In giardino a febbraio fioriture a sorpresa

Piccole fioriture solo all'apparenza delicate, bacche colorate che spiccano nella neve o arbusti che per primi regalano gradite corolle. Questi, e molti altri, i doni da scoprire in una passeggiata all'aperto.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 21/02/2023 Aggiornato il 21/02/2023
in giardino sorprese di febbraio

In questo mese il giardino è in bilico fra il cuore dell’inverno e i primi segni di risveglio della primavera. Molto dipende dalla latitudine, dalla quota e dall’andamento stagionale che in questi anni è sempre stato definito “anomalo” per le precipitazioni fortemente concentrate e localizzate, e per alternare periodi con temperature sopra la norma a colpi di coda dell’inverno dall’esito negativo. Il colore in giardino adesso è portato dai fiori del nuovo ciclo, da bacche ancora persistenti dall’autunno e da foglie che esposte all’azione del freddo cambiano tinta.

Fiori per avere i primi colori in giardino a febbraio

Imparando dalla natura, si può decidere di piantare nel proprio giardino quelle specie, magari in varietà migliorate, che danno luogo a rare fioriture spontanee.

Ellebori

helleborus

Impossibile in questo periodo fare a meno degli ellebori in giardino. Se è presto per avere le fioriture eleganti, elaborate e colorate degli ellebori orientali e dei loro ibridi, per le fioriture di febbraio occorre scegliere le varietà più rustiche, ottenute a partire da Helleborus niger. ‘Winter-Sun’ è una varietà forte capace di raggiungere i 40 centimetri d’altezza che forma ricchi cespi larghi fino a 30 centimetri mostrando un forte accrescimento estivo. Le foglie palmate con un numero di lobi variabile da 5 a 9 sono di colore verde scuro con margine seghettato. I fiori, non grandi, portati in misura di uno o due per stelo, all’apertura sono di color bianco puro con centro di stami gialli. Arrotondati, senza essere perfetti, semplici sia nella corolla sia alla vista, sono perfetti per un giardino romantico o di impostazione “naturale”.

Piè di gallo

eranthis hyemalis

Anche Eranthis hyemalis, il piè di gallo, apre adesso le corolle di color giallo più o meno intenso, secondo l’esposizione. In natura spunta al margine dei boschi e nei rivazzi erbosi formando tappeti di foglie verdi che si riconoscono solo con la fioritura. In giardino devono essere piantati in gruppi densi che, con il tempo, in condizioni favorevoli, si allargheranno. Per la messa a dimora scavare una buca a pozzo dove disporre i bulbi a 3 cm uno dall’altro. L’aspetto delicato non tragga in inganno: resistono bene sia al freddo sia alla pioggia.

Iris

iris

Gli iris bulbosi precoci, che sorprendono con la loro fioritura che può iniziare addirittura quando sul terreno c’è l’ultima neve, appartengono a più specie: Iris reticolata, I. danfordiae, e I. histrioides. Alti fra i 5 e i 20 cm, hanno fiori intensamente colorati, sono facilissimi da coltivare e non vogliono grandi cure. Si piantano in autunno a una profondità dai 5 ai 10 cm, secondo il clima invernale. Ogni bulbo porta un singolo scapo fiorifero e le foglie completano il loro sviluppo solo dopo la fioritura. Si piantano a piccoli gruppi, 8-10 bulbi, a una profondità di circa 8 cm.

Hepatica nobilis

hepatica nobilis

Questo fiore, di cui sono state selezionate diverse varietà da giardino, porta un tocco di colore azzurro delicato, prezioso se fatto contrastare con altri fiori bianchi, come iberis, galanthus e anemone coronaria. Hepatica ha fiori blu-azzurri, con antere chiare a contrasto, formati da un numero di lobi che può variare da sei a nove. Le foglie hanno lunghi piccioli, sono formate da tre lobi a margine intero, al tatto sono consistenti e hanno la lamina superiore di colore verde intenso. La lamina inferiore è di un caratteristico colore fegato che gli ha meritato il nome hepatica.

Crochi

crocus vernus

I crochi, genere Crocus, sono fra i primi fiori a sbocciare in natura: in montagna escono dal terreno appena la neve si ritira. In giardino, tra febbraio e aprile, i bulbi di Crocus vernus producono un fiore isolato, a volte due, di colore violetto con venature più scure, talvolta bianco o striato. Le colonie di fiori svettano sulla prima erba, raggiungendo un’altezza superiore agli 8 cm. Le foglie sono lineari, molto semplici, con una nervatura centrale bianca. Al momento della fioritura sono più piccole del fiore, ma continuano a crescere fino a raggiungere una lunghezza di 15-20 cm.

Gli arbusti fioriti per il giardino di fine inverno

Sono i veri protagonisti dell’ultima parte dell’inverno. Le loro fioriture sanno sempre sorprenderci, anche se sappiamo che stanno arrivando. Oltre alle camelie e alla forsizia bianca, che si possono ammirare in questa pagina, bisogna ricordare il calicanto, dai fiori piccoli gialli e profumatissimi, e le amamelidi dai petali arricciati.

