Gelsomino

Jasminum officinale

Colonne, archi e pergolati sono i luoghi ideali presso cui far crescere la pianta di gelsomino.

  • Colonne, archi e pergolati sono i luoghi ideali presso cui far crescere la pianta di gelsomino.
  • Il profumo del gelsomino gode di virtù rilassanti e calmanti, tanto che viene spesso utilizzato in aromaterapia per ridurre lo stress.
  • Il fiore di gelsomino, bianco candido e intensamente profumato, si apre durante l'estate.
  • Il gelsomino si può coltivare anche in vaso, purché sufficientemente ampio e profondo.
  • Il gelsomino è un rampicante sempreverde che può raggiungere anche i 10 metri di altezza!
  • Colonne, archi e pergolati sono i luoghi ideali presso cui far crescere la pianta di gelsomino.
  • Il profumo del gelsomino gode di virtù rilassanti e calmanti, tanto che viene spesso utilizzato in aromaterapia per ridurre lo stress.
  • Il fiore di gelsomino, bianco candido e intensamente profumato, si apre durante l’estate.
  • Il gelsomino si può coltivare anche in vaso, purché sufficientemente ampio e profondo.
  • Il gelsomino è un rampicante sempreverde che può raggiungere anche i 10 metri di altezza!

Il genere Jasminum, comunemente noto come gelsomino, comprende oltre 200 specie di arbusti rampicanti o ricadenti, sia sempreverdi che a foglia caduca.

Originarie delle zone temperate e tropicali di Asia, Africa ed Europa, queste piante sono universalmente apprezzate per la loro fioritura abbondante, profumata e duratura, che le rende ideali per adornare ingressi, pergolati e recinzioni. I fiori sono bianchi o gialli, solitari o raccolti in piccoli mazzetti; la corolla è piatta e larga circa 2 cm, con 4/5 lobi. Le foglie sono lisce, piccole e di colore verde scuro; di forma oblunga, sono grandi fino a 3 cm.

Il gelsomino è una pianta da esterno e da piena terra (anche se, volendo, si può tentare la crescita in vaso) poco resistente al freddo prolungato. La pianta va concimata con materiale organico una volta al mese durante la primavera e l’inizio dell’estate, mentre all’arrivo del freddo occorrerà distribuire alla base una buona pacciamatura di terricciato di letame maturo.

Le annaffiature vanno eseguite con abbondanza e frequenza durante l’estate, specialmente nella fase di fioritura e ripresa vegetativa, mentre nei climi freschi e/o nei terreni molto compatti, l’irrigazione è richiesta circa tre volte la settimana. Il gelsomino ama moltissimo la luce, ma può venire danneggiato dalle correnti d’aria e dall’irraggiamento diretto nelle ore centrali della giornata; per il trapianto vanno privilegiati suoli ben drenati, freschi e fertili, mentre la pianta, se ben curata, non è particolarmente soggetta a malattie o attacchi parassitari.

Come vedremo, è fondamentale distinguere il vero gelsomino dal cosiddetto falso gelsomino, due piante spesso confuse ma con caratteristiche e proprietà molto diverse.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La fioritura del gelsomino avviene tra la tarda primavera e l’estate, solitamente con un picco nel mese di giugno, anche se il periodo può variare in base al clima.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadiciBulbo

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La pianta di gelsomino può essere efficacemente riprodotta tramite talea, margotta e propaggine. La riproduzione da seme è possibile ma meno utilizzata.

1. Per talea (la più comune)

Questa tecnica consiste nel prelevare una porzione di ramo dalla pianta madre e farla radicare per creare una nuova pianta geneticamente identica.

Si esegue preferibilmente dalla tarda primavera all’estate (indicativamente da maggio ad agosto), quando la pianta è in piena fase vegetativa.

