Vasi originali a forma di testa

I portavasi antropomorfi, cioè a forma di testa, sono sempre più diffusi, ricercati e apprezzati. Per valorizzarli al meglio si punta sull'effetto capigliatura, scegliendo specie con vegetazione abbondante che richiedano poca acqua e manutenzione ridotta al minimo.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 05/01/2023 Aggiornato il 16/01/2023
portavaso a forma di testa con Sedum morganianum

È il nuovo “must have”: le teste portavaso, o, più correttamente, i vasi antropomorfi sono tra gli oggetti di design più ricercati da chi ama il verde in casa. Sistemati in una libreria, su una mensola, in evidenza in un angolo o anche all’esterno, sul terrazzo o in giardino, sono originali e decorativi ma è vietato lasciarli vuoti! La chioma infatti serve a completarli, arricchendo la testa con una capigliatura folta e fantasiosa, verde o fiorita, più o meno ricadente e fitta, in base alla specie scelta. È importante ricordare che hanno sostanzialmente una funzione di portavaso, utile a nascondere i contenitori in plastica in cui sono acquistate le piante, e quindi non hanno i fori di scolo e l’acqua dell’annaffiatura resta all’interno.

ceramiche poli vaso testa

Testa di Moro di Ceramiche Poli (www.ceramichepoli.com). foto Studio Roy

La Testa di Moro in ceramica bianca smaltata, fatta a mano è perfetta con un vaso di rosmarino, i cui rami evocano i capelli. 

La leggenda siciliana delle Teste di Moro

La tradizione di questi vasi, chiamati Teste di Moro, ha origini antiche, che risalgono al periodo in cui la Sicilia era dominata dagli arabi (attorno all’anno Mille). Si racconta che, in quel periodo, una giovane fanciulla palermitana si invaghì di un moro che passava sotto il suo balcone mentre curava i suoi fiori. I due si innamorarono perdutamente, ma la giovane non sapeva che costui fosse già sposato e padre. Quando venne a conoscenza della sua doppia vita, escogitò la vendetta: lo colse nel sonno dopo una notte di passione, proprio il giorno prima della sua partenza, e lo decapitò crudelmente. Espose, poi, la testa del giovane moro sul suo balcone, con una piantina di basilico sistemata al suo interno, che crebbe rigogliosa, bagnata dalle lacrime dell’amore tradito.

Materiali, forme e dimensioni dei vasi a forma di testa

Di vasi antropomorfi c’è da qualche tempo un’ampia possibilità di scelta e si trovano nei garden e nelle vetrine dei negozi di arredamento e design. Quelli più costosi sono prodotti artigianalmente, come le tradizionali e famose teste di moro siciliane, in ceramica di Caltagirone, dipinta a mano con vivaci smalti lucidi. Rappresentano volti umani con minuzia di dettagli: collane, orecchini, fiori tra i capelli e quant’altro possa impreziosire questi oggetti che fanno parte della storia siciliana (vedi box a fianco). Si trovano poi in commercio tanti altri modelli più economici, prodotti su larga scala in materiali differenti, come il cemento o la terracotta, ma anche in resina; sono più o meno semplici o decorati, a raffigurare volti dalle mille espressioni, in maniera più o meno precisa o stilizzata, colorati o lasciati al naturale. Le dimensioni dei portavasi a forma di testa sono variabili: alti dai 20 cm ai 40 cm e larghi dai 12 cm ai 30 cm. Nella porzione apicale della testa è ricavata un’apertura in modo da poter contenere un vaso medio-piccolo.

Quali piante sono adatte ai vasi a forma di testa?

La scelta dipende per prima cosa dalle dimensioni del foro nella testa: il vasetto con la pianta deve entrare completamente e appoggiare sul fondo, se resta sospeso sul bordo rimane a vista e la testa perde la sua funzione. Le specie più idonee sono soprattutto quelle a portamento ricadente, che ricordano una capigliatura, ma possono essere adatte anche piante a portamento eretto (tipo capelli dritti in testa). Il segreto è lasciarsi andare come solo un parrucchiere bizzarro può fare, e scegliere lo stile classico, liscio, mosso o punk!

