- Fioritura
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione e luce
- Annaffiatura
- Potatura
- Rinvaso e trapianto
- Ubicazione stagionale
- Malattia e cure

- La calathea roseopicta si riconosce per le bellissime foglie arrotondate molto decorative, con sfumature rosa attorno ai bordi.
- Non esporre mai la calathea roseopicta al sole diretto: le sue foglie sono molto delicate.
- Per mantenere floride le foglie della calathea roseopicta, si consiglia di nebulizzarle regolarmente e di rimuovere la polvere che si accumula sulla superficie.
- La pagina inferiore delle foglie di calathea roseopicta hanno una inconfondibile colorazione bordeaux.
- Per la sua scarsissima resistenza al freddo e l’esigenza di umidità elevata, la calathea roseopicta va coltivata in vaso.
La calathea roseopicta è una pianta perenne rizomatosa, che cresce in cespi compatti, sviluppando foglie direttamente dal terreno. Raggiunge in genere un’altezza di 30-60 cm.
Le foglie sono la sua caratteristica distintiva: grandi, ovali e portate da lunghi piccioli, presentano un colore di base verde scuro, quasi nero, con un caratteristico motivo ad anello o sfumatura rosa brillante (da cui il nome roseopicta, cioè “dipinta di rosa”) che segue il bordo esterno e talvolta la nervatura centrale.
Il retro della foglia è quasi sempre di un magnifico color bordeaux o viola intenso.
La fioritura è rarissima in appartamento. Quando avviene, la pianta produce piccoli fiori bianchi o giallastri, spesso nascosti tra le brattee.
Come tutte le calathee, anche la roseopicta è dotata di un “motore” alla base del picciolo (chiamato pulvino). Questo le permette di muovere le foglie durante il giorno: le tiene aperte e piatte per catturare la luce e le solleva verticalmente di notte, come se fossero mani giunte in preghiera.
Esigenze di coltivazione
La calathea roseopicta proviene dalle foreste pluviali dell’Amazzonia e del Sud America, il che ne spiega le esigenze specifiche soprattutto in fatto di esposizione ed umidità.
Ha bisogno, infatti, di luce indiretta e luminosa poiché i raggi solari diretti bruciano rapidamente le sue foglie delicate, sbiadendone i colori. Anche la temperatura, calda e costante, è fondamentale: l’ideale è garantirle tra i 18°C e i 25°C, evitando correnti d’aria fredda e sbalzi termici, che possono essere fatali.
L’aria secca (causata da riscaldamento o aria condizionata) porta alla comparsa di punte e bordi marroni sulle foglie.
Infine, il terreno deve essere mantenuto costantemente umido, ma mai zuppo, annaffiando con acqua non calcarea o demineralizzata per evitare macchie bianche sulle foglie. Importante è anche che sia ben drenante e leggero: un mix a base di torba, fibra di cocco e perlite è ideale per trattenere l’umidità necessaria senza compattarsi.
Fioritura
La calathea roseopicta, come la maggior parte delle specie del genere calathea, raramente fiorisce in casa e viene coltivata esclusivamente per la bellezza del suo fogliame.
Riproduzione
La calathea roseopicta si riproduce solo tramite divisione dei cespi (o dei rizomi).
Il periodo migliore è la primavera o l’inizio dell’estate, preferibilmente in concomitanza con il rinvaso.
Procedimento step by step
- Estrarre delicatamente la calathea dal suo contenitore, cercando di non tirare i fusti ma capovolgendo il vaso
- Rimuovere un po’ della vecchia terra per vedere bene la struttura delle radici: la pianta non è un blocco unico, ma è formata da diversi gruppi di fusti che partono da radici sotterranee (rizomi)
- Cercare un punto naturale in cui i cespi sembrano separarsi. Ogni nuova sezione dovrà avere almeno 2-3 foglie sane e un buon sistema di radici intatto
- Spesso basta tirare delicatamente con le mani per separare i cespi. Se i rizomi sono molto aggrovigliati, usare il coltello sterilizzato per tagliare la parte sotterranea che li unisce con un taglio netto e preciso
- Mettere ogni nuova divisione nel suo vaso con terriccio fresco (ad esempio un mix per piante tropicali: leggero e drenante). Non pressare troppo la terra: le radici della calathea amano il terreno areato
- Bagnare bene il terreno fino a far uscire l’acqua dai fori di scolo, poi lasciare sgrondare l’eccesso
Dopo la divisione, la pianta subirà uno shock da trapianto. Per aiutarla a riprendersi, può essere utile coprirla con un sacchetto di plastica trasparente (facendo dei piccoli buchi per l’aria) così da creare una mini-serra e mantenere alti livelli di umidità.
