa, contando circa 30 specie di cui 6 coltivate, in Italia si coltiva prevalentemente il pyrus communis con le sue sottospecie e derivati. Sebbene oggi classificato come specie autonoma, il p. communis è probabilmente frutto di antiche ibridazioni.
Esteticamente, il pero non teme rivali tra gli alberi da frutto: supera in eleganza le fioriture rosa del melo o del mandorlo grazie ai suoi corimbi di fiori bianchi circondati dal primo fogliame, e offre uno spettacolo cromatico autunnale unico, quando le foglie virano verso tonalità giallo-oro e ocra.
Caratteristiche botaniche
Se lasciato crescere liberamente, l’albero può toccare i 20 metri, sebbene un’altezza di 10 metri sia già indice di un esemplare notevole; solitamente le dimensioni rimangono più contenute.
- Chioma e tronco: la forma passa da piramidale nei giovani esemplari a conica-rotondeggiante negli adulti. Il fusto è sottile ed eretto, con rami secondari corti e robusti. La corteccia, inizialmente grigia e liscia, invecchiando si scurisce e si fessura in placche rettangolari
- Foglie: sono alterne, ovali e dentellate, con un picciolo lungo circa 4 cm. Al tatto risultano coriacee e presentano un colore verde scuro superiormente, mentre la pagina inferiore è glauca
- Spine: presenti sui rami giovani a scopo difensivo nelle specie selvatiche, tendono a scomparire con l’età e sono assenti nelle varietà moderne
- Fiori: ermafroditi, bianchi a 5 petali, presentano calici pelosi e circa 20-25 stami con antere rosse
- Radici: l’apparato radicale è caratterizzato da un fittone profondo che garantisce ottima resistenza alla siccità
Per quanto riguarda le regole di coltivazione, il pero ha bisogno di una posizione in pieno sole e ben arieggiata. L’albero resiste bene al freddo, ma occorre prestare attenzione alle gelate tardive primaverili che possono rovinare i fiori.
Predilige un suolo fertile, profondo e ben drenato, evitando terreni troppo calcarei o dove l’acqua tende a ristagnare (teme il marciume radicale). Infatti, sebbene occorra annaffiare regolarmente, soprattutto nei primi anni dopo l’impianto e durante l’estate quando i frutti si stanno ingrossando, è indispensabile anche lasciare asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra.
Fioritura
Il pero fiorisce in primavera, generalmente tra la fine di marzo e il mese di aprile, prolungandosi talvolta fino all’inizio di maggio.
Il momento esatto della fioritura dipende da due fattori principali:
1. La varietà del pero
Alcune varietà sono più precoci di altre.
- Varietà precoci: possono iniziare a fiorire già a fine marzo, soprattutto nelle regioni del Sud o in zone a clima mite
- Varietà tardive: fioriscono in piena stagione, tra la seconda metà di aprile e l’inizio di maggio
2. Le condizioni climatiche locali
La temperatura ambientale gioca un ruolo cruciale:
- Altitudine e clima freddo: nelle zone montane o con primavere fresche, la fioritura ritarda e può slittare verso la fine di aprile o l’inizio di maggio
- Clima mite: nelle regioni pianeggianti o con primavere molto miti, la fioritura può essere anticipata alla fine di marzo
Caratteristiche della fioritura
I fiori del pero sono un bellissimo spettacolo primaverile: sono di solito di un colore bianco candido o leggermente sfumato di rosa, compaiono riuniti in piccoli grappoli chiamati corimbi e, come per molti alberi da frutto, presentano cinque petali.
Il momento della fioritura è la fase più delicata per il pero, poiché i fiori sono molto sensibili alle gelate tardive primaverili. Una gelata inaspettata può danneggiare i fiori e compromettere l’intera produzione di frutti dell’anno.
Commestibilità
Riproduzione
Per riprodurre un albero di pero, si ricorre solitamente alla tecnica più semplice, l’innesto. Si tratta anche dell’unico metodo che garantisce di ottenere esattamente la stessa varietà di pere della pianta madre.
Per effettuare un innesto, prendere un rametto (chiamato marza) della varietà di pero prescelta (ad esempio, Abate) e unirlo fisicamente a una pianta base (chiamata portinnesto), che fornisce le radici. Il portinnesto decide quanto diventerà grande l’albero: se, ad esempio, si usa un portinnesto di Cotogno, l’albero rimarrà piccolo e fruttificherà prima; se si usa un pero selvatico, il nuovo albero diventerà enorme e vivrà a lungo.
