- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure

- La pianta di finocchio ha bisogno di pieno sole, anche se il grumolo va mantenuto protetto dalla sovraesposizione, con il terreno, mediante la pratica della rincalzatura.
- All’arrivo del caldo, la pianta di finocchio produce infiorescenze giallognole a ombrello.
- La pianta di finocchio è commestibile in ogni sua parte, anche se la più consumata è il grumolo bianco, croccante e dal sapore caratteristico.
- Il ciuffo verde che caratterizza il finocchio è utilizzabile in cucina come ogni altra parte della pianta.
- La pianta di finocchio forma un grumolo bianco alla base, di dimensioni variabili a seconda della varietà.
- La pianta di finocchio predilige terreni soffici, umidi e fertili.
- Il finocchietto selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, che può raggiungere i 2 m di altezza.
- La pianta di finocchietto selvatico produce fiori gialli e profumatissimi, riuniti in infiorescenze dalla forma ad ombrello.
Il finocchio è una pianta erbacea mediterranea appartenente alla famiglia delle Apiaceae (o Ombrellifere), la stessa di carote, prezzemolo e sedano. Ne esistono diverse varietà, ma le più comuni sono il finocchio dolce, quello che troviamo comunemente al supermercato, e il finocchio selvatico (o finocchietto), perenne e spontaneo.
La pianta di finocchio ha un fusto eretto, cilindrico, cavo all’interno e fortemente ramificato, soprattutto nella parte superiore; il colore è generalmente verde chiaro, con sfumature che possono tendere al biancastro o al violaceo alla base.
Le foglie sono grandi, bi- o tri-pennate, con segmenti estremamente sottili, quasi filiformi, che ricordano il fieno (da cui il nome latino foeniculum): queste foglie sono spesso chiamate “barbe” del finocchio e hanno un colore verde intenso e brillante.
Alla base del fusto, le guaine fogliari si sovrappongono e si ingrossano, formando la parte edule del finocchio da orto, il cosiddetto grumolo (erroneamente chiamato “bulbo”). Nel finocchio selvatico, questa struttura è meno sviluppata o assente.
Proprio il grumolo è la parte più apprezzata e consumata; si forma alla base della pianta dall’ingrossamento e dalla sovrapposizione delle guaine fogliari, che diventano carnose e croccanti. Il colore è tipicamente bianco, con leggere sfumature verdi o giallastre, mentre la forma può essere rotonda, ovale o leggermente allungata, a seconda della varietà.
I fiori della pianta di finocchio sono piccoli, di colore giallo brillante e riuniti in grandi infiorescenze terminali a forma di ombrella, tipiche della famiglia delle Apiaceae. Compaiono generalmente in estate (luglio-settembre).
Infine, il finocchio è dotato di una radice a fittone ben sviluppata, con radici secondarie ramificate.
Per quanto riguarda le regole di coltivazione, il finocchio è una pianta mediterranea che predilige climi temperati e soleggiati. Cresce bene tra i 15°C e i 25°C e soffre tanto il caldo eccessivo (sopra i 30°C) che può indurre la prefioritura, quanto il freddo intenso.
Richiede terreni sciolti, profondi, ben drenati e ricchi di sostanza organica, con un pH ideale leggermente acido o neutro (6.0-7.5). I terreni pesanti e argillosi che favoriscono il ristagno idrico sono da evitare.
La pianta di finocchio predilige l’esposizione in pieno sole e necessita di irrigazioni regolari e costanti, soprattutto durante la fase di formazione del grumolo, per garantire una crescita ottimale e prevenire l’indurimento o la spaccatura del grumolo stesso.
Finocchietto selvatico
Sebbene i nomi si assomiglino e la parentela sia strettissima (appartengono alla stessa specie botanica, il Foeniculum vulgare), il finocchio e il finocchietto selvatico si distinguono nella parte della pianta che viene consumata e nel suo stato, coltivato o spontaneo.
