- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Malattia e cure

- La coltivazione in vaso di echeveria pulvinata è consigliata se le temperature invernali non sono troppo rigide.
- Come si vede in foto, echeveria pulvinata produce in primavera dei graziosi fiorellini di colore rosso intenso.
- In foto, si possono ammirare le bellissime rosette di echeveria pulvinata.
- Echeveria pulvinata ha bisogno di pieno sole e piena luce.
- In foto, il bellissimo contrasto di colore tra il verde intenso e il profilo rossastro delle foglioline di echeveria pulvinata.
Sono molte le specie di echeveria coltivate, tra cui la nota echeveria gibbiflora. Le circa 150 specie che compongono questo genere si adattano con successo alle condizioni climatiche italiane, dimostrando una notevole capacità di sopportare forti escursioni termiche.
Si tratta, infatti, di piante originarie delle aree semidesertiche, asciutte e montane del Messico e dell’America Centrale e Meridionale, ambienti caratterizzati da giornate molto calde e notti in cui le temperature si abbassano sensibilmente.
La caratteristica distintiva del genere è la disposizione delle foglie carnose in una formazione a rosetta, che presenta innumerevoli variazioni di forma e colore tra le diverse specie.
L’echeveria pulvinata, in particolare, si distingue per la sua densa vegetazione composta da numerose rosette. Le foglie, carnose e spesse, hanno una forma che ricorda una spatola o la punta di una freccia, con una sezione ellittica. Il loro colore varia dal verde al grigio-azzurro e l’intera superficie è rivestita da una fine e corta peluria bianca e sericea (tecnicamente un tomento) che le conferisce un aspetto vellutato.
Con l’arrivo della stagione fredda, in autunno, le foglie sviluppano una sfumatura rossastra, più intensa sulla punta e lungo i margini, che può quasi virare al bruno. Le rosette crescono su fusti robusti, anch’essi ricoperti da una peluria bruna. Un esemplare maturo può raggiungere i 30 cm di altezza e i 50 cm di larghezza.
Questa succulenta si rivela piuttosto semplice da coltivare, sia in vaso sia in piena terra (a seconda delle condizioni climatiche della propria regione di appartenenza): amante del calore e del pieno sole, la pianta va annaffiata anche due volte la settimana durante la stagione calda, mentre in inverno può bastare anche una volta al mese; l’importante è verificare che il drenaggio sia perfetto poiché, come tutte le succulente, non sopporta i ristagni d’acqua.
Questa echeveria va rinvasata ogni anno (o 2-3 anni) affinché il terreno si mantenga carico di nutrienti; per lo stesso motivo va fertilizzata, durante l’estate, con un concime specifico per piante grasse ad alto contenuto in potassio.
Anche se la potatura non è operazione strettamente necessaria, accorciando i rami fuori forma è possibile ottenere le talee per la riproduzione. La pianta si rivela abbastanza resistente al freddo, ma la temperatura in inverno non deve scendere sotto i 5°C per non arrecare danni irreparabili ai tessuti dell’echeveria; si consiglia, pertanto, al Nord e nelle aree di montagna, di ricoverare la succulenta in casa al sopraggiungere del freddo.
Utile è il controllo periodico delle foglioline, allo scopo di verificare la presenza di cocciniglie cotonose o a scudetto, ovvero i principali nemici di questa succulenta.
Fioritura
L’echeveria pulvinata fiorisce tipicamente tra la fine dell’inverno e la primavera. Produce un lungo stelo fiorale che porta numerosi fiorellini penduli a forma di campanella (o di piccola urna), di un vivace colore arancio-rosso.
Commestibilità
Riproduzione
Echeveria pulvinata si può riprodurre per seme, anche se il metodo più semplice e rapido è la talea. Si possono utilizzare sia talee di foglia sia, con maggior successo, i rametti laterali.