Quando si fa
- Innesto a spacco: si esegue a fine inverno (febbraio-marzo), poco prima che la pianta si svegli
- Innesto a gemma: si fa solitamente a fine estate (agosto-settembre)
Se si volesse provare a piantare semi di pero, è importante sapere che hanno bisogno di un periodo di stratificazione a freddo (un periodo di tempo a basse temperature, imitando l’inverno) per poter germinare.
Inoltre, i semi di pero, se piantati, non danno necessariamente vita a un albero che produce pere identiche al frutto da cui sono stati estratti, ma tendono a produrre varietà diverse o a tornare alle caratteristiche del pero selvatico. Per questo motivo, le varietà commerciali vengono propagate principalmente tramite innesto.
Semi
I semi del pero sono molto simili per aspetto, dimensione e colore a quelli del melo, dato che entrambi gli alberi appartengono alla stessa famiglia botanica, le Rosaceae.
Sono tipicamente a forma di lacrima o di goccia (piriforme allungata), leggermente appuntiti a un’estremità e più arrotondati all’altra. Sono anche piccoli, misurando generalmente tra i 5 e 7 millimetri di lunghezza.
Quando sono completamente maturi e pronti per essere estratti dal frutto, hanno un colore che varia dal marrone scuro al nero intenso. Possiedono poi un rivestimento esterno liscio e duro che ha la funzione di proteggere l’embrione all’interno.
Si trovano all’interno del frutto (la pera), racchiusi in un pericarpo (il cuore o torsolo) piuttosto duro e cartilagineo, che funge da camera protettiva. Di solito, ogni pera contiene da 5 a 10 semi, distribuiti in piccole logge all’interno del torsolo.
Informazioni e curiosità
La pera è tecnicamente un falso frutto (pomo) derivato dal ricettacolo fiorale. Forma e colore variano enormemente: dalla sfera alla forma allungata, con buccia verde, gialla, rossa o bronzea.
È possibile classificare le varietà in base al periodo di consumo:
Pere estive (giugno-settembre): molto richieste dal mercato.
- Coscia: precoce, verde chiaro, piccola e dolce
- Williams: polpa soda e bianca, buccia gialla talvolta rosata; ottima sia fresca che per produrre conserve
- Max Red Bartlett: forma a fiaschetto, aromatica e dolce, ha la buccia rosso scuro striata di verde che vira all’arancio-giallo
Pere autunnali (settembre-dicembre): si raccolgono entro ottobre.
- Abate Fétel: forma allungata, polpa fondente e zuccherina
- Decana del Comizio: frutti grandi, adatti alla conservazione, polpa fine e buccia verde-gialla
- Forelle: di origine tedesca, croccante e profumata, si distingue per i puntini rossi su fondo giallo della buccia
Pere invernali: raccolte a fine ottobre, si consumano da metà dicembre a marzo dopo un periodo di maturazione che ne ammorbidisce la polpa. Tra queste, la Passacrassana presenta frutti grandi, gialli e polpa bianca granulosa.
La polpa della pera è uno spuntino sano per gli amici a quattro zampe (soprattutto i cani) a condizione che sia pulita dai semi (i semi di pera, proprio come quelli di mela, contengono glicosidi cianogenetici, che, una volta digeriti, possono rilasciare tracce di cianuro) e somministrata con parsimonia.
Coltivazione
Il pero si può coltivare con successo anche in vaso, rendendolo un ospite perfetto per terrazzi, balconi e piccoli giardini.
Tuttavia, per una coltivazione ottimale e una buona produzione di frutti, è fondamentale scegliere la varietà giusta e seguire alcune accortezze specifiche.
Per prima cosa, bisogna scegliere piante che abbiano un vigore ridotto, spesso ottenute grazie a un portinnesto specifico o che siano naturalmente a sviluppo contenuto. Il pero nano è la scelta ideale, ma anche alcune cultivar, come la pera condominio (a sviluppo colonnare) o la conference (che ha un vigore medio-scarso), si adattano bene alla vita in contenitore.
