Le rose italiane

Una selezione di 11 rose, frutto del lavoro di ibridazione e di coltivazione di grandi esperti italiani. Dall'inizio del secolo scorso a oggi, ecco le rose made in Italy che hanno avuto più successo.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 01/05/2022 Aggiornato il 01/05/2022
rose

Nel nostro Paese, come nel resto del mondo, la rosa è il fiore più amato, sia come reciso sia come pianta. Essere esperti di rose significa disporre di conoscenze enormi, perché il mondo delle rose è così vasto e articolato da poter di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.  Molti si accontentano di essere appassionati, magari con una particolare predilezione specifica, come per esempio le rose rampicanti, le inglesi, le profumate, le botaniche, le rifiorenti, le cinesi, anche se è difficile restare confinati in un ambito ristretto. L’amore per la nostra bella Italia, la riscoperta dei traguardi raggiunti in passato e la valorizzazione della produzione nazionale dovrebbe spingerci a indagare sull’origine delle rose e a conoscere quelle nate dall’ingegno degli ibridatori e dei selezionatori italiani.  Non è facile, però: oggi chi compera rose, in genere conosce i marchi dei grandi produttori senza distinguere se commercializzano soltanto o se sono anche i creatori. Queste due figure, l’ibridatore e il coltivatore che poi commercializza la pianta, a volte coincidono, più spesso sono legate da un contratto. A volte, però, le rose sono così belle che restano legate al nome di chi le ha create. Quali sono le creazioni più note dei nostri ibridatori, del presente e del passato?

Che cosa significa ibridare?

Il processo di ibridazione di una rosa per ottenere una nuova varietà può rivelarsi anche molto lungo e non certo semplice. Si inizia nello scegliere le due rose da incrociare. La linea materna porta forza, la durata della fioritura e il profumo. Quella maschile il colore e anche il profumo. Questo in linea generale, anche se le eccezioni non mancano. Tecnicamente si procede eliminando da entrambi i fiori tutti i petali. Da quello maschile si raccoglie il polline che sarà trasferito sui pistilli di quello femminile. Per evitare che accadono impollinazioni casuali operate da insetti pronubi e vento, si ricoprono i fiori fecondati con un telo. Si lasciano ingrossare e maturare i cinorrodi per ottenere i semi. Dai semi si ottengono delle giovani pianticelle che, per una prima valutazione, si lasciano crescere fino al secondo anno. Nel tempo le piante ottenute andranno selezionate, scartando quelle che non hanno caratteristiche di pregio o di interesse. Non è possibile sapere se fra centinaia di piante ne uscirà anche una sola che varrà la pena allevare fino a ottenere una nuova varietà che sarà riprodotta e poi proposta al pubblico. Ma quando ci si riesce, è un vero successo.

Lavori nel roseto a maggio

In questo mese di straordinaria fioritura le rose mettono in campo grandi energie e per aiutarle ad affrontare questo superlavoro bisogna fornir loro soprattutto nutrimento. È il momento di impiegare concimi minerali, preferendo prodotti specifici per rose a lenta cessione, da spargere intorno alle piante e da interrare leggermente. Successivamente e fino alla fine della fioritura, potrà bastare un po’ di concime liquido per piante fiorite nell’acqua dell’annaffiatura. Le piante di rose messe a dimora da poco vanno innaffiate con regolarità mantenendo sempre fresco il terreno così che l’apparato radicale possa svilupparsi con forza. I cespugli impiantati da tempo, dotati di un apparato radicale profondo, necessitano di irrigazioni meno frequenti. I rosai vecchi, di grande dimensione si bagnano come fossero alberi, lasciando filare nell’area interessata acqua da una canna. Bagnare sempre al piede per evitare lo sviluppo delle malattie fungine. La leggera erpicatura necessaria a interrare i fertilizzanti ed eliminare le malerbe consentirà una migliore penetrazione dell’acqua verso gli strati del terreno esplorati dalle radici e una migliore circolazione dell’aria all’interno del cespuglio, condizione di base per prevenire le più diffuse patologie delle rose. 

Rosa ‘Variegata di Bologna’

rosa variegata di bolognaaImpossibile non iniziare con quella che per molti è la rosa italiana per antonomasia: la ‘Variegata di Bologna’, vero orgoglio nazionale, molto apprezzata anche all’estero, è stata creata da Massimiliano Lodi nel 1909. Rosa bourboniana, capace di raggiungere i 3 metri di altezza e i 2 di larghezza, si pota una sola volta a metà stagione, procedendo poi con una costante ripulitura del cespuglio, quindi è lontana dal concetto di manutenzione zero delle rose moderne. I fiori dal profumo dolce e intenso, con un diametro di 8 cm, in forma di coppa piena, alternano rosa e cremisi. Ha una sola fioritura piuttosto prolungata. Il fogliame è folto e verde scuro. Il nome rivela la provenienza. Quelli furono anni d’oro per le rose create nella capitale emiliana: Lodi era infatti il giardiniere dei Bonfiglioli, altro nome di spicco fra gli ibridatori del primo ventennio del secolo scorso.

