Portare all’aperto le piante d’appartamento

Quando le temperature minime notturne si sono stabilizzate tra 12-14°C è il momento giusto per spostare all’esterno i vasi che abbiamo tenuto in casa tutto l’anno. La vegetazione presto si svilupperà parecchio ma non devono mancare le cure necessarie alle nuove condizioni.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 09/06/2014 Aggiornato il 09/06/2014
Portare all’aperto le piante d’appartamento

La maggior parte delle cosiddette “piante da interni” è originaria delle regioni tropicali o equatoriali del pianeta e risulta naturalmente presente soprattutto nelle foreste del Centro e Sud America, del Centro Africa e dell’Indonesia. Sono, per lo più, piante che crescono spontaneamente in ambienti molto caldi e umidi, caratterizzati da temperature che nel corso dell’anno subiscono solo lievi variazioni, non risultando quasi mai inferiori ai 20-25 °C e nei quali l’umidità dell’aria è stabilmente alta, con valori che raggiungono facilmente il 70-80 %. Più diversificate, tra specie e specie, sono invece le richieste di luce. All’interno delle foreste le condizioni di luminosità infatti variano anche fortemente: la maggior insolazione degli strati esterni permette la crescita di alcune piante, mentre la minore quantità di luce che arriva nelle zone più basse e più interne della vegetazione favorisce lo sviluppo di altri tipi di essenze. La definizione “piante da interni” evidenzia un’esigenza ben precisa: una protezione per tutto l’anno o perlomeno durante i periodi più freddi.

In giardino o sul balcone: se il clima lo consente

A partire dalla tarda primavera, molte piante da interni iniziano a manifestare sintomi di sofferenza, a causa del progressivo innalzamento delle temperature, quasi sempre non compensato da un adeguato incremento del tenore di umidità. Perciò da quando le temperature minime notturne si sono stabilizzate attorno ai 12-14 °C, è utile spostare all’aperto le piante da fogliame decorativo che potranno così godere di un clima più simile a quello delle aree di provenienza: la alte temperature, associate all’umidità originata dai frequenti temporali della stagione o dalle irrigazioni sulla chioma, permettono alla maggior parte di queste piante di accelerare il ritmo di crescita e di migliorare le proprie condizioni vegetative. Trasferimenti all’esterno troppo anticipati espongono queste piante agli effetti negativi delle basse temperature, soprattutto di quelle notturne, causando nelle specie più sensibili, ingiallimenti delle parti aeree, caduta di foglie e generale deperimento. Nei casi più gravi, si può arrivare sino alla morte delle piante.

Fuori sì, ma dove?

Alla mezz’ombra

Ficus benjamina, Ficus elastica (Ficus), Howea forsteriana (kentia), Dracaena deremensis, Asparagus sprengeri (asparagina), Tradescantia zebrina (erba miseria), Schefflera arboricola, Dieffenbachia exotica, Chlorophytum comosus (clorofito), Syngonium erythrophyllum (singonio), Scindapsus aureus (pothos). Questo gruppo di piante trova la migliore collocazione, all’aperto, in posizione di mezz’ombra possibilmente al di sotto della chioma di alberi spoglianti, quali ad esempio quercia, faggio, acero, betulla, platano, ma mai al di sotto delle fronde di conifere (abeti, pini, cedri, larici) in quanto la resina che regolarmente cade dalle strutture verdi e legnose di tali piante può facilmente danneggiarne il fogliame. Possono essere posizionate anche al di sotto di leggeri tendoni o cannicciati.

Anche alcune piante da fiore che in periodo primaverile-estivo sono prive delle strutture fiorali, traggono grande giovamento dalla permanenza in ambiente esterno, purché rigorosamente in posizione di mezz’ombra. Tra le specie che più evidenziano un netto miglioramento a seguito di tale spostamento, vi sono alcuni generi di orchidea (Cymbidium, Phalenopsis, Dendrobium), le azalee d’appartamento, Cyclamen persicum (ciclamino), Gardenia jasminoides, Spathiphyllum (spatifillo), anthurium andreanum (anturio), Aphelandra squarrosa (Afelandra).

Ambienti ombrosi

Apidistra elatior, Nephrolepis exaltata (felce), Davallia canariensis, Calathea makoyana (calathea), Adiantum capillus-veneris (capelvenere), Maranta sanguinea, Stromanthe sanguinea, Asplenium antiquum, Fittonia argyroneura. Questo gruppo nei luoghi di origine cresce negli strati più bassi e scuri delle foreste, quindi devono essere collocate all’ombra. Le loro foglie in genere hanno una colorazione verde molto scura, poiché possiedono più clorofilla rispetto a quelle che vivono in ambienti luminosi: in tal modo riescono a fissare la maggior quantità possibile di luce, anche quando questa è a bassa intensità.