Il pero necessita poi di spazio per le radici per vivere a lungo e fruttificare. Per i primi anni, un vaso con un diametro di almeno 40-50 cm è sufficiente, dopodiché dovrà essere rinvasato ogni 2-3 anni in un contenitore progressivamente più grande (fino a raggiungere un diametro finale di 60-80 cm o più).
La terracotta è preferibile come materiale perché permette una migliore traspirazione, ma è più pesante e tende a far asciugare prima la terra. Il vaso deve sempre avere ampi fori di drenaggio sul fondo perché il pero, specialmente in vaso, teme i ristagni idrici che possono far marcire le radici.
Collocazione
Come tutti gli alberi da frutto, e vista anche la sua esigenza di sole diretto, il pero va considerato un albero da esterno.
Concimazione
La concimazione del pero viene gestita in due momenti distinti della vita della pianta: al momento della piantumazione (impianto) e durante la fase adulta (mantenimento).
Al momento della messa a dimora
Questa è una fase cruciale per creare una riserva di nutrienti che la pianta utilizzerà negli anni futuri.
Si esegue a fine autunno o fine inverno (evitando i periodi di gelo), utilizzando letame maturo.
Si prepara il terreno di riempimento mescolandolo con un buon terricciato di letame vecchio, quindi, sul fondo della buca si crea una stratificazione precisa: prima uno strato drenante (sabbia), poi uno strato di terriccio, seguito da una riserva di letame maturo e infine altro terriccio.
Il letame della riserva non deve toccare subito le radici; la pianta lo raggiungerà con lo sviluppo solo dopo qualche anno.
Durante la vita della pianta
Per le piante già stabilite, la concimazione segue il ciclo stagionale.
- In primavera: concimare con letame maturo ogni anno o ad anni alterni (primavere alterne)
- Subito dopo l’estate: usare un concime chimico a basso contenuto di azoto. Un rapporto NPK (azoto, fosforo, potassio) consigliato è di 1:3:3. Questo serve a nutrire la pianta senza stimolare eccessivamente la crescita vegetativa prima del riposo invernale
Anche l’inerbimento (ovvero lasciare che l’erba cresca sotto la chioma dell’albero) è una tecnica valida che, riproducendo le condizioni naturali, fornisce nutrimento costante alle piante.
Esposizione e luce
L’albero di pero è una pianta da frutto che, come la maggior parte delle Rosaceae, ha bisogno di molta luce solare per svilupparsi al meglio e produrre frutti di alta qualità. L’esposizione ideale, quindi, è il pieno sole (almeno 6-8 ore di luce solare diretta al giorno).
La quantità di sole ricevuta influisce direttamente sulla qualità del frutto. Una maggiore esposizione solare è essenziale per sviluppare gli zuccheri, garantire una maturazione uniforme e favorire una buona colorazione della buccia (per le varietà che lo sviluppano).
Inoltre, un pero in pieno sole produce un numero significativamente maggiore di fiori e quindi di frutti rispetto a uno in ombra.
Infine, l’aria e il sole aiutano a far asciugare rapidamente la rugiada mattutina o l’umidità dopo la pioggia e ciò è fondamentale per prevenire le malattie fungine (come la ticchiolatura o l’oidio), alle quali il pero è sensibile.
Il pero può tollerare anche la mezz’ombra luminosa, specialmente nelle ore pomeridiane, ma tale posizione ne ridurrà drasticamente la fruttificazione e la qualità delle pere.
Si ricorda che le fioriture primaverili sono sensibili al gelo tardivo e ai venti freddi, per cui, una posizione riparata da un muro o una siepe (specialmente dal lato da cui provengono i venti dominanti) è l’ideale per proteggere la pianta.
Annaffiatura
L’annaffiatura del pero va gestita secondo l’età dell’albero e il clima. In generale, è una pianta che teme molto i ristagni idrici, ma ha bisogno di un terreno fresco per produrre frutti succosi.
Quando annaffiare
Il fabbisogno cambia drasticamente se l’albero è giovane o adulto:
- Alberi giovani (0-3 anni): hanno bisogno di molta cura perché l’apparato radicale non è ancora profondo. In primavera ed estate, annaffiare ogni 7-10 giorni (aumentare la frequenza se fa molto caldo) allo scopo di mantenere il terreno umido (ma non zuppo) per favorire l’attecchimento
- Alberi adulti (oltre i 3 anni): sono molto più autonomi. In genere si accontentano delle piogge, tranne in estate. Annaffiare solo durante i periodi di siccità prolungata o durante la fase di ingrossamento dei frutti (giugno-luglio)
Quanto annaffiare
Per un albero giovane, servono circa 20-30 litri d’acqua per annaffiatura nei mesi caldi. L’acqua deve penetrare in profondità nel terreno, per spingere le radici a scendere verso il basso, e va versata lentamente alla base della pianta (nell’area coperta dalla chioma).
