Il gelso deve essere potato a febbraio

Per cogliere le more nella stagione estiva e mantenere la pianta sana e di bell'aspetto, adesso il gelso Morus deve essere potato.

Anna Zorloni
A cura di Anna Zorloni
Pubblicato il 02/02/2022 Aggiornato il 02/02/2022
Il gelso deve essere potato a febbraio

Meno diffusa rispetto al passato, la coltivazione del gelso un tempo era essenziale per allevare i bachi da seta e sostenere l’industria della produzione della seta. Le foglie del gelso, in particolare modo quelle del gelso bianco, costituivano infatti la fonte di nutrimento dei bachi. Oggi, con la decrescita di questo settore tessile, la coltivazione del gelso viene condotta principalmente a scopo ornamentale, o per gustare il sapore dei suoi frutti, le “more del gelso”, in macedonie, in confetture, granite o altre preparazioni dolci. La pianta è rustica, resistente al freddo e alla siccità, adattabile e richiede pochissime cure. In questo periodo, quando non vi sia più il pericolo di gelate tardive e, allo stesso tempo la pianta si trova ancora in condizioni di riposo vegetativo, si può intervenire con la potatura. È una pratica importante, al fine di ottenere una pianta ad alto fusto (può superare i 10 metri di altezza) dalla chioma pulita e uniforme, sana e produttiva. L’assenza delle foglie in inverno facilita questa operazione, in quanto permette di avere una visione più chiara della pianta e della sua struttura, mettendo a nudo tutti i rami. Si ricorda che la potatura del gelso, più o meno pesante, va eseguita fin dall’inizio, già al primo anno dopo la sua messa a dimora.

Piccoli frutti gustosi

Il gelso è una pianta generosa e longeva, che può vivere oltre cent’anni, motivo in più per prendersene cura e coltivarla anche nel giardino di casa, sia per godere della sua bellissima e folta chioma, sia della bontà dei suoi piccoli frutti. Le more del gelso possono essere di colore bianco, rosso o nero in base alla specie coltivata: il gelso bianco (Morus alba), il gelso rosso (Morus rubra) o il gelso nero (Morus nigra). Sono tutte specie appartenenti alla famiglia delle Moraceae e distinte per la colorazione delle loro infruttescenze a “sorosio”, simili a more oblunghe, costituite dall’insieme di numerosi piccoli frutti tondi (si chiamano drupe). 

L’attrezzatura efficiente

Per la potatura serviranno forbici per il taglio dei rami più piccoli (è consigliabile usare forbici pneumatiche o elettriche per fare meno fatica); troncarami con manici lunghi, anche telescopici, per il taglio dei rami più spessi e robusti; seghetti per il taglio dei rami più grossi, dotati di manico lungo per raggiungere le zone più lontane della pianta. Le lame degli attrezzi devono essere sempre mantenute ben pulite (importante è la loro disinfezione dopo ogni utilizzo) e affilate.

I tagli in fase di crescita

gelso 1 

Le piante più giovani non richiedono tagli significativi: nei primi anni è sufficiente eliminare eventuali polloni o rametti che si sviluppano alla base della giovane pianta. Una volta che la pianta avrà raggiunto un’altezza prossima al metro, si procederà a troncarne l’apice a circa 80-90 cm di altezza, per favorire l’emissione e lo sviluppo dei rami laterali. Di questi verranno scelte e mantenute solo le tre branche principali, che andranno a costituire l’impalcatura della pianta negli anni a venire. La potatura, che si esegue nei primi anni di sviluppo, ha dunque lo scopo di impostare la forma di allevamento della pianta, che solitamente è a vaso tradizionale.

I tagli per favorire la produzione 

gelso 2

Oggi, lo scopo principale della coltivazione del gelso è la produzione dei suoi frutti dolci e succosi. Per ottenerli, non prima del terzo/quarto anno di età e una volta impostata la crescita della pianta, si può procedere alla potatura di produzione. Va ricordato che, il gelso, produce i frutti sui rami dell’anno precedente, cioè su quelli che si sono formati nel corso della stagione passata: dunque, è importante preservare questi rami ed evitare di tagliarli. Si procede, quindi, solo a spuntarli, se troppo lunghi, raccorciandoli di circa un terzo della loro lunghezza. Le more si formeranno dalle gemme che si trovano su questi rami: più gemme vengono lasciate, più frutti si otterranno. Si valuti, però, che se si lasciano troppe gemme, si produrranno tanti frutti di piccole dimensioni; se si lascino poche gemme si avranno pochi frutti ma più grossi. Inoltre, è importante tagliare tutti i rami che crescono in verticale, andando ad alzare troppo la chioma: per facilitare la raccolta, infatti, è importante cercare di limitare lo sviluppo della pianta verso l’alto. In più, occorre eliminare i polloni e sfoltire la chioma se troppo fitta, così da favorire la penetrazione della luce e dei raggi del sole al suo interno per facilitare una maturazione sana dei frutti. Perciò è bene tagliare anche i rami che crescono verso l’interno, mantenendo quelli che si sviluppano verso l’esterno.

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