Rinvasare la Calathea

Calathea è una pianta d'appartamento molto apprezzata per il valore decorativo delle foglie, verdi con nervature color porpora. Se il vaso risulta troppo piccolo, giugno è il mese migliore per il rinvaso. Ricordando di usare terriccio per acidofile.

Giovanna Rio
A cura di Giovanna Rio
Pubblicato il 12/06/2021 Aggiornato il 12/06/2021
calathea

Calathea makoyana, chiamata comunemente “coda di pavone”, appartiene al genere Calathea della famiglia delle Marantacee. È una pianta d’appartamento originaria del Brasile che può raggiungere l’altezza di 50-60 cm, coltivata per il valore particolarmente decorativo del fogliame a forma ovale tondeggiante e di colore verde più o meno scuro con striature chiare e nervature evidenti e in rilievo. La pagina superiore della foglia è di colore verde argento, quella inferiore di verde con macchie di colore porpora. Prende il nome coda di pavone perché nell’insieme il suo fogliame ricorda le penne del pavone.

Il mese di giugno è il periodo migliore per eseguire il rinvaso degli esemplari che sono coltivati in contenitori troppo piccoli e che hanno il terriccio ormai completamente esaurito (polveroso). In ogni caso vanno rinvasate tutte le piante d’appartamento con le radici che hanno occupato lo spazio disponibile nel vaso.

Se c’è la possibilità, è anche il momento di trasferire all’aperto le piante, in  posizione ombreggiata. 

L’occorrente

Calathea richiede un terriccio specifico per piante acidofile, quindi prima di procedere al rinvaso è bene procurarsene un sacchetto nuovo e di buona qualità, perché spesso il terriccio vecchio di più anni ha perso consistenza e umidità, diventando più povero.

Il nuovo vaso dovrà essere di qualche centimetro di circonferenza più grande di quello precedente. Per la scelta del materiale in linea generale i vasi di terracotta sono più decorativi ma traspirano più velocemente di quelli in resina e plastica e quindi le annaffiature dovranno essere più frequenti.

Procurarsi anche un telo plastico da disporre sul tavolo da lavoro per evitare di sporcare con la terra il piano.

Come si sostituisce il contenitore 

Per procedere correttamente è consigliabile due o tre giorni prima del rinvaso, irrigare abbondantemente la pianta, in questo modo le radici risulteranno ben idratate e sarà meno traumatico il distacco dell’apparato radicale dalle pareti del vaso.

svasare calathea

Al momento di togliere la pianta dal vecchio vaso, estrarla con delicatezza e poi smuovere con le mani il pane di terra avendo cura di non rompere le radici e di eliminare una parte del vecchio terriccio. Con un paio di forbici ben affilate e pulite, asportare le parti delle vecchie radici rovinate, marcescenti o annerite.

rinvasare calathea

Disporre sul fondo del nuovo vaso in prossimità del foro di scolo, un coccio o un piccolo sasso e uno strato di argilla espansa (almeno 3-4 cm); riempire il vaso con qualche manciata di terriccio ed adagiare la pianta; infine riempire gli spazi vuoti con ulteriore terriccio e comprimere con le mani. Annaffiare delicatamente per favorire l’assestamento. Mettere la pianta su un sottovaso con argilla espansa o ghiaia.

Umidità e annaffiature 

Durante i mesi estivi la pianta richiede un’elevata umidità ambientale ed è quindi consigliato riempire il sottovaso con uno strato di argilla espansa da mantenere costantemente umida. In questo modo tutta la pianta potrà beneficiare dell’umidità che si viene a creare e le radici non essendo a contatto diretto con l’acqua non soffriranno di ristagni idrici.

Al momento delle annaffiature, quando il terriccio incomincia a seccarsi, bagnare in abbondanza il terreno, fino alla fuoriuscita dell’acqua dai fori di scolo nel sottovaso; dopo 15, 20 minuti togliere l’acqua in eccesso per evitare di lasciarla ristagnare. Un terriccio correttamente annaffiato deve essere umido e la superficie non dovrebbe mai seccarsi.

Acqua, meglio dolce

Come quasi tutte le piante d’appartamento, anche Calathea preferisce essere annaffiata con acqua non calcarea, per evitare patologie legate all’assorbimento del ferro. È per questo motivo che andrebbe sempre utilizzata acqua piovana oppure acqua proveniente dai deumidificatori che risulta completamente demineralizzata. Chi possiede un balcone, può raccogliere in grandi ciotole l’acqua piovana durante le piogge e poi inserirla in taniche e utilizzarla al momento delle annaffiature. È anche possibile utilizzare l’acqua di bollitura della pasta e delle verdure una volta che si è completamente raffreddata.

Nel caso si voglia utilizzare acqua di rubinetto, lasciarla riposare per almeno 24 ore nell’annaffiatoio, in questo modo si depositeranno sul fondo le sostanze indesiderate e il cloro presente avrà modo di evaporare. Al momento delle annaffiature non utilizzare l’acqua sul fondo dell’annaffiatoio. Oppure provi ad acidulare l’acqua come indicato alla pagina seguente.

Occhio agli acari

Considerate le condizioni atmosferiche caldo-secche proprie di questo periodo, soprattutto in casa, nel mese di giugno potrebbero verificarsi attacchi di ragnetto rosso che si manifestano con iniziale ingiallimento fogliare, accartocciamento e infine caduta delle foglie. Il ragnetto rosso è un acaro che si nutre della linfa delle piante. Quando l’infestazione è molto avanzata si possono vedere anche piccole ragnatele mentre l’acaro è impossibile da vedere a occhio nudo. A livello preventivo è bene aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma: la mancanza di umidità, infatti favorisce la prolificazione di questo acaro. Quando gli acari sono già presenti, oltre alle nebulizzazioni, si consiglia di pulire le foglie su entrambe le lamine, usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Risciacquare la pianta infine per eliminare il sapone.

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