Aloe arborescens

Aloe arborescens

Aloe arborescens è una pianta da esterno, che però teme le basse temperature prolungate e il gelo.

  • Aloe arborescens è una pianta da esterno, che però teme le basse temperature prolungate e il gelo.
  • Aloe arborescens è molto apprezzata per la bellezza del fogliame e della fioritura, oltre che per le sue proprietà officinali.
  • Tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, aloe arborescens produce vistose fiori simili a spighe dall'intensa colorazione rossa.
  • Aloe arborescens ama il pieno sole e predilige posizioni calde e riparate.
  • Aloe arborescens produce foglie carnose, lanceolate e disposte a rosetta lungo i fusti, con margini dentati e colore verde-grigiastro.
  • Aloe arborescens è una pianta da esterno, che però teme le basse temperature prolungate e il gelo.
  • Aloe arborescens è molto apprezzata per la bellezza del fogliame e della fioritura, oltre che per le sue proprietà officinali.
  • Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, aloe arborescens produce vistose fiori simili a spighe dall’intensa colorazione rossa.
  • Aloe arborescens ama il pieno sole e predilige posizioni calde e riparate.
  • Aloe arborescens produce foglie carnose, lanceolate e disposte a rosetta lungo i fusti, con margini dentati e colore verde-grigiastro.

Originaria dell’Africa australe, questa varietà di aloe si è adattata bene a molti climi, incluso quello mediterraneo. Il termine arborescens deriva dal latino e significa “che diventa albero”: infatti, a differenza dell’aloe vera, che cresce bassa all’altezza del terreno (senza fusto apparente), l’aloe arborescens sviluppa un vero e proprio fusto legnoso da cui si dipartono numerose ramificazioni, formando grandi cespugli che in natura possono raggiungere anche i 2-4 metri di altezza.

Le foglie sono carnose (succulente), lunghe e più strette rispetto a quelle dell’aloe vera (possono raggiungere i 50-60 cm di lunghezza). Sono di colore verde-bluastro e disposte a rosetta all’apice dei rami. Il margine delle foglie è dotato di vistose spine o dentellature.

La pianta produce spettacolari infiorescenze a “racemo” (simili a un grappolo allungato) su un lungo stelo che spunta dal centro della rosetta. I fiori sono tubolari, di un colore rosso-arancio brillante, e sbocciano tipicamente nel periodo invernale o all’inizio della primavera.

Esigenze di coltivazione

L’aloe arborescens è una pianta piuttosto rustica e di facile coltivazione, a patto di rispettare le sue esigenze fondamentali, tipiche delle piante succulente.

Ama il caldo, la luce e il sole, per cui, se coltivata in vaso, va posizionata in un luogo molto luminoso, come un davanzale esposto a Sud. Può stare al sole diretto, ma è meglio proteggerla dai raggi più intensi nelle ore centrali delle giornate estive più torride per evitare scottature sulle foglie. 

Anche in piena terra occorre scegliere una posizione soleggiata o al massimo in ombra parziale.

A parte la corretta esposizione e la protezione dal freddo invernale (la soglia critica è intorno ai 5-7°C), la pianta non è particolarmente esigente, anzi.

Come tutte le succulente, è molto resistente alla siccità ma teme mortalmente i ristagni idrici, per cui va bagnata solo ed esclusivamente quando il terriccio è completamente asciutto in profondità. In vaso, assicurarsi che questo abbia adeguati fori di drenaggio sul fondo.

Anche le concimazioni sono limitate: è sufficiente una all’anno, in primavera, utilizzando un prodotto specifico per piante succulente, povero di azoto e ricco di potassio e fosforo, da diluire nell’acqua di irrigazione.

Per questo, l’aloe arborescens si presta ad essere coltivata anche dai meno esperti, grazie alla sua notevole adattabilità.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

L’aloe arborescens fiorisce tipicamente nel periodo freddo, con un picco che va dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera (indicativamente tra dicembre e aprile).

Il momento esatto può variare leggermente a seconda del clima specifico, della zona geografica e dell’età della pianta. 