Rosa ‘Montecito’

rosa montecitoPrima del 1913 è la volta di ‘Montecito’, rosa creata dal fiorentino Francesco Franceschi-Fenzi in California, ancor oggi attivamente moltiplicata e venduta alle mostre. Ibrido di R. gigantea, pianta a crescita rapida, vera e propria “scalatrice”, può raggiungere col tempo e in condizioni ottimali un’altezza di 30 metri. È descritta come “sempre in fiore” e ha corolle grandi e semplici di colore bianco con evidenti stami arancioni. Ai fiori dal profumo intenso e gradevole succedono grandi cinorrodi rossi che possono essere utilizzate anche come elemento decorativo reciso in quanto spiccate dalla pianta hanno la particolarità di mantenere l’intensa colorazione. Conoscendone le dimensioni finali si deve collocarla fin dall’inizio dove possa avere possibilità di crescere liberamente.

Rosa ‘Signora Piero Puricelli’

rosa puricelliSontuoso ibrido di Tea, creato da uno dei più noti ibridatori italiani del 1900, Domenico Aicardi, è la rosa ‘Signora Piero Puricelli’. Ebbe grande fortuna: presentata nel 1936, l’anno successivo vinse la Medaglia d’oro a Portland e ottenne analogo riconoscimento a Grenoble. Il cespuglio, alto 120 centimetri e con un diametro di circa 80, porta fiori molto grandi, dalle corolle ricche, doppie, e con una combinazione di colori che non può certo lasciare indifferenti mescolando albicocca, salmone, giallo, rosa e arancio. I fiori recisi hanno una durata sorprendente e hanno un profumo intenso avvertibile anche a distanza. Per ottenere un effetto visivo importante è disporre le piante in gruppi di tre a triangolo equilatero. Le foglie sono scure e la pianta è resistente alle più comuni malattie.

Rosa ‘Florentia’

rosa florentiaNel 1941 i fratelli Giacomasso propongono ‘Florentia’, altro ibrido di rosa Tea, ottenuto incrociando ‘Julien Potin’ e un semenzale, con corolle semidoppie che si succedono per tutta la stagione, tanto da essere indicata come “rifiorentissima”, specialmente in climi mediterranei. Le corolle fra l’albicocca, il rosa cipria, spesso con il centro più carico, quasi arancio, presentano a un’attenta osservazione petali con venature sottili più chiare. I fiori, dalle corolle grandi dai petali e leggermente ondulati, sono profumati e portati su lunghi steli così che sembra una rosa da taglio. Alta intorno al metro è rosa da bordura. Medaglia d’oro al Concorso di Roma del 1941.

Rosa ‘Purezza’

rosa purezzaQuesta, insieme alla ‘Variegata di Bologna’, è la rosa italiana più conosciuta nel mondo. A crearla fu Quinto Mansuino nel 1961 a Sanremo e rimane, opinione condivisa da tutti, il migliore ibrido di Rosa banksiae. Della forma originale conserva i punti di forza come la velocità di crescita, la capacità di ricoprire vaste superfici come pergole, tetti, o altre strutture, la mancanza di spine, i rami flessuosi che si piegano dolcemente, e la resistenza a gran parte delle patologie più diffuse nelle rose. I fiori sono di colore bianco puro, doppi, di circa 4 cm di diametro, a dodici petali, raccolti in grappoli, e si ripresentano, dopo l’esplosione primaverile, anche nell’autunno, questa volta susseguendosi. Le foglie, a margine seghettato, sono più scure della forma originaria e lucenti. La corteccia delle piante mature si sfoglia divenendo un elemento attrattivo nel giardino invernale.

Rosa ‘Sorriso di Pace’

rosa sorriso di paceCreata da Carla Cazzaniga, nel 1979, è una rosa floribunda vigorosa, dal fogliame scuro, semilucido, e resistente alle malattie, che raggiunge un’altezza di 90 cm e un diametro di 60. I fiori sono portati in mazzi terminali, eretti, in modo da conferire al cespuglio un aspetto ordinato ed elegante. Anche una volta recisi i fiori si rivelano di grande durata e forma perfetta. Il profumo è solo leggero mentre il colore si gioca fra il rosa tenue ed il crema. Ogni corolla è formata da un numero di petali variabile da 17 a 25. Molto rifiorente è pianta affidabile, di indubbio fascino, da utilizzare come siepe, in gruppi, o anche in vaso.

