- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure

- I frutti della pianta di kiwi hanno forma ovale, sono di colore bruno e ricoperti da una leggera peluria.
- Il kiwi è una pianta rampicante, perfetta anche per decorare e ombreggiare pergolati e gazebi.
- La pianta di kiwi può giungere fino ai 10 metri di altezza e il fusto presenta tralci anche molto lunghi che vanno sostenuti da appositi supporti e tutori.
- La pianta di kiwi ha bisogno di pieno sole per crescere e fruttificare.
- I kiwi si raccolgono a partire da fine estate/inizio autunno, a maturazione ancora incompleta.
La pianta di kiwi, scientificamente conosciuta come Actinidia, è un rampicante vigoroso perenne e deciduo (perde le foglie in inverno), originario della Cina, che necessita di sostegni robusti come pergolati, tendoni o filari per potersi sviluppare. Può raggiungere altezze notevoli, anche 7-10 metri, con tralci che si allungano di diversi metri all’anno.
Il fusto è legnoso, con corteccia ruvida di colore bruno-grigiastro, mentre i tralci, flessibili quando giovani, diventano via via più robusti e coriacei con l’età.
La pianta di kiwi ha un apparato radicale piuttosto superficiale e molto ramificato, composto da radici carnose; le foglie sono alterne, semplici, di forma cuoriforme (cordate) o ovali, spesso convesse. Sono di colore verde scuro sulla pagina superiore e più chiare sulla pagina inferiore, leggermente tomentose (vellutate) e solcate da evidenti nervature. Il picciolo è lungo e peloso.
Il kiwi è una pianta dioica, il che significa che i fiori maschili e femminili si trovano su piante separate. Per ottenere i frutti, è indispensabile avere sia piante maschili che piante femminili in prossimità, per permettere l’impollinazione (solitamente un maschio ogni 3-4/5 femmine). I fiori sono generalmente piccoli, con 5-6 petali bianco-giallastri o color crema, pendenti su un picciolo peloso; hanno un diametro di 3-5 cm.
Il kiwi viene ovviamente coltivato per i suoi frutti squisiti e ricchi di vitamine: questi sono bacche ovali o allungate, con una buccia sottile, fibrosa e pelosa di colore bruno-marrone.
La polpa è carnosa, succosa, generalmente di colore verde brillante, ma esistono varietà con polpa gialla (kiwi gold) o anche rossa. All’interno contiene numerosi piccoli semi neri o nero-violacei, disposti attorno a un cuore biancastro (columella). I frutti vengono raccolti ancora sodi in autunno (generalmente settembre-novembre) e maturano successivamente, una volta staccati dalla pianta.
Per quanto riguarda le regole di coltivazione, la pianta di kiwi predilige climi temperati, con inverni non troppo rigidi e estati non eccessivamente calde. Teme le gelate tardive primaverili, che possono danneggiare i giovani germogli, e i venti forti, che possono spezzare i tralci o danneggiare i frutti.
Richiede terreni di medio impasto, fertili, ricchi di sostanza organica, ben drenati e con pH leggermente acido (non tollera terreni troppo calcarei o con ristagni idrici); necessita di pieno sole per una buona fruttificazione, ma può beneficiare di una leggera ombreggiatura nelle ore più calde delle giornate estive in climi molto caldi. Ama un ambiente con umidità relativa superiore al 70%.
Le piante di kiwi adulte possono resistere a temperature fino a -15°C, ma i giovani germogli sono molto più sensibili al gelo.
Sebbene esistano diverse specie di Actinidia, le più coltivate per i frutti sono:
- Actinidia deliciosa: è la specie più comune, quella che produce il classico kiwi a polpa verde, come la varietà Hayward, la più diffusa a livello mondiale. È caratterizzata da frutti di grandi dimensioni, buona conservabilità e alta produttività.
- Actinidia chinensis: produce i kiwi a polpa gialla (o “gold”), come le varietà Jintao o SunGold. Hanno un sapore più dolce e meno acidulo rispetto ai kiwi verdi, una buccia meno pelosa e spesso una forma più allungata.
- Actinidia arguta: conosciuta come “mini kiwi” o “kiwi arguta”, produce frutti piccoli, con buccia liscia e commestibile, che non necessitano di essere pelati.
