Come migliorare il drenaggio del terreno

In giardino, quando l'acqua non filtra correttamente nel terreno possono crearsi dannosi accumuli idrici che rovinano il prato e le piante presenti. In questo caso bisogna effettuare alcuni lavori di risanamento, le cosiddette "sistemazioni idrauliche".

Mauro Cavagna
A cura di Mauro Cavagna
Pubblicato il 30/09/2020 Aggiornato il 30/09/2020
livellare il terreno

In alcuni casi il terreno del giardino può essere troppo ricco d’acqua oppure non eliminare l’acqua in tempi ragionevoli e quindi rimanere sempre bagnato. In questi casi risulta indispensabile intervenire per evitare di compromettere la regolare crescita delle piante, soprattutto quando il problema riguarda il tappeto erboso, particolarmente sensibile agli effetti negativi dei ristagni idrici: marciumi fungini, scarsa vigore vegetativo, formazione di muschio. Nei terreni, i ristagni possono essere superficiali, dovuti al fatto che l’intensità delle precipitazioni supera la velocità di infiltrazione dell’acqua nel suolo, o sotterranei,  determinati da falde freatiche alte, quindi più persistenti e più gravi dei primi. 

Le opere e i lavori agronomici necessari ad assicurare la gestione delle acque nel suolo sono definiti “sistemazioni  idrauliche di un terreno”. Vediamo come affrontare il problema, con la posa di un drenaggio sotterraneo, ovvero con la realizzazione di una rete di tubazioni porose sotterranee, chiamate dreni. 

Due cause

In un terreno, il deflusso in profondità dell’acqua può essere troppo lento, o addirittura impedito, fondamentalmente per due cause, a volte associate:

scarsa permeabilità del suolo, situazione che si verifica frequentemente nei terreni argillosi e limosi, naturalmente poco drenanti;  

difficoltà di sgrondo verso gli  strati più profondi del suolo a causa di ostacoli naturali: in questo caso l’acqua si infiltra regolarmente nei primi 50-100 cm di terreno, ma poi, incontrando strati di roccia o di sottosuolo molto indurito e compatto, non  percola più, ristagnando al di sopra della barriera fisica incontrata. 

Prima di procedere alla soluzione, occorre capire quale sia il proprio caso. 

Quali danni

L’eccesso di acqua nel suolo determina effetti dannosi, che spesso vengono resi ancora più gravi da altri fattori concomitanti come il clima freddo, il continuo passaggio dei mezzi di lavoro che compattano ancor più il terreno o la coltivazione di piante bisognose di limitata quantità di acqua.  

I problemi più gravi riguardano i danni parassitari alle radici: l’accumulo di acqua nello spessore di suolo utilizzabile dalle piante, determina le condizioni favorevoli per lo sviluppo di molti funghi dannosi che attaccano velocemente le radici, facendole marcire. Altri problemi sono dovuti al limitato ricircolo di aria nel terreno e conseguente asfissia radicale, il ridotto assorbimento degli elementi nutritivi e il limitato sviluppo radicale sia in profondità che in estensione.

L’intervento per risolvere

Per smaltire le acque presenti in eccesso nel terreno si può procedere in modo diverso. Alcuni interventi agronomici sono semplici e facilmente adottabili anche in ambito domestico, altri sono più complessi.

Il più pratico, estremamente efficace, in molti casi risolutivo, è la posa di un drenaggio sotterraneo, che comporta gli scavi per realizzare una rete di dreni, tubazioni porose sotterranee che raccolgono l’acqua di percolazione o di falda e la convogliano in un punto di raccolta. Non è una tecnica semplicissima e può essere messa in atto solo da chi abbia l’attrezzatura e una buona manualità. Oppure occorre ricorrere a un professionista manutentore del verde.   