Procedimento per la talea di ramo:
- Prelevare la talea e lasciarla asciugare in un luogo ombreggiato e arieggiato per alcuni giorni, finché il taglio non si è cicatrizzato
- Piantare la talea in un vasetto con terriccio per succulente, ben drenante
- Posizionare il vaso in un luogo con luce solare indiretta e a una temperatura di circa 20°C
- Non annaffiare subito. Iniziare a bagnare leggermente il terreno solo quando la talea avrà emesso le prime radici (solitamente dopo qualche settimana)
Semi
I semi di echeveria pulvinata, come quelli di molte altre echeveria, sono estremamente piccoli, simili a granelli di polvere.
Di solito sono tondeggianti o leggermente ovali, hanno una superficie liscia o leggermente rugosa e il colore varia dal marrone scuro al nero.
A causa delle loro dimensioni, è necessaria molta attenzione durante la semina per evitare di seppellirli troppo in profondità, in quanto non hanno bisogno di essere coperti dal substrato. È sufficiente spargerli sulla superficie di un terriccio ben drenato.
Informazioni e curiosità
Esiste una splendida cultivar chiamata echeveria pulvinata “Frosty”. Le sue foglie, sempre carnose e raccolte in rosette, sono ricoperte da una peluria bianco-argentea molto più fitta e vistosa, che le conferisce un aspetto “ghiacciato” o innevato.
Coltivazione
L’echeveria pulvinata è una pianta di facile coltivazione, adatta sia al vaso sia, nei climi miti, alla piena terra.
Collocazione
La collocazione di echeveria pulvinata dipende dalle temperature; si può tenere all’esterno solo in caso di inverni non troppo freddi.
Concimazione
Durante la stagione vegetativa (primavera-estate), è utile sostenere la pianta di echeveria pulvinata con un fertilizzante specifico per piante grasse, caratterizzato da un basso tenore di azoto e un alto contenuto di potassio, da somministrare secondo le indicazioni riportate sulla confezione.
Esposizione e luce
Amante del calore, questa succulenta richiede la massima luminosità possibile, specialmente durante l’inverno.
In estate, se tenuta all’aperto, va posta in pieno sole per almeno metà della giornata. La posizione ideale di echeveria pulvinata è sotto un portico o in un luogo dove riceva luce e calore, ma sia protetta dai raggi solari più intensi delle ore centrali.
Una luce insufficiente causa l’eziolamento, ovvero l’allungamento innaturale dei fusti, e la perdita di colore e consistenza delle foglie.
Annaffiatura
Le esigenze idriche di echeveria pulvinata cambiano a seconda della stagione:
- In estate: con temperature elevate e buona ventilazione, la pianta può essere annaffiata abbondantemente anche due volte a settimana. L’acqua deve defluire liberamente dai fori del vaso ed è fondamentale eliminare l’acqua in eccesso dal sottovaso dopo circa 10 minuti per evitare marciumi
- In inverno: la frequenza si riduce drasticamente. Se la pianta è ricoverata a temperature inferiori ai 18°C, è sufficiente bagnare il terreno una volta al mese per evitare che le foglie avvizziscano
Attenzione: l’acqua va versata direttamente sul terriccio, evitando di bagnare la rosetta, poiché il ristagno idrico al suo centro può facilmente causare marciumi. Per questo motivo, se coltivata all’esterno, è bene proteggere l’echeveria dalla pioggia.
Potatura
La potatura non è un’operazione necessaria per la manutenzione di echeveria pulvinata: è sufficiente eliminare le parti secche o danneggiate.
Si può eventualmente intervenire accorciando i rami che fuoriescono dalla sagoma desiderata, approfittandone per ricavare talee per la riproduzione.
In tutti i casi, utilizzare sempre forbici ben affilate e disinfettate.
Rinvaso e trapianto
La primavera è il momento ideale per rinvasare l’echeveria pulvinata, poiché coincide con l’inizio della stagione di crescita attiva della pianta.
In genere, si consiglia di rinvasare ogni 1-2 anni (o al massimo ogni 3), oppure quando si notano segni che la pianta ha bisogno di più spazio, come radici che escono dai fori di drenaggio o che si avvolgono a spirale all’interno del vaso.