Tenere la pianta in un luogo caldo e luminoso, ma assolutamente mai al sole diretto.
Semi
I semi delle specie di calathea hanno dimensioni piuttosto ridotte, spesso di pochi millimetri di lunghezza, e una forma variabile, ma sono di solito ovali o arrotondati, a volte con una leggera angolatura.
Il colore tipico è marrone scuro, tendente al nero.
Una caratteristica specifica dei semi delle piante della famiglia delle Marantaceae (a cui appartiene la calathea) è la presenza di un arillo. L’arillo è una escrescenza carnosa e colorata che riveste parzialmente o totalmente il seme e serve ad attirare gli animali (solitamente le formiche) che si nutrono di esso e contribuiscono così alla dispersione del seme.
Informazioni e curiosità
Il nome particolare di questa pianta significa Calathea dipinta di rosa per i suoi straordinari disegni che sembrano proprio dipinti con un pennello rosa o crema sulla pagina superiore delle foglie.
Coltivazione
La calathea roseopicta è una pianta che in generale si coltiva esclusivamente in vaso.
Questo perché le sue esigenze climatiche sono molto specifiche e non le permettono di sopravvivere nella maggior parte dei climi esterni temperati o freddi.
Collocazione
In Italia, la calathea roseopicta è considerata una pianta da interno, non in grado di sopravvivere a un inverno all’aperto. Infatti, ha bisogno di temperature calde e costanti, idealmente tra i 18°C e i 25°C (non tollera temperature inferiori ai 15°C) e richiede anche un’elevata umidità ambientale.
Concimazione
La calathea roseopicta è una pianta molto sensibile ai sali minerali e ha un apparato radicale delicato; per questo motivo, la regola d’oro per concimarla è poco ma spesso poiché è molto più facile uccidere una calathea per eccesso di concime che per carenza.
Il prodotto migliore è un concime liquido per piante verdi (non universale generico, ma specifico per piante verdi da appartamento), ricco di azoto (che serve per mantenere le foglie rigogliose e colorate) e dimezzato rispetto alla dose indicata sull’etichetta.
In che periodo concimare?
- Da aprile a settembre (primavera/estate): è la fase di crescita attiva. Concimare una volta ogni 15 giorni
- Da ottobre a marzo (autunno/inverno): la pianta va in riposo vegetativo. Sospendere del tutto le concimazioni o ridurle drasticamente a una volta ogni 6-8 settimane solo se la casa è molto calda e la pianta continua a emettere foglie nuove
Non versare mai il concime (anche se diluito) quando il terriccio è completamente asciutto, ma bagnare prima la pianta con sola acqua in modo da reidratare il terreno.
In generale, se si nota che le foglie nuove nascono piccole o sbiadite, è segno che la pianta ha bisogno di nutrimento. Se invece i bordi delle foglie vecchie diventano marroni e croccanti subito dopo aver concimato, significa che la dose di concime era eccessiva: in quel caso, fare un lavaggio del terreno (versare molta acqua nel vaso lasciandola scorrere via dai fori di scolo) per sciacquare via i sali in eccesso.
Esposizione e luce
La calathea roseopicta necessita di luce brillante, ma rigorosamente indiretta per evitare danni al delicato fogliame.
Annaffiatura
La calathea roseopicta non tollera né il terreno secco né fradicio: l’obiettivo è mantenere il terriccio costantemente umido, ma mai zuppo.
- Primavera ed estate: annaffiare circa 2 volte a settimana
- Autunno e inverno: ridurre a 1 volta ogni 7-10 giorni (o anche ogni 14, se la casa è fredda)
Quando si annaffia, bagnare bene tutto il panetto di terra finché l’acqua non esce dai fori di scolo, poi, svuotare immediatamente il sottovaso.
L’ideale è usare acqua piovana o distillata/demineralizzata (quella del rubinetto è la causa principale delle punte secche e marroni) a temperatura ambiente. In alternativa, lasciare decantare l’acqua in una bottiglia aperta per almeno 24-48 ore prima di usarla, così da far evaporare il cloro e depositare parte del calcare sul fondo (non versare gli ultimi 2 cm di acqua della bottiglia).
La pianta di calathea comunica attraverso le foglie il suo bisogno d’acqua:
- Foglie accartocciate: la pianta ha molta sete o l’aria è troppo secca
- Foglie gialle e mosce: troppa acqua. Smettere di annaffiare finché la terra non è asciutta
Potatura
La calathea roseopicta non necessita di una vera e propria potatura bensì nella semplice rimozione delle foglie secche o danneggiate per mantenere la pianta sana (le foglie danneggiate sono più suscettibili agli attacchi di parassiti o funghi), ordinata e incoraggiarla a produrre nuove foglie vigorose.
