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Amarillidi, clivie e gloriose sono classiche piante fiorite da appartamento. Considerate per un lungo periodo come piante vecchie, oggi hanno ripreso un posto importante, senza però rivivere una nuova stagione “alla moda”, per le loro principali qualità: caparbia resistenza e fioriture spettacolari. Distruggerle è, infatti, piuttosto complicato, e le fioriture in questa stagione hanno pochi rivali. Si acquistano adesso fiorite nei garden e ci garantiranno fioriture per più anni consecutivi.
Clivia miniata
Clivia si presenta come una stretta rosetta di 10 – 15 foglie che si dipartono dal centro del vaso. La base della rosetta dà origine a un ingrossamento che sembra un bulbo. Le radici sono spesse e carnose. Le foglie sono portate erette, lanceolate, di colore verde cupo, coriacee e lucenti; raggiungono i 60 cm di lunghezza e si presentano opposte una all’altra, dando alla pianta la classica forma a ventaglio. L’apice rappresenta il punto debole delle foglie e se la pianta è stata posta in zona di passaggio o è soggetta all’azione del vento possono crepare, troncarsi e seccare. Le foglie si puliscono con un panno appena umido.
Cure per la clivia
Luce: pianta tipica delle foreste, resiste bene per qualche mese anche con poca luce. In generale preferisce luce abbondante, chiara e filtrata, meglio se diffusa. Mal sopporta l’azione diretta dei raggi solari e se posta contro una vetrata riporterà ustioni sulle foglie a contatto con il vetro.
Irrigazione: dovranno essere abbondanti e frequenti (a giorni alterni) in estate per mantenere umido il terriccio pur senza creare ristagni. Saranno, invece, quasi assenti per le piante mantenute al freddo durante il periodo invernale (una volta al mese) così da favorire il riposo vegetativo che è necessario per ottenere una buona fioritura. Impiegare sempre acqua non fredda.
Temperatura: quella ideale per un vigoroso sviluppo e una splendida fioritura si aggira intorno ai 21°C. Durante l’inverno la clivia riesce a sopravvivere sulle scale di purché la temperatura non scenda sotto ai 7°C, ma già a 10°C si entra in zona critica. La fascia di benessere durante l’inverno si pone intorno ai 16°C.
Terriccio: deve essere ben drenato e fertile, mescolato con pietrisco. Come base s’impiega un terriccio fibroso (50%), sabbia o pietrisco (25%) e concime decomposto (25%) sostituibile con terriccio di foglie addizionato con un poco di farina d’ossa e carbone di legna. Sostituire ogni due anni la parte più superficiale con terriccio nuovo.
Concime: la fioritura è aiutata dalla somministrazione di fertilizzanti liquidi formulati per piante da fiore. Aggiungere all’acqua una volta ogni 15 giorni secondo i dosaggi indicati dal produttore a partire da quando lo stelo fiorifero ha raggiunto la metà della sua altezza totale.
Amaryllis
Il genere Hippeastrum, originario del Sud America, conta un gran numero di ibridi dai fiori colorati o screziati in bianco, rosa, rosso, talora anche in azzurro e verde. Piante bulbose, sono vendute come fiore reciso, come bulbo, o come piante fiorite.
Le foglie iniziano a svilupparsi al termine della fioritura e non sono visibili al momento dell’acquisto di piante fiorite. Sono di un verde brillante e di consistenza un poco coriacea, quasi succulenta. I bocci fiorali sono grandi, fermi, privi di zone brune e compatti. Lo stelo è bene eretto, di un color verde scuro e porta da tre a sei fiori che si aprono in successione garantendo una fioritura molto prolungata.
Cure per l’amaryllis
Luce: le piante fiorite non devono essere poste al sole diretto perché i fiori risulteranno con colori sbiaditi e avranno vita più breve, ma sempre in posizione luminosa. Terminata la fioritura spostare in piena luce per favorire uno sviluppo completo del fogliame in crescita.
Irrigazione: annaffiare ogni tre giorni, riducendo l’intervallo a due giorni quando la temperatura è elevata o la pianta è piena in fioritura, senza eccedere. Rimuovere sempre dal sottovaso un eventuale ristagno d’acqua. Durante il riposo non bagnare i bulbi.
Temperatura: nella fase di riposo dei bulbi, sono richiesti 10°C. La crescita migliore si ottiene fra i 16 ed i 24°C, ma i fiori sono più durevoli alle temperature più basse. A temperature inferiori, i bulbi stentano a crescere, mentre i fiori diventano scuri; se la temperatura è eccessiva, le piante, fiori compresi, si afflosciano.
Terriccio: deve essere fertile e grasso, poiché dalla concimazione dipende la vigoria della gemma che fornirà il fiore il prossimo anno. È necessario che il terreno sia sempre ben drenato ed è consigliato aggiungere un poco di sabbia al terriccio. Nei vasi profondi dove il terriccio rischia di restare bagnato a lungo disporre sul fondo un drenaggio di ghiaia grossolana di almeno 3 cm.
Concime: impiegare un concime specifico per piante fiorite una volta ogni sette giorni dall’inizio della fioritura fino all’ingiallimento della parte aerea.
Gloriosa
Le gloriose, i gigli africani, sono piante rampicanti e tuberose, perenni e delicate, adatte in primis ad essere coltivate in serra calda anche se sono proposte come piante fiorite da interni. Rifioriranno il prossimo anno all’inizio dell’estate. Le foglie sono portate da fusti rampicanti, sottili, molto lunghi, capaci di crescere anche due metri ogni anno, sono di forma oblungo-lanceolata.
Cure per la gloriosa
Luce: le piante amano la luce e devono essere poste in un locale molto luminoso evitando però il sole diretto del mezzogiorno nei mesi più caldi. Temono le correnti d’aria e la vicinanza a fonti di calore, anche se umidificate.
Irrigazione: si bagna con generosità quando la pianta entra nel pieno rigoglio, e si annaffia tutti i giorni durante la fioritura. Per assicurare un’umidità elevata porre la pianta su un largo sottovaso con uno strato di ghiaia o di sassi colorati di tre cm sempre coperto da un velo d’acqua.
Temperatura: non deve scendere mai sotto i 20°C nella fase di fioritura.
Terriccio: utilizzare substrato per piante da fiore. Nella parte più bassa del vaso (fino ad un quarto dell’altezza) mescolare terriccio e sabbia in ragione di due parti a uno per evitare ristagni idrici.
Concime: distribuire ogni settimana nell’acqua un fertilizzante per piante da fiore.