Piante perenni: dividere i cespi in autunno

È il momento buono per i trasferimenti e per le divisioni dei cespi che devono avvenire circa un mese e mezzo prima della data nella quale, con un andamento climatico normale, è atteso l’arrivo del gelo. L'operazione consente di ringiovanire piante vecchie e di dare nuovo vigore a cespi sofferenti. Oltre a moltiplicare gli esemplari preferiti per avere la garanzia di non perderli.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 21/10/2021Aggiornato il 04/09/2024
pulire cespi

L’autunno è il tempo giusto per ripensare il giardino alla luce di quanto è stato osservato in primavera e in estate. Ci sono piante che nel corso dell’anno hanno assunto un aspetto così miserando da darle come perdute, alcuni cespi si sono sviluppati meglio di altri in funzione della loro posizione con luce, terreno e distanza dagli irrigatori diversa, altre piante si sono diffuse da seme nel giardino e hanno bisogno di essere ricollocate o di essere rinforzate creando spazio.

È il momento buono per i trasferimenti e per le divisioni dei cespi che devono avvenire circa un mese e mezzo prima della data nella quale, con un andamento climatico normale, è atteso l’arrivo del gelo. A inizio ottobre per la montagna alpina, a metà ottobre per gli Appennini, alla fine del mese per collina e pianura.

Si può acquistare quello che manca in giardino, approfittando del fatto che alcune piante a fine stagione sono messe in vendita in via promozionale perché per i vivai conservarle fino al prossimo anno significa soltanto una spesa in termini di lavoro impiegato per il taglio, lo spostamento e le irrigazioni. Si possono trovare vasi ancora rigogliosi di erbacee perenni che possono già essere divisi prima di collocarli in giardino rendendo ancora più conveniente l’acquisto.

Più di una ragione per farlo

 La divisione di una pianta vigorosa, sia in vaso sia in piena terra, consente di disporre di più unità da mettere a dimora in giardino, ma non solo. Questa operazione ha un preciso significato agronomico: dividere i cespi significa ringiovanirli, sfruttare la loro capacità di moltiplicarsi con maggiore vigore, produrre vegetazione ricca e fioriture copiose. Tutti sanno che le iris se non sono divise, quando le aiuole diventano troppo affollate di rizomi, fioriscono assai meno, a volte non lo fanno nemmeno e nel tempo diradano. Lo stesso vale per molte piante erbacee presenti in giardino che dopo alcuni anni al massimo splendore iniziano a retrocedere un passo alla volta.

Spiace a tutti vedere quello che era l’orgoglio del proprio giardino perdere di importanza e, spesso, più che ricorrere alla divisione ci si ostina a irrigare, fertilizzare, sarchiare, pacciamare, senza riscontrare i risultati attesi.

I segnali che dicono se è il momento giusto

Nel caso si fosse dubbiosi se dividere o meno un cespo, basta osservarlo con attenzione. Si deve dividere se:

  • il cespo si è diradato nella parte centrale,
  • sono comparse delle malerbe al suo interno,
  • non ha raggiunto nell’anno le dimensioni attese,
  • i fiori sono in numero minore e di dimensione ridotta,
  • le foglie sono piccole, con una lamina meno estesa.

Riscontrati questi segnali non si può attendere oltre e si deve agire.

Che cosa si divide e che cosa non si divide?

Il primo criterio è semplice: si dividono le piante erbacee, rizomatose e bulbose, ma non le piante a base legnosa, gli arbusti per intenderci, nemmeno quelli di dimensioni ridotte come iberis, calluna, erica, gaultheria.

Alcune specie, in genere per gli apparati radicali fragili, non gradiscono la divisione: papaveri ornamentali, euforbie, anemoni giapponesi, aquilegie, asclepias e gipsophyla.

Non si opera su piante in fioritura a meno di non esservi costretti. In quest’ultimo caso, bisogna eliminare gli steli fioriferi perché la produzione del seme è per la pianta la funzione dominante, quella che assorbe la maggior parte delle energie sottraendole a tutti i processi di riparazione dei tessuti e formazione di nuova vegetazione che accompagnano inevitabilmente la divisione.

