Come coltivare i peperoni in vaso e nell’orto

A fronte di poche cure mirate, come una corretta annaffiatura e l'esposizione in pieno sole, si possono ottenere raccolti abbondanti e saporiti, anche in balcone.

Redazione digital
A cura di Redazione digital
Pubblicato il 09/08/2024Aggiornato il 08/08/2025
Come coltivare i peperoni in vaso e nell’orto

La pianta del peperone, Capsicum annuum, raggiunge un’altezza che varia dai 45 ai 90 cm, secondo la varietà e le condizioni di coltivazione.

È annuale, ma capace di vegetare anche un secondo anno se riparata dal freddo, divenendo progressivamente più legnosa a partire dal basso. I rami, infatti, nel normale ciclo annuale restano verdi e di consistenza erbacea mentre la base del fusto, avanzando la maturazione dei frutti, perde il colore verde e lignifica.

Così mediterraneo per colore, sapore e tradizione gastronomica, in realtà il peperone è originario dell’America del Sud. Portato da Cristoforo Colombo nel Vecchio Mondo alla fine del XV secolo, conosce in breve tempo il favore del pubblico, una fortuna che da quel momento non si è mai interrotta, complice anche la sua facilità di coltivazione.

La coltivazione in vaso

Per chi non disponesse di un orto domestico in giardino, può optare per la coltivazione della pianta del peperone in contenitore, tenendo presente che l’esposizione del terrazzo o del balcone giocherà un ruolo fondamentale.

I peperoni, infatti, amano il sole: è quindi necessario scegliere un punto in cui possano riceverne i raggi per molte ore consecutive, come un’esposizione a est o a ovest oppure a sud-est o a sud-ovest. Serviranno poi vasi abbastanza grandi, di circa 30 cm di diametro, predisponendo uno strato di argilla espansa sul fondo e riempiendoli con terriccio arricchito con compost maturo.

Le principali cure da dedicare ai peperoni in vaso sono legate all’irrigazione, visto che la scarsità di terriccio disponibile non consente alle radici di resistere a lungo senza acqua: bisognerà quindi annaffiare regolarmente con acqua a temperatura ambiente, evitando però i ristagni idrici.

Per evitare che le piante si spezzino sotto il peso dei frutti, conviene piantare nel vaso un bastone che funga da tutore e che sostenga il fusto della pianta.

La coltivazione nell’orto

Come già precisato nel caso della coltivazione in vaso, ai peperoni serve un terreno ben esposto e caldo poiché crescono bene in climi miti, tipicamente mediterranei: sole e riparo del vento, uniti ad un terreno ricco di humus, garantiscono produzione di frutti grandi, numerosi e di sapore pieno.

Il peperone, anche nell’orto, richiede un suolo fresco ma non intriso d’acqua; proprio per questo motivo, in zone piovose, si coltiva in aiuole sopraelevate dotate di profonde fossette di drenaggio per migliorare lo sgrondo.

La pianta preferisce annaffiature contenute e costanti, rispetto a forti bagnature distanziate nel tempo, e si bagna la sera al piede con acqua non fredda.

Questi ortaggi si coltivano, secondo gli studi di fitosociologia, vicino a peperoncini, cavoli e prezzemolo. Il sesto d’impianto può essere quadrato con 50 cm di distanza tra le file e sulla fila. In caso di varietà espanse si possono sfalsare le file, o aumentare la distanza fra queste, di 70 cm.

Come seminare e potare la pianta del peperone

La coltivazione dei peperoni può cominciare con la semina, a partire da marzo, in un ambiente protetto, che preservi le piantine dalle basse temperature.

Si procede mettendo due semi per ogni contenitore, sistemando poi il semenzaio in un ambiente che assicuri una temperatura idealmente compresa tra i 21°C e i 27°C.

Bisogna poi annaffiare il terreno e avere cura di mantenerlo umido fino alla germinazione, che in condizioni ottimali avviene dopo circa due settimane. Le annaffiature dovranno comunque proseguire con moderazione fino a quando le piantine non avranno raggiunto un’altezza di circa 6-7 cm; a questo punto si dovrà procedere a diradarle, tenendo solo quelle più robuste, e mettendole poi a dimora in primavera inoltrata, quando si è sicuri che le temperature non scendano sotto i 15°C nemmeno di notte.