La fioritura è molto caratteristica: la pianta produce una o più infiorescenze (racemi) alte, simili a spighe, composte da numerosi fiori tubolari, solitamente di un colore rosso-arancio acceso.

Tossicità

GattiCani

La tossicità per cani e gatti di aloe arborescens è dovuta principalmente all’aloina e ad altri antrachinoni, sostanze che si trovano nel lattice (il succo giallo tra la corteccia della foglia e il gel interno).

L’ingestione di queste sostanze può causare disturbi gastrointestinali anche gravi, tra cui: vomito, diarrea, dolore o crampi addominali, letargia.

Va notato che i prodotti commerciali a base di aloe (sia vera sia arborescens) per uso veterinario o umano sono generalmente depurati dall’aloina per renderli sicuri per la somministrazione orale, poiché contengono solo il gel interno benefico. Il pericolo è, quindi, dato dall’ingestione della pianta o di preparazioni casalinghe non purificate.

Se si ha il sospetto che l’animale domestico abbia ingerito foglie di aloe arborescens o aloe vera, è fondamentale contattare immediatamente il veterinario.

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggineTubero

L’aloe arborescens si riproduce molto facilmente, principalmente attraverso due metodi di propagazione vegetativa (cioè partendo da una porzione della pianta stessa).

1. Divisione dei polloni

È il metodo più naturale e con il più alto tasso di successo. L’aloe arborescens, infatti, tende a produrre numerose nuove piantine, chiamate polloni, direttamente alla base della pianta madre.

Come procedere step by step

  1. Per prima cosa, aspettare che i polloni abbiano raggiunto una dimensione gestibile (almeno 5-10 cm di altezza) e abbiano sviluppato qualche radice propria
  2. Estrarre delicatamente la pianta madre dal vaso (o smuovere la terra alla base se è in piena terra). Con un coltello pulito e affilato, o semplicemente con le mani se vengono via facilmente, separare i polloni dalla pianta madre, cercando di conservare quante più radici possibili attaccate al pollone
  3. Lasciare asciugare i polloni all’aria in un luogo ombreggiato e asciutto per 2-3 giorni, in modo da far cicatrizzare la “ferita” del taglio ed evitare che marcisca una volta interrata
  4. Piantare i polloni in vasetti singoli utilizzando un terriccio molto drenante (ideale un mix per piante grasse con aggiunta di sabbia o perlite)
  5. Attendere qualche giorno prima di annaffiare leggermente, per dare alla pianta il tempo di assestarsi ed evitare marciumi radicali

2. Riproduzione per talea (di fusto o foglia)

È possibile riprodurre l’aloe arborescens anche tagliando una parte del fusto o, più raramente, una foglia intera. La talea di fusto (un ramo laterale) è generalmente più efficace.

Come procedere step by step

  1. Scegliere un ramo laterale sano e robusto, quindi tagliarlo alla base con un coltello affilato e disinfettato
  2. Lasciare la talea all’aria, in un luogo asciutto e al riparo dal sole diretto, per almeno una settimana (a volte anche 10-15 giorni, a seconda della dimensione del taglio). Il taglio deve apparire perfettamente asciutto e “calloso” (ciò impedisce alla talea di marcire a contatto con il terreno umido)
  3. Inserire la base della talea in un vaso con terriccio per piante grasse, ben drenante. Non interrarla troppo profondamente
  4. Non bagnare subito, ma attendere ancora qualche giorno (anche una settimana) prima di inumidire appena il terreno. La talea impiegherà diverse settimane, o anche mesi, per sviluppare nuove radici

Il periodo migliore per effettuare le riproduzioni è la primavera o l’inizio dell’estate, quando la pianta è in piena fase vegetativa e le temperature sono miti.

3. Riproduzione da seme

L’aloe arborescens si riproduce anche da seme, ma è un processo molto più lungo e meno comune a livello amatoriale rispetto alla divisione dei polloni o alla talea.

Semi

I semi di aloe arborescens sono tipicamente piatti o leggermente compressi, e angolari, spesso con una forma irregolare o a virgola.

Il colore predominante è il marrone scuro, o quasi nero a maturità, e tendono ad avere una superficie ruvida.