Per quanto si cerchi di essere attenti, la divisione è quasi sempre un evento traumatico che crea ferite che la pianta dovrà rimarginare. Avrà bisogno di tempo, e per questo non si esegue a ridosso dell’inverno, e di condizioni favorevoli, come clima ancora mite e precipitazioni, ma mai troppo abbondanti, così che il terreno asciughi fra una e l’altra.

Il cespo vigoroso e quello malandato

Dividere un cespo vigoroso, in genere dopo un tempo di tre-cinque anni, può essere considerata una buona pratica di propagazione e mantenimento di uno stato di salute ottimale.

Dividere un cespo affaticato e vecchio è una tecnica per ringiovanirlo e dargli nuova vitalità. Richiede maggiore attenzione perché non si tratterà solo di una semplice separazione in più parti, ma dovrà essere preceduta dall’eliminazione delle parti esaurite o irrecuperabili che non sempre sono localizzate solo all’esterno. Un buon sistema, dopo averla estratta, è quello di aprire la zolla a libro, con un taglio dalla periferia verso il centro, per operare con facilità in tutti i punti. Non si abbia il timore di eliminare la parte compromessa anche se rilevante, è meglio partire con un cespo ridotto ma vitale e in salute.

In pratica: come si fa

A fine stagione, è stata acquistata una graminacea in vaso, una Imperata cylindrica, densa e con una buona vegetazione, che può essere divisa in almeno due cespi per inserirla in modo simmetrico in un’aiuola dove porterà colore in autunno.

La preparazione del terreno e delle buche che ospiteranno le porzioni del cespo devono sempre precedere la divisione perché è importante ridurre i tempi di esposizione all’aria delle radici così che non si disidratino.

taglio-della-vegatazione

La prima operazione sarà il taglio della vegetazione a un’altezza di circa 15 centimetri. Senza fretta, pochi culmi alla volta, con forbici affilate, pulite e disinfettate, si taglia tutta la massa vegetale. L’operazione che apparentemente sembra uno spreco precede di poco quella che dovrebbe essere la potatura corta e quindi non rappresenta un problema.

estrarre-pianta-dal-vasoLa seconda è l’estrazione della zolla del vaso, tenendo inclinato il contenitore, facendo pressione sul fondo, evitando se possibile di fare trazione sulla vegetazione. Se dai fori di fondo fuoriescono delle radici bisogna districarle oppure tagliarle.

divisione-cespo

La terza fase è quella della divisione vera e propria che in questo caso è bene eseguire non tagliando la zolla con un coltello come molti fanno, ma, per minimizzare i danni, usando due forchette da giardinaggio che andranno infilate al centro e progressivamente divaricate cercando di separare il ricco apparato radicale con i minori danni possibili. L’importante è non avere fretta e applicare una forza progressiva.

pulire-cespiLa quarta fase consiste nella pulizia della zolla da ogni porzione danneggiata e debole, eliminando quelle parti che sembrano non possedere la vitalità necessaria a riprendere un rapido sviluppo.

  • Quindi si provvede a bagnare la zolla per evitare che asciughi e le radici perdano il loro potere di assorbimento. Le graminacee hanno zolle serrate che non sempre è facile bagnare a fondo e quindi si può scegliere di immergerle in un secchio d’acqua.
  • Infine, si mettono le zolle nelle buche preparate in precedenza o in vaso, comprimendo bene il terriccio e avendo l’attenzione di porre il colletto a livello del terreno.
  • Una buona pacciamatura è sempre gradita perché presto arriverà il freddo e perché impedirà alle malerbe di insediarsi subito nel terreno libero lavorato di fresco. Mai concimare perché dopo il taglio, se le temperature restano miti ancora a lungo, stimola la ripresa vegetativa della parte aerea mentre è importante che la pianta si assesti estendendo gli apparati radicali.

Il buon esito della divisione in autunno è legato anche alle precipitazioni. In mancanza di piogge, al primo segno di ripresa bisogna bagnare con moderazione, ma se le piogge creano condizioni asfittiche e di ristagno, possibili in terreni di natura argillosa, con drenaggio scarso, o si teme che queste possano crearsi è bene inserire sul fondo della buca un buon drenaggio e aggiungere sabbia o altri inerti al terriccio di completamento della buca.

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