Non bagnare mai il tronco (il colletto) e non bagnare le foglie (l’umidità sulle foglie favorisce malattie fungine come la ticchiolatura).
La stagionalità
- Primavera: bagnare solo se non piove e il terreno è secco (è un momento delicato per la fioritura)
- Estate: l’albero ha bisogno di acqua per far crescere i frutti
- Autunno/inverno: sospendere le annaffiature. Le piogge naturali sono sufficienti e l’albero entra in riposo vegetativo
In estate, annaffiare sempre la mattina presto o la sera dopo il tramonto: ciò evita che l’acqua evapori subito a causa del sole e previene lo shock termico alle radici.
Pero in vaso
Se si coltiva un pero nano o in vaso, le regole cambiano:
- La terra nel vaso si asciuga molto velocemente
- In estate potrebbe essere necessario annaffiare ogni 1-2 giorni
- Controllare sempre infilando un dito nella terra: se i primi 3-4 cm sono asciutti, dare acqua
Per ridurre la necessità di acqua e mantenere le radici fresche, applicare la pacciamatura: mettere uno strato di 5-10 cm di paglia, corteccia o erba tagliata alla base dell’albero (lasciando libero lo spazio attorno al tronco). Questo trattiene l’umidità e riduce la crescita di erbacce.
Potatura
Il pero è uno degli alberi da frutto che richiede più attenzioni nella potatura, perché, se lasciato a se stesso, tende a produrre tantissimo legno (rami verticali) e pochi frutti, oppure frutti piccoli e di scarsa qualità.
Quando potare
Ci sono due appuntamenti fissi durante l’anno:
Potatura secca (invernale)
Si fa durante il riposo vegetativo, generalmente tra gennaio e febbraio (prima che si aprano le gemme), e lo scopo è decidere quanti frutti farà l’albero e dargli la forma.
Potatura verde (estiva)
Il periodo è giugno o luglio e serve a togliere i rami inutili che rubano energia ai frutti che stanno maturando e a far entrare luce nella chioma.
Come potare
- Rami secchi o malati: vanno eliminati sempre appena crescono
- Succhioni: sono quei rami molto vigorosi che crescono perfettamente verticali (dritti verso il cielo), spesso partendo dai rami orizzontali più grossi. Non fanno frutta, rubano solo energia, per cui vanno tagliati tutti alla base
- Rami che si incrociano: se due rami si sfregano tra loro, eliminarne uno (di solito quello più debole o peggio posizionato) per evitare ferite e malattie
- Aprire il centro: la forma ideale del pero è spesso “a vaso”; se il centro è troppo fitto, il sole non arriva alle pere interne
Distinguere le gemme
L’errore più comune è tagliare i rami che portano i frutti. Prima di tagliare, quindi, è opportuno osservare le gemme sul ramo:
- Gemme a legno: sono piccole, appuntite e schiacciate sul ramo. Producono solo foglie
- Gemme a fiore: sono più grosse, tondeggianti e sembrano “gonfie”. Da qui nasceranno i fiori e poi le pere
Bisogna cercare di preservare i rami corti e tozzi pieni di gemme gonfie (chiamati lamburde), perché sono le vere “fabbriche” di pere.
I tagli di ritorno
Sugli alberi adulti, sono utili i cosiddetti tagli di ritorno, ossia accorciare un ramo lungo tagliando esattamente sopra un ramo laterale più debole che punta verso l’esterno. Questo ferma la crescita verticale e spinge l’albero ad allargarsi e produrre frutta.
Rinvaso e trapianto
Il rinvaso o il trapianto del pero sono operazioni delicate ma fondamentali per la salute dell’albero. Se fatte correttamente, garantiranno frutti dolci e una crescita vigorosa.
Non bisogna procedere durante la fioritura o quando l’albero è pieno di foglie, ma durante il riposo vegetativo, ovvero da novembre a marzo. Scegliere, inoltre, una giornata in cui il terreno non è gelato o non sia previsto gelo forte nei giorni successivi.