 

Informazioni e curiosità

Sebbene l’aloe vera goda di maggiore popolarità, l’Aloe arborescens è considerata farmacologicamente superiore. Le sue foglie sono molto più sottili e contengono meno gel, ma la concentrazione di principi attivi (come l’aloina e vari polisaccaridi) è stimata essere fino a tre volte superiore rispetto all’aloe vera. 

Coltivazione

VasoPiena Terra

L’aloe arborescens è una pianta molto versatile che si presta sia alla coltivazione in vaso che in piena terra, ma la scelta dipende in gran parte dal clima della propria regione.

Se si abita in un clima mite e caldo, si può coltivare senza problemi in piena terra, assicurandole un buon drenaggio.

In alternativa, scegliere un vaso largo e profondo, possibilmente in terracotta (che aiuta a traspirare l’umidità), riempito con un mix specifico per piante grasse o cactus, altamente drenante (solitamente una miscela di terriccio universale, sabbia di fiume e/o pomice/perlite).

 

Collocazione

InternoEsterno

L’aloe arborescens è una pianta da esterno relativamente resistente, ma non tollera il gelo continuo o le temperature che scendono stabilmente sotto i -4°C / -5°C (anche se è sempre meglio rimanere sopra lo zero).

Per cui, all’arrivo dell’inverno, si rende indispensabile spostare i vasi in una zona riparata o proteggerli adeguatamente.

Concimazione

L’aloe arborescens è una pianta che si è evoluta per crescere in terreni poveri; per questo motivo, un eccesso di concime può essere più dannoso della sua mancanza, portando a una crescita debole e allungata o bruciando le radici.

La pianta va nutrita solo quando è in fase di crescita attiva, idealmente dalla primavera (marzo/aprile) alla fine dell’estate (settembre). Una volta al mese (o ogni 4-6 settimane) è sufficiente, usando metà della dose di fertilizzante consigliata sulla confezione del produttore.

In autunno e inverno, quando entra in fase di riposo vegetativo, sospendere completamente le concimazioni. 

Se l’aloe ha una funzione puramente ornamentale, si può usare un concime liquido specifico per piante grasse o cactacee. Questi concimi hanno una composizione bilanciata per le succulente: sono poveri di azoto (che farebbe crescere la pianta troppo in fretta rendendola debole) e ricchi di potassio e fosforo, che irrobustiscono i tessuti e favoriscono la fioritura.

Se si intende usare per scopi terapeutici/alimentari, occorrerà invece optare per prodotti organici e naturali, come humus di lombrico (ottimo ammendante), macerato di ortica (diluito) e cenere di legna (in piccolissime quantità, apporta potassio).

Esposizione e luce

SoleMezz’ombraOmbraLuce indiretta

L’esposizione ideale per l’aloe arborescens è il pieno sole (minimo 6 ore di sole diretto al giorno). 

Se ben esposta, la pianta crescerà in modo più compatto e robusto, il fusto sarà più resistente, e le probabilità di fioritura (con i caratteristici fiori rossi) aumenteranno notevolmente.

Attenzione al cambiamento di esposizione per l’aloe coltivata in vaso: chi ha tenuto la pianta in casa durante l’inverno (dove riceveva luce filtrata), non deve esporla immediatamente al sole diretto.

Quando la si sposta all’esterno in primavera, metterla in una zona di mezz’ombra luminosa per 1-2 settimane. Solo dopo il periodo di acclimatamento, potrà essere spostata gradualmente in pieno sole: ciò previene le scottature solari sulle foglie, che appaiono come macchie biancastre o marroni permanenti.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Come tutte le succulente, aloe arborescens immagazzina riserve d’acqua nelle foglie, quindi tollera benissimo la siccità ma teme terribilmente i ristagni.

Per questo, va annaffiata solo quando il terriccio è completamente asciutto e secco, anche in profondità.

