Oleandro

Nerium oleander

I fiori di oleandro sono tipicamente rosa e in alcuni casi gradevolmente profumati.

  • I fiori di oleandro sono tipicamente rosa e in alcuni casi gradevolmente profumati.
  • L'oleandro è un arbusto sempreverde che richiede una posizione ben soleggiata per poter fiorire copiosamente.
  • L'oleandro si può coltivare senza problemi in vasi capienti, specialmente nelle regioni in cui le temperature invernali sono piuttosto rigide.
  • Pink oleander
  • L'oleandro è una pianta da esterno perché riesce a svernare all’aperto senza bisogno di essere ritirato. Basta accostarlo al muro e proteggerlo con un foglio di tnt.
  • Nonostante la sua bellezza, l'oleandro è una pianta molto velenosa anche per gli animali domestici.
  • I fiori di oleandro sono tipicamente rosa e in alcuni casi gradevolmente profumati.
  • L’oleandro è un arbusto sempreverde che richiede una posizione ben soleggiata per poter fiorire copiosamente.
  • L’oleandro si può coltivare senza problemi in vasi capienti, specialmente nelle regioni in cui le temperature invernali sono piuttosto rigide.
  • L’oleandro è un arbusto cespuglioso molto ramificato, che può assumere portamento di piccolo alberello arrivando anche ad altezze significative.
  • L’oleandro è una pianta da esterno perché riesce a svernare all’aperto senza bisogno di essere ritirato. Basta accostarlo al muro e proteggerlo con un foglio di tnt.
  • Nonostante la sua bellezza, l’oleandro è una pianta molto velenosa anche per gli animali domestici.

L’oleandro è uno degli arbusti da fiore più generosi che si possano coltivare. È resistente, longevo (può superare il secolo di età) e richiede poche cure, regalando in cambio fioriture spettacolari che lo rendono una splendida, sebbene velenosa, pianta ornamentale.

Esiste un solo vincolo fondamentale: la sensibilità al freddo, che ne impedisce la coltivazione in piena terra nelle zone dove le temperature invernali scendono significativamente sotto lo zero. In questi climi, non è necessario rinunciare alla pianta, ma è sufficiente adottare lo stratagemma della coltivazione in vaso, anche di grandi dimensioni, per poterla ricoverare al riparo durante i mesi più freddi.

L’oleandro si riproduce facilmente per talea. Se coltivato in contenitore, deve essere fertilizzato con un prodotto liquido per piante da fiore (come quello per gerani) una volta alla settimana, a partire dalla formazione dei boccioli e per tutta la durata della fioritura estiva. L’oleandro in piena terra, invece, richiede due volte l’anno la distribuzione di terriccio o compost in copertura. Nel mese di marzo, inoltre, è bene distribuire un concime granulare a lenta cessione per piante fiorite. Verso la fine dell’estate, si può somministrare un prodotto con un più elevato contenuto di potassio per irrobustire la pianta in vista dell’inverno. In giardino, la pianta non necessita di annaffiature frequenti, dimostrandosi resistente alla siccità; in vaso, al contrario, l’oleandro deve essere bagnato con generosità e regolarità, avendo cura di non lasciare mai acqua nel sottovaso.

Il terreno ideale per il rinvaso o il trapianto è composto da due parti di terricciato di letame (o compost maturo), due parti di buon terriccio per piante da fiore e una parte di sabbia grossolana per garantire il drenaggio. L’esposizione più adeguata è il pieno sole. La potatura principale va eseguita in agosto, dopo la fioritura, mentre in primavera si possono spuntare le cime dei rami di 3-4 cm per favorire l’emissione di nuovi getti fioriferi.

Nonostante il freddo sia il suo peggior nemico, l’oleandro può essere vulnerabile anche ai ristagni idrici, che favoriscono l’insorgere di malattie fungine, e alle infestazioni di parassiti come il ragnetto rosso e la cocciniglia.

Diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, in natura l’oleandro può raggiungere dimensioni considerevoli (fino a 6 metri di altezza), mentre in vaso assume l’aspetto di un alberello che solitamente non supera i 2 metri. Le foglie, di forma lanceolata e allungata con un picciolo corto, presentano una venatura centrale molto evidente e una superficie liscia e coriacea. I fiori, nella specie spontanea, sono di colore rosa, con corolle a forma di imbuto che si aprono in cinque lobi (spesso scambiati per petali), riuniti in ricchi corimbi terminali. La selezione varietale ha permesso di ottenere cultivar con fiori bianchi, gialli, rossi o color salmone, in forma semplice o doppia, e spesso profumati.