Rinvaso
Se si vuole tenere il pero in balcone o in terrazzo, bisognerà cambiare vaso ogni 2-3 anni finché la pianta è giovane.
Ecco come fare step by step:
- Preparazione del vaso: mettere in un vaso di diametro leggermente superiore al precedente (circa 20-30% in più) uno strato di 3-5 cm di argilla espansa sul fondo per garantire il drenaggio. L’acqua stagnante è nemica del pero
- Estrazione: sfilare delicatamente il pero dal vecchio vaso. Se le radici sono molto aggrovigliate, districarle leggermente con le mani
- Posizionamento: porre un po’ di terriccio sul fondo del vaso e inserirvi la pianta. Il punto in cui il tronco incontra le radici (il colletto) deve trovarsi appena sotto il bordo del vaso
- Riempimento degli spazi vuoti con il terriccio, pressando bene con le mani per eliminare eventuali bolle d’aria
- Annaffiatura: bagnare abbondantemente subito dopo il rinvaso
Trapianto in piena terra
Ovviamente, la coltivazione in piena terra è la soluzione migliore per far crescere l’albero al massimo delle sue potenzialità.
Come prima cosa, bisogna scavare una buca che sia larga almeno il doppio del pane di terra della pianta (circa 50-60 cm di profondità e larghezza). Smuovere la terra sul fondo con una vanga per facilitare la discesa delle radici.
Procedimento step by step
- Concimazione di fondo: porre sul fondo della buca una manciata di stallatico maturo o concime granulare a lenta cessione, quindi coprire il fertilizzante con uno strato di 5 cm di terra (le radici non devono toccare direttamente il concime puro, altrimenti si bruciano)
- Inserimento del tutore: piantare un palo di legno robusto sul fondo della buca prima di posizionare l’albero, per non danneggiare le radici in seguito
- Posizionamento della pianta: collocare il pero nella buca facendo attenzione che il colletto sia livello del suolo
- Riempimento della buca con la terra di scavo (meglio se mischiata a terriccio fresco)
- Compattazione: premere la terra con i piedi attorno al tronco per stabilizzare la pianta
- Legatura: fissare il tronco al tutore con un filo morbido (o gomma) formando un 8, in modo che la corteccia non si rovini con lo sfregamento
- Creare un piccolo argine di terra circolare attorno alla base dell’albero per trattenere l’acqua
Cure post-trapianto
La mortalità delle piante trapiantate avviene quasi sempre per mancanza d’acqua nelle prime settimane o per un impianto troppo profondo, per cui, subito dopo aver piantato, annaffiare molto abbondantemente (20-30 litri in piena terra), anche se piove. Questo servirà a far aderire la terra alle radici.
Se è inverno, coprire la base della pianta con paglia o corteccia per proteggere le radici dal gelo.
Ubicazione stagionale
Il pero è un albero da clima temperato-fresco (tipico delle zone collinari o pianeggianti del Nord e Centro Italia) e ha bisogno di freddo in inverno e di caldo moderato in estate.
In particolare:
- Autunno- inverno: contrariamente a quanto si pensi, il pero deve sentire freddo. Per poter fiorire bene in primavera, l’albero deve, infatti, accumulare tra le 800 e le 1000 ore con temperature sotto i 7°C durante l’inverno. Senza questo “accumulo di freddo”, la fioritura sarà scarsa e disordinata. In pieno inverno, quando l’albero è spoglio (in riposo vegetativo), resiste tranquillamente fino a -20°C/-25°C
- Primavera: appena spuntano i fiori, la resistenza al freddo del pero crolla drasticamente. La temperatura ideale è compresa tra i 10°C e i 20°C per favorire l’impollinazione delle api. A -2°C i fiori aperti iniziano a bruciarsi e a -1°C i frutticini appena formati possono cadere o deformarsi. Ecco perché le gelate tardive di aprile sono il nemico numero uno del pero.
- Estate: il pero ama il caldo, ma soffre gli eccessi torridi più di altre piante come il fico o l’olivo. La temperatura ideale è compresa tra i 20°C e i 30°C: questo range permette la fotosintesi ottimale e l’accumulo di zuccheri nel frutto. Sopra i 35°C la pianta smette di far crescere i frutti per difendersi e le foglie possono scottarsi se non c’è abbastanza acqua
Se si vive in una zona con estati torride (spesso sopra i 35°C), si suggerisce di proteggere il tronco dei peri giovani con una vernice bianca apposita (o calce) per evitare spaccature della corteccia dovute al sole troppo forte, e di garantire un’irrigazione costante per raffreddare il terreno.
