Come coltivare il biancospino in vaso o in giardino

Specie arbustiva che fiorisce in primavera, con fiori dal bianco al rosato, e frutti decorativi che durano anche tutto l’inverno. Si può coltivare in giardino e in vaso, purché in pieno sole.

A cura di Francesca La Rana
Pubblicato il 20/05/2025Aggiornato il 20/05/2025
Biancospino coltivazione

Arbusto o piccolo albero dai molteplici rami, il biancospino (Crataegus monogyna) è spesso la scelta vincente per “decorare” il giardino, anche se di dimensioni ridotte. Una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee, che gode del favore popolare in quanto fiorisce in primavera e resta vigoroso e bello anche in inverno, grazie ai suoi piccoli frutti ornamentali.

Le sue foglie, dai 2 ai 6 centimetri con picciolo, hanno forma romboidale, sono incise e l’apice dei lobi è dentellato. I suoi fiori, invece, vanno dal bianco al rosa. Nella versione Crataegus laevigata ‘Paul’s Scarlet’ offre una fioritura molto abbondante rosa intenso.

Caducifoglia e latifoglia, questo arbusto può raggiungere un’altezza di 6 metri, il suo fusto presenta una corteccia compatta e grigia, i rami giovani sono spinosi e sono quelli che si rivestono di gemme e fiori durante la stagione primaverile.

Coltivazione in vaso

Nonostante sia prevalentemente scelto per il giardino, il biancospino può essere coltivato anche in vaso. Non richiede di particolari attenzioni o terreni, purché goda di una buona posizione soleggiata, sia frequentemente annaffiato e sia concimato con composti a base di fosforo e potassio, in modo da favorirne la fioritura nel periodo più caldo, quindi tra l’inizio della primavera e la fine dell’estate.

Si consiglia di posizionarlo all’esterno, dunque, in pieno sole o al massimo in mezz’ombra. È l’ideale per ottenere delle siepi, magari per schermare una ringhiera o per abbellire un pergolato verticale.

Quando conviene piantarlo

Il periodo migliore per piantare il biancospino è prima del risveglio vegetativo che coincide con la fine dell’inverno, ossia la prima metà di marzo, oppure all’inizio della stagione fredda, quando la pianta è già in fase di quiescenza. Mentre la potatura per eliminare rami spezzati o per accorciarli si esegue a fine estate.

Come fare una talea di biancospino

Il modo migliore per far crescere un nuovo biancospino è la riproduzione per talea, da prelevare all’inizio della primavera. Si preferisce questa metodologia alla semina in quanto il biancospino è una pianta a crescita molto lenta.

Dopo aver prelevato la talea, va subito messa a radicare in vaso contenente un terriccio di torba e sabbia in parti uguali. Bagnare il terreno ma senza eccedere: il biancospino è molto resistente ma teme, come molte, il ristagno idrico.

Semi di biancospino

L’altro metodo per far crescere da zero una pianta di biancospino è quello della semina. Come anticipato, si tratta di una crescita estremamente lenta, quindi prima di vedere i primi frutti del proprio lavoro, potrà volerci moltissimo tempo.

In ogni caso per effettuare questa operazione, bisogna procurarsi delle bacche di biancospino, all’interno delle quali c’è il seme. Questo va estratto e affondato nel vaso dopo aver messo uno strato di ghiaia, concime, terriccio universale e sabbia.

Usi del biancospino

Il biancospino è noto anche per le sue molteplici proprietà officinali. È una pianta preziosa di antiossidanti, che prevengono l’invecchiamento. È utile per tachicardia, pressione alta e per chi soffre di insonnia e disturbi digestivi. È inoltre usato come antispasmodico e sedativo.

Utilizzata in ogni sua parte – fiori, frutti, foglie e corteccia – con il biancospino si possono preparare infusi e sciroppi, ma anche confetture e liquori.

Si può inoltre ottenere il miele di biancospino, quasi mai monoflorale, perché in minoranza rispetto ad altre piante.

Nello specifico i fiori si raccolgono a inizio primavera mentre i frutti a fine estate per essere utilizzati a scopi officinali.

Pericoli e restrizioni

Il biancospino è ritenuto vettore di diffusione di un batterio (Erwinia amylovora) responsabile di una malattia che colpisce soprattutto i frutteti conosciuta col nome di “Colpo di fuoco batterico”. Per tale motivo è vietata la commercializzazione di nuove piante di biancospino in alcune regioni del nord Italia.

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