Piante annuali, biennali e perenni: conoscerle per sceglierle

Le piante annuali sono perfette per chi vuole risultati immediati, le biennali per gli intenditori, le perenni per chi ha tempo e non desidera cambiare.

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 30/09/2018 Aggiornato il 30/09/2018
nasturzio

La definizione di piante annuali, biennali o perenni definisce la durata del ciclo biologico della pianta. A volte, si legge che una pianta è “perenne trattata come pianta annuale”: significa che, nei nostri climi, non ha una resistenza al freddo tale da sopravvivere all’inverno oppure che il secondo ciclo di fioriture si presenta meno ricco e quindi si suggerisce di sostituirle.

Chi deve mettere a dimora le piante per il giardino deve scegliere in base ai risultati voluti e alle cure e al tempo che può dedicare alle piante. Per chi vuole un giardino pronto effetto, si suggeriscono le piante annuali, subito fiorite. Per chi ha più tempo e vuole qualcosa di speciale, ecco le biennali. Chi invece non vuole pensieri e, una volta messe a dimora le piantine, non vuole più spendere per cambiarle, meglio le perenni, che però richiedono più cure.

Un anno di splendore

Le piante annuali sono quelle che, anche se poste in condizioni ideali, non riescono a vivere per più di un anno e chiudono il loro ciclo vegetativo producendo seme e seccandosi subito dopo o all’arrivo del freddo.

Vantaggi: sono piante caratterizzate da una crescita molto veloce perché programmate geneticamente per sfruttare al meglio il periodo corrispondente alle condizioni favorevoli. Oggi spesso si acquistano già pronte al trapianto ma la semina, diretta o in semenzaio, dà sempre ottimi risultati. I tempi di attesa dalla germinazione alla fioritura sono brevi.

Esigenze: queste piante hanno bisogno di un terreno ricco di nutrienti e di sostanze organiche, ben drenato ma che non faccia defluire troppo velocemente l’acqua delle bagnature che devono essere regolari. Le fertilizzazioni vanno anch’esse apportate con regolarità per sostenerne la crescita e mantenere giovani i tessuti, ma non a pieno dosaggio.

Punti critici: soffrono molto le condizioni altalenanti: il ripetersi di stress termici e idrici porta gli esemplari ad anticipare la chiusura del ciclo vegetativo.

Perfette in questi climi: tagete, nasturzio, sanvitalia, zinnie e cosmee da piantare nella stessa aiuola per avere una fioritura prolungata (da marzo a ottobre) e scalare.

Due anni per fiorire

Le piante biennali hanno la caratteristica di fiorire il secondo anno di vita, ma di vegetare e crescere, formando un apparato radicale e talvolta anche fogliare perennante, già nel primo anno.

Vantaggi: le biennali piantate in autunno riescono a formare un apparato radicale robusto che consente alle piante di produrre cespi robusti e rigogliosi in primavera, per esempio le viole. In più sono piante che tendono a disseminarsi, per cui il costo inziale, in genere contenuto, è ammortizzato dal fatto che le piante si moltiplicano per seme da sole in giardino: basterà prelevare le piantine e trapiantarle dove si vuole.

Esigenze: hanno le stesse esigenze delle piante perenni. Richiedono solo bagnature regolari e una fertilizzazione organica al momento della mesa a dimora, utilizzando letame, compost o terricciato, da rinnovare a primavera.

Punti critici: le piante biennali hanno bisogno di passare un periodo di “freddo” prima di riprendere lo sviluppo e salire a fiore, ma il meccanismo può essere alterato da un andamento stagionale irregolare che favorisce la prefioritura. Questo fenomeno è molto evidente nei cavoli ornamentali che iniziano ad alzarsi e sviluppare l’asse centrale fino ad emettere degli scapi con piccoli fiorellini gialli prima di superare l’inverno.

Perfette in questi climi: digitale, viola cornuta e tutte le piante che si diffondono attivamente da seme come il papavero d’Islanda, Lunaria biennis, Myosotis. Fra le piante biennali alcune hanno la tendenza a perennare come la calendula, capace talvolta di formare dense colonie.

Quelle che restano

Si definiscono piante perenni quelle che sono in grado di sopravvivere, condizioni climatiche permettendo, almeno tre anni. Alcune hanno vita breve ma tendono a diffondersi come i lupini; altre diventano una presenza così persistente in giardino che, quando scompaiono, la loro assenza non passa inosservata al pari dell’abbattimento di un albero.

Vantaggi: il principale è economico. Le piante perenni sono tali se vivono almeno tre anni, per cui il costo iniziale di acquisto, seppur superiore a quello delle annuali, è ammortizzato nel tempo. Inoltre le perenni diventano un elemento permanente del giardino se tagliate alla base alla fine della stagione vegetativa e se sfoltite con una spuntatura primaverile (per esempio i crisantemi).

Esigenze: sono piante erroneamente considerate a manutenzione zero, in realtà richiedono bagnature regolari e nutrimento con l’apporto di terricciati di letame maturo o compost. Poi andrebbero pacciamate, diserbate, e sostenute, se necessario, con apporto di nutrienti specifici. Tutti questi accorgimenti ne migliorano non solo la resa, ma anche la longevità.

Punti critici: i cespi delle perenni tendono a invecchiare e ad aprirsi al centro, perciò devono essere rinnovati e ringiovaniti con la divisione ogni 3 anni circa, in base allo sviluppo vegetativo.  

Perfette in questi climi: echinacee e rudbeckie, dianthus e nepeta, ibischi erbacei.

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