- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure

- Prima di mettere a dimora il glicine, bisogna considerare l’ingombro che la pianta occuperà in giardino, conseguenza della sua capacità di crescita molto vigorosa.
- Le foglie di glicine sono decidue, ovali-lanceolate, imparipennate, di un bel colore verde acceso.
- Il fiore di glicine è un racemo, o grappolo, formato da numerosi fiorellini composti da 5 petali, di cui 2 saldati insieme a formare la carena. Il singolo racemo porta fiori in grado di aprirsi in modo scalare per prolungare la fioritura.
- I piccoli petali viola del glicine sono commestibili: si consumano freschi oppure fritti, ma nessun altra parte della pianta è edibile.
- Il violetto non è l’unico colore caratteristico dei petali di glicine: bellissima è anche la varietà a fiori bianchi.
- La fioritura del glicine è copiosa e duratura: dalla primavera si protrae per tutta l’estate.
Il glicine (genere Wisteria) è tra le piante rampicanti più spettacolari e suggestive che esistano, apprezzato per la creazione di vere e proprie pareti vegetali dal sicuro impatto scenografico.
Originario dell’Asia (principalmente Cina e Giappone) e del Nord America, appartiene alla famiglia delle Fabaceae (o Leguminose). Questa pianta è particolarmente adatta ai climi temperati come quello italiano e, una volta affrancata, cresce maestosa richiedendo poche cure. Trattandosi di una pianta dal vigoroso sviluppo, il glicine necessita di molto spazio e di sostegni robusti (come pergole, muri o cavi d’acciaio) che ne guidino la forma e attorno ai quali i rami possano avvolgersi.
Riproducibile preferibilmente tramite propaggine, il glicine è una pianta da esterno e piena terra, che si concima con un buon terricciato di letame maturo o, in caso di esemplari giovani, un prodotto granulare a lento rilascio per piante da fiore. Resistente alla siccità, va bagnato comunque una volta la settimana durante l’estate, mentre l’esposizione ideale è il pieno sole ma con la base ben fresca e ombreggiata.
Il trapianto si esegue in autunno e in inverno fino a marzo, in un terreno profondo ed esteso (non troppo a ridosso dei muri), ben drenato e ricco di sostanza organica, ma è la potatura l’operazione più delicata cui sottoporre il glicine: tra luglio e agosto si accorciano i rami di un anno e si eliminano i polloni e gli stoloni che si formano alla base della pianta; in inverno si accorciano nuovamente tutti i rami di un anno, lasciando almeno quattro o cinque gemme, e si eliminano i polloni basali, che rovinano la linea della pianta, e i rami rotti, secchi o danneggiati. Il glicine è pianta soggetta a diverse malattie, tra cui clorosi, funghi e muffa: in via preventiva occorre assicurare alla pianta un ottimo drenaggio e procedere correttamente con i tagli di potatura.
Le foglie del glicine sono composte, pennate, formate da foglioline ovali ed ellittiche di colore verde chiaro. I fiori, tipicamente bianchi, viola, blu o rosa, sono molto profumati e raccolti in caratteristici e lunghi grappoli pendenti (racemi).
Le specie e le varietà principali
Esistono circa dieci specie e innumerevoli varietà di glicine, con differenze di colore, profumo e sviluppo. Tra queste si segnalano:
- Wisteria frutescens ‘Amethyst Falls’: di origine americana, ha una vigoria più contenuta (raggiunge 6-7 metri) ed è adatta a piccoli giardini o per coprire facciate di edifici di complemento. Fiorisce da giugno per circa due mesi sui rami nuovi. I fiori color ametista sono raccolti in grappoli compatti lunghi 10-15 cm
- Wisteria brachybotrys ‘Showa Beni’: è una varietà giapponese che si adatta bene alla coltivazione in vaso e produce i classici fiori papilionacei tipici del glicine, raccolti in racemi. I fiori sono di colore rosa carico, profumati e appaiono prima delle foglie, garantendo fioriture abbondanti anche su esemplari giovani. Le foglie nuove hanno sfumature bronzee
- Glicine bianco (come Wisteria sinensis ‘Alba’ o W. floribunda ‘Alba’): le varietà a fiore bianco creano un effetto visivo differente non solo per il colore, ma spesso anche per la forma del grappolo, che può essere più allungato e rado, conferendo un aspetto leggero e romantico alla pianta, ideale per pergolati. I fiori, di colore bianco crema, sono profumati e possono raggiungere lunghezze di 25-35 cm. Alcune varietà bianche possono avere una seconda, più modesta, fioritura dopo il caldo estivo
- Wisteria sinensis ‘Prolific’: questa cultivar è nota per la sua fioritura abbondante e precoce. L’infiorescenza, di un elegante colore blu-violetto, presenta un bel gioco di sfumature chiare e scure all’interno dei singoli fiori. È una scelta affidabile che regala grandi soddisfazioni nel tempo
Infine, è fondamentale sapere che tutte le parti del glicine, in particolare i semi e i baccelli, sono tossiche se ingerite. Il consumo può causare gravi disturbi gastrointestinali. Pertanto, la pianta non è in alcun modo commestibile.