Fioritura
In primavera-estate, tra maggio e giugno, la pianta di kiwi produce fiori profumati, prima bianchi e poi giallo-bruni, con un diametro di circa 5 cm. Quelli maschili non hanno stigmi, quelli femminili hanno antere sterili.
Commestibilità
Riproduzione
La pianta di kiwi si può riprodurre in diversi modi: per seme, talea, margotta o innesto.
Riproduzione per seme
I semi di kiwi si possono estrarre dai frutti maturi. Per favorire la germinazione, è spesso consigliata la stratificazione fredda, ovvero un periodo in cui i semi vengono tenuti a bassa temperatura per alcune settimane o mesi, per simulare l’inverno e rompere la dormienza. Successivamente, vengono seminati in un substrato leggero e umido a temperatura ambiente.
È un metodo economico ma presenta alcune criticità: le piante di kiwi ottenute da seme non sono geneticamente identiche alla pianta madre. Questo significa che non c’è garanzia che la pianta produca frutti di qualità commerciale o che sia maschile o femminile. Potrebbero volerci anni per scoprire se la pianta è produttiva e di che sesso è.
Inoltre, le piante di kiwi da seme impiegano molto più tempo per entrare in produzione rispetto a quelle ottenute per via vegetativa.
Riproduzione per talea
Questo è uno dei metodi più comuni per la propagazione del kiwi, soprattutto a livello amatoriale o per produzioni su piccola scala, perché le piante ottenute sono cloni della pianta madre.
La talea legnosa si esegue generalmente a fine inverno, durante il periodo di riposo vegetativo (dicembre-febbraio), oppure in estate per le talee semilegnose.
Si prelevano porzioni di ramo ben lignificate (o semilignificate in estate) lunghe circa 10-20 cm, con almeno 2-3 gemme. Si esegue un taglio netto sotto una gemma alla base e un taglio obliquo sopra l’ultima gemma apicale. Spesso si rimuovono le foglie basali.
Per aumentare le probabilità di radicazione, la base della talea viene immersa in ormoni radicanti in polvere o gel.
Le talee vanno interrate in un substrato leggero e ben drenato (come torba e perlite/sabbia), mantenuto umido. È utile un ambiente con elevata umidità ambientale (serretta, sacchetto di plastica trasparente sopra il vaso) e, per le talee legnose, una temperatura basale leggermente più alta (20-24°C) per stimolare lo sviluppo delle radici prima della parte aerea.
La radicazione può richiedere diverse settimane o mesi (50-90 giorni).
Riproduzione per margotta
La margotta è un’ottima tecnica per ottenere una nuova pianta di kiwi direttamente da un ramo della pianta madre, con un’alta percentuale di successo.
Margotta di ceppaia (o di terra): si interrano rami bassi della pianta madre che vengono poi fatti radicare mentre sono ancora attaccati ad essa. Una volta radicati, vengono separati.
Margotta aerea: generalmente si esegue in primavera (maggio-giugno), quando la pianta è in piena vegetazione. Per prima cosa, si sceglie un ramo sano e vigoroso, quindi si pratica un anello di scortecciatura di circa 2-3 cm di larghezza (o si incide il ramo) in un punto privo di foglie. Questa zona viene poi avvolta con un substrato umido (ad esempio torba o sfagno) e compattata, il tutto ricoperto da un film plastico nero o trasparente.
Nel giro di qualche mese, il ramo scortecciato o inciso emetterà radici all’interno del substrato umido e, una volta che tali radici saranno ben sviluppate e visibili, il ramo verrà tagliato al di sotto della zona radicata e piantato.
Innesto
L’innesto è una tecnica che unisce due parti di piante diverse: il portainnesto (la parte inferiore, con le radici) e la marza (la parte superiore, che darà la varietà desiderata).
Il periodo di esecuzione dipende dal tipo di innesto, ma generalmente si esegue in inverno o inizio primavera, quando la pianta è in riposo vegetativo, oppure in estate per gli innesti a gemma dormiente.
Ci sono diverse tecniche di innesto (a spacco, a corona, a gemma…), ma generalmente si seleziona un portainnesto robusto (spesso piante ottenute da seme di kiwi, o altre specie compatibili di Actinidia) e una marza (un pezzo di ramo con gemme) della varietà desiderata. Le due parti vengono unite con tagli precisi e legate strettamente, per favorire la saldatura dei tessuti.
