Piante carnivore: le cure estive

Sono oltre 600 le specie di piante insettivore esistenti. Noi le chiamiamo “carnivore” perché intrappolano e consumano insetti per ottenere i nutrienti essenziali alla loro crescita. Alcune di queste possono crescere anche in casa, ma adesso occorre curarle.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 18/06/2016 Aggiornato il 18/06/2016
CARNIVORE piante

Tra le piante carnivore più indicate alla coltivazione in casa, e facilmente reperibili nei garden, troviamo Drosera capensis, Dionaea muscipula, Sarracenia purpurea e Nepenthes. Alcune, come Dionea, svolgono un ruolo “attivo” nella cattura della preda, altre invece (per esempio Drosera) attendono la preda svolgendo un ruolo passivo.

Drosera capensis

La carnivora più conosciuta è Drosera capensis che offre un’abbondante fioritura per circa otto mesi all’anno. La pianta per catturare gli insetti svolge un ruolo passivo: essi, infatti, rimangono intrappolati nelle foglie che sono ricoperte da peli ghiandolari che secernono un liquido viscoso. Gli insetti che si appoggiano sui peli (chiamati tentacoli), prima rimangono incollati e poi sono avvolti dagli stessi. La pianta produce enzimi in grado di demolire le proteine dell’insetto per trasformarle in sostanze azotate più semplici che saranno poi assorbite dalla pianta.

Dionaea muscipula

La pianta non supera i 10 cm di altezza ed ha trappole nella parte terminale delle foglie. Possiede foglie a cerniera al cui interno ci sono alcune setole sensitive e colorate che attraggono gli insetti. Le setole, toccate per più di 3-4 volte, fanno scattare le foglie che possiedono lungo tutto il margine denti o ciglia che si chiudono. Se l’insetto viene catturato, per un tempo di anche 30 giorni la foglia rimane chiusa e l’insetto demolito e trasformato in un succo nutrizionale azotato con cui la pianta si nutre. Alla fine del processo la pianta riapre la sua trappola per ricominciare la caccia.
Nel caso che nella trappola vi cada qualcosa che la pianta non può utilizzare le foglie si riaprono dopo pochi giorni.

Sarracenia purpurea

Ha un elegante imbuto formato da foglie allungate e cave, che, in alcune varietà, può arrivare anche a 70 cm di lunghezza e può essere coperto da un cappuccio colorato che ha la capacità di attirare gli insetti. È la più efficiente tra le piante carnivore: gli insetti si nutrono di una sorta di nettare dall’effetto narcotizzante che in breve li stordisce, cadono all’interno dell’imbuto, per finire in una sostanza liquida che li annega. Anche questa pianta è piuttosto facile da coltivare, e in primavera fiorisce in modo molto appariscente.

Nepenthes

La pianta svolge un ruolo passivo nella cattura degli insetti. Nepenthes è provvista di strutture particolari chiamate ascidi (foglie modificate) che fungono da trappola: l’insetto viene attirato sia dal colore sia dal nettare che vi è sul bordo ma, essendo la superficie viscida, cade all’interno dove vi è del liquido nel quale muore annegato.

L’ambiente adatto per le piante carnivore

Durante la primavera e l’estate devono essere poste a mezz’ombra, riparate dai raggi solari e protette dalle correnti d’aria. Annaffiare in modo da mantenere il terriccio umido (non fradicio) sempre con acqua distillata per evitare che il calcare contenuto nell’acqua degli acquedotti possa rovinare i delicati apparati con cui le piante catturano le prede.
L’ideale è raggruppare, se possibile, tutti i vasi delle carnivore in un sottovaso pieno di argilla espansa e irrigare in modo da mantenere l’argilla sempre umida. Non concimare perché il nutrimento necessario, le piante lo assumono attraverso la cattura delle prede.

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