Procedimento

  1. Scelta del ramo: selezionare un ramo dell’anno, sano e vigoroso, che sia semilegnoso, ovvero non troppo verde e tenero, ma nemmeno completamente legnoso e vecchio. La parte intermedia di un ramo è spesso l’ideale
  2. Preparazione della talea: con delle cesoie pulite e affilate, tagliare una porzione di ramo lunga circa 10-15 cm. Il taglio va effettuato subito sotto un nodo (il punto da cui crescono le foglie), poiché è da lì che si svilupperanno le nuove radici
  3. Pulizia: eliminare le foglie dalla metà inferiore della talea per ridurre la traspirazione e concentrare le energie della pianta sulla produzione di radici. Lasciare solo 2-4 foglie nella parte superiore
  4. Messa a dimora: inserire la base della talea per circa 5-7 cm in un vasetto riempito con un terriccio leggero e ben drenante (una miscela di torba e sabbia o perlite è perfetta). L’uso di una polvere radicante (ormone rizogeno) sulla base della talea può aumentare le probabilità di successo, ma spesso il gelsomino radica anche senza
  5. Cura: annaffiare leggermente e coprire il vasetto con un sacchetto di plastica trasparente o una bottiglia tagliata a metà per creare un ambiente umido. Posizionare il vaso in un luogo luminoso ma al riparo dal sole diretto e mantenere il terriccio sempre leggermente umido
  6. Radicazione: le radici di solito si formano in 4-8 settimane. Un segno di avvenuta radicazione è la comparsa di nuovi germogli. A quel punto, è possibile rimuovere la copertura e trapiantare la nuova piantina in un vaso più grande quando sarà abbastanza robusta

2. Per propaggine

Questa tecnica, da effettuare in primavera o autunno, è molto semplice e sfrutta la capacità del gelsomino di radicare mentre il ramo è ancora attaccato alla pianta madre, garantendo un apporto costante di nutrimento.

Procedimento

  1. Scelta del ramo: individuare un ramo lungo, basso e flessibile della pianta madre
  2. Preparazione: piegare il ramo verso il terreno (o verso un vaso riempito di terra posto accanto alla pianta madre) senza staccarlo
  3. Interramento: nel punto del ramo che toccherà il suolo, praticare una piccola incisione superficiale per stimolare la radicazione. Interrare questa porzione di ramo per circa 10 cm, mantenendo la punta fuori dal terreno. Si può fissare il ramo sotto terra con un gancio a U o una pietra
  4. Radicazione: mantenere il terreno umido. Il ramo interrato svilupperà le proprie radici nel corso di alcuni mesi, fino a un anno
  5. Separazione: una volta che la nuova pianta di gelsomino avrà sviluppato un buon apparato radicale e mostrerà una crescita autonoma, tagliare il ramo che la collega alla pianta madre e trapiantarla nella sua dimora definitiva

3. Per margotta aerea

La margotta è simile alla propaggine, ma si effettua su rami che non possono essere piegati fino a terra. Si esegue in tarda primavera o inizio estate.

Procedimento

  1. Scelta del ramo: scegliere un ramo sano e robusto
  2. Incisione: a circa 20-30 cm dalla punta del ramo, praticare un’incisione ad anello, rimuovendo circa 1-2 cm di corteccia, oppure effettuare un taglio obliquo verso l’alto
  3. Applicazione del substrato: cospargere la zona incisa con ormone radicante (consigliato) e avvolgerla con un manicotto di sfagno o torba umida
  4. Copertura: ricoprire il tutto con un telo di plastica scuro, legandolo saldamente alle due estremità per trattenere l’umidità
  5. Radicazione: in circa 2-3 mesi le radici cominceranno a svilupparsi nel muschio
  6. Taglio e trapianto: quando le radici sono abbondanti, tagliare il ramo subito sotto la zona di radicazione e trapiantare la nuova pianta di gelsomino in un vaso

4. Da seme

È il metodo meno comune per le varietà ornamentali, perché richiede più tempo e le nuove piante potrebbero non mantenere le stesse caratteristiche della pianta madre.

Va eseguito a fine inverno o inizio primavera, in ambiente protetto.

Procedimento

  1. Ammollo: lasciare i semi in ammollo in acqua tiepida per circa 24 ore per ammorbidire il rivestimento esterno
  2. Semina: piantare i semi in un vassoio o in vasetti con terriccio da semina, a circa 1 cm di profondità
  3. Cura: mantenere il terriccio umido e una temperatura costante intorno ai 20-22°C. La germinazione può richiedere da uno a due mesi
  4. Trapianto: quando le piantine saranno abbastanza grandi da essere maneggiate, potranno essere trasferite in vasi singoli

Semi

Scuri e rugosi, i semi di gelsomino hanno un tasso di germinazione basso e richiedono cure particolari per radicare. Per questo sono poco usati come tecnica riproduttiva.

Informazioni e curiosità

La differenza principale tra vero e falso gelsomino è che appartengono a due famiglie botaniche completamente diverse e hanno caratteristiche di foglie, fiori e resistenza molto distinte.

  • Vero gelsomino: generalmente ci si riferisce al Jasminum officinale (o gelsomino comune)
  • Falso gelsomino: il suo nome scientifico è Trachelospermum jasminoides, ma è molto più conosciuto come rincospermo o “gelsomino toscano”.