Si consiglia di optare per un vaso di terracotta, che permette al terreno di “respirare” meglio rispetto alla plastica. Assicurarsi che il nuovo vaso abbia uno o più fori di drenaggio sul fondo e che sia di una taglia leggermente più grande del precedente.
Inoltre, procurarsi dei guanti per proteggere le mani, dato che le echeveria possono avere delle spine o una peluria che può irritare.
Come procedere
- Preparazione: assicurarsi che il terriccio della pianta da rinvasare sia asciutto. Questo renderà più facile estrarla dal vaso e ridurrà il rischio di danneggiare le radici
- Estrazione della pianta: inclinare il vaso e picchiettare delicatamente i bordi per allentare il terriccio. Sfilare delicatamente l’echeveria dal vaso afferrandola alla base dello stelo; se le radici sono molto compatte, usare un coltello o un attrezzo appuntito per staccarle dalle pareti del vaso
- Pulizia delle radici: rimuovere con cura il vecchio terriccio dalle radici, eliminando anche eventuali radici morte o marce. È il momento giusto per controllare la salute generale della pianta
- Preparazione del nuovo vaso: mettere uno strato di cocci o argilla espansa sul fondo del nuovo vaso per migliorare ulteriormente il drenaggio. Riempire il vaso per circa un terzo con il terriccio nuovo
- Posizionamento della pianta: poggiare la pianta al centro del vaso, assicurandosi che il colletto (la parte tra le radici e lo stelo) sia a livello del bordo del vaso. Aggiungere il nuovo terriccio attorno alle radici, premendo delicatamente per fissare l’echeveria
- Cure post-rinvaso: non annaffiare subito, ma attendere almeno una o due settimane. Questo permette a eventuali piccole ferite sulle radici di cicatrizzarsi, prevenendo l’insorgere di marciumi. La pianta va tenuta in una zona luminosa, ma evitando il sole diretto per i primi giorni per non stressarla
Terriccio
L’echeveria, come tutte le piante grasse, richiede un substrato molto ben drenante per evitare i ristagni d’acqua, che sono la principale causa di marciume radicale.
Si può usare un terriccio pronto per cactus e succulente, oppure preparare una miscela fai-da-te: un mix di terriccio universale, sabbia grossolana (o lapillo, pomice) e perlite, in parti uguali. La perlite e la sabbia migliorano il drenaggio e l’aerazione.
Ubicazione stagionale
La collocazione di echeveria pulvinata dipende strettamente dalle temperature: può rimanere all’esterno tutto l’anno solo dove gli inverni sono miti.
La temperatura minima di sicurezza è di 5°C. Sotto questa soglia, i tessuti della pianta possono subire danni irreparabili: diventano scuri, molli, e le foglie si staccano al minimo tocco.
Pertanto, nelle regioni del Nord e nelle aree montane, è indispensabile ricoverare la pianta in un luogo protetto con l’arrivo del freddo. L’ideale è una scala vetrata luminosa e non troppo riscaldata, con una temperatura intorno ai 16°C.
Malattia e cure
Il nemico principale di questa pianta è la cocciniglia, che può manifestarsi in due forme:
- Cocciniglia a scudetto: piccoli “scudi” marroni o grigiastri che aderiscono tenacemente a foglie e fusti
- Cocciniglia cotonosa: ammassi bianchi e lanuginosi che si annidano all’ascella delle foglie, tra le rosette o a livello delle radici. La presenza di cocciniglia radicale è spesso la causa di un arresto improvviso della crescita ed è visibile durante il rinvaso
È utile un controllo periodico per individuare precocemente le infestazioni.
Per il trattamento, si può utilizzare un insetticida sistemico o uno a base di piretro. In caso di attacco radicale, è necessario svasare la pianta, pulire le radici dalla terra, sciacquarle (eventualmente in una soluzione di acqua e insetticida) e rinvasare in terriccio pulito. Dopo questo trattamento, attendere circa due settimane prima di riprendere le annaffiature.