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Chi vive il giardino tutto l’anno sa che le piante sempreverdi sono una risorsa inesauribile. Innanzitutto per l’immensa varietà disponibile in termini di specie, colori, forme, dimensioni e poi perché consentono di avere una cortina verde sicura in ogni stagione, per proteggersi da sguardi indiscreti o nascondere una vista poco gradevole. In un contesto decorativo, nella scelta delle specie, è bene non considerare solo alberature e siepi, ma prestare attenzione anche alle sempreverdi di piccole dimensioni che, proprio in questo periodo, possono offrire un particolare che risalta alla vista.
Cespugli sempreverdi grandi e piccoli
Azalea (Rohododendron indicum) Satsuki ‘Reiko-no-Hohoemi’
È un cespuglio sempreverde, adatto alla mezz’ombra o al massimo a mezza giornata di sole, acidofilo, capace di una generosa fioritura a partire da maggio. Il gruppo Satsuki, originario delle montagna del Giappone, è caratterizzato da un’epoca di fioritura ritardata rispetto a quella delle altre azalee. Il colore del fiore, anche all’interno della stessa pianta, può essere incostante, spaziando dal bianco al rosa, con puntinature di diversa intensità. I fiori sono molto duraturi e la fioritura si prolunga per parte dell’estate. Nel tempo possono superare il metro d’altezza con un diametro quasi doppio. Non hanno bisogno di buche profonde perché caratteristica tipica del genere è avere radici superficiali.
Il corbezzolo, Arbustus unedo
Resistente e versatile, è perfetto per le esposizioni assolate, terreni anche difficili e capace di sopportare il secco per un buon periodo. Ha foglie di colore verde intenso, sempreverdi, di forma ovato-lanceolata; i margini sono seghettati. I fiori sono riuniti in infiorescenze pendule di colore bianco o rosa che compaiono da marzo a ottobre. Le bacche sferiche sono di colore rosso vivo, quasi corallo, eduli, mai troppo dolci. Forma cespugli densi con rami a portamento eretto e i migliori soggetti, allevati con cura, possono assumere portamento arboreo, raggiungendo i 6 metri d’altezza. Spesso resta in forma di arbusto.
Il viburno, Viburnum tinus
Il viburno è un altro arbusto sempreverde imprescindibile perché versatile, di facile coltivazione, regimabile, ma capace anche di grandi sviluppi, decorativo molti mesi l’anno. In questa stagione già ci incantano i suoi boccioli rosati che a primavera apriranno fiori bianchi. Si presenta come un arbusto in forma di alberello compatto e denso di foglie e rami.
Può raggiungere un’altezza di quattro metri e un diametro di due. Si alleva senza potature, se non per eliminare rami secchi o troncati, per leggeri diradamenti e per eliminare rami troppo vigorosi. In ogni caso è bene intervenire al termine della fioritura. È pianta sempreverde con foglie coriacee lunghe fino a 10 cm, di forma ovale e appuntite. I fiori sono raccolti in compatte infiorescenze terminali, di diametro da 5 a 10 cm.
Il bosso
Uno dei fondamenti del giardino storico italiano, il bosso, Buxus sempervires, ha tutti i titoli per essere presente in un giardino sempreverde. Seppur oggi colpito dalla piralide del bosso, infestazione controllabile, è insuperabile per la sua capacità di creare forme piacevoli, come la sfera o la mezza sfera, che in un qualsiasi giardino sono in grado, specie se poste in serie o accostate fra loro, di diventare un punto focale di attenzione. Il bosso, oltre a un’attenta e costante sorveglianza sanitaria, ha bisogno di essere potato dalle due alle quattro volte l’anno per mantenere la forma, eliminando solo la nuova crescita senza agire sul legno vecchio. Il bosso è pianta che soffre sia il pieno sole tutto il giorno, sia l’ombra umida che lo espone ad attacchi fungini. Il terreno ideale è neutro, ricco di humus, ben drenato e senza ristagno.
Gli alberi sempreverdi più belli
Le conifere
Tolte poche eccezioni, sono alberi sempreverdi, utilizzabili con successo quasi ovunque e in condizioni molto diverse. All’acquisto si cerchi sempre di valutare almeno tre parametri: l’altezza finale della pianta, il diametro che può raggiungere al piede perché non spalcata e la velocità di crescita, molto più alta degli standard classici se posta su un prato dove si avvantaggia dell’acqua sfuggita al cotico e delle frequenti fertilizzazioni. In particolare, chi ha spazio e desidera una conifera dalla chioma compatta e poco mobile, trova nel pino dell’Himalaya, Pinus wallichiana, una valida soluzione. Pianta di grande vigore ma leggera, deve il suo fascino a due elementi: i lunghi aghi e le pigne, grandi e facili da riconoscere. Le piante di grandi dimensioni raggiungono i 40 metri, uniscono forza, eleganza e leggerezza. Gli aghi, lunghi fino a 20 centimetri, riuniti in mazzetti di cinque unità, sono bicolori, verdi nella pagina inferiore e chiari in quella superiore. Le pigne raggiungono i 30 centimetri di lunghezza, di solito leggermente incurvate, sono cilindriche, appuntite e leggere, a dispetto delle dimensioni. Le conifere si possono considerare anche per utilizzarle in vaso, se scelte tra le nane.