Ci si può orientare anche in base alla stagione:

  • Primavera ed estate (da aprile a settembre): annaffiare abbondantemente ma lasciando trascorrere del tempo tra un intervento e l’altro. Indicativamente, ogni 7-10 giorni in piena estate (se fa molto caldo), ogni 15 giorni in primavera.
  • Autunno e inverno (da ottobre a marzo): ridurre drasticamente l’acqua. Se, la pianta è stata ricoverata in casa, con il riscaldamento acceso, bagnare una volta al mese, giusto un bicchiere d’acqua per non far seccare troppo le radici. Se è all’esterno, o in serra fredda, sospendere quasi del tutto le annaffiature (l’umidità ambientale spesso basta)

Per annaffiare correttamente è bene tenere a mente alcuni consigli:

  1. Meglio dare molta acqua una volta sola (facendola uscire dai fori di scolo) che poca acqua spesso
  2. Versare l’acqua direttamente sul terreno, alla base della pianta. Se ristagna al centro della rosetta di foglie, può causare marciumi letali o malattie fungine
  3. Dopo aver annaffiato, aspettare 10-15 minuti poi svuotare il sottovaso

Per capire se è il momento o meno di annaffiare è utile osservare le foglie:

  • Foglie molli, scure alla base o che cadono: sono sintomo di troppa acqua. Smettere subito di annaffiare, controllare se il terreno emana un cattivo odore e, se necessario, rinvasare con terra asciutta
  • Foglie sottili, concave e punte secche: la pianta ha bisogno d’acqua. Annaffiando subito torneranno turgide in poche ore
  • Foglie rossastre: di solito si manifestano in caso di stress da troppo sole o freddo, ma a volte, se accompagnate da assottigliamento, indicano sete intensa in estate

Potatura

L’aloe arborescens non necessita di una potatura strutturale come gli alberi da frutto o le siepi, ma richiede una potatura di pulizia (o manutenzione) e, in certi casi, una potatura di contenimento per controllarne le dimensioni.

1. Potatura di manutenzione o pulizia

Consiste nel rimuovere foglie secche o danneggiate (quelle basali più vecchie tendono naturalmente a seccare e ad afflosciarsi, assumendo un colore marrone), foglie malate o marce e infiorescenze ormai secche.

Questa pulizia si esegue in qualsiasi momento dell’anno, quando necessario, usando delle forbici da potatura sterilizzate (pulite con alcol) per eseguire tagli netti e puliti, il più vicino possibile al tronco o alla base della rosetta.

2. Potatura di contenimento 

L’aloe arborescens tende ad essere arbustiva e molto ramificata. Se coltivata in vaso o in uno spazio limitato, potrebbe essere necessario ridimensionarla.

In questo senso, è possibile tagliare i rami o i fusti laterali più lunghi che rendono la pianta sgraziata o troppo estesa. Il taglio di un fusto può incoraggiare la pianta a ramificare ulteriormente (emettendo nuovi polloni o fusti laterali) subito sotto il punto del taglio, rendendola più folta.

Il momento migliore per i tagli più drastici è la primavera (all’inizio del periodo vegetativo), in modo che la pianta abbia tutta l’estate per guarire. Inoltre, i rami tagliati possono essere lasciati asciugare e usati come talee per ottenere nuove piante.

Se si coltiva l’aloe per i suoi benefici, la raccolta delle foglie è di fatto una forma di potatura: si prelevano solo le foglie più esterne e mature (di solito lunghe almeno 30-40 cm), che sono le più ricche di principi attivi, tagliandole vicino alla base del tronco.

Non togliere mai troppe foglie in una volta sola; la pianta ne ha bisogno per la fotosintesi.

Dopo ogni taglio, che sia per pulizia o per forma, lasciare asciugare la ferita all’aria per alcuni giorni.

Rinvaso e trapianto

Il periodo migliore per eseguire il rinvaso di aloe arborescens è la primavera (tra marzo e maggio), quando la pianta si risveglia dal riposo invernale.

Va eseguito ogni 2-3 anni circa, o quando si nota che le radici escono dai fori di scolo oppure la pianta è diventata troppo pesante e instabile per il vaso attuale.

Le spine dell’aloe arborescens sono uncinate e graffiano, per cui occorre usare guanti da giardinaggio resistenti prima di eseguire il rinvaso.

