Seminare i piselli e non solo

In autunno, nei climi più miti, dove non si scende sotto lo zero, si possono seminare diverse leguminose tra cui piselli e fave, ideali per il consumo fresco ma anche da conservare. In più fanno bene al terreno: lo arricchiscono e ne migliorano la consistenza.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 06/10/2013 Aggiornato il 06/10/2013
piselli

Il pisello, Pisum sativum, originario dei paesi indiani, è coltivato per il consumo fresco, per la surgelazione e per la produzione di granella secca. È una pianta annuale che può variare di lunghezza, da pochi centimetri fino a 3 metri (piselli nani, seminani e rampicanti). Essendo una pianta microterma soffre il calore e la siccità ed è per questo motivo che viene seminato in autunno. Teme i ristagni di umidità che rendono il terreno freddo e asfittico.

Il terreno

Le piante di piselli devono essere seminate su un terreno ben preparato (con anticipo di almeno 15 giorni) e sciolto (per tessitura e struttura), caldo, ben aerato, con moderato contenuto di calce e pH compreso tra 6,5 e 7,5. Prima di procedere alla semina nell’orto è importante dare il giusto orientamento alle file che devono essere orientate direzione Est-Ovest per favorire la massima insolazione delle colture. Per facilitare la germinazione mettere a bagno i semi per un paio di giorni prima della semina.

Come seminare i piselli

Preparare il terreno con una vangatura che raggiunga almeno i 30 cm di profondità

1. Preparare il terreno per la semina dei piselli con una vangatura che raggiunga almeno i 30 cm di profondità.

 
Disporre i semi dei piselli nei solchetti

2. Disporre i semi dei piselli nei solchetti, alla profondità di 5 cm circa, alla distanza di 3-5 cm tra di loro.

 
ricoprire i semi di pisello con un leggero strato di terriccio

3. Poi ricoprire i semi di pisello con un leggero strato di terriccio, pressare leggermente la terra e irrigare abbondantemente.

 
 

E dopo?

I piselli impiegano circa 4 mesi per giungere a maturazione, per questo motivo si consiglia di seminare in modo scalare per avere a disposizione buona parte dell’anno.

Le cure e la raccolta

Dopo la semina, il terreno deve essere curato. In particolare è importante mantenere il suolo pulito dalle erbe infestanti con un diserbo manuale. I piselli non amano la siccità e per ottenere una buona produzione occorre innaffiare abbondantemente. La raccolta si effettua man mano che la maturazione prosegue, quando i semi sono ancora freschi (per minestre e contorni) o maturi (secchi) per ottenere un prodotto da conservazione. In questo caso una volta che i semi si sono induriti, occorre estirpare le piante e appenderle in un posto ventilato. Una volta secche, scuoterle in modo da far uscire i piselli.

Anche le fave

Oltre ai piselli, in autunno si possono mettere a dimora anche le fave, piante annuali di crescita rapida, molto vigorosa (fino a 1 m) che necessitano di un valido sostegno. Le fave devono essere seminate in gruppetti di 3 – 4 semi, a distanza di 40 – 50 cm tra le file e 30 – 20 cm sulla fila. La profondità di semina varia con le dimensioni dei semi. In genere ogni seme va interrato ad una profondità pari o il doppio della sua altezza. Le esigenze di cura e la raccolta sono come quelle dei piselli.

Leguminose preziose

Le leguminose sono tra gli ortaggi più preziosi da due punti di vista: a livello nutrizionale per noi che li mangiamo e per il terreno.

Ricchi di proteine

Le leguminose più conosciute, fagioli, ceci, lenticchie, fave, semi di soia, piselli, oltre contenere acqua sono tra gli alimenti più ricchi di proteine vegetali e pertanto utilizzati moltissimo dalle persone che hanno scelto di non alimentarsi con la carne. Le leguminose contengono in media tra il 20 e il 25% di proteine, carboidrati, fibre, vitamine e sali minerali. Sono inoltre povere di grassi e non contengono colesterolo. Sono fonti di vitamine e sali minerali come acido folico, potassio, ferro, magnesio, tiamina (vit. B1), zinco e fosforo.

Nutrono il terreno

Quando le leguminose sono a fine ciclo, non bisogna estirpare le radici, ma solo tagliare le piante al piede e procedere alla vangatura del terreno. Questa pratica, consentita solo per le leguminose e mai per le altre colture, consente di migliorare la costituzione del terreno. Le leguminose a livello delle radici sono provviste di noduli dove avviene l’organicazione dell’azoto grazie ai batteri che qui si insediano: residuando nel suolo, rilasciano lentamente l’azoto e incrementare la naturale fertilità del terreno.

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