Se l’erba non cresce, ecco le alternative

Se il tappeto erboso non si sviluppa in modo uniforme o soddisfacente, è inutile insistere. Meglio valutare altre possibilità, come piantare una specie vegetale diversa, più adatta alle condizioni esistenti. Ma anche i materiali inorganici, come le pavimentazioni in legno, pietra o gomma.

Roberta Tosi
A cura di Roberta Tosi
Pubblicato il 07/08/2021 Aggiornato il 07/08/2021
Se l’erba non cresce, ecco le alternative

Un tappeto erboso perfetto non richiede solo irrigazione quotidiana e sfalcio periodico. È necessario riseminare, fornire del fertilizzante, togliere il feltro e molto altro. Insomma, il cosiddetto “prato inglese”, verde uniforme, è tale perché può godere di piogge estive regolari e di temperature massime contenute che caratterizzano, per l’appunto, il clima inglese. Per chi non può garantire cure costanti al prato, oppure per chi prova a farlo crescere ma non riesce, esistono delle valide alternative. Scelte diverse, da valutare in base alle condizioni e all’uso che si farà dello spazio e all’obiettivo che si intende ottenere.

Perché l’erba non cresce 

Prima di affrontare soluzione drastiche, bisogna capire perché il prato non cresce. Occorre quindi considerare alcuni fattori.

Luce

Il prato non cresce se l’esposizione non è sufficiente e non risulta uniforme, se ci sono alberi e arbusti che fanno ombra. Se poi si tratta di conifere, occorre sapere che gli aghi caduti rendono del tutto inospitale il suolo (acidificano il terreno) e impediscono la crescita di specie prative come graminacee, dichondra, macroterme e microterme.

Tipologia del suolo

La natura di alcuni terreni rende difficile la crescita delle delicate radici dell’erba. Per esempio, se il suolo è argilloso, essendo poco drenante, tende ad affogarle. Il terreno troppo sciolto perde subito l’acqua d’irrigazione, costringendo a bagnare spesso. Se il terreno è sassoso, l’erba farà fatica a radicare e apparirà stentata.

Arredi e calpestio

Chi ha posato arredi mobili (tavoli, sedie e lettini), deve sapere che rovinano il prato: oltre a bucare il terreno dove si appoggiano con le gambe sottili, creano ombra impedendo la corretta crescita dell’erba. Anche il frequente calpestio, per esempio nella zona barbecue o in quella dei giochi, impedisce la crescita uniforme dell’erba.

Le soluzioni con specie alternative

Le piante tappezzanti

Per sostituire un prato di erba, si possono mettere a dimora alcune piante “tappezzanti”, che hanno la capacità di crescere e svilupparsi lateralmente, andando a ricoprire ampie zone di terreno, proprio come se fossero un tappeto. Il loro portamento è di tipo strisciante, per questo sono anche dette “coprisuolo. Si tratta di piante perenni che richiedono pochissima manutenzione, infatti non vanno tagliate né potate. Esistono diversi tipi di specie tappezzanti in commercio, reperibili con facilità nei garden center, adatte alle varie esposizioni ed esigenze.

Per zone esposte al sole, la scelta più semplice ed efficace è il Sedum, nelle sue numerose varietà, tra cui S. album e S. acre. Si tratta di piante succulente molto rustiche e resistenti, che richiedono davvero pochissime cure. Una valida alternativa è Phlox subulata, una perenne sempreverde molto rustica, che forma cuscini folti di foglioline verde brillante in primavera-estate, coperti di fiorellini a forma di stella, color fucsia o porpora. 

Ideale per le zone d’ombra del giardino è il mughetto giapponese, Ophiopogon japonicus, nella varietà nana. È una perenne sempreverde che forma fitti ciuffi di foglie allungate, di colore verde scuro.

Se si vuole godere di un tappeto di essenze profumate, invece, la soluzione migliore è avvalersi di specie aromatiche a portamento strisciante, come il rosmarino prostrato, con le sue foglioline aghiformi verde scuro, che in primavera si ricopre di fiorellini viola.

Con le specie tappezzanti sempreverdi si può creare un tappeto verde calpestabile, che non sarà necessario rasare, come Soleirolia soleirolii (nota anche come Helxine), ottima per creare tappeti verdi in zone esposte al sole, dove forma un cuscino morbido sul quale camminare.

Mix di sementi speciali

Il mercato oggi propone miscele di sementi per prato adatte a differenti esigenze e contesti ambientali, messe in vendita con nomi come: prato mediterraneo, prato rustico, prato resistente al calpestio. Sono adatte quando l’erba cresce con difficoltà, non se è impossibilitata. Per esempio, se il prato riceve solo 2-3 ore di sole al giorno, è adatto il mix “Prato all’ombra”.

Senza sfalcio

Per avere un tappeto erboso che non necessiti di sfalci frequenti si possono scegliere delle essenze nane, con sviluppo orizzontale, che si mantengano al di sotto dei 15-20 cm di altezza. Si tratta di tappeti erbosi a base di trifoglio nano o Dichondra. L’aspetto estetico è diverso da quello di un prato tradizionale, ma comunque gradevole. Da non dimenticare che nella fase di semina e germinazione, le accortezze sono le stesse del classico prato.