La procedura step by step

1. Preparazione

È importante non annaffiare la pianta per alcuni giorni prima del rinvaso poiché il pane di terra deve essere asciutto. Questo facilita l’estrazione e riduce il rischio di rompere le radici.

2. Estrazione

Estrarre delicatamente la pianta senza tirarla violentemente per le foglie per non spezzarle; cercare invece di afferrare la base del fusto.

3. Pulizia delle radici

Una volta estratta, scrollare via delicatamente la vecchia terra dalle radici. Se queste ultime sono nere, molli o secche, tagliarle con forbici sterilizzate. Le radici sane appaiono chiare e sode.

4. Posizionamento

  1. Mettere uno strato di 2-3 cm di argilla espansa sul fondo del nuovo vaso per garantire un buon drenaggio. Il nuovo contenitore dovrebbe essere di diametro leggermente superiore (3-5 cm in più). La terracotta è preferibile alla plastica perché traspira meglio
  2. Aggiungere un po’ del nuovo mix di terriccio (50% di terriccio per cactacee o universale e 50% di materiale inerte drenante come sabbia grossolana, lapillo vulcanico, pomice o perlite
  3. Inserire la pianta al centro del nuovo vaso facendo attenzione all’altezza: il colletto (il punto dove le radici incontrano il fusto) non deve essere interrato, ma rimanere al livello della superficie, altrimenti marcisce

6. Riempimento

Riempire gli spazi vuoti con il terriccio, premendo leggermente con le dita per stabilizzare la pianta ed eliminare le sacche d’aria.

7. Cure post-rinvaso

È fondamentale non annaffiare subito dopo il rinvaso perché le radici, che hanno subito micro-ferite durante l’operazione, potrebbero entrare in contatto con i batteri presenti nell’acqua.

Quindi, meglio aspettare 5-7 giorni prima di dare la prima annaffiatura, così che le radici abbiano il tempo di cicatrizzare all’asciutto. Nel frattempo, tenere la pianta in una zona luminosa ma non al sole diretto.

Ubicazione stagionale

L’aloe arborescens è una pianta di origine sudafricana, abituata al caldo e a climi miti. Di conseguenza, prospera con temperature elevate, comprese tra 20 e 30°C, con una tolleranza massima che arriva fino ai 38°C.

Tra i 5°C e gli 8°C la pianta rallenta la crescita ed entra in fase di riposo; allo zero termico i tessuti iniziano a subire danni, mentre sotto lo zero il danno è letale: l’acqua contenuta nelle foglie congela, causando danni permanenti e il marciume della pianta.

In Inverno, se si vive in una zona dove il termometro scende sotto i 5°C, bisogna assolutamente ricoverare la pianta in casa o in una serra fredda luminosa e asciutta.

In casa, evitare di posizionarla vicino a termosifoni accesi (che seccano l’aria) o esporla a correnti d’aria fredda. Mantenere una temperatura costante tra i 15°C e i 20°C è l’ideale per il periodo di riposo, ma l’aspetto fondamentale è ridurre al minimo le annaffiature con il freddo per prevenire i marciumi radicali.

Raccolta

La raccolta delle foglie di aloe arborescens per estrarre il gel (che in realtà è la polpa interna trasparente, distinta dalla linfa gialla tossica) richiede alcuni passaggi specifici e igienici.

Per prima cosa, bisogna assicurarsi che la pianta sia matura, generalmente di almeno 3-5 anni, poiché le foglie più vecchie contengono una maggiore concentrazione di gel e principi attivi.

Usando un coltello ben affilato e pulito, recidere con un taglio netto una foglia, il più vicino possibile al tronco, che si trovi in basso nella pianta (le foglie più esterne e mature) e che sia carnosa, sana e priva di danni o parti secche.

Ora pulire la foglia con un panno umido per rimuovere polvere e sporco, quindi metterla in posizione verticale (con la parte recisa verso il basso) in un contenitore o su carta assorbente e lasciar colare il liquido giallo che fuoriesce dal taglio per circa 15-30 minuti. Questo è il lattice che contiene l’aloina, la sostanza amara e tossica che non va utilizzata.