Camelia

camelia kanjiro

Chi frequenta il giardino anche durante i mesi freddi non può non amare le camelie che fioriscono in questo periodo come Camelia sasanqua e C. vernalis. Si tratta di piante di facile gestione, robuste e rustiche, resistenti anche in posizioni assolate, allevate in forma di cespuglio o piccolo albero. Si adattano anche a terreni neutri purché il drenaggio sia sempre efficiente e con una forte componente organica. Devono essere poste in piena luce, ma possibilmente riparate dal grande caldo estivo dalla chioma di un albero spogliante, e dai venti invernali. Kanjiro’ ha struttura espansa, fiori semplici o semidoppi, con petali di colore magenta intenso e numerosi stami centrali gialli e corti. Fiorisce, secondo l’andamento stagionale tra dicembre e marzo. È molto apprezzata per il lungo periodo di fioritura.

Forsizia bianca

abeliophyllium distichum

Ancora poco diffusa in Italia, la forsizia bianca, nome botanico Abeliophyllum distichum, è originaria della Corea centrale. È un must del giardino anglosassone perché, mettendo a dimora più piante vicine, è capace di creare un effetto nuvola, ancora più prezioso visto il periodo, in netto anticipo sui tempi di fioritura degli altri arbusti primaverili. I boccioli sono rosati e ricordano quelli del pesco, ma all’apertura rivelano una ricca fioritura bianca fatta di tante piccole corolle. Fiorisce sulla crescita dell’anno precedente perciò è da potare subito dopo la fioritura se si desidera formarla in modo definito. Lasciata libera, da globosa tende a diventare disordinata. Nei nostri climi resta contenuta, e non cresce più di 1,5 metri di altezza. Facile da coltivare perché adattabilissima a tutti i tipi di terreno, preferisce non essere posta in pieno sole.

Le piante che spiccano anche sotto la neve

Il giardino innevato in una giornata di sole ha un aspetto quasi fatato e alcune piante possono emergere con forza grazie al colore dei boccioli, delle foglie o delle bacche, per il contrasto che si crea con il bianco e l’azzurro, i soli due toni di fondo rimasti.

Viburno tino

viburnum tinus

Viburnum tinus, che tutti conoscono, torna a primeggiare in giardino perché le infiorescenze sono già piene di boccioli di colore porpora vivido e squillante, come tutta la parte terminale del ramo che le porta. I boccioli già presenti a fine autunno iniziano a ingrossarsi e i primi, nella parte meglio esposta delle piante, iniziano ad aprire piccole corolle bianche dal profumo intenso.  Lasciato crescere in forma libera diventa un cespuglio importante, molto resistente al carico della neve perché elastico e capace di risollevarsi quando il manto si è sciolto. Va assolutamente ricordato che è tassativamente vietato potarlo adesso. Se proprio si vuole procedere, bisogna attendere che la fioritura sia giunta al termine.

Mahonia

mahonia

La fioritura gialla della Mahonia, per quanto fra le prime, deve ancora attendere un poco. Ma quando la pianta viene esposta all’azione prolungata del freddo, anche del gelo, con forti escursioni termiche tra giorno e notte, il fogliame vira verso un colore rossastro, specie se le piante sono in posizione ombreggiata. Il viraggio è così intenso che a volte si stenta a riconoscerle, e pur restando brillante è di un color vinato scuro. Piante resistenti e longeve, poco bisognose di cure, da potare solo se si deve contenere una crescita eccessiva, o per eliminare secco e ridefinire il punto di rottura di un ramo, hanno crescita lenta, sono capaci di sopportare anche molti anni di mancata cura ed è facile trovarle in giardini o in parchi abbandonati o trascurati.

Ilex

ilex

Gli agrifogli sono ancora carichi di bacche che contrastano con il colore lucido delle foglie. Sotto la neve le piante allevate a cono o a piramide danno il meglio di sé ricreando quell’immagine ancestrale della conifera ammantata di bianco. Tutte le specie di Ilex richiedono una buona esposizione, acqua nei periodi di siccità prolungata, difesa dagli ungulati e assenza di potature vere e proprie, ma solo attente spuntature per mantenere la forma e togliere il secco. Anche se si spogliano completamente, non dateli per morti troppo presto perché spesso si riprendono!

Se nevica in giardino a fine inverno: che fare?

Le piante sono fatte per stare sotto la neve, per piegarsi sotto il suo carico e tornare a risollevarsi quando questo si scioglie, o si scaricano naturalmente. Se in giardino sono presenti arbusti legnosi che si teme possano spaccarsi per il peso eccessivo, per aiutarli basta scuoterli delicatamente con una mano (afferrando il ramo in basso) o con uno strumento che non causi ferite, per esempio una scopa o un bastone fasciato da un asciugamano. Il proverbio che insegna “Sotto la neve pane” testimonia di come la saggezza popolare sapesse che la neve ripara semi, bulbi, radici e tutte le parti aeree dal gelo estremo perché impedisce che sotto la coltre si verifichi un eccessivo abbassamento della temperatura. Senza la protezione della neve, invece, l’esposizione al gelo intenso può provocare la lessatura dei tessuti vegetali. In poche parole, adesso è il momento di godersi lo spettacolo della neve e di dare al giardino il tempo di liberarsi lentamente, assorbendo l’acqua di fusione un poco alla volta.

 

Per approfondire il tema delle piante a fine inverno

 

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