Infatti, le foglie della calathea hanno un ciclo di vita limitato: una volta che iniziano a ingiallire, a seccarsi ai bordi (tipicamente a causa della bassa umidità) o a diventare marroni, non torneranno più verdi. Per questo, utilizzando delle forbici o un coltello da giardinaggio ben affilato e pulito, tagliare lo stelo della foglia il più vicino possibile alla base della pianta, a livello del terreno.
Questa pulizia si può effettuare durante tutto l’anno.
Rinvaso e trapianto
Il momento ideale per eseguire il rinvaso della calathea roseopicta è all’inizio della primavera (tra marzo e aprile), quando la pianta esce dal riposo vegetativo invernale e inizia la sua fase di crescita attiva.
Dato che cresce lentamente, in genere è sufficiente rinvasarla ogni 1-2 anni (massimo 3 anni) solo se necessario. Gli esemplari più giovani potrebbero aver bisogno di un rinvaso annuale, mentre quelli maturi ogni due anni.
Osservando alcuni segnali è possibile capire se è tempo o meno di rinvasare:
- Le radici fuoriescono dai fori di drenaggio del vaso
- La pianta non cresce più, nonostante le cure adeguate
- Il vaso di plastica si deforma a causa della pressione delle radici (panetto radicale troppo compatto)
- Il terriccio è degradato, compatto, o si notano accumuli di sali minerali (patina bianca sulla superficie)
Rinvaso step by step
Le calathea hanno radici poco profonde e non amano essere disturbate, per cui è importante minimizzare lo stress.
- Annaffiare leggermente la calathea il giorno prima del rinvaso per rendere il panetto radicale più facile da maneggiare
- Togliere delicatamente la pianta dal vaso
- Controllare le radici eliminando quelle molli, scure o maleodoranti con un paio di forbici sterilizzate. Se la pianta ha formato diversi cespi, questo è il momento ideale per dividerli e moltiplicare la calathea
- Mettere uno strato del nuovo mix sul fondo del vaso, posizionare la calathea al centro e riempire gli spazi vuoti con il terriccio, senza compattare eccessivamente. Il mix ideale deve essere ben drenante, ad esempio composto da 50% di terriccio universale di alta qualità (o per piante verdi), 30% di perlite e/o vermiculite (per arieggiare e trattenere l’umidità), 20% di corteccia di pino (Bark) o fibra di cocco (per aumentare il drenaggio). Scegliere un vaso solo leggermente più grande (circa 2-3 cm di diametro in più) rispetto al precedente, preferibilmente di plastica o smaltato perché aiuta a mantenere l’umidità (a differenza della terracotta)
- Una volta rinvasata, annaffiare abbondantemente per assestare il terriccio ed eliminare eventuali bolle d’aria
Nel periodo immediatamente successivo al rinvaso, mantenere alta l’umidità ed evitare di concimare per almeno 4-6 settimane, in modo che la pianta possa dedicare tutte le sue energie alla ripresa.
Ubicazione stagionale
In generale, le piante di calathea sono molto sensibili agli sbalzi termici e non amano assolutamente il freddo.
L’intervallo di temperatura ottimale per la calathea roseopicta è quello che simula il suo ambiente naturale, tipicamente tropicale, per cui tra i 18°C e i 26°C (la massima tolleranza estiva arriva fino a circa 27°C, ma solo se l’umidità è altissima).
La pianta inizia a stressarsi e a subire danni se la temperatura scende sotto i 15°C. Sotto i 12°C va in sofferenza grave, con crescita che si arresta e danni permanenti alle foglie (che si arricciano, ingialliscono o diventano marroni).
In inverno, quindi, assicurarsi che la temperatura non scenda mai sotto i 16°C-18°C.
Misure protettive essenziali
- Evitare gli sbalzi termici: non posizionare la calathea vicino a finestre che vengono aperte frequentemente in inverno, condizionatori d’aria o porte di ingresso
- Lontano dai termosifoni: il calore secco abbassa drasticamente l’umidità dell’aria e provoca l’imbrunimento delle punte e dei bordi delle foglie
- Mai fuori casa col freddo: in Italia, la calathea non può mai stare all’esterno tutto l’anno a causa delle basse temperature notturne autunnali e invernali. Può essere portata fuori solo d’estate (a condizione che sia in ombra e che le temperature notturne non scendano sotto i 18°)
Malattia e cure
La calathea roseopicta, come molte piante d’appartamento tropicali, è spesso soggetta a problemi legati ai parassiti o a errori di coltivazione.