Mettiamo a confronto le due piante per evidenziare le differenze chiave:

 

Vero Gelsomino (Jasminum officinale)

Famiglia Botanica

Oleaceae (la stessa dell’olivo)

Foglie

Composte (formate da 5-9 piccole foglioline), verde chiaro, delicate. Semi-sempreverdi o decidue: possono cadere in inverno.

Fiori

Bianchi puri, con boccioli rosati. La forma è a stella con petali più stretti e allungati.

Periodo di Fioritura

Prolungato, dall’inizio dell’estate fino all’autunno (giugno-ottobre).

Tossicità

Non è tossico. L’olio essenziale è usato in profumeria.

Resistenza al Freddo

Buona, ma meno resistente del falso gelsomino. Soffre le gelate intense e prolungate (resiste fino a -5/-10°C) e tende a perdere le foglie.

Crescita

Rampicante con fusti sottili e volubili che necessitano di essere legati a un supporto.

 

 

 

Falso Gelsomino/rincospermo (Trachelospermum jasminoides)

Famiglia Botanica

 

Apocynaceae (la stessa dell’oleandro)

Foglie

 

Singole, ovali, coriacee (spesse), lucide, di colore verde scuro. Sempreverdi: non cadono e in inverno possono assumere sfumature rosse.

Fiori

 

Bianchi puri, a forma di “elica” o “girandola”. Molto caratteristici.

Periodo di Fioritura

 

Intenso e concentrato in tarda primavera/inizio estate (maggio-luglio).

Tossicità

 

È tossico in tutte le sue parti se ingerito. Se tagliato, emette un lattice bianco che può irritare la pelle.

Resistenza al Freddo

 

Molto resistente al freddo (fino a -10/-15°C), al caldo e al vento. È una pianta più rustica e vigorosa.

Crescita

 

Rampicante sarmentoso molto vigoroso, si avvinghia da solo ai supporti. Crescita più fitta e coprente.

 

Quale scegliere

La scelta dipende dalle proprie esigenze specifiche e dal clima della zona di appartenenza:

  • Scegliere il falso gelsomino (rincospermo) se si desidera una copertura sempreverde, densa e robusta per tutto l’anno, che richieda poche cure e resista bene anche a inverni rigidi. È ideale per creare siepi, coprire muri, recinzioni e pergolati in quasi tutta Italia
  • Scegliere il vero gelsomino se si cerca il profumo classico e “tradizionale” di questa pianta, con una fioritura che si protrae per tutta l’estate, e se si vive in una zona con un clima non eccessivamente rigido o si possa garantirgli una posizione riparata. La sua vegetazione è più leggera e delicata

Coltivazione

VasoPiena Terra

Oltre che in piena terra, il gelsomino si può coltivare con successo in vaso, a seconda della varietà.

Occorre però scegliere un vaso o una fioriera abbastanza grande e profonda: il gelsomino è, infatti, un rampicante con un apparato radicale che si sviluppa notevolmente, quindi necessita di spazio.

Un contenitore di almeno 40 cm di diametro e altezza è un buon punto di partenza.

Assicurarsi che il vaso abbia fori di drenaggio adeguati.

Collocazione

InternoEsterno

Il gelsomino è una pianta da esterno poco resistente al freddo prolungato; se coltivata in vaso, meglio ritirarla in inverno e porla in un locale luminoso.

Concimazione

Durante il periodo vegetativo (primavera ed inizio estate), si consiglia di somministrare al gelsomino un concime per piante da fiore una volta al mese.

All’arrivo dell’autunno, è un’ottima pratica distribuire alla base della pianta una pacciamatura di letame maturo o compost, che proteggerà le radici dal freddo e rilascerà nutrienti lentamente.

Esposizione e luce

SoleMezz’ombraOmbra

Il gelsomino ama la luce intensa. Tuttavia, per una fioritura ottimale, è preferibile una posizione a mezz’ombra o protetta dai raggi solari diretti nelle ore più calde della giornata, specialmente nelle regioni più calde.

Se coltivato in vaso, è utile ombreggiare il contenitore per evitare il surriscaldamento delle radici.

Teme le correnti d’aria fredda.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

L’irrigazione della pianta di gelsomino deve essere regolare e calibrata in base al clima e al tipo di terreno.

