Riportare in casa le piante

Entro metà di ottobre, soprattutto nelle regioni del Nord Italia, è necessario riportare in casa le piante d’appartamento, quasi tutte di origine tropicale, che hanno trascorso l’estate in terrazzo, balcone, in cortile o in giardino. Prima però occorre un controllo generale.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 15/10/2014 Aggiornato il 15/10/2014
Riportare in casa le piante

Quando si riportano in appartamento le piante in vaso che a giugno erano state spostate all’aperto, è necessario eseguire un’accurata pulizia e ispezione sanitaria. Occorre pulire le foglie con acqua non calcarea e asciugarle con un panno di cotone. Poi con una cesoia affilata eliminare le parti secche. Nel frattempo bisogna controllare che non vi siano parassiti (cocciniglie e acari) o funghi; se presenti, fare un primo trattamento con un prodotto adatto. Infine è sempre utile una buona fertilizzazione.

La posizione giusta

Una volta in casa, le piante da interni devono essere collocate nel luogo dove resteranno fino alla prossima estate. Deve essere una posizione in cui ricevano luce per qualche ora al giorno, lontano da correnti d’aria e dai caloriferi.

Nebulizzazioni

Nel periodo in cui si accende il riscaldamento, l’aria in casa secca sensibilmente e, in genere, le piante ne soffrono molto. Per ovviare a tale mancanza d’umidità è indispensabile nebulizzare ogni giorno, con un vaporizzatore, un po’ d’acqua possibilmente non calcarea, bagnando le foglie (evitando le piante dal fogliame tomentoso e quelle fiorite), preferibilmente al mattino, così che durante il giorno l’umido si asciughi grazie alla circolazione dell’aria (che evita la formazione di muffe o micosi).

Rinvasare

In alcuni casi è necessario anche il rinvaso. Per verificarlo basta osservare vaso e pianta: se il terriccio appare polveroso, il vaso è molto leggero e l’acqua di irrigazione non viene assorbita ma esce immediatamente dal foro di drenaggio significa che è esausto, privo di elementi nutritivi e deve essere cambiato. In questo caso è possibile utilizzare lo stesso vaso, sostituendo completamente il terriccio. Se invece, sollevando il vaso, si notano le radici fuoriuscire dal foro di scolo allora è il momento di scegliere un contenitore più grande del precedente di circa 3 – 4 cm, non di più, per evitare una crescita eccessiva dell’apparato radicale a scapito della parte aerea.

Le piante che possono restare all’aperto

Alcune piante tropicali ornamentali in genere coltivate in appartamento, come per esempio Ficus elastica, Sanseviera, Aspidistra, Aucuba, possono essere lasciate all’aperto solo se si ha l’accortezza di proteggerle in caso di inverni molto rigidi. Bisogna spostarle in una zona riparata (se in vaso) e, in ogni caso, avvolgere la parte aerea con un telo di tessuto non tessuto e il vaso con carta da giornale, paglia oppure polistirolo.

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