Nell’orto: i lavori indispensabili adesso

La stagione estiva delle grandi soddisfazioni nell’orto è arrivata ma il lavoro richiesto non è poco. Così vi proponiamo di focalizzare l’attenzione su alcune operazioni in particolare, importanti per mantenere la produttività e la buona salute degli ortaggi fino all’inizio dell’autunno.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 31/07/2014 Aggiornato il 31/07/2014
Nell’orto: i lavori indispensabili adesso

1. Irrigare con razionalità

L’acqua è il primo motore di crescita degli ortaggi: lo capiamo osservando come in terreni poveri ma irrigati si possono ricavare raccolti dignitosi ma in terreni ricchi seccagni si fatica a portare a compimento il ciclo produttivo di quasi tutte le specie. Gli ortaggi richiedono un terreno fresco, mantenuto leggermente umido ma non certo intriso. Per garantire le migliori condizioni dovremmo irrigare in modo regolare tutti i giorni, o due volte al giorno, senza far mai asciugare del tutto il terreno. In caso di assenza prolungata non cadiamo nell’errore di voler recuperare il tempo perduto con un’annaffiatura molto abbondante al nostro rientro. I danni che possiamo causare (rottura delle bacche di pomodoro) sono maggiori dei benefici. All’opposto possiamo compiere un’annaffiatura abbondante se già sappiamo che saremo impossibilitati a intervenire per un paio di giorni.

Le carenze idriche e gli apporti incostanti possono causare:

  • perdita di produzione,
  • scadimento qualitativo dei prodotti,
  • senescenza precoce della pianta,
  • salita a seme anticipata,
  • indebolimento generale con maggiori possibilità d’insorgenza di problemi sanitari.

2. Lotta alle malerbe

Le malerbe crescono sempre, nei mesi invernali e in estate. Fino a quando restano di dimensioni contenute la loro competizione con gli ortaggi è limitata, ma spesso sono dotate di una crescita esplosiva e basta abbassare la guardia per una sola settimana che “l’erba” ha invaso l’orto. Nei mesi estivi combattiamo le malerbe con la zappa agendo in modo superficiale nell’interfila o vicino al piede della pianta per non danneggiare l’apparato radicale, in questo modo otterremo più di un vantaggio:

  • eliminazione delle infestanti,
  • arieggiamento del terreno,
  • rottura della crosta superficiale con riduzione di perdita d’acqua per risalita capillare dagli strati più profondi,
  • migliore penetrazione dell’acqua nella fascia esplorata dalle radici,
  • possibilità di interrare concimi granulari distribuiti in copertura,
  • movimentazione di terreno disponibile per rincalzare al piede le piante in forte accrescimento.

3. Il rincalzo

È una pratica tradizionale che trova nei risultati produttivi piena giustificazione. Ridare terra al piede delle piante, specie per i pomodori, combatte il dilavamento costante delle bagnature che può portare alla scopertura del colletto e delle prime radici, protegge l’apparato radicale dal caldo a volte eccessivo che si registra nel terreno nudo, migliora la stabilità delle piante. In particolare si deve ridare terra alle patate per migliorarne la produzione e si devono ricoprire le cipolle così che continuino a ingrossare e non si “scottino”, indurendo gli strati esterni.

4. Fertilizzazioni in copertura

La fertilizzazione di “fondo”, effettuata contestualmente alle lavorazioni profonde del terreno, specie per gli ortaggi esigenti o per terreni posti a coltura da diversi anni, può essere integrata con la distribuzione di prodotti in copertura, direttamente sul terreno o interrati con una leggera sarchiatura superficiale. È importante rispettare con attenzione i dosaggi indicati dal produttore per unità di superficie. In caso di eccessi si possono ottenere due effetti indesiderati: un accumulo di nitrati potenzialmente dannoso per la salute negli ortaggi a foglia verde e una spinta vegetativa a discapito della produzione di frutti. Questi accumuli sono più difficili durante l’estate per l’elevato metabolismo dei tessuti vegetali che, sospinti da una buona idratazione e da una forte radiazione solare, sono vere e proprie fabbriche di sostanza organica e impiegano senza difficoltà tutto l’azoto disponibile. Un forte apporto di azoto spinge la pianta a produrre nuovi tessuti contrastando la maturazione dei frutti già presenti e forma strutture poco resistenti, povere in elementi strutturali, che con maggiore facilità si piegano sotto il peso delle bacche. Consideriamo sempre anche l’aspetto economico legato allo spreco quando si forniscono sovradosaggi e la messa in circolo, nelle acque di ruscellamento, di elementi che devono essere considerati al pari di inquinanti.

5. Verifica dei tutori e delle legature

La crescita continua delle piante che aumentano la superficie fogliare, il peso dei frutti e la possibilità di eventi atmosferici improvvisi e violenti rendono necessario ricontrollare la stabilità dei tutori che provvederemo ad infiggere maggiormente nel terreno impiegando un martello di gomma o di legno e una tavoletta per non rovinarne la “testa”. Le legature devono accompagnare la formazione e lo sviluppo di nuove branche, ma anche quelle effettuate ad inizio coltivazione devono essere controllate perché, se troppo strette, potrebbero causare strozzamenti del fusto, rendendo più facile la rottura. Nel caso si provvede ad allentarle e riposizionarle.

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