In particolare, il finocchietto selvatico, come suggerisce il nome, è la versione spontanea della pianta, che cresce rigogliosa nelle zone incolte e soleggiate, in particolare nel Centro e Sud Italia. A differenza del finocchio coltivato, di questa pianta non si consuma il grumolo, che rimane piccolo e fibroso.
Il finocchietto selvatico si sviluppa come un arbusto ramificato, che può superare il metro e mezzo di altezza e le parti edibili sono le foglie (o “barba”), i fiori gialli raccolti in infiorescenze a ombrello e, soprattutto, i frutti, erroneamente chiamati “semi”.
Il suo aroma è molto più intenso, pungente e aromatico, con un profumo di anice predominante e persistente.
Fioritura
La fioritura è una fase naturale del ciclo vitale della pianta di finocchio, anche se si tratta di un evento che l’agricoltore cerca di evitare o ritardare il più possibile, poiché segnala la fine della produzione del grumolo commestibile. Avviene tipicamente in tarda primavera/estate.
I fiori del finocchio sono piccoli e di colore giallo-verdino. Sono raggruppati in caratteristiche infiorescenze a forma di ombrello (da cui il nome della famiglia, Ombrellifere o Apiaceae) composti a loro volta da numerose “ombrellette” più piccole.
Quando il finocchio dolce fiorisce, l’energia della pianta viene dirottata verso la produzione dei fiori e dei semi. Di conseguenza, il grumolo basale smette di ingrossarsi, diventa duro, fibroso, legnoso e perde il suo sapore dolce, diventando amaro. Per questo motivo, nella coltivazione del finocchio da grumolo, la fioritura è considerata un problema.
Commestibilità
Riproduzione
La pianta di finocchio si riproduce facilmente tramite seme.
Il periodo di semina varia in base alla zona climatica e alla varietà: nel Centro-Sud Italia, la semina in semenzaio può avvenire in agosto, con trapianto in ottobre; nel Centro-Nord, la semina per raccolti autunnali si effettua tra fine luglio e agosto, con trapianto tra fine luglio e i primi di settembre; nel Nord Italia, la semina in semenzaio può avvenire in gennaio-febbraio, con trapianto in marzo-aprile.
Si può seminare direttamente in pieno campo o in semenzaio per poi trapiantare le piantine alte circa 10 cm.
Occorre mantenere una distanza di circa 20-30 cm tra le piante di finocchio sulla fila e 40-60 cm tra le file. Distanze troppo fitte possono inibire lo sviluppo dei grumoli.
Semi
I semi di finocchio, che in realtà sono i frutti (acheni) della pianta di finocchio, sono molto caratteristici sia nell’aspetto che nell’aroma. Vengono ampiamente utilizzati in cucina come spezia o erba aromatica, soprattutto quelli del finocchio selvatico, che sono più intensi.
Sono allungati, ovali e leggermente ricurvi, quasi a forma di piccola barchetta o di chicco di riso allungato e sottile. Le estremità possono essere leggermente appuntite o arrotondate.
Sono piuttosto piccoli, misurando generalmente tra 4 e 10 millimetri di lunghezza e circa 1-2 millimetri di larghezza.
Il colore tipico è un verde-grigiastro o un giallo-verdastro, a volte con sfumature più chiare o più scure. Possono tendere al marroncino chiaro una volta essiccati.
La superficie è percorsa da 5-8 creste longitudinali ben evidenti e parallele, che li rendono facilmente riconoscibili. Queste creste sono spesso più chiare rispetto al resto del seme.
Al tatto, possono risultare leggermente rugosi o striati, duri e compatti.
Per quanto riguarda il sapore, i semi di finocchio hanno un aroma molto intenso, dolce e pungente, che ricorda chiaramente l’anice e la liquirizia.
Informazioni e curiosità
Il finocchio è un ortaggio estremamente salutare: vanta un basso apporto calorico e oltre il 90% del suo peso è costituito da acqua, il che lo rende idratante e rinfrescante, oltre che adatto in tutte le diete.
