I lavori in giardino ad agosto

Finalmente è arrivato il mese del relax. Ma il giardino ci chiama sempre e per mantenere al meglio le fioriture è necessario ricordare alcune semplici operazioni da non rimandare.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 02/08/2014 Aggiornato il 02/08/2014
I lavori in giardino ad agosto

Caldo e siccità il primo nemico del giardino

Le piante in fase di fioritura richiedono un maggiore quantitativo d’acqua perché la superficie fogliare evapotraspirante è massima in questo momento dell’anno e perché i fiori disperdono acqua con maggiore intensità. Gli apporti devono essere mirati e soprattutto costanti. Programmate l’impianto di irrigazione in modo da suddividere gli apporti in due turni per meno tempo: in questo modo manterrete più uniforme il grado di umidità nel terreno e ridurrete le perdite d’acqua per percolazione verso gli strati profondi. Chi usa annaffiatoio o canna, preferisca bagnare tutte le piante con moderazione in settimana per dare un maggior quantitativo la domenica. Bagnate la mattina presto, poco prima del sorgere del sole e/o al pomeriggio tardi in modo che le piante abbiano tempo per asciugarsi. In caso di piante afflosciate per il troppo caldo, come può accadere con facilità alle ortensie in posizione soleggiata per tutto il pomeriggio, bagnate con generosità ma senza affogare il terreno.

Nutrire senza esagerare

Durante il periodo della fioritura le piante non smettono di crescere. È necessario quindi continuare a nutrirle rifuggendo la tentazione di esagerare per ottenere fioriture ancora più abbondanti. Meglio utilizzare prodotti specifici per piante da fiore a modesto contenuto di azoto, ricchi in fosforo e potassio che promuovono colorazione e maturazione dei tessuti. Chi ha distribuito fertilizzanti a lento rilascio controlli quanto lungo è il loro tempo di efficacia e nel caso proceda a una nuova somministrazione.

Contro vento e grandine

Nei mesi estivi non sono impossibili eventi meteorologici di forte intensità anche se di breve durata. A renderli devastanti per il giardino non è tanto la durata quanto l’impatto che grandine e vento possono avere sulla vegetazione. Cinque minuti di grandine bastano per accumulare uno strato di ghiaccio a terra dai cinque ai dieci centimetri. Un forte temporale con folate di vento che rendano gli scrosci ancora più violenti può allettare i fusti delle piante erbacee in giardino nel giro di pochi minuti e una volta che il danno è fatto non è recuperabile. L’allettamento dei fusti o degli scapi fioriferi porta alla perdita non solo della fioritura ma può causare anche un deperimento generale della pianta per perdita di buona parte della superficie fogliare sintetizzante. Per cui è necessario vincere ogni dubbio e collocare i tutori. Per le piante singole di grande sviluppo (come ibischi o altee) fissate nel terreno una cannetta sottile di bambù fino a una profondità di 30 cm, e fissate il fusto in almeno tre punti con legature in cordino plastico, morbide, così che la pianta sia libera di oscillare. Quando i fusti sono più d’uno e fra loro ravvicinati utilizziamo una canna di maggiori dimensioni collocata al centro del gruppo alla quale vincoleremo i singoli elementi. Per piante erbacee a cespi, come i settembrini di taglia alta, fissiamo all’interno del cespo alcune cannette, più basse di circa 10 cm della taglia finale della pianta, così che non si vedano e leghiamo tutto il cespo ancorandolo ai sostegni. Se la grandine è attesa l’unico rimedio è stendere un foglio di tessuto non tessuto sulle piante. Eviterà il danno diretto ma potrebbe spezzarle se il carico, per il peso del ghiaccio che si accumula, diventa eccessivo.

Dove saranno finite le bulbose primaverili?

Ad agosto le bulbose primaverili hanno disseccato la parte aerea, anche le più resistenti. Il bulbo è entrato in una fase di quiescenza e in questa resterà fino alla primavera successiva, quando potrà riprendere a vegetare. Il bulbo è quiescente ma pur sempre esposto ai rischi ambientali. Ricordiamoci di bagnare il terreno delle aiuole di bulbi a fioritura primaverili, moderatamente così da mantenere il substrato fresco. Meno stress il bulbo subirà maggiori saranno probabilità di sopravvivenza nel tempo e migliori la vegetazione e le fioriture. In particolar modo non dimentichiamo piante a ciclo breve come le dicentre che dopo la splendida fioritura tardo primaverile e il rigoglioso sviluppo, non lasciano sul terreno nessun segnale esterno.

