Il prato perfetto

Per ottenere un prato perfetto, curato e lussureggiante, adesso devono iniziare i fondamentali lavori di manutenzione. Si ricomincia!

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 31/03/2017 Aggiornato il 31/03/2017
Il prato perfetto

Una volta che la prima erbetta verde è cresciuta, già da adesso, devono iniziare i lavori di manutenzione fondamentali, da non trascurare per avere sempre, per tutta la stagione vegetativa, un prato perfetto.  

Il taglio

È il momento del primo taglio di stagione. L’erba richiede frequenti passaggi in direzioni diverse in modo che gli steli vengano spinti e piegati di volta in volta in maniera differente. L’erba va accorciata della metà o per due terzi e comunque deve restare alta circa 5 cm.
Nei periodi siccitosi, frequenti al sud, andrà lasciata crescere un po’ più alta in modo che sia più resistente.

Il concime

I tagli chiaramente indeboliscono il prato, per cui occorre integrare quanto perduto una volta al mese con concimazioni continuative e regolari dall’inizio della primavera. In commercio esistono soluzioni pronte per le varie tipologie di manto erboso, che offrono combinazioni scelte di fosforo, potassio e azoto, gli elementi indispensabili.

L’acqua

Un prato perfetto, rigoglioso e verde per tutta la stagione vegetativa, dipenderà moltissimo dall’irrigazione: la frequenza varia in base alla temperatura e all’umidità del luogo. Se il compito dovesse sembrare arduo, si tenga presente che oggi è facile trovare in commercio kit per l’irrigazione automatica a prezzi abbordabili e di semplice funzionamento. Il cuore dell’impianto automatico è sempre la centralina (o programmatore), su cui occorre impostare la frequenza e la durata del programma di irrigazione. Si tratta di dati che possono essere modificati facilmente in caso di pioggia oppure se vengono ritenuti inadatti.

Arieggiare le radici

Per favorire la crescita del prato perfetto ci si ricordi che l’apparato radicale ha bisogno d’aria e spesso il substrato non è sabbioso a sufficienza. Basta un semplice forcone per operare dei fori nel terreno in cui versare sabbia per l’integrazione dei nutrienti. Questa operazione favorirà la penetrazione dell’acqua dalla superficie in profondità, e consentirà alle radici di ossigenarsi. Scarificare il prato potrà essere utile per eliminare apparati radicali morti e altre impurità del terreno.

La risemina, dove occorre

Se alcune parti del prato sono molto rovinate, l’erba è scomparsa, adesso è il momento di fare una risemina parziale in zone mirate, dopo aver lavorato il terreno e scelto la semente adatta. Ecco come fare.
 

lavorare il terreno del prato

1. Dopo aver tolto il cotico presente, si proceda alla lavorazione del terreno per una profondità di 15-20 cm eliminando eventuali impurità.

rastrellare il prato

2. Si livelli il substrato e si distribuisca in maniera uniforme il concime.

seminare il prato

3. Si spargano i semi e li si interri con un rastrello a una profondità di mezzo centimetro.

irrigare il prato

4. Irrigare il terreno una volta al giorno con un getto nebulizzato per evitare fenomeni di ruscellamento che possano spostare i semi e dilavare il terreno. Solo così i semi germoglieranno in modo vigoroso, sviluppando un buon apparato radicale.

 

Approfondimento: LE ERBE PER IL PRATO

Le sementi per ottenere il prato perfetto si distinguono in microterme e macroterme.

Al fresco
Le microterme sono graminacee che si sviluppano maggiormente quando le temperature sono comprese tra i 15° ed i 23° C e sono chiaramente erbe non adatte alle zone del sud Italia e dove le temperature estive sono alte, infatti entrano in dormienza durante i mesi più caldi, dando vita ad un manto erboso soggetto a facile danneggiamento se il clima è torrido.

Al caldo
Le macroterme invece, nonostante siano delle graminacee, hanno un picco di crescita spostato nella finestra di temperature comprese fra i 27° ed i 35°C. In linea generale sono erbe maggiormente adatte ai giardini del Sud Italia.

Quali scegliere
I generi più diffusi sono il Cyndon, più comunemente conosciuto come gramigna: le varietà, per la maggior parte a tessitura fine, sono quelle che crescono spontaneamente nei prati nostrani grazie ad una forte capacità di propagazione.
Poi c’è il Paspalum le cui tipologie più diffuse, soprattutto per la facilità con cui si sviluppano dopo la semina, sono la Paspalum notatum, a tessitura grossolana ma dalla capacità di copertura estremamente fitta, in grado di propagarsi anche in zone climatiche aride o caratterizzate da condizioni di ; e la Paspalum vaginatum, quella più conosciuta e diffusa a livello globale per la capacità di resistere a qualsiasi evento atmosferico e a una finestra di temperature davvero ampia.

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