Inoltre, rappresenta un’ottima fonte di fibre (che favoriscono la digestione, la regolarità intestinale e contribuiscono al senso di sazietà), di vitamine (C, del gruppo B e vitamina K) e di potassio (importante per la pressione sanguigna), ma contiene anche calcio, fosforo, magnesio, ferro, zinco e selenio.
La presenza di oli essenziali come l’anetolo (responsabile del suo aroma distintivo e simile all’anice), estragolo e fencone conferisce al finocchio le sue note proprietà digestive e carminative, diuretiche, antinfiammatorie e antiossidanti.
Perfino le radici della pianta di finocchio sono molto utili per preparare un dissetante e diuretico decotto.
Coltivazione
La pianta di finocchio si può coltivare anche in vaso. Tuttavia, per avere successo, è fondamentale seguire alcune accortezze, tra cui la scelta del contenitore idoneo.
Il finocchio, infatti, sviluppa un grumolo abbastanza grande e una radice a fittone profonda, pertanto necessita di vasi capienti (il diametro minimo deve essere almeno 25-30 cm, mentre la profondità minima di almeno 30-40 cm) dotati di numerosi fori sul fondo per permettere all’acqua in eccesso di defluire.
Collocazione
La pianta di finocchio va coltivata all’esterno, anche perché ama il pieno sole (evitando però di esporla a temperature eccessivamente alte).
Concimazione
La pianta di finocchio è una coltura con elevate necessità di nutrienti, in particolare di potassio.
Prima del trapianto, arricchire il terreno con sostanza organica come stallatico maturo, compost o concimi organici/organo-minerali ricchi di azoto e carbonio.
Durante la coltivazione, concimare almeno 3-4 volte con prodotti ricchi di azoto e potassio (ad esempio nitrato di potassio o solfato di potassio), soprattutto in concomitanza della fase di formazione del grumolo. Apporti eccessivi di azoto nel periodo tardivo possono favorire l’accumulo di nitrati.
Rincalzatura
È una pratica fondamentale per ottenere grumoli bianchi, teneri e croccanti.
Il grumolo, infatti, se esposto troppo alla luce, tende a inverdire e diventare fibroso a causa della clorofilla; per questo, con la rincalzatura, si ricopre di terra la parte bianca della pianta che emerge dal terreno, creando una piccola montagnetta alla base.
Questa operazione si effettua più volte durante il ciclo colturale, iniziando circa due settimane dopo il trapianto e poi a intervalli di 10-20 giorni, accompagnando la crescita del grumolo.
La rincalzatura aiuta anche a mantenere il suolo soffice e arieggiato, a proteggere i finocchi dal freddo e a gestire le erbe infestanti (sarchiatura).
Esposizione e luce
La pianta di finocchio predilige luoghi soleggiati per gran parte della giornata e un clima mite.
Annaffiatura
L’irrigazione della pianta di finocchio è cruciale per la formazione di grumoli teneri e saporiti.
Gli stress idrici possono causare grumoli duri, fibrosi o la prefioritura, per questo occorre annaffiare regolarmente, soprattutto nei periodi più caldi, mantenendo il terreno costantemente umido ma senza ristagni. È preferibile annaffiare poco ma spesso.
L’impianto a goccia è consigliato per una migliore gestione dell’acqua e un risparmio idrico. Quando si irriga, è importante farlo in profondità per favorire lo sviluppo radicale.
Potatura
Anche se la potatura in senso stretto non è necessaria, la pianta di finocchio va gestita con alcune importanti operazioni.
Diradamento
Quando si semina direttamente in campo, è molto probabile che nascano troppe piantine vicine tra loro.
Il diradamento si effettua appena le piantine sono abbastanza grandi da essere maneggiate (ossia quando presentano 2-3 foglie vere), rimuovendo quelle più deboli o quelle troppo addossate e lasciando, invece, solo gli esemplari più robusti alla distanza desiderata (20-30 cm tra le piante sulla fila).