  • Tra gli oleandri a fiore doppio, il più conosciuto è ‘Geant des Batailles’, con corolle profumate dal rosa fucsia al rosso carico, screziate di bianco e formate da più giri di lobi sovrapposti.
  • Tra quelli a fiore bianco, ‘Sister Agnes’ è una delle varietà più diffuse e affidabili. Ha una corolla semplice con una gola gialla, un profumo lieve e una fioritura continua da giugno a settembre.
  • ‘Pink Beauty’ è probabilmente l’oleandro più coltivato in assoluto, grazie al suo colore rosa luminoso, al fiore dall’aspetto leggero e alla sua affidabilità e rifiorenza garantite.
  • Gli oleandri a fiore giallo, meno diffusi e in genere meno vigorosi, hanno corolle di un giallo chiaro con una gola dal colore più intenso. ‘Angiolo Pucci’ è la varietà a fiore semplice più nota.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

L’oleandro fiorisce ininterrottamente da maggio fino all’autunno.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadiciBulbo

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

In natura, l’oleandro si riproduce per seme, ma si tratta di un processo lento che non garantisce il mantenimento delle caratteristiche della pianta madre (cultivar).

La moltiplicazione per talea è molto più rapida, semplice e affidabile.

In estate, preferibilmente a luglio, si prelevano talee semilegnose lunghe circa 20 cm. Si eliminano le foglie più basse e si mettono a radicare in un substrato umido composto da sabbia e torba, in una posizione luminosa ma non esposta al sole diretto.

La radicazione richiede circa 75 giorni, dopodiché la nuova piantina può essere trapiantata in un vaso singolo.

Semi

I semi di oleandro sono contenuti all’interno di lunghi baccelli di colore bruno.

Sono piccoli, pelosi e dotati di un’appendice piumosa (pappo) che ne facilita la dispersione tramite il vento.

Come ogni altra parte della pianta, sono altamente tossici.

Informazioni e curiosità

L’oleandro è una pianta velenosa in tutte le sue parti, sia per l’uomo sia per gli animali. Contiene diversi glicosidi cardiotossici, tra cui l’oleandrina. La concentrazione di queste sostanze è massima durante la fioritura ed è particolarmente elevata nelle foglie giovani.

È fondamentale ricordare che tutti gli oleandri, sia quelli selvatici sia quelli acquistati nei vivai, devono essere considerati ugualmente tossici e maneggiati con le dovute precauzioni.

Coltivazione

VasoPiena Terra

La coltivazione dell’oleandro si effettua in vaso nelle regioni a clima freddo e in piena terra in quelle a clima mite.

Per la coltivazione in contenitore, è fondamentale la scelta del vaso: quello ideale per l’oleandro è più alto che largo (con un rapporto di circa due a uno), per assecondare lo sviluppo verso il basso del suo apparato radicale.

Poiché la pianta è spesso esposta al sole intenso, è preferibile un vaso di colore chiaro per evitare il surriscaldamento delle radici.

Non si deve mai utilizzare il sottovaso; in alternativa, si può inserire un rialzo per tenere il fondo del vaso sollevato, permettendo all’acqua in eccesso di evaporare e umidificare l’aria intorno alla chioma, mitigando il caldo eccessivo.

Sul fondo del vaso va posto uno strato drenante di circa 5 cm (ghiaia o argilla espansa).

Il terriccio da impiegare è la miscela già descritta: due parti di compost/letame maturo, due di terriccio per piante da fiore e una di sabbia.

Collocazione

InternoEsterno

L’oleandro è una pianta da esterno, adatta anche per il terrazzo al mare, che però non tollera il gelo prolungato.

Un abbassamento sporadico e di breve durata sotto lo zero può bruciare le foglie senza causare danni permanenti. Tuttavia, temperature costantemente al di sotto dei -5 °C possono portare la pianta alla morte.

Per gli esemplari in vaso, è cruciale riparare le radici, che sono la parte più sensibile. Il vaso può essere avvolto con cartone, iuta, paglia o appositi teli isolanti. La chioma, invece, si può proteggere con del tessuto non tessuto.

