Tutte le cure autunnali per le orchidee

L’autunno rappresenta il momento migliore per rinvigorire la propria pianta, riportandola in casa se ha trascorso l’estate all’aperto, ed eliminando eventuali ingiallimenti e parassiti, per favorire una nuova fioritura.

Mauro Cavagna
A cura di Mauro Cavagna, Redazione digital
Pubblicato il 07/11/2025Aggiornato il 07/11/2025
curare orchidea

Le orchidee sono tra le piante più amate e coltivate in casa. La famiglia è molto vasta, ma nei vivai e nei garden center si trovano soprattutto cinque generi: Cymbidium, Phalaenopsis, Cattleya, Paphiopedilum e Dendrobium. Sono piante relativamente semplici da curare ma con esigenze variabili.

Durante l’estate molte orchidee vengono spostate all’esterno, in balcone o in giardino, preferibilmente in una zona semi-ombreggiata. Tuttavia capita che, dopo un po’ di cure iniziali, vengano trascurate. Quando in autunno tornano in casa, possono presentare foglie ingiallite, steli poco sviluppati o radici che fuoriescono dal vaso. Nulla di grave: con gli interventi giusti è possibile ripristinarne la salute e favorire la fioritura.

Cambiare il vaso

Il rinvaso è necessario quando la pianta si sbilancia facilmente o la corteccia si rovescia a ogni irrigazione. Tuttavia, il momento migliore per il rinvaso è la primavera, ossia a fine fioritura. Di seguito le fioriture in base al tipo di orchidea: 

  • Cymbidium: fine estate – inizio primavera
  • Phalaenopsis e Paphiopedilum: inverno – fine primavera
  • Cattleya: fine autunno – primavera
  • Dendrobium: fine inverno – metà primavera

Si ricorda che il rinvaso si effettua, in genere ogni 2 o 3 anni, quando il substrato appare deteriorato, le radici sono marce o il vaso risulta apparentemente piccolo.

Il terriccio universale non è adatto: le orchidee richiedono un substrato molto drenante, composto principalmente da corteccia di pino, radici di felce, sfagno e materiale fibroso. Nei negozi è disponibile il substrato specifico per orchidee, la scelta più pratica. Alcune specie, come le Vanda, possono essere coltivate senza terriccio, fissate a supporti in legno. La Phalaenopsis predilige quasi esclusivamente corteccia.

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Migliorare l’illuminazione

Le orchidee amano la luce diffusa e non diretta, quindi, condizioni semi-ombreggiate. All’aperto è facile sbagliare esposizione: troppa luce provoca scottature e ingiallimenti, mentre troppa ombra porta a foglie pallide e piante deboli.

Dopo l’estate, evitare di rimetterle subito nella loro posizione abituale: serve un breve periodo di adattamento agli ambienti interni. In generale, Cattleya tollera meno luce, mentre Phalaenopsis è più esigente.

Rendere regolari le annaffiature (in base al periodo) 

Le orchidee necessitano di essere bagnate quando il substrato è asciutto. Difatti le orchidee epifite devono asciugarsi completamente tra un’annaffiatura e l’altra, per evitare eventuali marciumi. In via generale necessitano di maggiore acqua in estate, quindi concedergli un “bagno” una volta alla settimana. Quando il clima diventerà più freddo, si potrà procedere, in base anche al bisogno della singola pianta, ogni due o tre settimane.

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Fare attenzione ai marciumi 

Piogge abbondanti o irrigazioni eccessive estive possono favorire marciumi fungini. Prima di riportarle in casa, controllare foglie e radici: se compaiono macchie o parti molli, intervenire tempestivamente.

  • eliminare le foglie colpite
  • ridurre le irrigazioni
  • isolare la pianta dalle altre
  • usare prodotti specifici (rame o tebuconazolo nei casi più seri)

Evitare ristagni e acqua nei sottovasi.

Stimolare la fioritura 

In genere, la maggior parte delle orchidee coltivate in appartamento inizia a preparare la fioritura proprio in autunno e continuerà fino a primavera. La regolarità di fioritura, intesa sia come entità e qualità della stessa, sia come epoca di produzione fiorale, dipende dalle cure -esposizione e concimazione in primo luogo- alle quali le piante vengono sottoposte in periodo estivo: piante trascurate “saltano” il normale periodo di fioritura o emettono fiori di scarsa qualità e in numero ridotto. Quindi, se non si è mai concimato durante l’estate e se le foglie appaiono decolorate e ingiallite (nei casi più gravi), è indispensabile rimediare in autunno: apportare da subito un fertilizzante specifico per orchidee, preferibilmente liquido, quindi, a pronto effetto, da usare ogni 15 giorni.

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Malattie e cure  

Durante la permanenza all’aperto le orchidee, particolarmente Cymbidium, possono essere attaccate da alcuni parassiti, il più frequente dei quali è la cocciniglia a scudetto: questo insetto si manifesta sulle foglie, generalmente le più vecchie, sotto forma di scudetti a forma di virgola, o irregolarmente circolari, giallo-bruni o bruno-nerastri, duri; quando gli insetti sono numerosi, si vengono a formare consistenti incrostazioni. Le cocciniglie sottraggono la linfa e le foglie infestate ingialliscono; nei casi di gravi e prolungati attacchi, si assiste al deperimento di ampi settori della vegetazione e al blocco della fioritura. Si sviluppa preferibilmente su esemplari vecchi, poco curati e nelle parti della vegetazione dove giunge poca luce. 

La nostra guida su come eliminare le cocciniglie

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