- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Malattia e cure
- La clematis in giardino è perfetta per abbellire muri e pergolati.
- Il fiore di clematis è piuttosto grande e presenta innumerevoli varietà di colore, che vanno dal violetto al rosa, dal bianco al giallo.
- La clematis è una pianta che può fiorire tutto l’anno grazie alle sue innumerevoli varietà.
- Clematis “Fujimusume”, clematide a fiori blu.
- Con i suoi fiori meravigliosi, clematis è la regina delle rampicanti.
La clematis (il cui nome deriva dal greco “clema”, ossia “rampicante”) è una pianta da esterno abbastanza facile da curare anche per chi è poco avvezzo al giardinaggio.
Il genere clematis conta oltre 200 specie e innumerevoli varietà originarie di tutti i continenti, tipiche delle fasce a clima temperato o freddo, erbacee o legnose, spoglianti o sempreverdi, rustiche o tropicali. Alcune, come la nostrana clematis vitalba, chiamata comunemente vitalba, rampicante lianoso a fiori bianchi, assai difficile da estirpare, hanno carattere invadente e lasciate libere di arrampicarsi su alberi e cespugli possono arrecare non pochi danni.
Ogni gruppo di clematis ha bisogno di un approccio particolare nelle cure, specialmente per quanto riguarda la potatura: al momento dell’acquisto, quindi, è necessario informarsi sul nome della varietà per adattare le esigenze generali della pianta di clematide al singolo caso.
Come indicazione generale si può affermare che tutte le clematis hanno bisogno di tre attenzioni essenziali: il sostegno, le bagnature, il nutrimento. Bisogna bagnarle con regolarità dalla ripresa vegetativa sino alla perdita delle foglie, utilizzando acqua non dura, mentre in primavera e in autunno è necessario incorporare nel primo strato di terreno terricciato di letame molto maturo e distribuire un fertilizzante per cespugli da fiore a lento rilascio. La clematis ha bisogno di crescere in pieno sole, ma avendo cura che la base e le radici siano ben protette dall’ombra e va potata energicamente in diversi periodi dell’anno a seconda della varietà. Seppure cresca meglio in piena terra, riesce ad adattarsi anche alla vita in contenitore e non teme le temperature basse (il vento sì); il terreno ideale di coltivazione è fresco, non compatto e ben drenante. La pianta si può riprodurre in diversi modi: propaggine, divisione e talea.
Il punto di forza della clematis è sicuramente la fioritura. La corolla dei fiori non è formata da petali ma da tepali di forma generalmente ovata. Ogni fiore ha un numero di tepali variabile da quattro a cinque, può essere piccolo (appena 2 cm di diametro) o di dimensioni considerevoli (20 cm di diametro). I colori spaziano dal bianco al verde, dal giallo al blu notte, dal rosa al viola, dal malva all’azzurro, anche combinati fra loro in striature, bande, sottili bordature o macchie. Le clematis a fiori doppi o semi doppi devono il maggior numero di tepali alla trasformazione di stami in staminoidi, strutture del tutto simili ai petali. In molte varietà gli stami centrali gialli sono numerosi ed evidenti tanto da diventare un elemento caratterizzante del fiore, creando ad esempio un piacevole contrasto con un colore di fondo scuro, o impreziosendone uno tenue. La forma del fiore può essere a coppa, generalmente piatta o leggermente riversa all’indietro, a campana, a urna, a stella, o ricurva all’indietro tanto da porre in primo piano il ciuffo di stami. Le clematis rampicanti hanno fusti di consistenza legnosa o lianacea, volubili e semivolubili, capaci di arrampicarsi anche per notevoli altezze. Le foglie, composte, variano secondo la specie, ma sono quasi sempre opposte e presentano un numero di foglioline variabile da uno a cinque, a loro volta più o meno suddivise e lavorate; il margine può essere sia liscio sia frastagliato, la superficie della lamina fogliare sia tomentosa sia liscia.