Le piante succulente per un effetto capelli lunghi
Le piante più adatte sono le succulente perché hanno minime esigenze idriche e richiedono pochissime cure. Ecco qualche suggerimento. Volendo ottenere una testa con capigliatura lunga e riccia, si può utilizzare Senecio rowleyanus, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Si tratta di una succulenta detta anche “pianta del rosario” perché caratterizzata da lunghi steli ricadenti sui quali sono inserite foglioline tonde proprio come le perle di un rosario. Molto adatto anche Sedum morganianum, una specie appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, anche chiamato “pianta a coda d’asino” (Sedum “burrito”) perché presenta steli ricadenti, ricoperti da fitte foglioline succulente a forma di granuli tondeggianti, di colore verde tendente al grigio-azzurro. Per ottenere un effetto capelli lisci e spettinati, è adatta Rhipsalis cassutha (o Rhipsalis baccifera), una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae, caratterizzata da steli lunghi e carnosi, di forma cilindrica, disposti in successione, a ricadere verso il basso. Se coltivata in condizioni favorevoli, a fine primavera emetterà anche qualche piccolo fiorellino bianco dal quale si formeranno piccole bacche traslucide.

Vaso a forma di testa con Sedum morganianum

Vaso antropomorfo con Sedum morganianum

Testa disordinata: le piante più adatte, come il rosmarino
Una capigliatura scomposta e pungente può essere ottenuta anche con una piantina di rosmarino prostrato (come nella fotografia di apertura), varietà aromatica a portamento ricadente le cui caratteristiche sono le medesime del tipo classico a cespuglio, a eccezione del portamento dei suoi steli, che tendono a ricadere verso il basso. In questo caso, sarebbe meglio tenere la testa con il rosmarino all’esterno, sul terrazzo o sul balcone, in una posizione calda e protetta dall’aria, ben esposta al sole. A primavera si colorerà di fiori azzurro-violaceo.

Effetto punk con le specie giuste, come la Sansevieria
Volendo ottenere una testa con capelli dritti in piedi, in stile punk, è possibile scegliere una pianta a portamento eretto come Sansevieria cylindrica, della famiglia delle Liliaceae, con foglie lanceolate ed erette, di forma cilindrica e con bande trasversali di colore verde scuro e grigie. Oggi nei garden è possibile anche trovare mini sansevierie con le punte colorate a effetto vellutato (le ‘Velvet Touchz’®): il risultato decorativo è strepitoso, ma la copertura con vernice non è un toccasana per la salute della pianta. Un’altra succulenta adatta è Stapelia, famiglia delle Asclepiadaceae, con fusti inizialmente eretti che iniziano a prostrarsi man mano che aumentano di lunghezza. Per ottenere un effetto tipo capigliatura dread, è adatto Aporocactus flagelliformis, una succulenta dai fusti molli e pendenti fin dalla radice, fittamente coperti da sottili spine non troppo fastidiose, morbide e che non perforano la pelle. In primavera-estate si copre numerosi fiori rosa o rossi.

sanseviera

Sansevieria cylindrica

Non succulente per i vasi a forma di testa
Per chi volesse usare piante non succulente, una vivace testa riccia si può ottenere anche con l’erbacea Soleirolia soleirolii (famiglia delle Urticaceae), un soffice cuscino denso di foglioline piccole e tonde. È una specie sempreverde con portamento strisciante che non si sviluppa eccessivamente, mantenendo l’aspetto di un verde cuscino gonfio e frizzante… una parrucca perfetta per il vaso antropomorfo. Per una testa più classica, con capelli dritti e lisci, si può optare per Chlorophytum comosum, chiamato anche falangio o nastrina, specie erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Liliaceae, con esili steli di foglie lanceolate lunghe circa 30 cm, che ricadono verso il basso. Le foglie sono attraversate da bande longitudinali centrali di color bianco-crema (nella cultivar ‘Vittatum’) o marginate di bianco (nella cultivar ‘Variegatum’). Sulla pianta possono sbocciare piccoli fiori bianchi e successivamente ciuffi di foglioline, o plantule, all’estremità degli steli che rendono la pianta ancora più gradevole e decorativa.