  • Estate: durante la stagione calda e la fioritura, annaffiare abbondantemente ma solo quando il terreno risulta asciutto in superficie. Evitare annaffiature quotidiane di default, che possono causare marciumi radicali
  • Altre stagioni/climi freschi: le irrigazioni possono essere ridotte a circa 2-3 volte a settimana

Potatura

La potatura del gelsomino si esegue dopo la fioritura. Non bisogna accorciare i rami in modo drastico, ma diradarli, eliminando quelli secchi, danneggiati o troppo fitti per favorire la circolazione dell’aria e dare ordine alla pianta.

Rinvaso e trapianto

Il periodo ideale per trapiantare (o rinvasare) il gelsomino è durante la primavera o l’inizio dell’autunno. Questi momenti sono i migliori perché le temperature sono miti, né troppo calde né troppo fredde, il che permette alla pianta di attecchire e sviluppare nuove radici con maggiore facilità prima di affrontare il caldo estivo o il freddo invernale.

  • Primavera: trapiantare in primavera, dopo che il rischio di gelate è passato, offre alla pianta l’intera stagione di crescita per stabilirsi nel nuovo sito
  • Autunno: un trapianto a inizio autunno permette alle radici di adattarsi prima che arrivi il freddo, sfruttando il terreno ancora caldo e umido

In linea generale, evitare di trapiantare il gelsomino in estate, quando il caldo intenso potrebbe causare stress idrico e shock termico, e in inverno, quando le basse temperature potrebbero danneggiare l’apparato radicale.

Come trapiantare il gelsomino

La procedura di trapianto differisce leggermente a seconda che la pianta si trovi in vaso o in piena terra.

Trapianto da vaso a piena terra

  1. Preparare il terreno: scegliere una posizione soleggiata e riparata e scavare una buca nel terreno che sia larga e profonda almeno il doppio della zolla radicale della pianta (questo darà alle radici lo spazio sufficiente per espandersi). Aggiungere del compost o del letame ben decomposto sul fondo della buca per arricchire il terreno
  2. Preparare la pianta: innaffiare abbondantemente il gelsomino nel vaso qualche ora prima del trapianto per mantenere la zolla compatta e ridurre lo stress
  3. Rimuovere la pianta dal vaso: capovolgere delicatamente il vaso, sostenendo la pianta alla base con l’altra mano, poi picchiettare il fondo del vaso per far scivolare fuori la zolla radicale. Se le radici sono molto aggrovigliate, allentarle delicatamente con le dita per favorire una migliore espansione nel nuovo terreno
  4. Posizionare la pianta: porre la zolla radicale nella buca, assicurandosi che la parte superiore sia a livello del terreno circostante
  5. Riempire la buca: riempire lo spazio intorno alle radici con il terriccio, premendo delicatamente per eliminare le sacche d’aria
  6. Irrigare e pacciamare: dopo il trapianto, annaffiare abbondantemente. Si può anche aggiungere uno strato di pacciame organico (come corteccia o compost) intorno alla base della pianta di gelsomino per mantenere l’umidità e controllare le erbacce
  7. Fornire un supporto: il gelsomino ha bisogno di un graticcio, una spalliera o altri supporti per crescere

Trapianto da vaso a vaso più grande (rinvaso)

La procedura è molto simile, ma occorre scegliere un nuovo vaso che sia di almeno 5-10 cm più grande in diametro e profondità rispetto al precedente. Assicurarsi anche che il nuovo vaso abbia buoni fori di drenaggio e utilizzare un terriccio fresco e ben drenante.

In alternativa al rinvaso, si può anche rinnovare il terriccio nel vaso del gelsomino.

Cura post-trapianto

Nei giorni e nelle settimane successivi al trapianto, mantenere il terreno costantemente umido ma non inzuppato.

È un periodo critico in cui la pianta si sta adattando alla sua nuova casa, per cui va monitorata per intercettare eventuali segni di stress, come foglie ingiallite o cadute, e assicurarsi che riceva la giusta quantità di luce solare.

Un po’ di “shock da trapianto” è normale, ma con le giuste cure la pianta si riprenderà presto.

Terriccio

Il terreno ideale per far crescere il gelsomino è ben drenato, fresco e fertile

Ubicazione stagionale

Il gelsomino prospera in un clima mite e caldo. Durante la primavera e l’estate, le temperature ideali si aggirano intorno ai 20-30°C, ma si adatta bene anche a condizioni più calde.

Nelle zone con inverni particolarmente rigidi è consigliabile proteggere la pianta o, se coltivata in vaso, spostarla in una serra fredda o in un luogo riparato. Temperature prolungate sotto lo zero possono danneggiarla seriamente.