Si segnalano alcune varietà molto decorative da acquistare:
Fioritura
Il periodo di fioritura della clematide non è univoco poiché dipende strettamente dalla varietà. Per questo, è necessario sempre informarsi sul tipo di pianta prima di effettuare l’acquisto: spesso primaverile o estiva, esistono anche specie a fioritura precoce o autunnale.
Commestibilità
Riproduzione
La tecnica migliore per la riproduzione della clematide è quella della propaggine. A primavera, districare un ramo, lianoso e flessibile, dal resto del cespo, e, senza forzarlo con movimenti bruschi, piegarlo in modo da porne una porzione nel terreno.
La porzione che andrà interrata, a un profondità di 5 cm, va fermata con dei ferretti a “V” rovesciata infissi nel terreno, uno ogni dieci centimetri per evitare che accidentalmente la si riporti in superficie. Inoltre, deve essere incisa per tutto il senso della lunghezza con un coltello affilato in modo da raggiungere i tessuti attivi, sottostanti la corteccia; va effettuato un taglio pulito, mai slabbrato o aperto.
Il ciuffo terminale che spunterà dal terreno, nutrito alla pianta madre, dovrà essere dotato fin da subito, di un tutore sul quale arrampicarsi. Dopo un anno, a metà della primavera successiva si può recidere il ramo portante nel punto dove entra nel terreno. Per il trasferimento nella posizione definitiva si consiglia di attendere fino all’autunno.
Più invasivo della propaggine, è il metodo della divisione dei cespi che si effettua a fine inverno estraendo la zolla dal terreno e dividendo l’apparato radicale in due con l’aiuto di robuste cesoie o un coltello. Le due porzioni devono essere subito rimesse nel terreno bagnandole con moderazione ma spesso.
Infine, per clematis montana, la specie a più larga diffusione, si applica con successo la moltiplicazione per talea. In luglio prelevare talee apicali lunghe circa 12 cm; private di foglie, tranne che per il ciuffo terminale, si pongono in un mix di sabbia e torba da mantenere leggermente umido. Dopo circa due mesi ripicchettare le talee radicate in vaso e attendere la seconda primavera per porle a dimora.
Informazioni e curiosità
Al momento dell’acquisto, scegliere soggetti già ben sviluppati in vasi di almeno di 18 cm di diametro, perché quelli allevati in contenitori troppo piccoli, anche se più economici, non hanno avuto lo spazio sufficiente per crescere in modo armonico. Di conseguenza, con buona probabilità, avranno sofferto ripetute carenze idriche data la sproporzione esistente fra terreno disponibile e sua capacità di ritenzione idrica, da una parte, e massa fogliare dall’altra.
Coltivazione
La clematide ha bisogno di grandi spazi per crescere e quindi la coltivazione in piena terra è la più consigliata. Chi invece vuole tenere la pianta in vaso dovrà procurarsi un contenitore molto ampio, cioè almeno 60/70 cm di diametro e profondità.
Collocazione
La clematide è una pianta decorativa da esterno, perfetta per ornare muri, recinzioni o pergolati.
Concimazione
La clematis è una pianta esigente in fatto di concimazione e in primavera e in autunno è necessario incorporare, nel primo strato di terreno, terricciato di letame molto maturo e distribuire un fertilizzante per cespugli da fiore a lento rilascio. Attenzione a non impiegare fertilizzanti ricchi di azoto dopo l’estate per non promuovere la crescita di nuovi germogli, facili prede del gelo invernale.
Esposizione
La clematide, come tutti i rampicanti, segue la cosiddetta regola “piedi all’ombra e testa al sole“. Si consiglia di farla arrampicare su un muro soleggiato almeno per metà della giornata e porla a dimora proteggendo la base con un cespuglio sempreverde che garantirà quelle condizioni di microclima fresco e umido ideali per lo sviluppo della pianta.
Annaffiatura
La clematis va annaffiata con regolarità dalla ripresa vegetativa sino alla perdita delle foglie, utilizzando acqua non dura per non alcalinizzare nel tempo il terreno. La clematide cresce meglio in terreni neutri, con pH pari a 7, o leggermente acidi; teme invece il calcare attivo.