soleirolia

Soleirolia soleirolii

Come bagnare le piante nei vasi a forma di testa

Anche inserita nel portavaso, ogni pianta ha le proprie esigenze e dovrà essere trattata nella maniera più consona. La posizione in cui sistemarla, dentro o fuori casa, dovrà essere scelta considerando le condizioni di luce e temperatura, i due fattori più importanti da regolare in maniera opportuna e ottimale. Le specie succulente, solitamente, richiedono condizioni di luce più intensa e temperature più elevate, mentre le specie erbacee richiedono luce più soffusa e temperatura media. Unica accortezza: per poter maneggiare la piantina comodamente, è necessario collocare il portavaso in una posizione facile da raggiungere. Le bagnature devono essere eseguite secondo le necessità della pianta, ma occorre qualche accortezza in più. Il portavaso infatti, non avendo i fori di scolo, rischia di accumulare l’acqua sul fondo e di lasciare le radici della piantina a mollo per troppo tempo: la possibilità di marciumi e morte della pianta in questo caso risulta molto elevata.

Come procedere per innaffiare le piante

L’ideale è estrarre ogni volta la pianta dal portavaso, bagnarla come al solito, lasciarla per circa 15 minuti in una bacinella a sgrondare l’acqua in eccesso dai fori basali e poi, quando non gocciola più dal fondo, riporre il vasetto nella testa. Se il vaso è grande e scomodo da estrarre ogni volta che bisogna annaffiare la pianta, allora occorre bagnare regolarmente ma fare molta attenzione al drenaggio. Il suggerimento è quello di inserire sul fondo del portavaso pochi centimetri di biglie di argilla espansa, su cui appoggiare il contenitore. In questo modo, l’acqua che percola sul fondo viene assorbita dall’argilla e lentamente rilasciata in base all’umidità dell’aria: l’ambiente sarà meno secco e molto gradito dalla pianta, soprattutto nel caso si tratti di felci o piante verdi frondose (non nel caso di piante grasse o succulente). Nell’ipotesi in cui la testa sia molto piccola e non ci sia lo spazio sufficiente per inserire l’argilla espansa sul fondo, la pratica migliore è sempre quella di estrarre il vasetto con una certa frequenza e verificare che non vi sia acqua stagnante: questa deve essere sempre eliminata. 

Vaso testa verde Gianmatteo Malchiodi

Testa di Moro della manifattura Ceramica del Ferlaro (www.ceramicadelferlaro.it) In vendita sul sito http://www.gianmatteomalchiodi.com. Foto di Chiarida Sacco

I fiori rosa di Cosmos bipinnatus decorano la testa di Moro in ceramica smaltata di un bel verde intenso.

La concimazione delle piante nei vasi a forma di testa

Un’altra operazione colturale importante è la concimazione, da eseguire con regolarità e in base alle esigenze di ogni tipo di pianta: succulente, verdi, fiorite e orchidee richiedono, infatti, apporti differenziati di nutrienti da fornire in periodi diversi e utilizzando prodotti specifici. Con questo tipo di coltivazione, l’ideale è dare fertilizzanti in gocce: solitamente sono venduti in fialette da inserire col beccuccio aperto direttamente nel terreno, seguendo sempre le modalità (dosi e periodo di somministrazione) consigliate in etichetta. Molto comodi, sono anche i fertilizzanti in pastiglie: inseriti nel terreno, appena in superficie, si sciolgono e rilasciano gradualmente gli elementi nutritivi di cui sono composti a contatto con l’umidità del terreno. In alternativa, ricorrere all’utilizzo di sostanze specifiche in formato liquido, da diluire nell’acqua d’irrigazione.

 

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