Un prato di fiori, solo vantaggi

Il miscuglio “prati fioriti” è formato da un mix di semi che, oltre alle graminacee macroterme o microterme, tipiche dei tappeti erbosi tradizionali, contiene anche  piante erbacee dalle fioriture vistose.  I vantaggi sono molteplici: la bellezza di avere un tappeto erboso punteggiato di colore grazie all’abbondanza di fiori, l’aiuto agli insetti impollinatori e il mantenimento della biodiversità, perché consente alle specie eliminate dall’agricoltura intensiva di permanere nel territorio, grazie alla loro presenza nei giardini. In più, i prati fioriti richiedono minore manutenzione rispetto al prato classico. In particolare per quel che riguarda lo sfalcio, che deve essere eseguito solo quattro volte all’anno con raccolta del materiale di risulta.

Per avere una buona fioritura l’anno successivo, a settembre occorre mandare a seme i fiori, farli seccare per poi sfalciare a 8-10 cm dal suolo. Anche l’irrigazione, a parte il periodo compreso tra la semina e la germinazione, è ridotta e deve essere effettuata solo in caso di lunghi periodi siccitosi.

Il prato fiorito si mantiene per 2-3 anni, poi occorre effettuare una trasemina per rinnovarlo.

Pavimentazioni e altri materiali

Il prato sintetico

Se l’unico problema del prato di erba vera è la manutenzione, si può prendere in considerazione di posare un prato artificiale. Non sarà piacevole al tatto, le camminate a piedi nudi sul prato saranno meno rilassanti, ma nell’insieme si tratta di una scelta pratica, dal discreto impatto estetico che richiede solo una minima pulizia saltuaria. Oggi esistono molte tipologie di materiali, con prezzi variabili in base alla qualità del prodotto: colore, finezza, altezza e foltezza degli steli.

Superfici in gomma

Ideale per creare una zona giochi dedicata ai bambini, la superficie in gomma antitrauma è un materiale durevole e colorato, molto facile da pulire. Disponibile in soluzioni componibili o modulari, si può adattare, nel tempo, a nuove esigenze.

Pietre o listelli di legno

Una pavimentazione da appoggio, cioè solo posata sul suolo, è una buona soluzione per fare respirare il terreno e sostituire il prato. Si può ottenere con lastre di pietra, da appoggiare direttamente sul prato, distanziate tra loro 5-10 cm, per permettere all’acqua di penetrare nel terreno e defluire senza ristagni. Lo spazio tra una pietra e l’altra può essere lasciato a prato, o riempito con piccole fioriture come Saponaria, Sempervivum, Sedum acre e sassifraghe. Si può anche optare per una struttura di legno a listelli, posati su travetti sempre in legno. Si ottiene così una pavimentazione gradevole alla vista, che non si surriscalda, sopraelevata dal terreno sottostante. Più facile usare quadrotti in legno formati da listelli con piedini, da posare direttamente sul prato.

Pacciamature diverse

Effetti cromatici interessanti, che danno colore al giardino, si possono ottenere anche con la pacciamatura. Questo termine indica l’utilizzo di materiali organici e inorganici che vengono distribuiti sul terreno per ottenere diversi vantaggi: limitare la formazione delle erbe  infestanti, rallentare l’evapotraspirazione del terreno favorendo il risparmio idrico, durare nel tempo e richiedere una manutenzione ridotta (è sufficiente un rastrello per tenerli in ordine).

Tra i materiali che oggi il mercato propone e che meglio rispondono alle esigenze, ci sono:

materiali organici: cippato, paglia, corteccia, gusci di nocciole;

materiali inorganici: ciottoli, ghiaietto e sabbie in pietra, lapillo vulcanico e, più recente, ghiaia di vetro. Attenzione al riverbero però, devono essere intervallati con aree a verde. Le dimensioni sono estremamente variabili: 15-20 mm e più per i ciottoli, 5-8 mm per il ghiaietto, 3-2 mm per le sabbie.

Ghiaia e ghiaietto, i più duraturi

Ciottoli, sassolini e sabbie in pietra, lapillo vulcanico e ghiaia di vetro sono materiali multisensoriali: oltre a creare un piacevole effetto ottico, coinvolgono altri sensi, come il tatto e l’udito, quando vengono calpestati, producendo un piacevole scricchiolio. Il colore dipende dal tipo di pietra utilizzato, generalmente marmo, porfido o granito, dal quale dipende anche il costo del materiale finito. Si va dal bianco Carrara o Botticino, al rosso di Verona, dal verde Alpi al giallo Mori e Siena, dall’azzurro Bardiglio fino al nero ebano. La forma dei ciottoli può essere rotonda, ovoidale od ovale ma piatta, le superfici sono tutte più o meno levigate, a seconda del materiale. 

Se si utilizza il lapillo vulcanico come materiale di base, si otterranno ciottoli di forma irregolare e di colore tra il rosso scuro e il rosa.

La ghiaia di vetro è un nuovo materiale proposto per il giardino che, a una prima osservazione, può apparire inadatto o addirittura pericoloso. In realtà, la lavorazione di riciclaggio a cui è sottoposto il vetro produce pezzi di vetro opachi, infrangibili e non taglienti, che possono tranquillamente essere usati nel giardino sotto forma di ghiaia o sassi.

La posa di questi materiali è semplice: il terreno deve essere ben zappato o vangato, poi va effettuata una rullatura. Si stende quindi un telo di tessuto non tessuto per evitare che il pietrisco penetri nel terreno e, infine, si stende uno strato di almeno 4-5 cm del materiale scelto.

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