Potatura
Dopo la messa a dimora, si consiglia una potatura drastica della pianta di clematis allo scopo di favorire la formazione fin dalla base di nuovi robusti rami. Si taglia sopra la seconda coppia di gemme, turgide e ben formate, contate partendo dal basso.
Altra operazione da fare è poi eliminare i rami secchi.
In ogni caso, la potatura va effettuata nel rispetto delle caratteristiche e delle esigenze della varietà di clematide. In particolare:
- Clematis ibride: molto vigorose, a fioritura estiva, con fiori grandi o doppi, si potano energicamente dopo la fioritura riducendo i rami ad una lunghezza di circa 30 cm.
- Clematis a fioritura autunnale o invernale: si potano in primavera in modo drastico lasciando solo un paio di coppie di gemme
- Clematis a fioritura precoce come clematis montana, c. armandii e c. alpina: fioriscono sul legno vecchio, si potano solo dopo la fioritura, asportando la parte terminale dei rami.
Trapianto
Una delle cause principali dell’insuccesso nella coltivazione della clematis è lo sfasamento temporale fra il momento d’acquisto e l’epoca indicata per la messa a dimora.
La clematis si pianta in autunno, al termine della fioritura, o prima della ripresa vegetativa a primavera, quando il rischio di gelate è terminato, e in genere si acquista in primavera o in autunno in piena fioritura.
Il consiglio è quello di lasciare la pianta in vaso, ponendola già in quello che sarà il suo luogo di destinazione, così potrà acclimatarsi, almeno fino a quando non sarà terminato il ciclo di fioritura. Poi, evitando sempre i periodi più caldi dell’anno, si trapianta.
La buca dovrà essere larga il doppio del diametro del vaso e profonda circa 40 cm. In terreni tendenzialmente argillosi, scavare ulteriori 10 cm per porre sul fondo un buon drenaggio di sabbia così da facilitare lo sgrondo delle acque eccedenti. Il terriccio ideale deve essere fertile, fresco o tendenzialmente umido, e non compattato per permettere alle radici di espandersi ed esplorare il terreno.
A metà del terriccio di scavo, se di buona qualità, può essere aggiunto un quinto di sabbia, due quinti di terricciato di letame maturo, e altrettanto terriccio da fiori.
Dopo un primo strato di terriccio, spargerne un secondo costituito da elementi nutritivi a lentissima cessione come la cornunghia (una manciata per pianta), poi distribuire ancora terriccio fino a collocare il colletto della clematis a una profondità di circa 5 cm sotto il livello di campo. Questa tecnica serve a stimolare la prima gemma, o le prime due, di ogni fusto, così da ottenere un nuovo tralcio. Alla fine si compatta solo leggermente con il palmo delle mani aperte e si bagna.
Ubicazione stagionale
La clematide può crescere all’esterno tutto l’anno senza problemi, poiché resistente alle basse temperature e alle gelate. Teme invece il vento, ed è quindi fondamentale sostenerla con appositi tutori: per le piante in vaso si può usare una struttura in canne, meglio se a triangolo o pagoda così da distribuire peso e forza esercitata dal vento su tutta la base; per quelle messe a dimora in piena terra scegliere un sostegno naturale per evitare di costruire strutture o montare superfici su cui farle aggrappare: il migliore resta un muro in sasso ricco di asperità.
Malattia e cure
Il problema più comune che si osserva sulla pianta di clematis è la presenza di macchie marroni sulle foglie, causate dall’attacco del fungo Phoma clematidina. L’unico rimedio possibile è eliminare per tempo tutti gli steli appassiti perché, soprattutto se l’infestazione si estende o parte dalle radici o dalla zona basale della pianta oppure è molto estesa, c’è ben poco da fare.
In caso di muffa bianca sulle foglie, altro problema causato da un fungo che prospera in presenza di umidità e temperature elevate, bisogna favorire la ventilazione e lasciar asciugare il terriccio prima di procedere con il trattamento a base di fungicidi specifici.
Infine, se il problema che affligge la pianta di clematis è rappresentato da afidi o mosca bianca si interviene con antiparassitari specifici.