Si tratta di un’operazione importante per garantire a ogni pianta di finocchio lo spazio e le risorse sufficienti (luce, acqua, nutrienti) per sviluppare un grumolo di grandi dimensioni e qualità.
Cimatura dei fiori o steli fiorali
Come accennato, la fioritura del finocchio andrebbe evitata poiché fa sì che la pianta “vada a seme” e il grumolo diventi duro e amaro.
Lo stelo fiorale, quindi, che emerge al centro del grumolo, va tagliato immediatamente alla base appena spunta: in questo modo l’energia della pianta viene reindirizzata verso lo sviluppo del grumolo e si rallenta, o interrompe, il processo di lignificazione.
Eliminazione di foglie danneggiate o invecchiate
Durante la crescita della pianta di finocchio, alcune foglie esterne possono ingiallire, seccarsi o venire danneggiate da parassiti o malattie.
La rimozione delicata di tali foglie si può effettuare alla bisogna, durante il ciclo di crescita, e serve a migliorare l’aerazione intorno alla pianta, a ridurre il rischio di malattie fungine e concentrare l’energia del finocchio sulle foglie sane e sul grumolo.
Rinvaso e trapianto
Il trapianto, o messa a dimora, della pianta di finocchio è un’operazione delicata (per via della radice a fittone piuttosto sensibile) ma fondamentale per ottenere un grumolo grande e tenero.
Le piantine di finocchio sono pronte per il trapianto quando:
- Hanno raggiunto un’altezza di circa 10-15 cm
- Hanno sviluppato 3-4 foglie vere, oltre ai due cotiledoni iniziali (le prime foglioline embrionali)
- Il piccolo fusto alla base inizia a mostrare un leggero ingrossamento
Per quanto riguarda il periodo dell’anno:
- Per il ciclo autunno-inverno (più comune): le semine si fanno in estate (giugno-agosto) e il trapianto si effettua circa un mese dopo, da luglio a settembre
- Per il ciclo primavera-estate: le semine si fanno a fine inverno (febbraio-marzo, spesso in semenzaio protetto) e si trapianta in primavera, da aprile a maggio, solo quando il rischio di gelate tardive è passato
Si suggerisce di eseguire il trapianto nelle ore più fresche della giornata, come la sera o in un giorno nuvoloso, per ridurre lo shock termico e lo stress idrico per la piantina.
Dopo aver scelto un’area in pieno sole, vangare il terreno in profondità (almeno 30 cm) per renderlo soffice e drenante, quindi arricchire il terreno con compost maturo o letame ben decomposto prima di lavorarlo: il finocchio è una pianta esigente in termini di nutrienti.
Circa un’ora prima del trapianto, bagnare abbondantemente le piantine nel loro vassoio o vasetto e preparare delle buche nel terreno precedentemente lavorato, rispettando le distanze corrette (distanza tra le file, circa 50-60 cm; distanza sulla fila, circa 20-30 cm tra una pianta e l’altra).
La pianta di finocchio va posizionata nella buca assicurandosi che il colletto (il punto di separazione tra fusto e radici) sia a livello del suolo o leggermente al di sopra. Non interrare mai la piantina più in profondità di quanto non fosse nel suo contenitore originale.
Infine, riempire la buca con la terra e pressare leggermente con le dita per eliminare le sacche d’aria e assicurare un buon contatto tra le radici e il nuovo terreno.
Cure post-trapianto
Annaffiatura: subito dopo il trapianto, annaffiare abbondantemente ma senza creare ristagni, per assestare il terreno attorno alle radici. Le annaffiature successive dovranno essere regolari e costanti: il terreno deve rimanere sempre umido, ma mai zuppo (la carenza d’acqua è la causa principale della prefioritura).
- Rincalzatura: si è già sottolineata l’importanza di questa operazione per ottenere finocchi bianchi e dolci. Quando il grumolo alla base della pianta inizia a ingrossarsi (raggiungendo le dimensioni di un uovo), è necessario rincalzarlo, ossia accumulare terra attorno al grumolo stesso, coprendolo quasi interamente per ripararlo dalla luce o dal freddo.