Fioritura
La fioritura principale del glicine avviene in primavera. A seconda della specie, i periodi variano:
- Aprile-maggio: Wisteria sinensis
- Maggio-giugno: Wisteria floribunda e Wisteria frutescens
- Giugno-luglio: Wisteria brachybotrys
Alcune specie, come W. sinensis e le americane (W. frutescens), possono avere una seconda fioritura, meno abbondante, in estate. Per ottenere fioriture prolungate, si possono accostare specie diverse, come W. frutescens ‘Amethyst Falls’ e Wisteria macrostachya ‘Clara Mack’ (con fioritura primaverile e rifiorente in estate).
Commestibilità
Riproduzione
Il glicine si può riprodurre per seme, talea o propaggine.
- Semina: è il metodo più lento. Le piante nate da seme possono impiegare anche 10-15 anni o più per fiorire. Il frutto è un baccello vellutato, simile a un legume, che a maturità si apre di scatto, lanciando i semi piatti e brunastri
- Talea: permette di ottenere piante identiche alla madre che fioriscono in pochi anni (2-3). Si possono prelevare talee erbacee in estate o legnose in inverno
- Propaggine: è la tecnica più semplice e con maggiori probabilità di successo. Si piega un ramo basso e flessibile fino a interrarne una porzione, che radicherà nel giro di un anno, per poi essere separata dalla pianta madre
Semi
Il frutto di glicine è un legume peloso lungo fino a 20 cm, che si apre con uno schiocco rumoroso facendo fuoriuscire i semi tondeggianti, piatti e di colore brunastro.
Informazioni e curiosità
La vigoria del glicine è tale che i suoi fusti possono stritolare e deformare ringhiere, pluviali e cancellate. Le radici, pur preferendo andare in profondità, possono smuovere pavimentazioni.
- Per i muri: fissare cavi d’acciaio a circa 30 cm l’uno dall’altro per guidare i rami
- Per le radici: se piantato vicino a fondamenta o pavimentazioni, si può interrare un robusto telo plastico sul lato da proteggere per indirizzare la crescita radicale nella direzione opposta
- Per le ringhiere: per evitare che la pianta di glicine stritoli il supporto, legare i rami principali al sostegno senza lasciare che le punte vi si attorciglino liberamente
Coltivazione
Per la sua crescita esponenziale e velocissima il glicine viene coltivato principalmente in piena terra.
Per la coltivazione in vaso è necessario scegliere varietà a sviluppo contenuto, come la W. brachybotrys (ad esempio ‘Shiro Kapitan Fuji’, bianca e profumata, o ‘Okayama’, color malva) o la W. frutescens.
La crescita in contenitore deve tenere conto di 3 aspetti fondamentali, ovvero:
- Scelta del vaso: deve essere grande e profondo (almeno 40-50 cm di diametro e altezza), preferibilmente di un colore chiaro per non surriscaldarsi al sole
- Drenaggio efficiente: è fondamentale uno strato di almeno 8 cm di ghiaia o argilla espansa sul fondo
- Cure specifiche: ogni anno, rimuovere lo strato superficiale di terriccio e sostituirlo con materiale fresco e organico. Ogni 3-4 anni, può essere necessario svasare la pianta, potare le radici e la chioma di circa un terzo e rinvasarla con terriccio nuovo
Collocazione
Il glicine è una pianta da esterno, perfetta per abbellire la facciata di casa o ricoprire la pergola (ma non adatta all’alta montagna).
Concimazione
Un eccesso di azoto favorisce uno sviluppo rigoglioso del fogliame della pianta di glicine a scapito dei fiori. Per questo motivo, evitare concimi ricchi di azoto. È ideale, invece, utilizzare letame maturo in autunno o inverno, oppure un concime granulare a lento rilascio specifico per piante da fiore, ricco di fosforo e potassio.
