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Il papavero appartiene alla flora messicola, ovvero alle piante che vegetano all’interno o ai bordi delle coltivazioni di cereali. Utilizzata dapprima come pianta alimentare e medicamentosa, il papavero è entrato da circa 150 anni nella storia del giardinaggio. Siamo nel 1880 quando il reverendo W. Wilks nota in un angolo del suo giardino un fiore di papavero rosso a marginatura bianca. Ne raccoglie i semi e inizia a riprodurli fino a ottenerne una linea pura. Nasce così la varietà di papavero ‘Shirley’ che diventa in breve un successo mondiale. Da allora è passato molto tempo, ma i papaveri piacciono sempre di più. Vediamo quali specie, varietà e ibridi coltivare in giardino per ritrovare il sapore dei campi di grano gialli e rossi della nostra memoria
I papaveri spontanei, anche in varietà
La fioritura del papavero dei campi, Papaver rhoeas, pur raggiungendo l’apice nel mese di giugno, si protrae da maggio a luglio, e seppur più raro anche fino all’inizio di settembre.
I fiori, dall’inconfondibile colore rosso, sono a calici caduchi formati da petali di grandi dimensioni. Gli stami sono molto numerosi, di un color violaceo, così scuro da poter sembrare nero, contrastano con la corolla.
Esistono circa venti varietà orticole, migliorate dal papavero spontaneo Papaver rhoeas.
‘Pandora’ ha fiori semidoppi variamente colorati che mutano tonalità con il passare dei giorni. Mescolano in misura diversa rosso, rosa, viola antico e bianco, talvolta con una netta prevalenza di uno solo di questi colori. I petali sul lato esterno sono percorsi da venature argentate. Capaci di riseminarsi da soli nelle generazioni successive ripropongono anche soggetti in colore unico. Fioritura tardo primaverile, capace di protrarsi per tre mesi, per la comparsa di nuovi boccioli.
L’alpino è il più basso
Con il termine papavero alpino si indicano le specie spontanee identificabili con i diversi areali d’origine, tutte piuttosto simili.
Fra questi il P. rhaeticum, a fiori bianchi, gialli, arancioni o rossi, è il più conosciuto. Quelli coltivati, disponibili in selezioni di colore nei vivai specializzati per piante perenni, raggiungono un’altezza massima di 25 cm e sono indicati per i giardini rocciosi. Le foglie, che si originano tutte dal cespo basale, sono di color grigio verde, profondamente divise. I fiori sono piccoli, diametro di circa 2,5 cm, e hanno una buona capacità di diffondere i semi da cui si origineranno le nuove piante.
Il papavero giallo
Il papavero delle spiagge o papavero giallo, Glaucium flavum, è una delle fioriture più belle del litorale. Visibile anche da lontano per le corolle di colore intenso, raggiunge un’altezza compresa fra i 30 e i 90 cm, è una pianta perennante del gruppo delle emicriptofite scapose che conservano le gemme del prossimo anno a livello del terreno. Il fiore, dai 4 ai 7 cm di diametro ha una corolla formata da quattro petali fra il giallo e l’arancione. Le foglie sono biancastre per via dell’elevata tomentosità e i fusti, spezzati, emettono il classico lattice bianco delle Papaveraceae.
Il più semplice è vincente
Papaver commutatum ‘Ladybird’ oggi sono fra i più apprezzati, per l’aspetto semplice e il colore intenso.
Utilizzato spesso nelle bordure o nei prati fioriti è pianta rustica capace di resistere a temperature invernali fino a –10/-15 °C. Desidera un terreno molto ben drenato ed è di accrescimento lento tanto che da seme impiega più di un anno a raggiungere le dimensioni finali, e spesso è acquistato come pianta pronta mettere in giardino. Ha foglie felciformi e splendide corolle rosso corallo con macchie scure alla base di ognuno dei quattro petali. Raggiunge un’altezza di 50 centimetri.
I papaveri della California
I papaveri della California, Eschscholzia californica, sono gli ultimi arrivati ma nel giro di pochi anni hanno conquistato un vasto pubblico.
Sono piante adatte alle roccaglie, ai terreni sassosi e sabbiosi, tendenzialmente seccagni e assolati, dove riescono a fiorire senza interruzione da giugno a settembre.
Le corolle, a quattro petali, leggere e mosse anche dal minimo soffio di vento, possono essere di diversi colori, bianchi, gialli, arancioni, rosa, rossi, spesso venduti in mix perché danno il meglio di sé quando mescolati in modo imprevisto.
Formano rosette di grandi foglie a margine molto frastagliato di colore verde grigio. I cespi tendono ad allargarsi velocemente grazie ai fusti striscianti da cui si formano i sottili scapi fioriferi alti 30-35 cm. Temono il freddo e al suo arrivo muoiono. Si riseminano a primavera direttamente in loco. Chiocciole e limacce ne sono molto ghiotte.
La varietà ‘Mission Bells’, disponibile anche doppia, e proposta sempre in mix di colori, alta 20-25 centimetri, è particolarmente adatta per bordure basse e compatte di grande effetto.
Il papavero d’Islanda
Papaver nudicaule è originario delle regioni Nord dell’Europa e stupisce perché è profumato.
