Le ultime cure al prato

La ripresa dell'attività vegetativa dell'erba del prato ci costringe a nuovi tagli e cure. Soprattutto è importante arieggiare il terreno e concimarlo a dovere: solo così potrà affrontare bene l'autunno.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 04/10/2016 Aggiornato il 04/10/2016
lavori al prato

Il mese di ottobre per il prato è paragonabile alle condizioni primaverili: la radiazione solare per quanto diminuita rispetto al periodo estivo è ancora buona, lunghezza del giorno e della notte sono paragonabili, le temperature non sono ancora fredde e le precipitazioni diffuse garantiscono un buon livello di umidità. Tutto favorisce una ripresa dell’attività vegetativa. La velocità di crescita del prato sorprende e “costringe” a tagli non programmati con un surplus di lavoro imprevisto, e non sempre gradito. Il taglio è però necessario e lasciare crescere l’erba oltre la misura è un errore. Richiederà più passaggi, magari a due altezze diverse, il volume di materiale da allontanare sarà davvero importante. 

Arieggiare e rinnovare

Chi ha rimandato la sfeltratura del cotico per migliorarne lo stato generale e ripristinare un efficiente livello di scambi fra il terreno e l’atmosfera, deve eseguirla adesso. Non si tratta di una pratica accessoria ma di un intervento necessario per mantenere nel tempo un cotico sano, vigoroso e longevo.
Subito dopo la sfeltratura, detta anche arieggiamento, possiamo operare una restituzione al terreno per compensare tutto il materiale asportato. Sostituiremo i detriti vegetali, freschi, in via di fermentazione o già marcescenti, il muschio strappato al terreno, e le infestanti con un mix di sabbia e torba, miscelate in ragione di due a uno. Per metro quadrato dovremo usare circa 3 kg di materiale. In alternativa potrà essere impiegato un prodotto specifico denominato “terreno per tappeti erbosi”, molto più pesante del normale terriccio. 
Distribuire sabbia e torba senza sfeltrare non ha senso, anzi sortirebbe l’effetto contrario perché il materiale non andrebbe a stratificarsi sulla superficie del terreno, nemmeno col tempo, ma rappresenterebbe un ulteriore ostacolo agli scambi con l’esterno depositandosi sul feltro.

L’ultimo concime in ottobre

In ottobre è tempo di effettuare l’ultima distribuzione di fertilizzante. Dovrà nutrire e sostenere la pianta senza provocarne “un ringiovanimento” prima del freddo come potrebbe fare una somministrazione di azoto prontamente disponibile. Scegliamo un prodotto a lento rilascio con un tenore di azoto non eccessivo, circa 20, e con titolo di fosforo e potassio raffrontabili fra loro compresi fra 5 e 10. Lo scopo è portare il prato nelle migliori condizioni nutrizionali ad affrontare il freddo dell’inverno promuovendo la formazione di tessuti “maturi” ricchi di sostanze strutturali e di riserva, con un modesto tenore in acqua.

Preparare la risemina

A dispetto di tutte le cure profuse durante l’anno, può rendersi necessaria la decisione di rifare, se non tutto, almeno una porzione di prato.
La prima operazione, da eseguire con la zappa, è l’eliminazione di quanto resta del cotico degradato. A seguire, la vangatura che deve raggiungere almeno i 15 cm di profondità. Aggiungere sabbia è un consiglio sempre valido perché nei giardini il problema è rappresentato da terreni pesanti, argillosi, compattati (anche da ripetuto passaggio dei pesanti tagliaerba), con tendenza al ristagno. La sabbia, ed eventualmente anche la torba, per migliorare la dotazione di sostanza organica, deve essere mescolata con cura al terreno lavorato, in tutto il suo spessore e non solo in superficie.
Sminuzzato il terreno, eliminati sassi e altri detriti, si prepara la superficie tirandola con il rastrello. Tutto è pronto per la semina, si dovranno solo attendere previsioni favorevoli.

Macroelementi e microelementi

Su tutte le confezioni dei concimi sono indicati i contenuti, in percentuale, dei componenti nutritivi presenti. Le piante per accrescersi in modo corretto, infatti, necessitano di elementi nutritivi in quantità diverse. Gli elementi nutritivi che la pianta assorbe in quantità rilevanti sono i “macroelementi”: azoto (N), fosforo (P), potassio (K), magnesio (Mg), calcio (Ca) e zolfo (S).

I più importanti
L’azoto serve per l’accrescimento delle piante; è uno degli elementi più importanti perché è componente della clorofilla e controlla l’accrescimento dei germogli e del fogliame.
Il fosforo agevola la fioritura, l’accrescimento e la maturazione dei frutti oltre a migliorare lo sviluppo radicale.
Il potassio condiziona le dimensioni e la qualità dei fiori e dei frutti ed è essenziale per la sintesi delle proteine  e dei carboidrati.
Il magnesio, insieme al ferro, è importante per la fotosintesi clorofilliana (processo di nutrizione delle piante).
Il calcio contribuisce a neutralizzare nella pianta determinati acidi e partecipa alla produzione di proteine.
Lo zolfo è coinvolto nella formazione della clorofilla e di molte proteine; oltre a contribuire al sapore di molti ortaggi e frutti.

Pochi ma necessari
Gli elementi assorbiti in quantità più piccole ma essenziali per le piante sono definiti “microelementi”  e sono, tra gli altri, ferro, manganese, rame, boro.

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