Continuare la produzione fino a settembre

È il momento giusto per programmare le coltivazioni degli ortaggi autunnali e per prolungare il più possibile quelle attuali.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 30/08/2014 Aggiornato il 30/08/2014
Continuare la produzione fino a settembre

Tutte le piante orticole hanno un ciclo vegetativo che può essere più o meno lungo a seconda delle varietà, che può allungarsi o abbreviarsi in base all’epoca di semina, delle condizioni climatiche e nutrizionali. Una mancanza diffusa più di quanto si creda negli orti familiari è l’assenza di un’adeguata strategia per prolungare la produzione nel mese di settembre: strategia che non può essere improvvisata ma parte già dalla fine di agosto.

Per prolungare i raccolti a settembre

Per poter raccogliere ancora a settembre sono necessarie alcune pratiche agronomiche molto semplici: lotta alle malerbe, irrigazione razionale e continua, raccolta del prodotto appena raggiunge la maturazione sono le più banali. In più è necessaria una concimazione di copertura che ha una sua importanza e precisa ragione di essere: sostenere la produzione. I concimi granulari a cessione più o meno ritardata che spargiamo sul terreno, o interriamo con una leggera erpicatura, sono i prodotti più indicati, evitano la fatica di dover sciogliere un fertilizzante liquido in un contenitore per poi distribuirlo. Seguiamo sempre con attenzione le raccomandazioni dei produttori espresse in grammi per metro quadrato di superficie da trattare e, se proprio dobbiamo personalizzare gli apporti, cerchiamo di restare al di sotto dei quantitativi indicati e mai al di sopra. Un eccesso di concimi, in particolar modo quelli ricchi in azoto, può avere anche delle controindicazioni, primo fra tutti un indesiderato accumulo di nitrati negli ortaggi da foglia.

In seconda coltivazione

Una stagione di raccolti non deve distrarci dalla necessità di pulire dai residui vegetali le aiuole non più produttive, lavorarle e rimetterle a coltura per non assistere a fine estate ad un vero e proprio crollo nelle produzione dell’orto. A partire dalla seconda metà di agosto con rinnovato slancio dedichiamoci a semine e trapianti di ortaggi poco esigenti in fatto di caldo capaci di crescere fino all’arrivo del gelo, come bietole, spinaci, ravanelli, rucola, valerianella.

Proteggere dal sole 

Per le giovani colture appena trapiantate il sole dell’estate può essere eccessivo e le pianticelle non protette assumono spesso nelle ore centrali della giornata un’aria prostrata per riprendersi in serata e/o al momento dell’irrigazione. Le semine possono non avere esito positivo se non si proteggono dal sole eccessivo perché molti ortaggi da foglia faticano a germinare al di sopra dei 20°C.

I sistemi di protezione consistono nell’ombreggiamento più o meno forte realizzabile con materiali e costi molto diversi:

  • stuoie di arelle stese su piccole spalliere temporanee realizzate con righelli di legno da porre ad un’altezza di circa 50 cm, ideali per ombreggiare colture che già hanno superato la prima fase di crescita o per le piantine di trapianto, sono facilmente rimovibili, durano più anni se correttamente conservate,
  • cassette di legno capovolte tenute sollevate dal terreno 30 cm con l’aiuto di picchetti infissi nel terreno, usate soprattutto per difendere le semine a spaglio su piccole superfici,
  • reti ombreggianti scure da tendere su strutture fisse in metallo, possono essere rimosse lasciando al loro posto le reti antigrandine che proteggono, ma non privano di luce, impiegate per le colture di pregio.

L’attacco degli animali

Nel periodo estivo aumentano i rischi di attacco da parte degli animali che frequentano il giardino. Le talpe sono attirate dal terreno mantenuto fresco e umido dalle irrigazioni, ricco di insetti e lombrichi, un perfetto terreno di caccia. I roditori sono attirati dalla verdura fresca quando altrove tendono ad esaurirsi le fonti alimentari fresche. Le lumache trovano rifugio nel terreno e fra i cespi perché umidi e prossimi alle fonti di cibo. In alcuni parti del nostro paese, in aumento nell’ultimo decennio, le cavallette rappresentano un potenziale flagello capace di distruggere al proprio passaggio buona parte dei tessuti verdi e teneri dei vegetali in crescita. Contro questi nemici le difese non sempre sono efficaci e spesso hanno più l’effetto di un rimedio tardivo. Per le talpe s’impiegano esche repellenti, per i topi le trappole (i veleni sono sconsigliati perché potrebbero avvelenare gatti, cani e uccelli predatori), per le lumache la raccolta manuale è il metodo più economico efficace come i rimedi chimici, per le cavallette non esiste rimedio tempestivo.

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