È importante collocare l’oleandro sempre in piena luce e ben esposto al sole, possibilmente vicino a una parete che possa riflettere il calore in primavera e autunno. Sopporta bene le posizioni ventose grazie ai suoi rami elastici, ma in caso di vento forte è facile che il vaso si ribalti, specialmente se il terreno è asciutto. Per questo, in località molto ventose, è consigliabile ancorare i vasi.

Concimazione

Il terreno ideale per l’oleandro deve essere ben drenato, profondo e fertile, ma la pianta si adatta bene anche a suoli poveri, crescendo sia in substrati acidi sia calcarei.

  • In piena terra: richiede la somministrazione, due volte all’anno, di compost o letame maturo in copertura, da interrare leggermente con una zappettatura che aiuta anche a controllare le erbe infestanti. A marzo si distribuisce un concime granulare a lenta cessione, mentre a fine estate si può usare un fertilizzante ricco di potassio per preparare la pianta all’inverno.
  • In vaso: oltre al rinnovo annuale dello strato superficiale del terriccio, gli oleandri in vaso vanno concimati una volta a settimana con un prodotto liquido per piante da fiore, dalla comparsa dei boccioli fino alla fine della fioritura. Dopo agosto è bene sospendere le fertilizzazioni.

 

Esposizione e luce

SoleMezz’ombraOmbra

Porre l’oleandro in pieno sole per ottenere una fioritura ampia e prolungata.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il punto debole dell’oleandro, oltre al freddo, è il ristagno idrico.

In piena terra è resistente alla siccità, ma in vaso è più esigente, per questo gli oleandri in vaso necessitano di essere bagnati spesso, regolarmente e abbondantemente, ma sempre senza ristagni.

Una carenza idrica provoca l’interruzione della fioritura, la caduta dei fiori e l’incurvamento delle foglie. È bene evitare l’uso di acqua troppo fredda per non causare shock termici.

Potatura

L’oleandro si pota solo dopo la fioritura estiva, indicativamente in agosto, per non compromettere la produzione di fiori dell’anno successivo.

In primavera è possibile una leggera spuntatura (3-4 cm) delle cime per stimolare una maggiore ramificazione.

Rinvaso e trapianto

Essendo una pianta a crescita rapida, l’oleandro va rinvasato quasi ogni anno o messo a dimora in piena terra. Il rinvaso è fondamentale per dare nuovo spazio alle radici e apportare nutrienti freschi, ma tale operazione è pratica solo finché le dimensioni della pianta sono contenute.

Quando l’oleandro diventa troppo grande, si può optare per la sostituzione dello strato superficiale di terriccio ogni primavera.

Durante il rinvaso, è utile avvolgere la chioma per maneggiarla più facilmente. Si estrae la zolla, si districano delicatamente le radici esterne e, se necessario, si possono accorciare di circa un quarto (potatura delle radici) per contenere la crescita e poter riutilizzare lo stesso vaso.

Come anticipato si rinvasa, finché possibile, ad anni alterni.

Ubicazione stagionale

Autunno/inverno: all’arrivo del freddo, i vasi vanno riparati in un locale luminoso, arieggiato e non inquinato (la superficie fogliare tende a trattenere polvere e smog). Per ridurre il peso del vaso prima dello spostamento, si possono sospendere le annaffiature per circa 20 giorni. La temperatura del locale di ricovero non dovrebbe superare stabilmente i 5-10°C.

Primavera/estate: l’oleandro vive perfettamente all’esterno, tollerando il caldo e la siccità temporanea. Le temperature ideali per la sua crescita vanno dai 12°C ai 35°C.

Raccolta

I semi di oleandro si raccolgono dopo la fioritura, prelevando i baccelli ormai secchi. Questa operazione va eseguita indossando i guanti, per evitare il contatto con la linfa potenzialmente irritante.

I baccelli vanno posti in un luogo fresco e asciutto affinché si aprano spontaneamente, rilasciando i semi piumati pronti per la semina.

Malattia e cure

I principali problemi sanitari che possono colpire l’oleandro sono la cocciniglia e la fumaggine. Le cocciniglie, spesso del tipo “a scudetto”, succhiano la linfa e producono una sostanza zuccherina (la melata) su cui si sviluppa la fumaggine, un fungo che crea una patina nera fuligginosa.

Per risolvere il problema, è necessario trattare tempestivamente contro le cocciniglie con prodotti specifici (ad esempio olio minerale o insetticidi sistemici), bagnando accuratamente tutta la vegetazione, inclusa la pagina inferiore delle foglie, e ripetendo il trattamento secondo le indicazioni del prodotto.

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