Pacciamatura (opzionale): stendere uno strato di paglia o foglie secche attorno alla pianta di finocchio aiuta a mantenere l’umidità del suolo, a controllare le erbe infestanti e a mantenere il terreno più fresco.
Terriccio
Il finocchio preferisce suoli sciolti, di medio impasto, molto fertili e ben drenati. Il pH ideale è compreso tra 6.0 e 7.5 (leggermente acido o neutro).
Il suolo deve essere lavorato in profondità (almeno 20-30 cm) e ben livellato per favorire lo sgrondo dell’acqua in eccesso, che è molto dannosa. Nei terreni argillosi o pesanti, che favoriscono il ristagno idrico e il marciume radicale, è consigliata la coltivazione su aiuole rialzate.
È consigliabile non coltivare finocchi nello stesso appezzamento per almeno 3-5 anni dopo altre ombrellifere (come sedano, prezzemolo, carote) per non esaurire i nutrienti specifici del terreno e prevenire malattie.
Ubicazione stagionale
La pianta di finocchio cresce al meglio con temperature comprese tra i 15°C e i 24°C. Soffre il caldo eccessivo (sopra i 30°C per più giorni) e i forti sbalzi termici, che possono favorire la prefioritura e rendere il grumolo fibroso.
Sebbene tolleri temperature prossime allo zero termico, è comunque fortemente consigliato proteggere le piante in caso di gelate con pacciamatura o tessuto non tessuto. Sotto i 4°C lo sviluppo si arresta.
Raccolta
Il finocchio è un ortaggio versatile che può essere raccolto in diversi periodi dell’anno, a seconda della varietà e del periodo di semina/trapianto. In generale, la raccolta avviene quando il “grumolo” (la parte bianca e carnosa che si mangia) è ben sviluppato.
- Varietà primaverili (precoci): seminate/trapiantate in marzo-aprile, si raccolgono a fine maggio e per tutto il mese di giugno. Il ciclo di sviluppo è di circa 70-80 giorni.
- Varietà autunnali (precoci e tardive): seminate/trapiantate a giugno-agosto per un raccolto a settembre (varietà autunnale precoce, 80-85 giorni) o a ottobre-novembre (varietà autunnale tardiva, circa 95 giorni).
- Varietà invernali: trapiantate da fine settembre a fine ottobre, si raccolgono da gennaio a marzo.
- Raccolto tardivo: semina a ottobre per un raccolto a dicembre e gennaio.
I segnali che indicano che il finocchio è pronto per la raccolta sono:
- Dimensioni del grumolo: deve essere ben sviluppato, con un diametro di 8-10 cm o più, a seconda della varietà.
- Compattezza e turgore: il grumolo deve apparire sodo, compatto e turgido al tatto, senza essere molle o cedevole. Le guaine esterne devono essere bianche e tese.
- Assenza di fioritura: è fondamentale raccogliere il finocchio prima che la pianta vada a seme (cioè fiorisca). Se la pianta inizia a fiorire, il grumolo tenderà a diventare fibroso, amaro e spugnoso, perdendo la sua croccantezza e qualità. Le foglie esterne potrebbero iniziare ad aprirsi leggermente, ma senza ingiallire eccessivamente.
- Colore: il grumolo deve avere un bel colore bianco brillante, senza striature verdi.
Come si raccoglie il finocchio
La raccolta del finocchio è relativamente semplice ma richiede precisione per non danneggiare la parte commestibile.
È consigliabile raccogliere i finocchi al mattino presto o al tardo pomeriggio, quando le temperature sono più fresche e le piante sono ben idratate, utilizzando un coltello affilato o delle cesoie pulite e disinfettate.
Per prima cosa, si prende il finocchio alla base del grumolo con una mano; con l’altra mano, si taglia il fusto della pianta circa 2-3 cm sotto la base del grumolo. È importante tagliare sotto la parte più spessa del grumolo per includere tutta la parte commestibile e per evitare di danneggiare le radici se si intende favorire ricrescite secondarie in alcune varietà.