Semi
I semi di kiwi sono una componente molto riconoscibile del frutto. Sono molto piccoli, di solito misurano solo 1-2 millimetri di lunghezza, duri e croccanti e hanno una forma ovoidale o leggermente triangolare, con bordi smussati.
Il colore distintivo è il nero lucido, che contrastano nettamente con la polpa verde o gialla del frutto. Nel kiwi verde (), i semi sono generalmente di un nero più intenso, mentre nel kiwi giallo () possono apparire un po’ più chiari o tendere al marrone molto scuro.
All’interno del frutto, i semi sono numerosissimi e disposti in file regolari o a raggiera attorno al centro della polpa. Questa disposizione li rende molto evidenti quando si taglia il frutto a metà.
Informazioni e curiosità
I kiwi sono frutti caratterizzati da molteplici proprietà: contengono le vitamine C, K, E e del gruppo B; minerali come fosforo, potassio, calcio, magnesio, rame e ferro; antiossidanti (polifenoli e carotenoidi), fondamentali per combattere i radicali liberi, e actinidina (un enzima che facilita la digestione delle proteine).
Anche i semi del kiwi sono noti per contenere una piccola quantità di acidi grassi essenziali, in particolare Omega-3 (acido alfa-linolenico). Da essi si può estrarre un olio utilizzato anche in cosmesi.
Coltivazione
Il kiwi è una pianta rampicante molto vigorosa e può raggiungere dimensioni considerevoli nel pieno terreno. Coltivarlo in vaso, sebbene possibile, significa dover controllare notevolmente la sua crescita e garantirgli cure molto specifiche.
Se possibile, quindi, prediligere sempre il trapianto in orto o in giardino, laddove le condizioni climatiche lo consentano.
In alternativa, è consigliabile optare per varietà di kiwi meno vigorose o specificamente selezionate per la coltivazione in contenitore. Ad esempio, l’Actinidia arguta (kiwi mini o “kiwiberry”) è generalmente più adatta del più comune (kiwi Hayward) per le sue dimensioni contenute e una crescita meno esuberante. Esistono anche varietà specifiche di meno vigorose, ma sono meno diffuse.
Collocazione
Il kiwi è una pianta da esterno che però necessita di climi temperati, con inverni freddi ma non troppo rigidi ed estati calde ma non afose: un aspetto molto importante da considerare prima di mettere a dimora una pianta di kiwi.
Concimazione
È consigliabile arricchire il terreno della pianta di kiwi con abbondante sostanza organica (compost ben maturo, letame) prima dell’impianto e annualmente.
Inoltre, durante la fase vegetativa, si possono effettuare concimazioni con fertilizzanti bilanciati o specifici per piante da frutto, evitando eccessi di azoto che favorirebbero la crescita vegetativa a scapito della fruttificazione.
Esposizione e luce
La pianta di kiwi deve essere posta in pieno sole, almeno 6 ore al giorno per portare a maturazione in modo soddisfacente un buon numero di frutti.
Annaffiatura
La pianta di kiwi richiede di essere bagnata poco, perché teme i ristagni d’acqua, ma spesso, anche tutti i giorni in estate.
Le irrigazioni devono essere sospese dopo un temporale e vanno riprese quando la pianta mostra i primi segni di carenza, che si evidenziano con una variazione dell’angolo di inserimento delle foglie (il quale tende a ridursi, così che la pianta assume un aspetto meno voluminoso).
Si irriga fino al termine del raccolto.
Potatura
La potatura della pianta di kiwi (Actinidia) viene effettuata due volte l’anno.
La potatura invernale va eseguita a fine inverno, quando la pianta è in riposo vegetativo e ha perso le foglie. Il periodo migliore è tra febbraio e marzo, prima del risveglio vegetativo, per evitare eccessive fuoriuscite di linfa dai tagli. In alcune zone climatiche, si può anticipare a gennaio o posticipare a inizio marzo.
L’obiettivo è eliminare i rami vecchi, danneggiati o improduttivi e favorire il rinnovamento dei rami laterali che produrranno i frutti l’anno successivo.
