Piantare ad aprile camelia, rododendro e azalea

Camelia, rododendro e azalea sono arbusti che regalano fioriture impareggiabili ma devono essere messi a dimora in un terreno acido e gradiscono la mezz’ombra. Adesso è il momento giusto per farlo.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 21/04/2015 Aggiornato il 21/04/2015
Piantare ad aprile camelia, rododendro e azalea

Aprile rappresenta il mese ideale per piantare le acidofile a singoli cespugli oppure a gruppi per creare macchie di colore in giardino oppure in vaso. Camelia, rododendro e azalea, le più conosciute e apprezzate piante acidofile, per vegetare in maniera ottimale devono essere messe a dimora in un substrato con pH inferiore a 6,5 (cioè acido) perché non tollerano il calcare. In presenza di questo elemento, infatti, le piante fioriscono in maniera stentata e nel tempo deperiscono. Oltre il calcare, anche la siccità, le gelate primaverili, i venti freddi e le eccessive insolazioni possono arrecare danni alle piante. La maggior parte delle piante acidofile predilige posizioni semi ombreggiate, perché non ama il sole diretto nelle ore più calde della giornata; l’ideale è sotto alberi che garantiscono la mezz’ombra. Le piante vanno annaffiate con regolarità, aumentando gli apporti idrici in estate e diminuendoli in inverno.

Camelia

Il genere Camellia forma arbusti che possono raggiungere i 2-3 metri di altezza nell’arco di alcuni anni. Nonostante i fiori dall’aspetto delicato, la pianta è robusta e di facile coltivazione. Ha foglie ovali, appuntite, di colore verde scuro, lucide e coriacee, leggermente arcuate. I fiori sono grandi, a coppa, semplici o doppi (nella specie Sasanqua), solo doppi (specie Japonica), di colore bianco rosa, rosso, o striati e fioriscono da dicembre ad aprile a seconda della specie.

Rododendro

Rhododendron è un arbusto molto rustico che raggiunge dimensioni diverse a seconda della specie: da un minimo di 50 cm a un massimo di 8-10 m. Sul mercato esistono specie a fioritura invernale, primaverile, estiva e autunnale. Questo genere viene coltivato soprattutto per i fiori, sempre vistosamente colorati e a volte molto profumati. Può essere utilizzato, a seconda delle specie e delle varietà, in tanti modi: le varietà alpine nane nel giardino roccioso, quelle più grandi nelle zona d’ombra del giardino in piena terra oppure anche in vaso. Alla fine della fioritura, soprattutto nei rododendri sempreverdi, per evitare stress e dispendio inutile di energia è importante togliere regolarmente i fiori sfioriti.

Azalea

A. japonica è un arbusto sempreverde adatto alla coltivazione in vaso o in piena terra, dove può raggiungere l’altezza massima di 150 cm. Ha una fioritura spettacolare: da aprile a fine maggio, i fiori coprono quasi tutta la chioma rivestendola di colori molto intensi, dal rosa al viola o rosso. Le piante possono essere leggermente potate dopo la fioritura solo per accorciare i rami troppo lunghi. Può essere coltivata come esemplare singolo o in gruppo.

Metterle a dimora

Al momento della messa a dimora, scavare una buca per pianta della profondità di circa 50 cm. Se il terreno è calcareo, per evitare infiltrazioni di acqua alcalina, isolare le pareti con fogli di plastica. Collocare le piante nella buca e colmare lo spazio rimanente con terriccio di erica o per piante acidofile mescolato a torba.

Come curarle

Ogni due o tre giorni annaffiare abbondantemente le piante appena trapiantate con acqua non calcarea; l’ideale sarebbe raccogliere e usare l’acqua piovana. Soprattutto quando le piante sono giovani, occorre eliminare le infestanti con una leggera zappettatura. In ogni caso, per limitarne lo sviluppo, occorre una pacciamatura di torba o corteccia di aghifoglie. In alternativa si possono mettere a dimora piantine tappezzanti, che gradiscono suolo acido e penombra: erica, gaultheria procumbens, Pachysandra terminalis ‘Green Carpet’.

Prezzi:

  • Azalea in vaso da 22 cm di diametro costa 22 euro;
  • Rododendro e camelia in vaso da 22 cm costano 30 euro.

Il gruppo delle acidofile: quali caratteristiche 

Si definiscono acidofile (amanti dell’acidità) tutte le piante che per vegetare al meglio hanno la necessità di essere coltivate su terreni acidi, ovvero su terreni che hanno un pH inferiore a 6,5. Le principali specie acidofile coltivate sono camelia, azalea, rododendro, ortensia, erica, gardenia, kalmia, pieris e skimmia e in genere tutte le piante carnivore. Le piante acidofile se coltivate su terreni alcalini, o basici, con pH superiore a 6,5 (la maggior parte delle piante richiede un pH compreso tra 5,5 e 6,5) rischiano di ammalarsi o crescere in modo stentato.

L’acidità del terreno

Per misurare il pH del terreno occorre procurarsi un misuratore del pH comunemente reperibile presso vivai e garden center oppure si può utilizzare una cartina tornasole. Inserire un po’ di terriccio in acqua distillata e poi immergere la cartina al tornasole per controllarne il pH. La cartina assume tonalità di colori differenti a seconda del valore del pH. I terreni acidi si riconoscono anche visivamente perché sono scuri e ricchi di sostanza organica.

Acqua non calcarea

Indispensabile è l’irrigazione che deve essere eseguita utilizzando acqua non calcarea, cioè con basso contenuto di calcare che abbassa l’acidità del substrato e, a lungo andare, può portare al lento deperimento della pianta. Se possibile utilizzare acqua piovana, oppure acqua fatta decantare per alcune ore prima di utilizzarla. Esistono rimedi casalinghi per diminuire la quantità di calcare per esempio aggiungendo 1 cucchiaio di aceto in 1 litro di acqua. In alternativa esistono anche prodotti specifici che, aggiunti all’acqua, ne riducono il contenuto di calcare; anche i concimi per piante acidofile hanno spesso azione decalcificante.

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