Assicurarsi di fare un taglio netto per non sfilacciare i tessuti.
Come si raccoglie il finocchietto selvatico
Prima di raccogliere, è fondamentale essere assolutamente certi di aver identificato la pianta corretta. Il finocchietto selvatico ha, infatti, un aspetto distintivo, ma può essere confuso con altre ombrellifere potenzialmente tossiche.
La caratteristica inconfondibile del finocchietto selvatico è il suo intenso e piacevole profumo di anice e liquirizia. Inoltre, presenta foglie filiformi, di un verde brillante (la “barba”), fusti verdi striati e, in estate, le tipiche infiorescenze a ombrello di colore giallo vivo.
Del finocchietto selvatico si utilizzano diverse parti, e ogni parte ha il suo momento di raccolta ideale in cui concentra il massimo dell’aroma.
- Fusti e barba (foglie): i giovani germogli e le foglie più tenere si raccolgono dalla primavera all’autunno.
- Fiori: le profumatissime ombrelle gialle si raccolgono al culmine della fioritura, solitamente tra fine luglio e agosto. Sono ideali per aromatizzare conserve, aceti e liquori.
- Frutti: comunemente chiamati semi, si raccolgono tra fine agosto e settembre/ottobre, quando i fiori si sono trasformati in piccoli acheni di colore verde-grigiastro e iniziano a seccare sulla pianta. Questo è il momento di massima concentrazione di oli essenziali.
Quando si effettua la raccolta, non bisogna prelevare mai più di un terzo della pianta o di un banco di piante. Invece, va lasciato sempre abbastanza fogliame, perché la pianta possa compiere la fotosintesi, e abbastanza fiori/semi per la riproduzione e per il sostentamento della fauna locale.
Per la barba e i fusti teneri, tagliare la parte superiore e più giovane del gambo, mentre per i fiori e i semi, tagliare l’intera ombrella con una porzione di gambo (5-10 cm).
Non sradicare mai: il finocchietto selvatico è una pianta perenne, per cui, tagliando solo le parti aeree, la radice sopravviverà e la pianta ricrescerà l’anno successivo.
Dopo la raccolta
Per prima cosa, scuotere delicatamente i mazzi per far cadere eventuali insetti. Se necessario, è possibile sciacquare velocemente le parti fresche, ma è fondamentale asciugarle alla perfezione per evitare muffe.
La barba e i fusti teneri si possono conservare in frigorifero per alcuni giorni, avvolti in un panno umido o con i gambi immersi in un vasetto d’acqua.
Per conservare fiori e semi l’opzione migliore è l’essiccazione:
- Creare dei mazzetti con i fiori o le ombrelle con i semi e legarli alla base
- Appenderli a testa in giù in un luogo buio, asciutto e ben ventilato (una cantina, una soffitta). Mettere un vassoio o un telo sotto per raccogliere ciò che cade
- Dopo 1-2 settimane, quando saranno completamente secchi e “croccanti”, sarà facile separare i fiori o sgranare i semi semplicemente sfregando le ombrelle tra le mani
- Conservare i semi e i fiori essiccati in barattoli di vetro a chiusura ermetica, al riparo dalla luce e dall’umidità. Manterranno il loro aroma per oltre un anno
Malattia e cure
La pianta di finocchio, pur essendo relativamente rustica, può essere colpita da diverse malattie, principalmente di origine fungina o batterica, favorite spesso da condizioni ambientali sfavorevoli.
Marciumi
Rappresentano i problemi più gravi e comuni per il finocchio, specialmente se il terreno è troppo umido o compattato.
Marciume radicale e del colletto
- Sintomi: ingiallimento e avvizzimento delle foglie, rammollimento e imbrunimento della base del fusto (colletto) e delle radici. Il grumolo può marcire e ricoprirsi di un feltro bianco (nel caso di Sclerotinia) o di muffe.
