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Con l’arrivo dell’estate quasi tutte le orchidee hanno terminato la fioritura e si apprestano a trascorrere un periodo di stasi vegetativa fino a fine settembre-primi di ottobre. In questa fase è importante mantenere a riposo soprattutto le strutture radicali e non far sviluppare eccessivamente quelle fogliari, ciononostante in estate le piante non devono essere trascurate.
Ubicazione a seconda della specie
All’interno o all’esterno, tutte le orchidee adesso devono poter godere di un ambiente semiombreggiato, indispensabile per garantire le condizioni di riposo vegetativo.
Una luminosità troppo intensa – necessaria in periodo autunno-invernale per favorire una regolare fioritura – in questa fase estiva si rivela invece molto dannosa per le orchidee, che potrebbero subire danni da eccessiva temperatura, come decolorazioni e scottature fogliari, e non essere indotte in autunno a formare organi fiorali di numero e dimensioni regolari.
Cymbidium e Phalaenopsis
Le specie più adattabili e meno esigenti, ovvero le orchidee Cymbidium e Phalaenopsis, possono essere collocate all’aperto durante i mesi estivi, indicativamente quando le temperature minime notturne si siano stabilizzate attorno ai 14-16 °C, quindi a partire da fine maggio nel Nord Italia.
La posizione deve essere in mezz’ombra, possibilmente sotto la chioma di alberi spoglianti, come querce, faggio, acero, betulla, platano. Non vanno mai collocate sotto fronde di conifere (abeti, pini, cedri, larici) in quanto la resina, che regolarmente cade da tali piante, può facilmente danneggiarne il fogliame.
Se spostate su un balcone o un terrazzo, per difenderle dal caldo e dall’insolazione è consigliabile scegliere esposizioni sempre ombreggiate oppure predisporre strutture che possano riparare le piante dai raggi del sole come reti, graticci, tendoni, pali con fronde di rami.
Cattleya, Dendrobium e Wanda
Le altre tipologie di orchidee più comuni e diffuse – Cattleya, Dendrobium e Wanda – preferiscono l’ambiente casalingo. Si possono tuttavia spostare all’esterno, purché in uno spazio protetto, come una serra, al riparo da temporali ed eccessivi innalzamenti termici.
Annaffiatura
Le annaffiature vanno molto ridotte quando inizia la stasi vegetativa delle orchidee. In estate è dunque consigliabile ridurre di circa un terzo o anche la metà per certe specie; ecco spiegata la non necessità di tenerle all’aperto, esposte a temporali, spesso intensi e frequenti.
Gli eccessi idrici possono causare marciumi delle porzioni radicali (radici e pseudobulbi) e favorire la formazione di malattie fungine fogliari.
Sia per quelle tenute all’aperto, sia soprattutto per quelle conservate in appartamento, sono consigliate nebulizzazioni fogliari con moderazione.
Come farle rifiorire
Le orchidee in estate chiedono solamente una o due concimazioni, da effettuare con fertilizzanti liquidi specifici per orchidee e ricchi in azoto, fosforo e ferro, nei momenti meno caldi della stagione; da ottobre a marzo vanno concimate ogni 10-15 giorni, nel periodo che precede la fioritura.
Solo piante particolarmente indebolite (foglie ingiallite o decolorate e poco spesse) per eccessiva produzione di fiori (frequente è il caso del Cymbidium) possono ricevere dosi aggiuntive di fertilizzante: è quindi importante riconoscere la vera carenza nutritiva e non confonderne i sintomi con una malattia fungina o l’eccesso idrico.
Quando rinvasare
Ogni quattro-cinque anni, nel periodo di riposo, le orchidee divenute troppo grandi per il proprio contenitore devono essere rinvasate: in questa occasione si può anche procedere alla moltiplicazione, mediante divisione della pianta madre.