Le piante con le bacche, belle anche al freddo

Piantare in inverno piccoli arbusti con le bacche, ci permetterà di avere nei prossimi anni cespugli decorativi in tutte le stagioni.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 25/12/2016 Aggiornato il 25/12/2016
Le piante con le bacche, belle anche al freddo

Anche durante l’inverno è possibile avere un giardino bello, capace di attirare gli animaletti selvatici, capace di mettere a disposizione frutti commestibili anche nella stagione fredda: basta scegliere le piante con le bacche colorate.  Adesso è il momento migliore per la loro messa a dimora, per favorire l’attecchimento e la ripresa vegetativa primaverile.

Ilex verticillata: un agrifoglio speciale

Arbusto originario delle regioni del nord-orientali dell’America settentrionale, raggiunge un’altezza di 1,5 m e un diametro simile; ha accrescimento lento, le foglie sono di forma lanceolata e appaiono in primavera di colore rossiccio per poi virare al verde ed infine in autunno diventano gialle.
La particolarità di questa specie è che la foglia è caduca, mentre la maggior parte degli altri agrifogli possiedono foglie persistenti. I fiori insignificanti appaiono in maggio e sono distinti quelli maschili e femminili, su piante diverse, cioè la specie è dioica. I frutti che naturalmente sono presenti solo sugli esemplari femminili, sono delle bacche rosso lacca e compaiono sui rami dell’anno raggruppati tra loro ed appaiono ancora più evidenti nei mesi invernali quando l’arbusto è privo di foglie. Le piante con le bacche si colorano nel corso dell’autunno e i frutti permangono sulla pianta anche nei mesi invernali, sebbene siano appetite dagli uccelli. Naturalmente se vogliamo apprezzare la produzione di bacche invernali di questa pianta poco nota, occorre all’atto dell’acquisto, procurarsi una pianta maschile almeno ogni 6-8 piante femminili, per garantire l’impollinazione di queste ultime. Questa pianta viene coltivata nei giardini, ma anche nei vivai specializzati, proprio per le sue bacche che hanno una lunga durata anche una volta che i rami sono tagliati e conservati in bocce d’acqua o provette, per le decorazioni natalizie. Rispetto al comune agrifoglio (Ilex aquifolium), presente nei nostri boschi, le bacche sono molto più numerose e meno sparse sul ramo.
Questo agrifoglio predilige terreni acidi, ben drenati e ricchi di sostanza organica; è consigliabile una posizione di pieno sole per garantire la migliore fioritura e quindi un’abbondante fruttificazione. Si impiega solitamente in gruppo, associandolo per motivi di terreno, ad altre piante acidofile; si può coltivare anche in ampi vasi o mastelli. Questa pianta è molto resistente al freddo invernale, semmai soffre il caldo estremo e in queste situazioni occorre provvedere con bagnature di soccorso se la stagione decorre asciutta. È specie rustica nei riguardi delle malattie che difficilmente la colpiscono.

Euonymus alatus: un cespuglio di fuoco in autunno

Arbusto originario di Cina e Giappone, con portamento molto ramificato e fitto, l’evonimo raggiunge l’altezza di 2-2,5 m e larghezza sino a 3 m. Le foglie hanno forma ovale lanceolate sono di colore verde chiaro e in ottobre sfumano in un colore dapprima rosa chiaro, sino al color cremisi intenso. Il nome della specie deriva dal fatto che i rami sono provvisti di un’aletta suberosa che ne caratterizza la forma. Il fiore è insignificante ma poi segue una bacca allungata di color rosso porpora contenente semi di un bel colore rosso brillante.
Impiego in giardino: questa pianta con le bacche si mette a dimora isolata o anche in un vaso capiente, in posizioni di pieno sole ed in terreni di qualsiasi natura, purché drenati. La particolare conformazione della corteccia, data la sua anfrattuosità, può favorire attacchi di cocciniglia. Non richiede interventi particolari di potatura, ci si limita nelle piante adulte alla rimozione dei rami interni che tendono a seccare.

Viburnum opulus: grappoli rossi tutto l’inverno

Noto anche come viburno palla di neve o pallon di maggio, è un arbusto originario dell’Europa meridionale e del nord Africa, raggiunge l’altezza di 4-5 m ed il diametro di 3-5 m. Le foglie sono lobate e di colore verde, in autunno assumono diverse sfumature del rosa, sino al rosso. I fiori appaiono in maggio sono raccolti in infiorescenze di forma tondeggiante e profumati, con diametro di 6-8 cm. A fine estate maturano i frutti e sulle piante appaiono le bacche rosse lucide riunite in grappoli che permangono  anche dopo che questa ha perso le foglie.
Impiego in giardino: si piantano in terreno fertile e ben drenato in posizione di pieno sole. Si utilizza isolato o in piccoli gruppi o in bordure con altri arbusti. Indicata per richiamare in autunno gli uccelli che si nutrono di bacche e le farfalle in primavera per il nettare dei suoi fiori. Sporadicamente può subire attacchi di afidi nei mesi primaverili, sui teneri germogli. Non richiede potature se non limitate alla rimozione delle parti secche.