La potatura estiva si effettua tra maggio e settembre, durante la stagione vegetativa, in particolare dopo la fioritura e quando la crescita della pianta rallenta (agosto-settembre).
Lo scopo è contenere la crescita esuberante della pianta, diradare i bottoni floreali per migliorare la pezzatura dei frutti e favorire la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce.
Come potare il kiwi
La potatura del kiwi è complessa e varia anche in base alla forma di allevamento (spesso a pergola o a tendone).
Potatura invernale
- Rami produttivi: il kiwi fruttifica sui rami di un anno. I rami che hanno già prodotto vanno tagliati ogni anno a una o due gemme dal cordoncino da cui partono, per favorire la nascita di nuovi rami produttivi
- Eliminazione dei rami vecchi/danneggiati: rimuovere i rami secchi, danneggiati, malati o quelli che si incrociano e creano grovigli, ostacolando la luce e l’aria
- Rinnovo dei cordoni: i cordoni permanenti sono le branche principali su cui si sviluppano i rami fruttiferi. Nel tempo, se diventano troppo vecchi o improduttivi, vanno rinnovati selezionando un ramo giovane e vigoroso per sostituirli
- Bilanciamento: l’obiettivo è mantenere un equilibrio tra la parte vegetativa e quella produttiva, lasciando il 30-40% della vegetazione
- Spaziature: lasciare spazi adeguati tra i rami (circa 30-50 cm) per garantire una buona aerazione e illuminazione
Potatura estiva
- Diradamento dei fiori/frutti: è uno degli interventi più importanti. Quando si formano gruppi di bottoni fiorali, si tendono a eliminare i due laterali, lasciando solo quello centrale per favorire lo sviluppo di frutti più grandi e di migliore qualità. Vanno eliminati anche i boccioli anomali che darebbero frutti deformati
- Contenimento della crescita: spuntare i germogli che crescono troppo vigorosi o che si arricciano, specialmente quelli che tendono a toccare il suolo
- Eliminazione dei succhioni: rimuovere i germogli che crescono alla base del fusto principale o sui cordoni permanenti, in quanto sottraggono energia alla pianta di kiwi
- Legatura: i tralci produttivi vanno legati ai fili del sostegno, distanziandoli per una distribuzione uniforme e una migliore impollinazione
Rinvaso e trapianto
Il periodo migliore per trapiantare la pianta di kiwi è generalmente l’autunno o fine inverno/inizio primavera (prima della ripresa vegetativa); in alternativa, andrà bene anche la metà primavera inoltrata quando il terreno si è riscaldato e il rischio di gelate è passato.
Evitare, in ogni caso, il trapianto durante i mesi più caldi dell’estate, poiché lo stress idrico potrebbe danneggiare gravemente la pianta.
Come effettuare il trapianto
Per prima cosa, si scava una buca sufficientemente grande da accogliere comodamente la zolla di radici. È consigliabile preparare la buca alcune settimane prima del trapianto, mescolando il terreno scavato con abbondante compost o letame maturo.
È utile annaffiare abbondantemente la pianta qualche ora prima del trapianto, per poi inclinare il vaso e tirare delicatamente il kiwi dalla base.
A questo punto, allentare il terreno intorno alla pianta con le mani o una paletta, facendo attenzione a non danneggiare le radici. Quindi, usando una vanga, scavare intorno alla zolla di radice e sollevarla con cura, cercando di mantenere il più possibile intatto il pane di terra originale.
Il kiwi va posto nella buca assicurandosi che il colletto (il punto in cui il fusto incontra le radici) sia a livello del terreno circostante. Lo scavo va ricoperto con il terreno preparato, compattandolo leggermente intorno alle radici per eliminare eventuali sacche d’aria.
Dopo il trapianto, annaffiare abbondantemente la pianta per favorire l’assestamento del terreno e ridurre lo stress.
Si ricorda che il kiwi è una pianta rampicante, per cui necessita di un sistema di supporto robusto fin dall’inizio (pergolato, spalliera a T o Y): occorre indirizzare il fusto principale in verticale e successivamente i germogli laterali in orizzontale sui fili di supporto.
Se si desidera piantare più esemplari, considerare una distanza di 3-5 metri tra una pianta di kiwi e l’altra per garantire spazio sufficiente per la crescita e lo sviluppo.