Bonsai
Il pero non solo esiste come bonsai, ma è anche una specie molto apprezzata nella coltivazione in miniatura perché in grado di produrre piccoli fruttini proprio come la pianta che tutti conosciamo.
Raccolta
Raccogliere le pere richiede perizia: il picciolo si stacca facilmente, creando ferite che, a differenza delle mele (che cicatrizzano o necrotizzano lentamente), nelle pere portano a un rapido rammollimento e marciume interno. La tecnica corretta prevede di avvolgere il frutto con la mano e ruotarlo esercitando una lieve trazione, senza usare forbici se possibile.
Poiché le pere maturano velocemente e simultaneamente una volta staccate, per gestire l’abbondanza o accelerare la maturazione di frutti acerbi, si può usare un sacchetto di plastica: trattenendo i gas prodotti (etilene), il processo di maturazione si velocizza.
Malattia e cure
Il pero è sensibile a diverse patologie, specialmente fungine. Riconoscere i sintomi subito è fondamentale per salvare il raccolto.
Malattie fungine
Sono causate dall’umidità eccessiva e dalla pioggia.
Ticchiolatura
È la malattia più diffusa.
- Sintomi: sulle foglie appaiono macchie nerastre e vellutate. Sui frutti si formano macchie nere che fanno spaccare la buccia, rendendo la pera immangiabile e deforme
- Cura e prevenzione: in inverno, optare per trattamenti con prodotti a base di rame (poltiglia bordolese) alla caduta delle foglie e a fine inverno per uccidere le spore svernanti. In primavera, se l’attacco è in corso, si possono usare fungicidi specifici, ma la prevenzione col rame è l’arma migliore
Ruggine del pero
Molto facile da riconoscere per il suo colore vivace.
- Sintomi: sulla pagina superiore delle foglie compaiono macchie arancioni/rosse molto accese, spesso con puntini neri al centro; sulla pagina inferiore si formano delle escrescenze.
- Cura: si tratta solitamente con prodotti a base di Difuconazolo o fungicidi rameici. Rimuovere le foglie colpite se sono poche
Monilia
- Sintomi: le pere marciscono direttamente sull’albero o in conservazione, coprendosi di cerchi concentrici di muffa beige/grigia
- Cura: eliminare subito i frutti mummificati (secchi) rimasti sull’albero in inverno: sono carichi di spore. Trattare la pianta con rame a livello preventivo
Malattie batteriche
Colpo di fuoco batterico
È una patologia gravissima e spesso letale per la pianta.
- Sintomi: i rami sembrano letteralmente bruciati dal fuoco; le foglie diventano nere e secche ma restano attaccate al ramo; la punta dei germogli si ripiega a uncino
- Cura: non esiste una cura chimica efficace. Si può solo tagliare il ramo malato almeno 30-40 cm sotto la parte annerita (nel legno sano) e bruciare subito i rami tagliati. Inoltre, disinfettare le cesoie con fiamma o candeggina dopo ogni singolo taglio per non propagare il batterio
Parassiti
- Carpocapsa: è la larva di una farfalla che scava gallerie nel frutto. Si combatte mediante trappole ai feromoni (per catturare i maschi) o insetticidi biologici (Bacillus thuringiensis) applicati la sera
- Psilla del pero: si tratta di un insetto piccolissimo che produce una melata appiccicosa sulle foglie, su cui poi si forma una patina nera (fumaggine). Il rimedio sono lavaggi con sapone molle potassico per sciogliere la melata
In generale, a livello preventivo si consiglia di:
- Eseguire trattamenti invernali: a novembre (caduta foglie) e febbraio (ingrossamento gemme), spruzzare poltiglia bordolese (rame) per abbattere il 70% dei funghi
- Raccogliere le foglie: in autunno, non lasciare le foglie malate a terra sotto l’albero
- Arieggiare: una potatura corretta, che fa circolare aria tra i rami, riduce drasticamente l’umidità e quindi le malattie










































