Tillandsia: la pianta senza terra

Essenziale e geometrica, dai colori discreti, è una pianta epifita che può crescere ovunque perché adattata a trarre acqua e nutrimento dall’aria, o quasi. Si coltiva senza nessun vaso né substrato, a volte in composizioni o su strutture porta-pianta appositamente studiate, spesso appesa a un filo.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 05/02/2014 Aggiornato il 05/02/2014

tillandsia xerographica

Il genere tillandsia, della famiglia delle Bromeliaceae, è composto da piante epifite originarie del Sud America che hanno colonizzato molti habitat diversi mostrando una grande capacità di adattamento. La specie T. xerographica, la più diffusa, è comparsa sul mercato della floricoltura da pochi anni e ha conquistato un buon numero di estimatori che col tempo tendono a diventare collezionisti delle diverse specie.

Il segreto è nelle foglie

La pianta ha radici poco sviluppate che hanno funzione di appiglio e fissaggio al sostegno, ma possono anche assorbire acqua e sali minerali. L’asse è corto e porta lunghe foglie che ornano una stretta rosetta centrale. Il colore chiaro è un mix fra il verde, il glauco, il cenere. Al tatto sono vellutate e consistenti e rivestite di tricomi, strutture assorbenti capaci, grazie a un gruppo di cellule morte che fungono da primo elemento di raccolta, di catturare l’acqua con la quale la pianta entra in contatto o l’umidità atmosferica e trasferirla nei tessuti interni dove avviene la fotosintesi. Tale strato superiore della foglia deve essere salvaguardato e non asportato in un tentativo di pulizia a casa. La capacità della tillandsia di resistere alla carenza idrica la rende simile a una pianta succulenta e, come questa, è in grado di effettuare la fotosintesi clorofilliana secondo lo schema CAM (Crassulacean Acid Metabolism) ovvero quello tipico di piante provenienti da aree desertiche che usano un percorso fotosintetico che consente loro di mantenere gli stomi chiusi di giorno e di aprirli la notte, risparmiando così acqua. Nelle case normali, con luminosità limitata, temperature sui 20°C e poco ricambio d’aria, le bagnature devono seguirsi a un mese una dall’altra. In condizioni di luminosità ottima, temperatura elevata e buon ricambio d’aria, fra una bagnatura e l’altra devono passare solo due settimane.

Le procedure per bagnare la Tillandsia

Si sposta la pianta in bagno, maneggiandola con cura, e si irriga con abbondanza con acqua a temperatura ambiente, impiegando la doccia o un annaffiatoio con diffusore, sia sul lato inferiore delle foglie sia su quello superiore. In alternativa si può immergere in una bacinella d’acqua piuttosto capiente tenendola sommersa per alcuni secondi, poi girare la pianta e lasciarla scolare per evitare i rischi di marciumi. Il successivo intervento irriguo deve avvenire solo quando tutta l’acqua trattenuta sia stata assorbita dalla pianta o rilasciata per evaporazione nell’ambiente. Un metodo empirico è saggiare il peso della pianta prima e dopo l’irrigazione. Non importa se qualche goccia resta perché evaporerà. L’acqua deve essere non calcarea, o piovana, raccolta direttamente dal cielo con un contenitore di plastica pulito. Il calcare, oltre a incrostare le foglie in modo antiestetico, può “otturare” i tricomi riducendo la capacità di assorbimento. Evitate sempre di versare acqua nella rosetta centrale. Le piante lasciate in contenitori con acqua stagnante marciranno, le piante non irrigate sono destinate a seccare e morire.

Quale nutrimento se la terra non c’è?

Sei volte l’anno, ogni due mesi, è bene nutrire le piante bagnandole per immersione dopo aver diluito nell’acqua un fertilizzante liquido per piante verdi a concentrazioni quattro volte più basse di quelle indicate dal produttore. Meglio se il fertilizzante è scelto fra quelli che apportano azoto, fosforo e potassio, NPK, nella stessa misura. L’apporto di nutrienti così limitato non favorisce certo un rigoglio della pianta simile a specie erbacee, anche a foglia coriacea, coltivate in terra, ma consente di mantenere la pianta sana e di farla crescere in modo normale ed equilibrato con tessuti resistenti, ben formati e di colore omogeneo e uniforme. Non gettate l’acqua rimasta perché può essere usata per le altre piante di casa.

Da aprile anche all’aperto

La temperatura minima sopportata dalla specie è 5°C, ma è meglio tenerla sopra i 15°C. Per tutto il periodo in cui le temperature non scendono sotto agli 8°C, Tillandsia può essere spostata all’esterno facendole riassumere il suo originario habitus epifita. Si può appendere o fissare ad un albero al riparo della chioma così che sia protetta dai raggi diretti del sole e benefici dell’umidità rilasciata dalla chioma. Solo in caso di prolungata mancanza di piogge è necessario bagnarla con un vaporizzatore.

Malattie

La pianta può essere colpita dalla cocciniglia che si rimuove con cotone e alcool, non puro ma con l’aggiunta di una parte di acqua ogni tre di alcool. Dopo il trattamento sciacquare bene.

Dove acquistarle

Tillandsia si trova in vendita alle fiere più grandi e a quelle di settore tra le altre piante grasse. Ci sono alcuni vivai specializzati, come:

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