Terriccio
Non tutti i terreni si prestano alla coltivazione della pianta di kiwi. I migliori sono profondi, fertili, ricchi di sostanza organica (che garantisce un’adeguata nutrizione della pianta nel tempo) e caratterizzati da un buon drenaggio unito ad un’elevata capacità di trattenere acqua. La pianta teme però i ristagni tipici dei terreni pesanti e molto argillosi.
Il terreno di medio impasto, ma con una frazione di sabbia non inferiore a un terzo, è quello che dà i migliori risultati purché il pH sia subacido, o al massimo neutro, e il calcare attivo molto contenuto.
Piante di kiwi coltivate in terreni con una percentuale di calcare attivo superiore al 3%, e/o a reazione basica, evidenziano ingiallimento delle foglie e sviluppo rallentato, sintomi di clorosi che può essere corretta con l’aggiunta di prodotti specifici a base di ferro chelato.
Ubicazione stagionale
La pianta di kiwi teme le gelate tardive e le temperature molto basse (al di sotto dei -15°C si registrano le prime perdite), ma ha bisogno di inverni freddi e tendenzialmente riesce meglio al Nord che al Sud del nostro Paese.
Come molte piante, per riprendere a vegetare con forza nel ciclo successivo, ha bisogno di determinate ore di freddo. Ogni pianta da frutto ha una propria temperatura indicata come “temperatura soglia” che divide le ore di freddo (quelle al di sotto del valore soglia) dalle altre, considerate indifferenti per raggiungere il fabbisogno di freddo della pianta.
Per il kiwi, la temperatura soglia è pari a 7°C e il fabbisogno di freddo è di circa 700 ore. Piante che ricevono meno di 600 ore di freddo alla ripresa vegetativa primaverile germogliano in modo irregolare e insoddisfacente rispetto alla norma.
La sensibilità al gelo è molto maggiore nelle giovani piante, che devono essere difese in fase di allevamento riparando il piede, apportando terra e materiale vegetale, e proteggendo il fusto che può andare soggetto a spaccature.
Raccolta
I kiwi non maturano sull’albero come molti altri frutti. Vanno raccolti quando sono ancora sodi al tatto, ma hanno raggiunto un certo grado di maturazione fisiologica. In Italia, il periodo di raccolta varia a seconda della varietà e della zona climatica, ma generalmente si situa tra fine settembre e novembre, prima delle gelate invernali.
La raccolta del kiwi è prevalentemente manuale, anche se molti preferiscono usare piccole forbici o cesoie per tagliare il peduncolo del frutto in modo netto, senza strapparlo.
I kiwi si conservano al meglio in luoghi freschi, bui e ben ventilati, a temperature vicine allo 0°C e alta umidità (circa 90-95%). In queste condizioni, possono durare anche diversi mesi.
Malattia e cure
La pianta del kiwi, pur essendo considerata relativamente rustica, può essere colpita da diverse malattie e parassiti che ne compromettono la salute e la produttività.
Malattie fungine
Le malattie fungine sono spesso favorite da condizioni di elevata umidità e scarso drenaggio.
Marciumi radicali, basali e del colletto: sono tra le malattie più comuni e dannose, spesso fatali per la pianta di kiwi. Sono causate da vari funghi, tra cui:
- Armillaria spp. ( in particolare): il fungo attacca le radici, causando ingiallimento e caduta delle foglie, disseccamento dei rami e infine la morte della pianta di kiwi. Si manifesta con marciumi bruni o biancastri sotto la corteccia e la presenza di strutture a forma di cordoni scuri (rizomorfe) o di funghi (carpofori) alla base del tronco. È favorita da terreni umidi e dalla presenza di residui legnosi infetti nel terreno
- Phytophthora spp.: questi “oomiceti” (organismi simili ai funghi, ma con caratteristiche diverse) causano marciumi delle radici e del colletto. Si manifestano con una crescita ridotta, foglie clorotiche e sottodimensionate, e un progressivo deperimento della pianta, che può collassare improvvisamente. Le radici e il colletto appaiono rossastri e marci. È strettamente legata a terreni mal drenati e ristagni idrici
- Rhizoctonia solani: Un altro fungo polifago che può contribuire al deperimento del kiwi, soprattutto in terreni non sufficientemente drenati
Muffa grigia (): può attaccare fiori, frutti, foglie e germogli. Si manifesta con marciumi grigiastri e molli, soprattutto sui frutti maturi o danneggiati, compromettendone la qualità e la conservabilità. La sua diffusione è favorita da alta umidità e scarsa ventilazione.