Al sole

Le piante grasse possono permanere sempre in appartamento anche durante il periodo estivo, purché siano collocate nei luoghi interni più luminosi. Tuttavia anche loro si avvantaggiano di posizioni esterne, purché siano pienamente soleggiate: l’adattamento a tali condizioni esterne deve essere tuttavia graduale, onde evitare scottature e decolorazioni in piante comunque abituate a crescere per la maggior parte dell’anno dentro casa in condizioni di luce prevalentemente diffusa e non diretta. Pertanto, nelle prime 2-3 settimane andranno posizionate in luogo aperto parzialmente soleggiato e solo dopo tale periodo potranno definitivamente trovare collocazione in luogo ben soleggiato.

Attenzione al caldo

Il rischio maggiore per le piante d’appartamento mantenute all’aperto durante i mesi estivi, è rappresentato dai danni da eccesso di temperatura. Queste piante, abituate per molti mesi a temperature domestiche, possono subire lesioni a seguito dell’esposizione a valori termici estremi. I sintomi da eccesso di caldo sono facilmente riconoscibili e si manifestano secondo un’intensità crescente: dalla semplice disidratazione sino alla quasi irrimediabile scottatura.

Le cure sempre necessarie

All’aperto le piante da interni non devono essere trascurate, bensì sottoposte a regolari cure in grado di favorire una regolare crescita ed impedire che possano subire l’attacco di parassiti, ben più numerosi ed agguerriti di quelli che possono svilupparsi negli ambienti domestici.

IRRIGAZIONI: devono essere regolari e più abbondanti durante i periodi caldi: ad eccezione delle piante grasse, il substrato deve sempre rimanere moderatamente inumidito in superficie. Se piove poco, o se le piante non intercettano l’acqua piovana, è indispensabile nebulizzare regolarmente il fogliame. Una regolare irrigazione, preferibilmente nelle ore più fresche della giornata, rappresenta il mezzo migliore per aiutare la pianta a superare periodi di stress idrico intenso e prolungato. Nel caso di piante in vaso o in fioriere, specialmente se collocate su terrazzi o zone soggette a surriscaldamento, è consigliabile bagnare frequentemente anche le superfici esterne dei contenitori, in modo da ridurre la temperatura a livello radicale.

CONCIMAZIONI: durante i periodi di grande calura, vanno evitate le concimazioni, per tutte le tipologie di piante, dal momento che il concime, specialmente quello solido in granuli, se non sciolto da abbondante acqua, può creare ustioni alle radici. Si può riprendere a distribuire fertilizzante non appena le temperature si saranno stabilmente abbassate e le piogge siano divenute regolari, quindi indicativamente in settembre al Nord. Solo in caso di grave carenza nutrizionale, è possibile concimare anche durante il periodo estivo, avendo però l’accortezza di impiegare un fertilizzante liquido, a dosaggi contenuti.

RINNOVO DEL SUBSTRATO: generalmente i rinvasi e i rabbocchi, di substrato vengono effettuati in primavera. Tuttavia, in casi di necessità, tali operazioni possono essere eseguite anche in periodo estivo, evitando comunque i periodi più caldi siccitosi. Il terriccio per le piante d’appartamento deve essere molto fertile ed organico, a base fondamentalmente di torba bionda o bruna, con in aggiunta una buona percentuale di foglie di bosco ben triturate e di terra di campo moderatamente argillosa.

PROTEZIONI dai raggi solari diretti: se non vi sono alberi sotto i quali sia possibile collocare le piante da interni per difenderle dal caldo e dall’insolazione, è possibile, ad eccezione delle piante grasse, predisporre strutture ombreggianti (reti, graticci, tendoni, pali con fronde di rami), aventi funzione protettiva nei loro confronti.

DIFESA FITOSANITARIA: durante la stagione calda, le irrigazioni frequenti possono creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di pericolosi funghi (agenti di gravi patologie quali maculature fogliari, marciumi aerei e radicali, muffa grigia e mal bianco) in grado di attaccare ancor più facilmente piante indebolite per le eccessive temperature e da contrastare rapidamente a partire dal momento della comparsa, con fungicidi specifici per piante d’appartamento. In periodi molto caldi e secchi si possono avere attacchi intensi di acari (ragnetti rossi e gialli), che vanno controllati sia con opportuni interventi acaricidi, sia, a livello preventivo e curativo, con frequenti nebulizzazioni delle chiome, in modo da creare un ambiente inospitale per i parassiti. Anche alcuni insetti (afidi e cocciniglie) possono attaccare le piante d’appartamento poste all’aperto: tali parassiti vanno velocemente colpiti con insetticidi specifici, avendo l’accortezza di eseguire i trattamenti nelle ore più fresche della giornata, onde evitare scottature o disseccamenti delle lamine fogliari.

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