Una volta che le pianta avranno attecchito e saranno cresciute, per ottenere un buon raccolto bisognerà potarle in maniera corretta, eliminando alcuni frutti per fare in modo che la pianta concentri le proprie energie su quelli rimanenti.

Infatti, la pianta del peperone aumenta di volume in maniera esponenziale, biforcandosi e suddividendo ancora ogni biforcazione in due parti: la potatura dovrebbe eliminare sempre una delle due biforcazioni, in modo da ottenere meno frutti, ma di dimensioni maggiori.

Quando effettuare il raccolto

Il periodo ideale per raccogliere i peperoni è quello estivo: nei mesi di giugno, luglio, agosto e fino a fine settembre, quando si presentano pienamente colorati, sodi, con buccia di colore brillante e capace di riflettere la luce e il sole, tesa e senza raggrinzimenti che indichino un inizio di disidratazione.

I frutti del peperone si raccolgono appena questi sono maturi, o anticipando i tempi, perché i frutti immaturi completano il loro ciclo anche spiccati dalla pianta. Possono essere divisi per colore – gialli, rossi, arancione, violetti, verdi – senza contare tutte le possibili combinazioni: quando sono acerbi sono tutti verdi e, solo a maturazione, virando progressivamente e spesso non in modo uniforme su tutta la superficie, manifestano il loro vero colore.

coltivare peperoni

Per dare il meglio di sé il peperone deve essere consumato in breve tempo: non si conserva all’interno di sacchetti di plastica o contenitori ermetici perché questi trattengono l’umidità, favorendo fenomeni di condensa e marcescenza.

Nel caso di consumo ritardato è meglio raccogliere i peperoni in anticipo, quando il colore è pieno su tre quarti della superficie, lasciando completare la maturazione in un cesto posto in un luogo fresco, luminoso e ben aerato.

In ogni caso, al sopraggiungere dei primi freddi bisogna raccogliere tutti i peperoni presenti sulla pianta.

Per spiccare il frutto dalla pianta utilizzare sempre un coltello affilato, o forbici da giardinaggio, tagliando il peduncolo del frutto a metà, senza strappare.

I nemici da cui difendersi

Il peperone appartiene, come il pomodoro, alla famiglia delle Solanaceae. È una pianta molto produttiva, capace di asportare notevoli quantità di nutrienti dal terreno, soggetta a virosi, malattie fungine e parassitosi comuni.

Per questa ragione, è bene non ripetere la coltivazione dei peperoni sullo stesso appezzamento per più anni consecutivi, né farla precedere e seguire da altre solanacee.

I problemi più comuni riscontrabili nella pianta sono:

  • la tracheomicosi, che colpisce le piante causandone il disseccamento improvviso, a volte anche di una sola branca. Non esiste cura, bisogna solo scartare la pianta di peperone infetta.
  • il marciume apicale dei frutti quando si avvicinano alla maturazione. In questo caso, se il problema è già in corso, occorre anticipare il momento del raccolto spiccando i frutti una volta raggiunto il colore tipico su tre quarti della superficie. Dato che, però, il marciume apicale non è una malattia, ma una fisiopatia causata da una carenza di calcio nella pianta, spesso dovuta a irrigazioni irregolari che impediscono il corretto assorbimento del minerale, la vera soluzione è preventiva: garantire irrigazioni costanti ed equilibrate e, se necessario, usare un concime ricco di calcio.
  • il punteruolo del peperone, ossia un piccolo insetto volante di colore scuro che attacca tutte le parti della pianta: quest’ultima perde colore, le foglie e i frutti si accartocciano deformandosi. Le bacche colpite devono essere scartate perché non più idonee al consumo.
Come valuti questo articolo?
12345
Valutazione: 5 / 5, basato su 1 voti.
Avvicina il cursore alla stella corrispondente al punteggio che vuoi attribuire; quando le vedrai tutte evidenziate, clicca!
A Cose di Casa interessa la tua opinione!
Scrivi una mail a info@cosedicasa.com per dirci quali argomenti ti interessano di più o compila il form!