Esposizione e luce
Per una crescita ottimale del glicine, vale la regola “testa al sole e piede all’ombra”: la chioma deve essere esposta in pieno sole per favorire la fioritura, mentre la base della pianta dovrebbe rimanere fresca e ombreggiata, magari protetta da un cespuglio.
Annaffiatura
Grazie a un apparato radicale vigoroso ed esteso, il glicine adulto è resistente alla siccità. Tuttavia, durante la prima stagione dopo l’impianto e nei periodi estivi più caldi e secchi, è consigliabile annaffiare regolarmente, circa una volta alla settimana, per sostenere lo sviluppo della pianta.
Potatura
Le potature sono fondamentali per contenere la vigoria del glicine, dare una forma ordinata e garantire fioriture abbondanti. Si eseguono due interventi principali:
- Potatura estiva (luglio-agosto): dopo la fioritura, si accorciano i rami dell’anno a circa 1 metro di lunghezza (lasciando 5-6 foglie), per favorire la formazione di gemme a fiore. Si eliminano anche i polloni, ovvero i getti vigorosi che si formano alla base della pianta
- Potatura invernale (gennaio-febbraio): a pianta spoglia, si accorciano nuovamente i rami potati in estate, lasciando solo 4-5 gemme per ramo. Si eliminano i polloni basali, i rami secchi, rotti, danneggiati o disordinati per definire la struttura principale
Rinvaso e trapianto
Il glicine preferisce un terreno profondo, ben drenato e ricco di sostanza organica, possibilmente a reazione neutra o leggermente acida.
- Messa a dimora o trapianto: si esegue in autunno o in inverno fino a marzo. La buca d’impianto dovrebbe essere ampia (ad esempio 60×60 cm). Sul fondo va posto uno strato drenante (ciottoli, argilla espansa), seguito da una miscela di terra, letame maturo e concime a lenta cessione
- Distanza: è fondamentale piantare il glicine ad almeno 30-60 cm di distanza dai muri per non imprigionare le radici e consentire un corretto sviluppo
- Attenzione alla clorosi: in terreni molto calcarei, il glicine può soffrire di clorosi ferrica (ingiallimento delle foglie) a causa del difficile assorbimento del ferro. Si previene e si cura distribuendo periodicamente zolfo e chelati di ferro al terreno
Ubicazione stagionale
Il glicine vive all’esterno tutto l’anno e praticamente ovunque. Pur essendo resistente, però, non è adatto ai climi di alta montagna o a zone con gelate invernali estreme e prolungate (molti gradi sotto lo zero).
Bonsai
Il glicine è molto apprezzato anche come bonsai, in grado di regalare in formato ridotto le stesse spettacolari fioriture. Data la lunghezza dei grappoli fiorali, i bonsai di glicine sono generalmente di taglia medio-grande per permettere ai fiori di pendere elegantemente.
Raccolta
I baccelli, simili a fagioli, che pendono dai rami di glicine si possono raccogliere e far seccare durante l’inverno per estrarne i semi da piantare (tenendo conto però dei lunghissimi tempi di attesa di questa tecnica di moltiplicazione).
Malattia e cure
Come già accennato per il trapianto, il nemico più comune per il glicine è rappresentato dalla clorosi, che provoca l’ingiallimento delle foglie e una fioritura stentata legati ad un cattivo assorbimento del ferro. Colpisce gli esemplari che vegetano in terreni molto calcarei e poco argillosi e si cura distribuendo due volte l’anno zolfo in polvere (50-100 grammi per mq) e solfato di ferro (30-50 grammi per mq) vicino alla pianta.
Altri problemi riscontrabili nella pianta sono:
- Mancata fioritura: spesso è causata da un eccesso di concime azotato, per cui meglio utilizzare un concime povero di azoto e ricco di potassio, che favorisca invece la comparsa dei fiori
- Afidi (pidocchi): possono attaccare i giovani germogli in primavera. Spesso scompaiono con il caldo o si trattano con aficidi
- Ragnetto rosso: infesta la pagina inferiore delle foglie in estate. Si combatte con acaricidi specifici
- Carie del legno: malattia fungina che colpisce le piante anziane, si cura rimuovendo tutto il legno malato e disinfettando i tagli
- Tumore radicale (Agrobacterium tumefaciens): un batterio raro ma letale che causa galle al colletto. Non ci sono cure, ma si può prevenire disinfettando le ferite da potatura alla base della pianta con prodotti rameici