La pulizia serve per vederle rifiorire

Le piante da piena terra normalmente utilizzate nei nostri giardini sono paragonabili ai vecchi pelargoni e, dopo un primo ciclo con un’esuberante fioritura, tendono ad arrestare la formazione di nuovi boccioli se non sono pulite. La rimozione a giorni alterni dei capolini seccati, recidendoli con le forbici alla base dello scapo esaurito, aiuta a mantenere la pianta sana e fiorifera. Nella pulizia è importante non strappare ma tagliare o recidere stringendo lo stelo fra le dita compiendo un movimento deciso e di ampiezza limitata. Non applicate nessuna trazione sulla pianta in generale perché, specie se si tratta di nuove piantumazioni, rischiate di danneggiare le radichette terminali, quelle deputate all’assorbimento.Togliete anche le foglie secche o gialle così che non vi sia materiale su cui possono installarsi patogeni di vario tipo. L’esempio più classico è quello delle varie specie di Coreopsis, piante generose, capaci di una fioritura prolungata e molto abbondante che, se non pulite, a metà dell’estate si bloccano e, senza più fiori, fanno risaltare solo il loro aspetto sparuto. Ed è così per moltissime altre specie come gailardia, plox, echinacea, rudbeckia, scabiosa, centaurea.

Raccolta del seme

Chi decide di moltiplicare le piante a partire da seme per soddisfazione personale, oltre che per convenienza economica, dovrà selezionare all’interno di una pianta alcuni capolini di pregio: grandi, senza difetti, posti in posizione ben illuminata nella chioma, sempre in posizione terminale perché dominanti nel processo di acquisizione dei nutrienti e di maturazione. Mentre gli altri andranno eliminati, a questi si lascia compiere il loro ciclo e quando maturi si raccolgono i semi. Per le piante erbacee perenni i semi, dopo un paio di giorni di asciugatura in un luogo ventilato e ombreggiato, possono essere subito utilizzati con l’obiettivo di ottenere prima dell’arrivo della brutta stagione pianticelle pronte per il vivaio che nella prossima primavera saranno da trapiantare. Utilizzate delle terrine di dimensioni limitate riempite di terriccio per semina ricco di nutrienti ripicchettando le piantine in vasi singoli appena le dimensioni lo consentono. Utilizzate un grande cucchiaio così da muoverle senza perdere il pane di terra originario. Nel caso di rotture accidentali di rami provate a fare talee erbacee, magari già in piena terra ai piedi del cespo originario, interrando un nodo e lasciando all’esterno un ciuffo di foglie. Utilizzando un ramo intero le possibilità di attecchimento sono praticamente nulle.

Diserbo di grandi infestanti

In estate, con un piano di interventi settimanali, sarete riusciti a debellare quasi tutte le malerbe ma alcune più tenaci delle altre, come quelle a radice fittonante, o più subdole, perché nascoste all’interno dei cespi delle perenni, ancora resistono. Si tratta ormai di piante cresciute ben ancorate al terreno che hanno sviluppato nel substrato morbido e ricco del giardino un esteso reticolo di radici. Sradicare le malerbe, eliminarle totalmente senza dar loro modo di ricrescere è la tecnica migliore, ma in questi casi si rischia di arrecare, involontariamente, dei danni alle piante coltivate. Esercitando una trazione forte si rischia di togliere dal terreno una zolla esplorata anche dal pannicolo radicale di piante ornamentali. Per limitare questo effetto di trascinamento con una mano impugnate la malerba al colletto, afferando tutta la vegetazione area, e ponete l’altra aperta in prossimità del colletto così da evitare che il terreno si sollevi. Oscillate ripetutamente la malerba, con un angolo sempre maggiore e in direzioni diverse, per allentare la presa delle sue radici sul terreno, e da ultimo, con gradualità, estraete.

Manutenzione della pacciamatura

La pacciamatura in giardino è sempre una scelta vincente ma richiede attenzione. Quando si presenta asciutta pulitela da un eccesso di detriti e foglie secche, poi scostatela così da scoprire il terreno, operate una leggera erpicatura con uno strumento a tre denti per arieggiare e interrompere la risalita capillare, riposizionate e, dove manca, aggiungetene.

Attenti al mal bianco

Una volta la settimana eseguite una ricognizione attenta del giardino soffermandovi non tanto sull’osservazione delle fioriture quanto sullo stato sanitario delle piante. Cercate parassiti, segni di brucatura di lumache, cocciniglie e non sottovalutate la presenza, anche se isolata, di masserelle chiare e farinose sulla vegetazione o all’attacco delle foglie: è l’oidio da tutti conosciuto come mal bianco. Eliminate le parti colpite allontanandolo e procedete subito a un trattamento generalizzato dello zolfo bagnabile. Per i dosaggi leggete le istruzioni del prodotto acquistato ma se utilizzate il semplice zolfo bagnabile a titolo 80 utilizzatene 3 grammi per litro, avendo cura di diluirlo prima in una bottiglia per poi introdurlo nella pompa a spalla. Irrorate le piante la sera, quando il sole non è cocente, bagnando con cura e abbondanza tutta la vegetazione, in modo che la soluzione coli dalle lamine fogliari e bagni piccioli e fusto.

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