- Condizioni favorevoli: terreni pesanti, scarsamente drenati, eccessiva umidità, ristagni d’acqua, temperature elevate.
- Prevenzione/cura: migliorare il drenaggio del terreno, evitare gli eccessi idrici, effettuare rotazioni colturali lunghe, utilizzare varietà di finocchio resistenti, eliminare le piante infette e i residui colturali.
Marciumi molli batterici
- Sintomi: tessuti molli, acquosi e maleodoranti sul grumolo, sulle foglie basali o sulla radice. Talvolta, si possono notare imbrunimenti vascolari in sezione e maculature nerastre sulle foglioline apicali e sulle parti esterne del grumolo.
- Condizioni favorevoli: umidità elevata, ferite sulle piante (che facilitano l’ingresso dei batteri).
- Prevenzione/cura: come per i marciumi fungini, sono fondamentali un buon drenaggio, evitare ristagni e ferite alle piante di finocchio. I trattamenti a base di rame possono essere utili a scopo preventivo o alla comparsa dei primi sintomi.
Malattie fungine delle foglie
Peronospora
- Sintomi: macchie giallastre sulla pagina superiore delle foglie, corrispondenti a una muffa grigio-violacea sulla pagina inferiore. Le striature possono apparire anche sui gambi.
- Condizioni favorevoli: umidità elevata e temperature fresche.
- Prevenzione/cura: buona aerazione tra le piante, evitare di bagnare le foglie durante l’irrigazione, trattamenti con prodotti a base di rame o specifici fungicidi (nei casi gravi).
Oidio
- Sintomi: formazione di una patina biancastra e polverulenta sulle foglie, che può estendersi anche agli steli. Le foglie colpite ingialliscono e possono seccare.
- Condizioni favorevoli: clima caldo e secco, con sbalzi di umidità.
- Prevenzione/cura: favorire l’aerazione, non eccedere con le concimazioni azotate, e in caso di attacco, si possono usare prodotti a base di zolfo.
Ruggine
- Sintomi: comparsa di piccole pustole rialzate di colore giallo-arancio-marrone sulle foglie e sugli steli.
- Condizioni favorevoli: umidità e temperature moderate.
- Prevenzione/cura: come per altre malattie fungine, l’aerazione e la pulizia da residui vegetali infetti sono importanti.
Cercosporiosi e ramulariosi
- Sintomi: si notano macchie fogliari rotondeggianti o irregolari, spesso con un centro più chiaro e un bordo scuro. Possono comparire piccole punteggiature nere al centro (corpi fruttiferi del fungo).
- Condizioni favorevoli: umidità elevata e temperature fresche.
- Prevenzione/cura: rotazione delle colture, eliminazione delle foglie infette, mantenimento della pianta di finocchio in buona salute applicando le corrette regole colturali.
Misure preventive
- Rotazione colturale: non coltivare finocchi o altre ombrellifere nello stesso appezzamento per almeno 3-5 anni.
- Drenaggio del terreno: essenziale per prevenire marciumi. Lavorare il terreno in profondità e, se necessario, coltivare su aiuole rialzate.
- Irrigazione corretta: annaffiare la pianta di finocchio alla base, evitando di bagnare le foglie, e solo quando il terreno è effettivamente asciutto in superficie. Evitare ristagni d’acqua.
- Distanziamento delle piante: mantenere le giuste distanze tra le piante di finocchio per favorire l’aerazione.
- Fertilizzazione equilibrata: evitare eccessi di azoto che possono rendere la pianta più suscettibile alle malattie.
- Igiene nell’orto: rimuovere prontamente le piante malate o le parti infette e distruggerle (non metterle nel compost se si sospetta la presenza di patogeni).
- Varietà resistenti: scegliere varietà di finocchio che siano note per una maggiore resistenza alle malattie comuni.
- Pacciamatura: aiuta a mantenere l’umidità del suolo e a prevenire la diffusione di alcune malattie dal terreno.