Ha fiori grandi di colore bianco, arancione, rosa, giallo, e in molte sfumature intermedie fra questi, con molti stami gialli, abbastanza durevoli da consentirne l’utilizzo come fiore reciso. Le foglie sono di colore verde chiaro, quasi glauco, non pelose, riunite in una rosetta basale da cui si originano gli steli nudi ma tomentosi alti circa 50 centimetri. I boccioli sono grossi, quasi carnosi.
Deve essere seminato in estate per formare ricchi cespugli l’anno successivo.
Adatto a collina, montagna e regioni con estati non troppo calde.
Si coltivano gli ibridi da giardino, tra le più belle a fiore giallo ‘Wonderland’ e non la specie tipica, sconosciuta ai più.
Il papavero orientale
Papaver orientale di grande taglia ed elevata vigoria, raggiunge e supera anche il metro, proviene da un vasto areale che comprende Persia, Armenia e Caucaso. Ha fiori grandissimi (anche 15 cm di diametro) di colore rosso, bianco, arancio e rosa con una macchia nera alla base di ogni petalo, a profilo intero o sfrangiato. Si coltivano le varietà ornamentali e non quella tipica, in particolare quelle a fiore fringged, sfrangiato e spettinato.
Le foglie sono di color verde scuro, presenti anche sugli steli, molto abbondanti.
Si semina in primavera per ottenere abbondanti fioriture l’anno successivo.
Al terzo anno si può tentare la divisione dei cespi.
La sua varietà più diffusa e nota è ‘Turkenlouis’ che raggiunge un’altezza di circa un metro, fiorisce nei mesi di maggio e giugno in forma di larga coppa di colore rosso arancio, luminosi e lucidi, con i petali dal caratteristico margine frastagliato.
‘Pricess Victoria Louise’, alto 80-90 centimetri, a fioritura leggermente più tardiva è di colore rosa, dal chiaro al salmone,
Sono entrambe varietà resistenti al freddo, sopportando fino a –20 °C, così da essere adatte per giardini di montagna e collina.
Confuso con i papaveri orientali, è il P. somniferum, il papavero da oppio. A scopo ornamentale se ne coltivano le selezioni con fiori dalla forma particolare come il P. somniferum ‘paeoniflorum’ che ricorda certe peonie a corolla semplice o semidoppia.
Facili da coltivare
I papaveri sono piante da coltivare in pieno sole, al caldo in posizione non ventosa. All’ombra non fioriscono o hanno corolle dai colori sbiaditi, spesso reclinate e portate da steli deboli.
Come rosetta basale di foglie, i papaveri superano senza difficoltà l’inverno e solo nei climi più freddi si proteggono le piante. Quando hanno sviluppato lo scapo fiorale sono più sensibili al freddo.
In fatto di terreno il papavero in substrati argillosi teme i ristagni e in quelli sabbiosi o rocciosi ha bisogno di bagnature frequenti per non concludere rapidamente il ciclo vegetativo. Non si adatta a terreni acidi preferendo quelli calcarei e non gradisce letamazioni e altri concimi organici pur non disdegnando una buona fertilità. Per sostenere una prolungata e copiosa fioritura impiegare un fertilizzante liquidi per piante da fiore ricco di potassio da diluire nell’acqua ogni due settimane.
Il mal bianco, favorito da umidità persistente, è l’unico problema sanitario rilevante. Interessa tutta la vegetazione che deperisce rapidamente. Intervenire alla prima avvisaglia è l’unico modo per salvarli.
Il papavero deve essere seminato
L’apparato radicale fittonante rende difficile il trapianto così che il consiglio è quello di seminare a dimora, e, se non è possibile, in contenitori da svasare e porre nel terreno senza danneggiare la zolla.
Le piante nate dalla diffusione spontanea dei semi sono le prime a fiorire perché già alla fine dell’estate germinano formando la rosetta di foglie basale.
In giardino per avere una lunga epoca di fioritura seminate in due periodi distinti: ad inizio autunno e in primavera, anche inoltrata. La semina deve essere scaglionata lasciando trascorrere tre settimane fra la prima e la successiva.
I papaveri hanno un’alta percentuale di germinazione ed è necessario diradarli così da lasciare una distanza di:
– 25 cm per Papaver rhoeas,
– 30 cm per P. nudicaule e altre specie a taglia media,
– 50 cm per P. orientale e P. bracteatum che sono quelle di maggiori dimensioni.
I semi si raccolgono dalle capsule quando sono mature e il disco che le chiude si scolla dall’ovario e si appresta a liberare nell’ambiente fino a 30.000 semi.
Per le piante acquistate in vaso, al momento del trapianto (sempre delicato) curate bene il drenaggio nel terreno ponendo sabbia sotto la zolla estratta dal vaso.
Come usarli in giardino
I papaveri possono creare vistose macchie, fasce colorate, prati fioriti, essere inseriti in aiuole o bordure di perenni.
Nelle bordure sono adatti a essere utilizzati come elemento intermedio, accanto a gaillardia, coreopsis, dianthus.
L’abbinamento nelle aiuole di montagna con lupini e ranuncoli, comune nelle Alpi svizzere, è uno dei più facili e sperimentati. In condizioni favorevoli riemerge il loro carattere infestante: possono formare colonie numerose anche al di fuori della proprietà. Le specie annuali hanno una buona capacità di diffusione per seme, e possono entrare a far parte di prati fioriti e zone del giardino lasciate volontariamente libere.