Septoria del kiwi (): causa macchie necrotiche marroni sulle foglie, che possono portare alla caduta prematura delle stesse, riducendo la fotosintesi e la resa produttiva. Si tratta di una malattia favorita da condizioni climatiche umide.
Malattie batteriche
Cancro batterico dell’actinidia: è la malattia più grave e temuta per la pianta di kiwi. Al risveglio vegetativo, possono apparire essudati rossastri da lesioni corticali su tronco e rami. Successivamente, si osservano disseccamenti fiorali, annerimento dei germogli e necrosi fogliari. Sulle foglie, compaiono maculature di forma irregolare (spesso poligonale) circondate da un alone clorotico. I frutti possono avvizzire. Il batterio penetra attraverso ferite (potatura, grandine, vento) e si diffonde rapidamente in condizioni di umidità e temperature tra i 15 e i 25°C.
Per questa problematica non esiste una cura definitiva, per cui la prevenzione è cruciale: uso di materiale vivaistico sano, disinfezione degli attrezzi da potatura, protezione delle ferite, trattamenti con prodotti rameici nei periodi a rischio e rimozione tempestiva delle parti infette o dell’intera pianta di kiwi.
Galla del colletto: sebbene meno comune nel kiwi rispetto ad altre colture, questo batterio può causare escrescenze tumorali sul colletto e sulle radici, compromettendo la circolazione della linfa. Penetra attraverso le ferite.
Altre malattie
Sindrome del deperimento del kiwi: si tratta di un problema emergente, soprattutto in Italia, caratterizzato da un grave deterioramento del sistema radicale che porta all’avvizzimento irreversibile della chioma e al collasso della pianta. Non è attribuibile a un singolo agente patogeno, ma è considerato multifattoriale, spesso legato a stress idrici (ristagni, asfissia radicale), alte temperature del suolo e la presenza di più patogeni (funghi e batteri) che agiscono in sinergia.
Parassiti
Anche se non sono malattie in senso stretto, i parassiti possono causare danni significativi alla pianta di kiwi e ai frutti.
- Cimice asiatica: è uno dei parassiti più problematici e causa danni diretti ai frutti pungendoli per nutrirsi, portando a deformazioni, suberificazione (indurimento) della polpa e deprezzamento commerciale
- Eulia: un lepidottero le cui larve si nutrono dei frutti, scavando gallerie e rendendoli non commestibili e invendibili
- Mosca della frutta: le femmine depongono le uova nei frutti e le larve che ne nascono si nutrono della polpa, causando marciumi e danni
- Afidi: possono attaccare i germogli teneri, causando deformazioni e la diffusione di virosi (anche se le virosi nel kiwi sono meno problematiche rispetto ad altre colture)
- Acari: in particolare il ragnetto rosso, può causare ingiallimenti e bronzature sulle foglie in condizioni di siccità e alte temperature
Prevenzione e gestione
La chiave per una coltivazione sana della pianta del kiwi è proprio agire preventivamente, insieme una corretta gestione agronomica:
- Scelta del sito: evitare terreni con ristagni idrici
- Drenaggio: assicurare un ottimo drenaggio del terreno
- Qualità del materiale vivaistico: utilizzare solo piante di kiwi certificate e sane
- Igiene: disinfettare gli attrezzi da potatura, rimuovere e distruggere le parti malate della pianta
- Potatura corretta: eseguire potature precise per ridurre le ferite e favorire una buona aerazione della chioma. Proteggere le ferite più grandi con mastice cicatrizzante
- Irrigazione equilibrata: fornire acqua a sufficienza ma senza eccessi
- Concimazione bilanciata: evitare eccessi di azoto che rendono la pianta di kiwi più suscettibile
- Monitoraggio: ispezionare regolarmente la pianta di kiwi per individuare precocemente i sintomi di malattie o la presenza di parassiti
- Rotazione colturale: se si ripianta un kiwi dopo una pianta morta per malattia, è opportuno non ricollocarla nella stessa buca o procedere con un’accurata disinfezione del terreno