Come si procede: le fasi inziali

Inizialmente bisogna valutare lo stato del proprio prato: livello di umidità e dimensioni dello spazio su cui intervenire. Quindi si procede a fare la traccia delle tubature sul terreno: le linee di posa dei dreni devono essere parallele, distanti non meno di 1-2 metri l’una dall’altra. Quindi si stabilisce il punto di raccordo finale, in una zona naturalmente più bassa. Se il terreno fosse totalmente pianeggiante, occorre studiare anche la pendenza dello scavo per creare un punto di raccordo più basso.

dreniI dreni sono elementi cilindrici, vuoti e a forma di tubo a sezione circolare, porosi o dotati di micro feritoie, che si innestano l’uno nell’altro sino a formare lunghe tubazioni. I dreni possono essere in laterizio, in genere terracotta molto porosa, oppure in plastica, i più utilizzati. Questi dreni dopo essere stati innestati gli uni negli altri vanno posti a opportuna profondità in trincee o piccoli fossi scavati nel terreno.  

 

La profondità di collocazione delle tubazioni

È un dato piuttosto variabile: da 40-50 cm  sino a 120-140 cm a seconda del tipo di terreno e della coltura interessata. Valori indicativi della profondità alla quale posizionare i dreni sono:

tappeti erbosi: da 40 a 60 cm

orti domestici e orticoltura di pieno campo: da 40 a 100 cm

alberi da frutto, vivai di piante ornamentali: da 80 a 120 cm 

Dreni posati troppo superficialmente possono venir smossi o rovinati durante le lavorazioni del terreno (aratura, vangatura, zappatura), quelli posti troppo in profondità possono diventare inefficaci per la raccolta dell’acqua.

In pratica 

Nelle fotografie, vediamo la sistemazione del terreno di un giardino di circa 100 mq. Sono stati posati circa 100 metri lineari di dreni, a una profondità non eccessiva. Il lavoro è stato eseguito da un manutentore, con scavo meccanico, ed è costato circa 800 euro.

Lo scavo con i mezzi meccanici

Lo scavo con i mezzi meccanici: lo scavo può essere facilmente eseguito con mezzi meccanici (macchina catenaria), utili soprattutto quando si deve scendere più in profondità o il suolo si presenta molto compatto, quindi difficilmente lavorabile.

scavo a mano

Lo scavo a mano: le mini trincee possono essere aperte anche con attrezzi manuali molto semplici come a esempio la vanga, nel caso di scavi poco profondi. Ogni linea di scavo deve avere adeguata pendenza, in modo da favorire lo sgrondo dell’acqua raccolta dai dreni verso il settore di raccolta collocato nel punto più basso dello scavo.

linee di scavo

Le linee di scavo possono avere andamento parallelo, oppure, più frequentemente nei piccoli spazi verdi domestici, possono convergere verso un punto di raccolta delle acque.

tubi con raccordi

Nel caso di scavi non paralleli è indispensabile l’utilizzo di raccordi plastici, che hanno il compito di collegare le diverse porzioni dei tubi e convogliarli verso un’unica trincea di raccolta. I dreni più utilizzati sono quelli in materiale plastico, dotati di microferitoie attraverso le quali, per gravità, entra l’acqua. Dopo essere stati collocati sul fondo dello scavo, i dreni vanno per buona parte ricoperti da materiale inerte (pietrisco, ghiaia grossolana, sabbia grossolana) che ha la funzione di raccogliere l’acqua in eccesso e di convogliarla all’interno degli elementi cilindrici.
Come già detto le tubazioni vanno poste inclinate, in modo da favorire il corretto scarico dell’acqua verso il tubo collettore principale, che la convoglia poi in direzione del fosso o della cisterna di raccolta finali.

livellare il terreno

Gli ultimi centimetri di spazio libero al di sopra dei dreni ormai posizionati e ricoperti da materiale inerte vanno riempiti con terriccio fertile e poroso. Dopo aver adeguatamente livellato il terreno, si procede con la semina di nuovo tappeto erboso. Dopo alcune settimane il tappeto erboso è nuovamente ripristinato e lo sgrondo dell’acqua pienamente garantito.

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