Le cure estive ai pomodori

I pomodori sono i grandi protagonisti dell’orto familiare estivo e, se ben curati, sono in grado di fornire una produzione abbondante e prolungata. La maturazione scalare consente di consumarne per diversi mesi riuscendo a creare anche riserve per l’inverno. Adesso le piantine messe a dimora con la tecnica del trapianto sono già ben sviluppate. Ecco le cure necessarie per mantenere elevata la produzione.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 08/06/2015 Aggiornato il 08/06/2015
piante pomodori estate

Il pomodoro ha due esigenze fondamentali: tanto sole e acqua regolare.

La pianta deve essere posta in piena luce e anche un’ombreggiatura parziale riduce la produzione in quantità e qualità. Le deve essere riservata la parte meglio esposta dell’orto, al di fuori dell’ombra di alberi da frutto e lontano da siepi. Posta contro un muro gode del riverbero del sole e questo stratagemma può essere d’aiuto in montagna ed in collina dove l’irraggiamento solare non è così forte e prolungato come in pianura. Il pomodoro richiede di essere irrigato con regolarità. Una carenza idrica prolungata porta all’avvizzimento e al disseccamento delle parti verdi più giovani della pianta che sono quelle su cui si formano i fiori ed i frutti. Una carenza idrica leggera porta ad una minore produzione. Per ottenere i migliori risultati si deve poter irrigare i pomodori tutti i giorni, o al massimo ogni due giorni. Nelle regioni dove la mancanza d’acqua nel periodo estivo è abituale la coltivazione del pomodoro deve essere limitata ad un numero di piante contenuto così da poter intervenire in modo adeguato almeno su queste. La quantità d’acqua distribuita non deve mai essere eccessiva, specie se preceduta da giorni di carenza, perché può causare la rottura dei frutti che si gonfiano troppo rapidamente. Meglio irrigare con parsimonia, bagnando il terreno, senza inzupparlo, ogni giorno. L’acqua non deve essere mai distribuita a pioggia, ma sul terreno col metodo dell’infiltrazione laterale, della conca o, per i più attrezzati, con la manichetta forata. Bagnare foglie, fiori e frutti può favorire la proliferazione di malattie di malattie fungine. Il sistema della conca consiste nel formare intorno alla pianta un piccolo avvallamento di circa 60 cm di diametro dove far scorrere l’acqua così che percolando nel terreno interessi solo l’area interessata dall’apparato radicale. È indicata per gli orti familiari con scarsa disponibilità d’acqua, per le superfici messe a coltura senza rete idrica dove esiste solo un accumulo in vasche o serbatoi, e sui declivi per evitare lo scorrimento. La richiesta d’acqua della pianta aumenta quando inizia la fase d’ingrossamento delle bacche.

Più radici, più frutti

L’apparato radicale delle piante di pomodoro per sostenere la produzione di un’abbondante massa vegetale e frutti ricchissimi d’acqua deve poter assorbire dal terreno, in un lasso di tempo molto breve, molta acqua e molti nutrienti. Per favorire lo sviluppo dell’apparato radicale si deve ricorrere all’assolcatura. Fra una fila e l’altra o intorno alle singole piante si esegue un solco addossando al fusto la terra ricavata. Quest’operazione consente anche un controllo indiretto delle erbe infestanti che competono con il pomodoro per acqua e nutrienti nelle prime fasi di sviluppo. Deve essere ripetuta a intervalli regolari, una volta il mese senza mai insistere nello scavo troppo in prossimità della pianta e senza affondarsi troppo per evitare il rischio d’intaccare le radici stesse del pomodoro.

I tutori devono essere robusti

Una pianta di pomodoro in pieno sviluppo raggiunge già un peso considerevole e se si aggiunge la forza esercitata dal vento o dalla pioggia la maggior parte dei sostegni impiegati si rivela inadatta. I sostegni che vanno posti a fianco della pianticella messa a dimora in pieno campo fin dalle prime fasi devono essere dimensionati per il carico finale a fine stagione anche se esiste inizialmente una netta sproporzione. I più diffusi sono le canne di bambù, leggere e molto durevoli. Devono essere infissi nel terreno per almeno trenta centimetri o più, se il terreno è molto sciolto o l’esposizione ventosa.

L’importanza delle legature

Le legature devono accompagnare la pianta nel suo sviluppo fino al termine della stagione iniziando quando la pianticella è ancora piccola (30-40 cm). Iniziare le legature in ritardo è un errore perché i rischi di rottura accidentale e per avverse condizioni atmosferiche sono maggiori fino a quando la pianticella è libera. Sospenderle quando la pianta inizia a fruttificare è un errore perché le piante non cimate si sviluppano ancora ed il loro peso è proprio adesso che aumenta di molto. Gli ultimi palchi della pianta, spesso non legati, sono proprio quelli più soggetti a rottura nella seconda parte dell’estate quando eventi temporaleschi aggravano ancora di più una situazione già problematica. Le legature devono tenere fermo il fusto al tutore lasciando un minimo di possibilità di movimento. In questo modo è la pianta stessa ad adattarsi al sostegno e non si “strangola” crescendo. Il materiale migliore è un filo di plastica leggermente estensibile, ma possono essere impiegati anche altri legacci di recupero.

La cimatura non serve

I pomodori si dividono in due grandi categorie: varietà determinate, che sviluppano solo un certo numero di palchi fiorali, e varietà indeterminate, che continuano a crescere fino a quando le condizioni lo consentono. Le seconde sono le più usate negli orti familiari. La pratica di cimare le piante accorcia il loro ciclo vegetativo e si pratica nelle coltivazioni da industria, protette o di pieno campo, dopo lo sviluppo di un certo numero di palchi fiorali, per ottenere bacche mature in tempi più ristretti. Negli orti familiari la maggior produzione si ha nella seconda metà dell’estate e la cimatura contrasta con l’intenzione di prolungare al massimo il ciclo vegetativo e la disponibilità di prodotto per la mensa.

Per avere bacche di grandi dimensioni

Uno dei difetti più comuni alla produzione di pomodori degli orti familiari sono le ridotte dimensioni dei frutti. Il numero dei pomodori prodotti e le dimensioni sono inversamente correlati, più numerose sono i frutti e più piccole saranno le dimensioni. Per ovviare a questo problema si può procedere alla “sfeminellatura”, tecnicamente chiamata scacchiatura. Si eliminano i germogli ascellari perché formerebbero nuovi fusti tanto da rendere la massa vegetativa eccessiva. Le bacche formate su questi fusti laterali si riconoscono perché sono di piccole dimensioni, per la nutrizione insufficiente, e tardano a maturare.

Nutrire le piante per avere più frutti

La produzione degli orti familiari declina in modo preoccupante nella seconda metà dell’estate e questo non è da imputare soltanto all’accorciarsi delle giornate e alla senescenza delle piante, ma anche alla nutrizione non più adeguata delle piante. Il pomodoro è una coltura caratterizzata da grandi asporti di nutrienti del terreno che non possono essere reintegrati con il solo intervento di fine o inizio stagione. Per avere produzioni elevate è consigliabile distribuire concime anche durante il ciclo vegetativo. Quello granulare a lenta cessione abbina praticità e sicurezza evitando sovradosaggi. Le concimazioni devono proseguire fino alla fine del mese d’agosto.

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