Clerodendrum trichotomum: fiori profumati e frutti bicolori

Il clerodendro è una pianta con le bacche alloctona, cioè originaria del Giappone, ma diffusa anche in Europa ed Italia, specialmente nel nord-est. Clerodendrum trichotomum ha un portamento arbustivo od anche al alberello, raggiunge un’altezza sino a 6-8 m e chioma allargata sino a 7-8m.  
Le foglie sono di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro su quella inferiore e al tatto risultano tomentose. Sono opposte, caduche in autunno e se strofinate emettono un odore sgradevole.  
Il fiore appare a luglio ed è costituito da petali sottili, a forma di stella, bianchi ed emanano un fortissimo profumo simile a quello del gelsomino. La fioritura continua sino alla fine dell’estate e contemporaneamente appaiono i frutti che sono particolari in quanto provvisti di 6 sepali che assumono via via una colorazione rosso carminio ed al centro della corolla contengono un seme tondeggiante che passa dal colore rosa sino all’azzurro metallico e al bu intenso alla piena  maturazione.
Per questo particolare fiore profumato e per il bel contrasto cromatico del suo frutto, è una pianta molto apprezzata ed utilizzata in parchi e giardini, sia in forma di cespuglio ma più frequentemente allevata ad alberello e quindi adatta anche per piccoli spazi.
Per ottenere il massimo della fioritura la pianta va posizionata in pieno sole e si può utilizzare in tutta Italia, tranne nei luoghi di montagna, per motivo che non resiste a geli intensi e prolungati ed anche nelle zone costiere soggette a mareggiate e quindi con presenza di aerosol salino che ne danneggia il fogliame.
Per quanto riguarda il terreno vive in tutti i terreni senza quindi particolari esigenze, purché ben drenati.

Cornus kousa: eleganza orientale in ogni particolare

Il corniolo cinese, originario del Giappone e della Corea, è un grosso arbusto o piccolo albero, chiamato anche albero delle fragole per la somiglianza dei suoi frutti, appartiene al genere dei Cornus. È stato introdotto in Europa nella seconda metà dell’800.
E’ un grande ed elegante arbusto che raggiunge l’altezza di 6-7 m ed un diametro di 4-5 m; ha un portamento espanso ma comunque elegante ed abbastanza compatto.
L’accrescimento nei primi anni è veloce ma con ramificazioni piuttosto rade, successivamente la spinta vegetativa rallenta, i rami più esterni si allargano, diventano orizzontali, si infoltiscono facendo assumere alla pianta un portamento un po’ a cupola. Quando la pianta raggiunge la piena maturità non produce più rametti dalla base ed assume un portamento di un piccolo albero.
Le foglie sono caduche, acuminate all’apice, presentano il margine ondulato ed hanno dei vistosi ciuffi di lanugine scura all’ascella della nervatura principale, almeno finché le foglie rimangono giovani.
Il colore della foglia è verde scuro, poi in autunno vira ad un intenso colore rosa, rosso-bronzo e cremisi molto ornamentale, simile a quello del corniolo americano (Cornus florida).
I fiori sono riuniti in infiorescenze a capolino di colore verdastro, quasi insignificanti, ma circondati da 4 brattee di colore bianco avorio, di forma ovata ed acuminate all’apice lunghe 3-4 cm. Nel corniolo cinese la fioritura inizia alla fine di maggio e si protrae per circa un mese, proprio perché le brattee sono delle vere e proprie foglie e sono molto più resistenti dei petali fiorali. Con il passare del tempo possono virare di colore assumendo tonalità rosate.
Il frutto matura in settembre, è di colore rosso e a maturità ricorda una fragola: questo frutto particolare prende il nome di sincarpo ed è formato dall’unione di più frutti semplici.
I frutti sono penduli, provvisti di lunghi peduncoli (4-6 cm.) ed hanno un diametro di 2 cm. Sono commestibili e la polpa ha consistenza molle e farinosa, è dolce anche se contiene numerosi piccoli semi allungati. È un frutto ornamentale appetito anche dagli uccelli che man mano matura se ne cibano. Il frutto si mantiene sulla pianta con le bacche, a seconda della latitudine, sino all’inizio dell’inverno.
Si utilizza isolato o in piccoli gruppi in posizioni soleggiate o al massimo di mezz’ombra; non ama posizioni esposte ai venti dominanti che ne danneggiano le brattee durante la fioritura. Richiede terreni acidi o sub-acidi, ben drenati ma ricchi di sostanza organica, non occorre fare potature, che vanno limitate alla sola rimozione dei rami secchi.

Come metterli a dimora

Una volta scelta la posizione più adatta per ogni pianta con le bacche, si apre la buca che dovrà essere ampia, almeno tre volte la dimensione della zolla e profonda il doppio. Nel caso di terreno molto compatto si scaverà una buca ancora più ampia. In condizioni di terreni poco permeabili, si predisporrà sul fondo della buca uno strato di materiale inerte (argilla espansa o ghiaia grossolana) per uno spessore di 10-15 cm per evitare che l’acqua possa ristagnare e causare pericolosi marciumi radicali. Nel caso la pianta richieda terreno acido si aggiungerà un ammendante acidificante quale terriccio acido o torba, in ragione di 40-60 litri per ogni buca. Si aggiunge poi uno strato di 4-6 cm di spessore di stallatico, miscelato con un concime granulare a lenta cessione alla dose di 40-60 grammi, mescolando il tutto con la terra di  scavo.  
Una volta completata l’operazione si posiziona la zolla al centro della buca e si riempie accuratamente lo spazio tra parete della buca e zolla, evitando di lasciare spazi liberi con pericolose sacche d’aria. Conclusa l’operazione si crea un tondello per trattenere l’acqua di irrigazione e poi si bagna abbondantemente.

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