Dopo la colatura, lavare rapidamente e delicatamente l’estremità tagliata per rimuovere eventuali residui di lattice.

A questo punto si può eseguire l’estrazione del gel:

  1. Rimuovere le spine: con il coltello, tagliare via con cautela i bordi spinosi sui lati della foglia
  2. Sfilettatura: incidere la foglia nel senso della lunghezza e separare la scorza superiore (quella verde) dal gel sottostante
  3. Raschiare il gel: con l’aiuto di un coltello o un cucchiaio, raschiare e preleva con cura il gel trasparente (la polpa interna) dalla scorza inferiore rimasta
  4. Conservazione: mettere immediatamente il gel in un contenitore ermetico (possibilmente di vetro) e conservarlo in frigorifero, oppure utilizzarlo subito, poiché il gel di aloe tende a ossidarsi e perdere le sue proprietà se esposto all’aria

Malattia e cure

L’aloe arborescens è una pianta molto rustica, ma non è immune ai problemi, causati in gran parte da una cattiva coltivazione.

1. Marciume radicale e del colletto

Provocato da funghi (come il Pythium) che proliferano nel terreno fradicio, causa diversi sintomi:

  • La pianta smette di crescere
  • Le foglie alla base diventano molli, gialle o marroni e sembrano svuotate
  • Il fusto può diventare nero e molle al tatto vicino alla terra
  • Le radici marciscono                         

Cure

  1. Smettere subito di annaffiare
  2. Togliere la pianta dal vaso e rimuovere tutta la terra dalle radici
  3. Tagliare via con forbici sterilizzate tutte le radici nere o molli e le parti di fusto marce
  4. Cospargere le ferite con polvere fungicida 
  5. Lasciare asciugare la pianta all’aria per 3-7 giorni
  6. Rinvasare in terriccio nuovo e asciutto e non dare acqua per una settimana

2. Cocciniglia

La cocciniglia è il parassita più comune sull’aloe. Si nutre della linfa della pianta, indebolendola.

Quella cotonosa si manifesta con piccoli fiocchi bianchi simili a cotone o ovatta tra le foglie, specialmente nelle fessure dove la foglia si attacca al fusto. Nel caso della specie a scudetto, appaiono delle piccole placche marroni e rigide sulle foglie che si staccano grattando con l’unghia.

Le foglie diventano appiccicose (melata) e possono sviluppare una muffa nera (fumaggine).

Cure

  • Se l’infestazione è lieve, rimuovere gli insetti uno ad uno usando un cotton fioc imbevuto di alcool denaturato. L’alcool scioglie la loro protezione cerosa
  • Spruzzare la pianta con una soluzione di acqua e sapone di Marsiglia o sapone molle potassico (che soffoca i parassiti), poi risciacquare delicatamente
  • L’olio di Neem è un ottimo rimedio naturale preventivo e curativo

3. Afidi

Attaccano raramente le foglie dure dell’aloe, ma adorano i fiori che appassiscono e cadono. Si manifestano come piccoli insetti verdi, neri o gialli ammassati sui fusti dei fiori o sui nuovi germogli teneri. 

Spesso basta un getto d’acqua forte per lavarli via. In alternativa, usare macerato di ortica o prodotti a base di piretro naturale.

4. Ragnetto rosso

Compare quando l’ambiente è troppo secco e caldo. Le foglie perdono il loro colore verde brillante e diventano grigiastre o giallastre, con puntini minuscoli. 

Per contrastare questo parassita, aumentare l’umidità ambientale nebulizzando acqua sulla pianta; se l’infestazione è grave, usare un acaricida specifico.

5. Macchie sulle foglie

Macchie nere, marroni o circolari secche sulle foglie sono causate da funghi e batteri. Compaiono a causa dell’umidità eccessiva nell’aria o per via dell’acqua che ristagna sulle foglie.

Per prima cosa vanno rimosse le foglie più colpite, quindi si tratta la pianta con prodotti a base di rame (un ottimo fungicida e battericida preventivo) e infine la si sposta in un luogo più ventilato.

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