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Con i suoi fiori vistosi e duraturi, l’ortensia da alcuni anni è ritornata di grande attualità e di frequente impiego, sia come fiore reciso per eleganti composizioni, sia negli allestimenti degli spazi verdi, grazie anche alla riscoperta di vecchie varietà e all’introduzione di nuove forme botaniche. Il genere Hydrangea è composto da diverse specie, tra cui le più diffuse sono: macrophylla, di origine cinese, la più conosciuta per le infiorescenze a palla, quercifolia, così chiamata per la forma delle foglie che ricorda quella della quercia, paniculata, molto rustica e vigorosa, alta sino a tre metri e petiolaris, l’unica rampicante che, in condizioni ottimali, si può innalzare sino a 4-5 metri di altezza. Considerata pianta rustica e semplice da coltivare, l’ortensia cresce preferibilmente in piena terra, anche se tollera discretamente lo sviluppo in contenitore, purché questo sia molto capiente e più profondo che largo. In ogni condizione, per poter fiorire tutta l’estate, occorre rimediare adesso, in pieno risveglio vegetativo, a eventuali carenze nutrizionali. Inoltre, serve un accurato controllo sui parassiti più diffusi.
Vogliono terreno acido
Le ortensie sono considerate specie acidofila: vanno quindi evitati i substrati calcarei, ovvero quelli con pH superiore a 7,5 poiché questi risultano poveri in microelementi (particolarmente ferro) indispensabili per una rigogliosa crescita delle parti verdi e, soprattutto, dei fiori. Va ricordato che intervenendo sull’acidità del terreno con la somministrazione di particolari concimi o di elementi minerali quali ferro e alluminio, è possibile variare il colore dell’infiorescenza, passando dal rosa pallido sino al blu, attraverso molteplici tonalità.
Esposizione, acqua e clima
Hydrangea predilige luoghi freschi, moderatamente umidi e semiombreggiati. Una sufficiente dose di luminosità naturale è comunque indispensabile al fine di stimolare e mantenere una rigogliosa fioritura. Alcune varietà possono tollerare esposizioni soleggiate, se poste a dimora in terreni profondi, freschi e ricchi di sostanza organica. L’ortensia necessita di frequenti e abbondanti irrigazioni, soprattutto a partire dall’inizio della fioritura e in periodo estivo, quando anche solo modesti deficit idrici possono causare vistosi e rapidi appassimenti. Poiché è una pianta spogliante, è particolarmente resistente al freddo: teme solo le precoci gelate autunnali, quando non è ancora a riposo e quelle tardive primaverili, quando è già in fase vegetativa avanzata. Soffre inoltre l’esposizione ai venti freddi. Le fertilizzazioni devono essere regolari: ogni due/tre settimane, a partire dall’inizio della vegetazione e sino alla comparsa delle infiorescenze, vanno distribuiti prodotti specifici per acidofile. Le ortensie si moltiplicano tramite talea di stelo tra agosto e settembre.
Se il ferro è carente
Malattie causate da funghi
Muffa grigia
Questa malattia fungina attacca soprattutto in estate, colpendo le foglie inferiori o quelle più interne, quindi più ombreggiate, sulle quali si sviluppano aree di marciume bruno-grigiastro coperte da muffa biancastra; il fungo può colpire anche le infiorescenze con esiti pesanti; attacca soprattutto le piante giovani e quelle dai fiori bianchi durante i periodi estivi, caldi e piovosi. Per prevenire il problema, è indispensabile, in aprile, procedere a un diradamento degli steli fiorali se la pianta è molto fitta e poi evitare di irrigare eccessivamente a pioggia.
Maculature fogliari
Se l’estate o l’autunno scorso le foglie delle vostre ortensie manifestavano macchie ovali, lunghe sino a un paio di centimetri, di colore rossastro o bruno, contornate da un alone giallastro
con zona centrale più chiara e secca, si trattava di questa malattia fungina. Per evitare che anche quest’anno si manifesti, le piante vanno trattate adesso con prodotti a base di rame (ossicloruro di rame, poltiglia bordolese) e poi successivamente, in piena estate. Le infezioni sono più frequenti a fine ciclo, in autunno, quando aumenta l’umidità ambientale.
Gli insetti più dannosi
Oziorrinco
Se lo scorso anno, durante l’estate, avete notato erosioni a merletto o semicircolari sui bordi delle foglie, la causa è da ricercare nell’attacco di questo coleottero, lungo 8-10 mm, con il corpo nero. L’oziorrinco si alimenta durante le ore notturne dei mesi estivi, mentre durante il giorno rimane nascosto nella superficie del terreno. Generalmente gli attacchi si verificano se le ortensie sono a dimora nei pressi di altre acidofile (azalea, rododendro o camelia) che sono le fonti alimentari principali di questo insetto parassita. Per difendersi bisogna agire da aprile a maggio con la distribuzione al terreno di organismi microscopici utili, i vermi detti “nematodi”, che si cibano delle larve presenti nel suolo in primavera (trattamento da ripetere a fine estate). In estate, invece, si potrà effettuare una lotta diretta durante le ore serali, cercando sulle foglie gli insetti adulti in fase attiva di alimentazione.
Tripidi
Si tratta di piccolissimi insetti che, tra aprile e maggio, pungono le lamine delle giovani foglie determinando accartocciamenti e ripiegamenti dei margini, seccume lungo i bordi fogliari, striature bianche sui petali delle varietà a colore scuro e generale deperimento. In genere, si interviene solo quando gli attacchi sono massicci con insetticidi specifici (diversi da quelli utilizzabili contro gli afidi), a base di principi attivi quali Abamectina e Spinosad.