Parassiti
Ragnetto rosso
- Sintomi: foglie che ingialliscono, presentano puntini chiari, perdono colore e, nei casi peggiori, si notano sottilissime ragnatele tra gli steli e sulla pagina inferiore delle foglie. L’aria secca favorisce la loro comparsa
- Cura: isolare subito la pianta infestata, quindi lavare accuratamente le foglie (sopra e sotto) con un panno morbido imbevuto di acqua e sapone di Marsiglia o sapone molle; risciacquare bene. Se il lavaggio non basta, usare un acaricida specifico (spesso a base di olio di Neem o piretro) spruzzandolo su tutta la pianta, specialmente sotto le foglie Potrebbero essere necessari più trattamenti a distanza di 7-10 giorni. A livello preventivo, aumentare l’umidità ambientale (nebulizzazioni, umidificatore, vassoio con argilla espansa e acqua)
Cocciniglia (cotonosa o a scudetto)
- Sintomi: le cocciniglie si presentano come piccoli batuffoli bianchi e cotonosi (cocciniglia cotonosa) o piccoli scudetti marroni/bianchi (cocciniglia a scudetto), spesso posizionati all’attaccatura delle foglie o lungo le nervature. Producono una sostanza appiccicosa chiamata “melata”, che può favorire la fumaggine (una muffa scura)
- Cura: se l’infestazione è lieve, rimuovere i parassiti uno per uno usando un batuffolo di cotone imbevuto di alcool denaturato, quindi pulire le foglie con acqua e sapone molle. Per infestazioni più serie, utilizzare un insetticida specifico (spesso oli minerali o prodotti a base di olio di Neem) che agisce per soffocamento
Afidi
- Sintomi: sono piccoli insetti verdi, neri o gialli raggruppati sui nuovi germogli e sotto le foglie. Succhiando la linfa, deformano le foglie giovani
- Cura: un forte getto d’acqua può rimuoverli meccanicamente. In alternativa, spruzzare una soluzione di acqua e sapone molle o di Marsiglia oppure usare prodotti a base di piretro o olio di Neem
Malattie fungine e batteriche
Sono meno comuni dei parassiti e solitamente legate a un eccesso di umidità nel terreno.
Marciume radicale e del colletto
- Sintomi: la base della pianta (colletto) diventa scura, molle e marcescente, le radici si sfaldano e le foglie ingialliscono rapidamente, partendo dal basso. In generale, la pianta appassisce
- Causa: eccesso di acqua, ristagno idrico nel sottovaso, terriccio poco drenante
- Cura: togliere la pianta dal vaso ed eliminare tutto il terriccio, quindi tagliare tutte le radici e le parti del colletto marce o molli usando forbici disinfettate. Spolverizzare le radici sane rimaste con una polvere fungicida (spesso a base di zolfo o prodotti specifici), quindi usare terriccio nuovo, fresco e molto drenante per rinvasare la calathea in un contenitore (anche lo stesso, ma ben lavato) che garantisca un ottimo drenaggio. Annaffiare con molta cautela finché la pianta non mostra segni di ripresa
Macchie fogliari
- Sintomi: macchie scure, spesso con un alone giallo, che compaiono sulle foglie. Possono allargarsi e portare al deperimento dell’intera foglia
- Causa: acqua lasciata sulle foglie (specialmente di sera), alta umidità e scarsa circolazione dell’aria
- Cura: eliminare le foglie colpite e aumentare la circolazione dell’aria attorno alla pianta. In fase di annaffiatura, bagnare solo il terriccio e non le foglie. Se il problema persiste, può essere utile un fungicida/battericida a base di rame, ma va usato con cautela e seguendo le istruzioni del produttore
Problemi fisiologici (errori di coltivazione)
Molto spesso, quelli che sembrano malattie sono in realtà segnali di stress ambientale.
Punte/bordi secchi e marroni
- Causa: l’aria è troppo secca oppure le irrigazioni sono insufficienti o è stata usata acqua troppo calcarea o ricca di minerali
- Soluzione: aumentare drasticamente l’umidità e usare acqua demineralizzata, filtrata o piovana per bagnare e nebulizzare
Foglie che si arricciano
- Causa: la pianta ha sete o l’umidità è troppo bassa
- Soluzione: controllare il terriccio e, se è asciutto, annaffiare. Aumentare anche l’umidità
Foglie ingiallite
- Causa: molto probabilmente eccesso d’acqua o drenaggio insufficiente. Può anche essere un segno di carenza nutritiva, ma è meno comune
- Soluzione: ridurre le annaffiature e assicurarsi che il vaso dreni perfettamente
Foglie sbiadite
- Causa: troppa luce solare diretta
- Soluzione: spostare la pianta in un luogo luminoso ma senza sole diretto, che scotta e fa sbiadire le foglie











