Rosa ‘Variegata di Barni’

rosa variegata barniTra le rose del nuovo millennio, ecco una rosa fra le tantissime create dalla famiglia Barni. Proposta al pubblico nell’anno 2005, è una rosa rifiorente, ibrido di tea, che rispetto alla variegata storica presenta colori intensi e brillanti, dati dall’apporto delle rose cinesi e dal grande lavoro degli ibridatori, che creano corolle una diversa dall’altra mescolando pennellate di rosso, giallo, e arancio in tanti toni diversi. La pianta forma un cespuglio alto da 80 a 100 cm con vegetazione folta, molto resistente, e lunghi steli che portano un solo fiore. I fiori sono grandi, 10 cm di diametro, doppi, con un numero di petali variabile da 17 a 25, e un profumo fruttato di media intensità. Eliminare i fiori sciupati favorisce la rifiorenza del cespuglio che avviene ad ondate successive per tutta la stagione.

Rosa ‘Maria Cristina’

rosa maria cristinaGiorgio Berti propone nel 2005 ‘Maria Cristina’, una rosa capace di formare cespugli grandi dall’aspetto morbido, fino a 150 cm, con altezza e diametro comparabili, dal fogliame scuro e rami vigorosi. Può anche essere utilizzata come sarmentosa. I fiori, riuniti a mazzi, hanno corolle semplici, dal profumo tenue, dal colore complesso che può sembrare rosa, ma a un’osservazione più attenta il crema di base riverbera nel rosa e nell’arancio. La rifiorenza classificata come continua è fra i suoi pregi indiscussi. Alle corolle non rimosse succedono bacche arancioni di forma allungata molto decorative. Deriva da una plantula cresciuta nel giardino di famiglia partendo da seme di ‘Penelope’.

Rosa ‘Souvenir de Gilles Villeneuve’

rosa Souvenir de Gilles Villeneuve Dedicata all’indimenticato pilota della Ferrari, questa rosa di grande impatto visivo non può lasciare indifferenti. Creata dall’ibridatore Marc Alberici, prima del 2010, ha vinto il premio del pubblico al concorso di Monza 2012. Rosa sana e robusta, adatta per climi caldi, e che forma cespugli alti 90 cm e larghi 60. I fiori semplici, con corolle formate da cinque petali, con un diametro di cinque centimetri, e di color rosso-arancio con striature giallo e crema, sono portati in mazzi, come tutte le floribunde, da quattro a sedici unità. Il profumo intenso mescola chiodi di garofano e cannella. Fiorisce in ondate successive per tutta la stagione.

‘Rosa dei Diritti Umani’ 

rosa diritti umaniÈ un rosaio rifiorente selezionato nel 2010 da Antonio Marchese (conosciuto per la rosa ‘Mystica’), che apre corolle di forma classica che mescolano, in modo variabile durante la vita del fiore, bianco, giallo e arancio. Molto profumato, raggiunge i 120 cm d’altezza, e per i lunghi steli è adatto anche per raccogliere fiore reciso. Il fogliame è scuro e sano, e la pianta mostra una buona rusticità. Il nome, secondo l’ibridatore, dovrebbe suggerire il colore dei diversi popoli della terra ed essere un tributo della floricoltura sanremese all’opera dell’Istituto Ormond impegnato nella diffusione della cultura dei diritti umanitari.

Rosa ‘Lucietta’   

rosa luciettaPur consapevoli che le nostre proposte possano essere soltanto un assaggio, perché le varietà registrate da ibridatori italiani sono più di 500, concludiamo con una rosa appena introdotta frutto dell’incessante lavoro del giovane, ma già affermato ibridatore, Davide della Libera, titolare del Vivaio Novaspina. È ‘Lucietta’, introdotta nel 2020, subito riconoscibile per il particolare tono di giallo, chiaro e fluo, nuovo fra le rampicanti. I fiori, dal profumo lieve, in forma di coppa, sono portati a grappoli, si rinnovano per tutta la stagione e ricoprono tutta la vegetazione. I rami flessibili gli conferiscono un portamento morbido che la rende adatta a coprire spalliere, muri, pergolati e graticci. Raggiunge un’altezza di cm 300 e una larghezza di 250. Riesce meglio nei climi caldi.

I vivai dove trovarle

Novaspina, http://www.novaspina.com

Le Rose di Piedimonte, http://www.rosedipiedimonte.it

Fior di Rosa, http://www.vivaiofiordirosa.com

VivaVerde, http://www.vivaverde.it

Le Rose di Firenze, http://www.lerosedifirenze.com

S’orrosa, http://www.saorrosa.it

Rose Barni, http://www.rosebarni.it

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