Bonsai

Pur essendo poco diffuso, il gelsomino si presta a essere coltivato come bonsai da fiore, con risultati esteticamente molto piacevoli e una gestione relativamente semplice.

Raccolta

Sebbene oggi sia una pianta quasi esclusivamente ornamentale, in passato la sua coltivazione aveva anche scopi commerciali.

Celebre è la figura delle “raccoglitrici di gelsomino”, donne e ragazze che, specialmente nella Piana di Milazzo in Sicilia negli anni ’20, lavoravano di notte per raccogliere i fiori. Questi venivano poi trasformati in una pasta profumata destinata all’industria cosmetica e profumiera.

Malattia e cure

Il gelsomino comune è generalmente una pianta robusta e resistente, ma non è immune da attacchi di parassiti e malattie fungine. La maggior parte dei problemi è spesso legata a condizioni di coltivazione non ideali, come eccessiva umidità o scarsa circolazione d’aria.

Principali parassiti

  • Afidi: sono piccoli insetti che si nutrono della linfa della pianta, soprattutto sui germogli più giovani e sulle foglie. Gli attacchi degli afidi possono indebolire la pianta, causando l’accartocciamento delle foglie e la comparsa di una sostanza appiccicosa chiamata “melata”, che a sua volta può favorire lo sviluppo di funghi come la fumaggine
  • Cocciniglie: questi insetti si attaccano a foglie e fusti, succhiando la linfa e debilitando la pianta. La loro presenza si manifesta con piccole protuberanze bianche o marroni, spesso scoperte sulla parte inferiore delle foglie o all’interno delle ascelle dei rami
  • Ragnetto rosso: è un acaro che si sviluppa in ambienti caldi e secchi. La sua presenza si nota dalle piccole ragnatele che si formano tra le foglie e dall’ingiallimento e secchezza del fogliame
  • Mosca bianca: insetti molto piccoli che si posizionano sulla parte inferiore delle foglie, succhiando la linfa. Se scossi, volano via in gran numero

Principali malattie fungine

  • Muffa grigia (botrite): è un fungo che si sviluppa in condizioni di elevata umidità e scarsa ventilazione. Si manifesta con una patina grigiastra sui fiori e sui germogli del gelsomino, che possono marcire e cadere
  • Muffa nera (fumaggine): questo fungo non attacca direttamente la pianta, ma si sviluppa sulla melata prodotta da afidi e cocciniglie. Si presenta come una patina scura e polverosa su foglie e rami, ostacolando la fotosintesi
  • Ruggine: causa la comparsa di piccole pustole color ruggine (arancioni o marroni) sulla parte inferiore delle foglie
  • Macchie fogliari: possono essere causate da diversi funghi e si manifestano come macchie scure e circolari sul fogliame, che possono portare alla defogliazione

Carenze nutrizionali e fisiopatie

Oltre a parassiti e funghi, il gelsomino può mostrare segni di sofferenza dovuti a condizioni ambientali o a carenze nutrizionali. La più comune è la clorosi, una condizione non infettiva che si manifesta con l’ingiallimento delle foglie.

  • Clorosi ferrica: è una carenza di ferro, tipica dei terreni calcarei o con pH elevato. Si riconosce perché le foglie più giovani ingialliscono, mentre le nervature rimangono verdi. Si può trattare somministrando chelato di ferro
  • Problemi di irrigazione: un eccesso di acqua provoca marciume radicale, ingiallimento e appassimento delle foglie. Al contrario, una carenza idrica può causare l’appassimento delle foglie e la secchezza dei rami

Prevenzione e cura

La migliore strategia per mantenere il gelsomino in salute è la prevenzione:

  • Corretta irrigazione: evitare i ristagni idrici
  • Buona ventilazione: garantire alla pianta una buona circolazione dell’aria, soprattutto se è coltivata in vaso o in una zona molto fitta
  • Concimazione equilibrata: fornire i nutrienti essenziali per mantenere la pianta forte
  • Potatura regolare: rimuovere i rami secchi o danneggiati per migliorare la salute generale della pianta
  • Monitoraggio costante: controllare regolarmente il gelsomino per individuare i primi segni di parassiti o malattie

In caso di attacco, si possono utilizzare insetticidi o fungicidi specifici, a seconda del problema, preferibilmente optando per prodotti a basso impatto ambientale come l’olio di neem o saponi a base di potassio per gli afidi e la cocciniglia.

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