Magnolia grandiflora
È una valida alternativa alle conifere. È considerata un albero vero e proprio, capace di raggiungere i dieci metri d’altezza, ma nei nostri climi è pianta di accrescimento lento o lentissimo e questo la rende indicata in giardini con limiti spaziali precisi. I suoi punti di forza sono il cromatismo bicolore delle foglie con il forte contrasto fra la pagina superiore e quella inferiore, verde e marrone e la spettacolare fioritura. È ideale per creare una cortina sempreverde su cui far risaltare cespugli dai fiori grandi; si presta per essere circondata da cespugli dalle forme morbide e semiglobose con una fioritura primaverile in colore bianco (come la spirea), estiva (come la buddleia) o anche con rose paesaggistiche rifiorenti, sempre nei toni chiari. La ridotta manutenzione richiesta dalla Magnolia grandiflora riequilibra il suo consistente costo iniziale.
Gli agrifogli, Ilex latifolia
Coltivati in giardino in genere come cespugli o alberelli, se scelti nelle specie giuste e lasciati crescere, possono raggiungere buone dimensioni e ottenere alberi sempreverdi di grande effetto. Ilex latifolia, per esempio, originario dei boschi di latifoglie del Giappone e della Cina, è capace di raggiungere i 10 metri di altezza. Pianta poco diffusa ma di grande bellezza, questo agrifoglio ha foglie non increspate, piatte, a margine con un accenno di seghettatura, allungate, di forma ovato-oblunga, lunghe da 8 a 24 cm, larghe da 4 a 8 cm, di colore verde chiaro luminoso e consistenti al tatto. I fiori giallo-verde, con una corolla a quattro lobi, compaiono nella tarda primavera. I frutti rosso-arancio virano al rosso scuro, in inverno.
Eucalyptus camphora
Originario delle regioni Sud orientali dell’Australia, dove è pianta da foresta, l’eucalipto è un albero adatto a crescere anche in mezz’ombra e in terreni ricchi d’acqua, pur sopportando periodi di siccità. La corteccia è liscia sui rami principali e sul tronco, anche se alla base può presentarsi in forma corrugata. Le foglie, di forma ovoidale o ellittica, nella sottospecie Eucalyptus camphora sono di un piacevole color verde glauco con venatura centrale più chiara evidente. I fiori, in forma di sfera leggera biancastra, si aprono presto nell’anno e sono seguiti da capsule legnose simili alla forma tipica del genere.
Altri sempreverdi da considerare
I rovi
Sono una famiglia variegata, ricca di sorprese e sempreverde. Questa capacità può essere innata nella specie, oppure condizionata da fattori ambientali. Fra i più interessanti rovi a foglia persistente troviamo Rubus reflexus, pianta di origine cinese, spinosa, ma non troppo aggressiva, con foglie trilobate, a maturità di color verde uniforme, tomentose e dalla superficie lavorata. Il fiore è bianco, i frutti sono rossi, lo sviluppo è contenuto (arriva a 2 metri).
Iris selvatiche
Classificate oggi come Chamaeiris foetidissima, formano cespi pieni e folti, incuranti del gelo e del maltempo, capaci di creare masse perfette anche come barriera di altezza limitata. Le iris selvatiche sono conosciute per il fiore dal colore squillante, un rosso-arancione molto luminoso. Sanissime, non brucate dai cervidi, sono perfette anche per i giardini di montagna. In natura riescono a spingersi fino a 1400 metri di quota. Le foglie hanno la forma tipica del genere, ma sono meno rigide, con colore marcatamente più scuro e lucido rispetto alle Iris barbata.
Il mughetto
Per creare un tappeto sempreverde nelle aiuole, è interessante il mughetto, Convallaria majalis, che si può rinaturalizzare con facilità. In giardino può risolvere non pochi problemi per la vegetazione sempreverde, adatta a riempire spazi di difficile gestione, come quelli alla base di alberi. Non è una pianta bulbosa ma rizomatosa, dai fiori bianchi, profumatissimi e portati reclinati. Ama l’ombra luminosa, vegeta e fiorisce con temperature primaverili fra i 14 e 18 °C.
Aspidistra elatior
Per quanto si coltivi sovente come pianta da interni, riesce bene anche in piena terra. Si presenta come una pianta erbacea, alta fino a 60 cm, con lunghe foglie a nervature parallele. Forma cespi compatti ed è provvista di rizomi carnosi, dai quali si originano le nuove piante. Le foglie sono di colore verde intenso, hanno forma lanceolata e portamento morbidamente decombente ma non prostrato nella parte superiore. In un anno produce al massimo 4-5 nuove foglie. Gradisce le posizioni ombreggiate.
Gli errori più comuni nella coltivazione delle piante sempreverdi
Tutte le piante sempreverdi possono essere considerate facili da coltivare, ma solo se trattate con giudizio. Sono 4 gli errori più comuni.
1. Pretendere che le piante sempreverdi restino tali anche se le temperature crollano. Ogni pianta avrà la propria temperatura minima di resistenza delle foglie, sotto la quale anche le sempreverdi diventeranno spoglianti o addirittura non sopravviveranno.
2. La scelta del terreno. Prima di acquistare la pianta sempreverde, verificare quali terreni sono graditi. Un buon numero di sempreverdi sono acidofile, basti pensare ai rododendri. In terreni alcalini, o che nel tempo si alcalinizzano per bagnature con acqua dura, le piante finiranno per arrestare la crescita, stentare e mostrare fenomeni di clorosi.
3. Pensare che non abbiano bisogno di irrigazioni di soccorso. È vero che le sempreverdi adulte sono piante in genere resistenti alla carenza idrica, ma in realtà, come ha dimostrato l’estate scorsa, in alcune parti del nostro Paese la siccità è stata tale da mandare in crisi anche soggetti assestati da tempo.
4. Potarle tutte nello stesso modo. I tagli vanno sempre ponderati dopo aver valutato specie per specie, soggetto per soggetto.