- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Il cotogno fiorisce in primavera e fruttifica verso fine estate-inizio autunno.
- I frutti del cotogno vengono usati già trasformati poiché freschi hanno un gusto poco gradevole.
- Il cotogno è un alberello ornamentale coltivabile anche in vaso.
- La fioritura del cotogno è un evento davvero suggestivo poiché i fiori sono delicati e molto decorativi.
- Per crescere bene e fruttificare il cotogno ha bisogno di pieno sole.
Chiamato anche pyrus cydonia, il cotogno o cydonia vulgaris è un’antichissima pianta da frutto reperibile come spontanea in tutta l’Asia Minore e oggi diffuso principalmente nell’areale occidentale del Mediterraneo e in Cina. Le piante possono essere suddivise in due tipologie secondo la forma del frutto, piriforme o meliforme, ma non esistono, come spesso erroneamente si crede, un melo cotogno e un pero cotogno: sono semplicemente entrambi cotogni.
Il suo utilizzo come pianta da frutto è ormai una rarità e più spesso lo si impiega come piccolo albero ornamentale da giardino, complice anche una relativa facilità di coltivazione. Il cotogno, come tutti gli alberi da frutto, cresce all’esterno, sia in piena terra sia in vaso, in pieno sole, e annaffiato, se possibile, avvalendosi di un impianto a goccia. Si concima una volta l’anno con terricciato di letame maturo, dato che il terreno ideale per il trapianto e crescita della pianta deve essere prima di tutto fertile, oltre che ben drenato, leggermente acido e poco calcareo, di medio impasto. Albero resistente a temperature anche di diversi gradi sotto lo zero non sopporta invece le potature, che vanno limitate alla sola eliminazione dei rami secchi o danneggiati. I frutti del cotogno vengono raccolti in autunno e destinati alla trasformazione in confetture o altri prodotti, poiché freschi sono scarsamente appetibili. Il cotogno è soggetto principalmente all’attacco di parassiti ma la malattia più pericolosa è rappresentata dal fuoco batterico: le piante seriamente ammalate possono solo essere distrutte. Infine, la pianta si riproduce per margotta, propaggine o talea.
Le foglie del cotogno sono grandi (lunghe 6-11 cm), di forma ovale, alterne e tomentose. I fiori sono fra i più belli tra gli alberi fruttiferi: grandi, solitari, colorati di rosa esternamente e bianchi all’interno.
Fioritura
Il cotogno fiorisce tra fine aprile e inizio maggio.
Commestibilità
Riproduzione
Per conservare le esatte caratteristiche della pianta madre, il cotogno si riproduce per margotta, propaggine o talea.
Semi
I semi del cotogno sono numerosi, di forma poligonale e colore marrone, spesso tenuti uniti tra loro da uno strato di mucillagine.
Informazioni e curiosità
Il cotogno viene utilizzato per la preparazione di innumerevoli prodotti, tra cui confetture, gelatine, mostarde, distillati e liquori. Per il loro aroma intenso, anticamente i frutti venivano posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria; inoltre, essendo molto ricchi di pectina, favoriscono in modo naturale la motilità intestinale, la digestione e vantano proprietà antinfiammatorie a carico di stomaco e intestino.
Coltivazione
Il cotogno può anche crescere in vaso ma darà ovviamente risultati mediocri in termini di dimensioni e vigoria. Il vaso dovrà avere un diametro e un’altezza di almeno 50-70 cm e ogni 4-5 anni il cotogno andrà rinvasato, riducendo l’apparato radicale, sostituendo un po’ del terriccio esaurito con del nuovo e concimando abbondantemente. Se possibile, meglio optare sempre per la coltivazione in piena terra, all’interno di orti e frutteti domestici.
Collocazione
Come tutte le piante da frutto, il cotogno cresce e fruttifica all’esterno. Il cotogno giapponese, ad esempio, rappresenta una pianta molto originale per il giardino di primavera.
Concimazione
Per concimare il cotogno, distribuire in autunno o primavera terricciato di letame maturo.
Esposizione
Il cotogno deve stare in piena luce, tollera un’ombreggiatura parziale solo nei luoghi caldi.
Annaffiatura
In caso di estati aride o prolungati periodi di siccità, annaffiare regolarmente il cotogno in più punti nel terreno del sottochioma. Nel resto dell’anno la pianta si accontenta dell’acqua derivante dalle precipitazioni.
L’impianto a goccia è il metodo migliore per annaffiare il cotogno, anche allo scopo di prevenire problemi di malattie dovute all’eccesso di umidità nella chioma.
Potatura
Poiché fruttifica agli apici dei rami, il cotogno mal sopporta la potatura ed è quindi meglio eliminare solo i rami secchi e i getti basali. Prestare attenzione anche all’inclinazione della pianta perché l’azione del vento e la formazione di una chioma sbilanciata possono richiedere l’adozione di un tirante correttivo, anche su soggetti adulti.
Trapianto
Per il trapianto del cotogno in piena terra, assicurarsi che il terriccio sia profondo e ben drenato, fertile, leggermente acido, con un basso contenuto di calcare (inferiore al 5%) e di medio impasto. Il momento migliore per la messa a dimora di un alberello di cotogno è il periodo di stasi vegetativa, ossia da novembre fino all’inizio della primavera. Dove il clima è molto rigido conviene attendere però la fine di febbraio per non esporre la piantina appena trapiantata a gelate intense.
Ubicazione stagionale
Il cotogno è una pianta decisamente resistente (sopravvive per brevi periodi anche a -20/-25°C), che si adatta al clima di buona parte delle regioni italiane (escludendo l’alta montagna, dove il freddo molto inteso tende a essere prolungato, e le zone eccessivamente aride e calde), quindi vive all’esterno tutto l’anno senza problemi.
Bonsai
Il cotogno è una delle piante maggiormente impiegate per la coltivazione a bonsai per la sua bellissima fioritura, perché produce piccole mele commestibili, per la sua crescita veloce e il carattere rustico e resistente.
Raccolta
La raccolta dei frutti avviene tra settembre e ottobre. Una volta maturi, questi perdono la peluria superficiale presente sulla buccia e si colorano di un giallo-oro intenso sprigionando anche un ottimo profumo; i frutti si staccano semplicemente ruotando il picciolo, si conservano in un luogo fresco e buio per circa un mese (affinché si ammorbidiscano) e raramente si mangiano crudi poiché la polpa è molto acida e astringente.
Malattia e cure
Il cotogno può venire colpito principalmente da parassiti (in questo caso si può fumigare con spray di assenzio o tansia dopo la fioritura) e funghi (da debellare con appositi fungicidi) ma la patologia più pericolosa è il fuoco batterico. Causata dal batterio Erwinia amylovora, provoca l’appassimento e la caduta dei fiori e l’annerimento dei nervi e dei bordi delle foglie. In questo caso la pianta va messa in quarantena e, se l’infezione è seria ed estesa, non si può fare altro che sradicarla e bruciarla. Per prevenire tale malattia la manutenzione del cotogno con idonee potature è fondamentale, oppure si possono potenziare le naturali capacità di difesa della pianta con rimedi naturali (macerato di equiseto e decotto di aglio e cipolla) o appositi corroboranti presenti in commercio da spruzzare sulle chiome.