Tillandsia, la pianta senza terra  

Le Tillandsie sono piante epifite che vivono sospese fuori terra e le radici, quando sono presenti, hanno l’unica funzione di ancorare la pianta a supporti di diverso genere, prevalentemente cortecce o tronchi di altre piante. Se ben curate, in casa possono fiorire in modo sorprendente.

Anna Zorloni
A cura di Anna Zorloni
Pubblicato il 03/11/2020 Aggiornato il 03/11/2020
Tillandsia, la pianta senza terra  

Le tillandsie sono piante perenni di tipo erbaceo appartenenti alla famiglia delle Bromeliaceae. Sono tutte specie di tipo epifita, ovvero con un apparato radicale poco o per nulla sviluppato: le Tillandsie, infatti, non richiedono un substrato nel quale vivere e dal quale assorbire elementi nutritivi, ma si accontentano prevalentemente dell’umidità atmosferica, dalla quale le loro foglie assorbono l’acqua e i nutrienti sufficienti. Queste piante, dunque, vivono sospese fuori terra e le radici, quando presenti, hanno l’unica funzione di ancorare la pianta a supporti di diverso genere, prevalentemente cortecce o tronchi di altre piante.

Il genere Tillandsia è molto vasto e comprende centinaia di specie, tutte originarie dei Paesi tropicali. Quindi vivono bene al caldo (fino a 40 °C) e soffrono molto il freddo, dal quale devono essere riparate. Alcune specie, come T. usneoides  e T. cyanea, possono essere coltivate come piante ornamentali da interni anche nei nostri climi. E se d’estate tollerano bene il caldo e possono essere spostate all’aperto, quando le temperature esterne scendono sotto i 12 °C è meglio riporle negli ambienti di casa dove hanno anche il pregio di purificare l’aria.  

Foglie e fiori

Le Tillandsie si caratterizzano tutte per l’estrema linearità delle forme. Possono avere foglie nastriformi, nella specie Tillandsia cyanea, disposte a rosetta attorno a un brevissimo caule; oppure foglie filiformi, nella specie T. usneoides, allungate e spesso spiralate, di colore verde chiaro tendente al grigio, alle volte bianche o rossastre.

Durante il periodo primaverile-estivo, possono emettere fiorellini tubulosi vivacemente colorati (rosa, viola, gialli, rossi o bianchi in base alla specie), singoli o riuniti in infiorescenze, a volte avvolte da brattee sovrapposte e colorate (come in Tillandsia cyanea) che spiccano sul verde un po’ spento delle foglie. 

La crescita di queste piante è molto lenta e si basa sull’emissione di piccoli germogli all’ascella delle foglie. Questi andranno a creare le nuove piantine che sostituiranno quelle vecchie ed esauste: dopo la fioritura, infatti, la rosetta di foglie che ha fiorito solitamente secca e muore.

Dove posizionarle in casa

In casa, le tillandsie devono essere collocate in una posizione ben luminosa: in prossimità di una finestra per esempio, meglio se rivolta a Sud.

Attenzione però a tenerle lontane da fonti di calore quali i termosifoni o da condizionatori d’aria e spifferi di corrente, condizioni che fanno soffrire la pianta.

Per la loro coltivazione non sono necessari vasi o contenitori, ma semplici supporti ai quali si possano aggrappare e vivere sospese nell’aria: perfette sono strutture create con porzioni di corteccia in sughero (dette “zattere”), pezzi di legno o tronchi, o anche semplici gabbie in fil di ferro (da realizzare anche con il fai da te) che contengono dello sfagno in cui inserire la base della pianta. Le piante possono anche essere semplicemente appese con un gancio. L’importante è che tutte le strutture consentano un perfetto drenaggio e l’assoluta mancanza di ristagni di acqua.

Acqua e concime

Le irrigazioni vanno eseguite ogni 10 giorni circa, immergendo la pianta per pochi minuti in acqua, a temperatura ambiente: una volta estratte e, fatta sgrondare bene tutta l’acqua, le piante vanno lasciate ad asciugare. In caso di aria troppo secca in casa, è utile nebulizzarle con acqua, ogni tanto.

Per nutrire le piante e renderle più vigorose, si ricorre all’utilizzo di fertilizzanti: può essere utilizzato un prodotto specifico per orchidee, molto diluito (almeno il doppio di quanto indicato in etichetta) nell’acqua con cui viene bagnata la pianta. La fertilizzazione deve essere eseguita dalla primavera fino all’autunno, 3-4 volte all’anno.

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