Orchidee, le cure autunnali

Se al momento del rientro in casa, le vostre orchidee non sembrano in forma perfetta, la causa è da cercare nelle errate cure estive (o nella mancanza di cure estive!). Qualche consiglio utile per rimediare ai danni e ottenere fioriture spettacolari.

Mauro Cavagna
A cura di Mauro Cavagna
Pubblicato il 25/10/2021 Aggiornato il 25/10/2021
cura delle orchidee

Le orchidee sono le piante più coltivate negli ambienti domestici. Si tratta di una famiglia numerosissima, ma in genere sono cinque i generi più diffusi, venduti da vivai e garden: Cymbidium, Phalaenopsis, Cattleya, Paphiopedilum, Dendrobium. Sono tutti abbastanza facili da coltivare e piuttosto simili per quanto riguarda le esigenze e le cure. In estate in genere le piante sono state spostate all’aperto, sul balcone in un angolo semiombreggiato, e poi, dopo alcune cure iniziali, un po’ trascurate. Ora che sono da portare in casa, invece di essere più rigogliose, hanno un aspetto un po’ malconcio: foglie gialle, steli non cresciuti, radici che escono dal vaso… Vediamo come risolvere adesso i problemi che hanno avuto le nostre orchidee e che possono pregiudicarne la fioritura. 

Stimolare la fioritura 

In genere, la maggior parte delle orchidee coltivate in appartamento inizia a preparare la fioritura proprio in autunno e continuerà fino a primavera. La regolarità di fioritura, intesa sia come entità e qualità della stessa, sia come epoca di produzione fiorale, dipende dalle cure (esposizione e concimazione in primo luogo) alle quali le piante vengono sottoposte in periodo estivo: piante trascurate “saltano” il normale periodo di fioritura o emettono fiori di scarsa qualità e in numero ridotto. Quindi se non abbiamo mai concimato durante l’estate e se le foglie appaiono decolorate e ingiallite (nei casi più gravi) è indispensabile rimediare ora: apportare da subito un fertilizzante specifico per orchidee, preferibilmente liquido, quindi  a pronto effetto, da usare ogni 15 giorni.

Cambiare il vaso

Dopo tutta la stagione estiva trascorsa all’aperto, è possibile che le piante abbiano sviluppato nuova vegetazione e nuove radici. Se il contenitore fosse diventato troppo piccolo, al minimo contatto, a ogni bagnatura, si ribaltano rovesciando la corteccia e rischiando di rompere le foglie. L’unica soluzione è effettuare al più presto il rinvaso in un contenitore adeguato, nel momento del rientro in appartamento. Per tutti i generi di orchidee il terriccio universale (perlomeno da solo) non è adatto. Il substrato di crescita ideale è costituito da un insieme di corteccia di pino sminuzzata, radici di felce frantumate, sfagno e terriccio torboso grossolano, ma in vendita si trova anche il substrato per orchidee. Alcune specie (Vanda) possono anche essere coltivate anche su supporti di legno (cortecce o grosse radici d’albero lavate e pulite) sui quali le piante vengono fissate, senza  alcun apporto di terriccio. Phalaenopsis viene coltivata in substrato costituito quasi esclusivamente da corteccia.

Rimediare all’errata illuminazione

Le orchidee gradiscono sempre condizioni semiombreggiate, in casa e soprattutto all’aperto, dove l’incidenza dei raggi solari è maggiore. Ma, mentre in casa si pone attenzione a dove collocarle, all’aperto spesso si sbaglia esposizione: si pongono o in posizione troppo luminosa o, all’opposto, in luogo eccessivamente scuro. In entrambi i casi si possono verificare ingiallimenti (scottature da troppa luce) o decolorazioni e rammollimenti (se poste troppo al buio) e conseguenti ritardi o blocchi di ripresa vegetativa e di fioritura. In questi casi sarebbe sbagliato riportare subito le orchidee in casa nella posizione che hanno sempre avuto. Occorre un periodo di adattamento graduale alle nuove condizioni ambientali interne prima di riporle nella posizione che hanno sempre avuto. Si tenga presente che l’orchidea meno bisognosa di luce è Cattleya, invece quella più esigente è Phalaenospsis.

Attenzione ai marciumi 

Se durante il periodo estivo all’aperto le orchidee sono state bagnate eccessivamente oppure hanno ricevuto troppa pioggia, sulla vegetazione si possono instaurare marciumi da eccesso idrico, spesso in grado di favorire l’insediamento di gravi patogeni fungini. Prima di riportarle in casa occorre controllare attentamente la vegetazione e in presenza di macchie e/o sintomi dovuti a funghi, intervenire rapidamente con fungicidi specifici. Nella fase avanzata della malattia, le macchie si estendono e le zone colpite vanno incontro a marciume. In caso di prolungati attacchi, i danni si possono diffondere anche ai fiori, che non si schiudono e marciscono. Se gli attacchi sono poco estesi, può bastare rimuovere le foglie e ridurre le irrigazioni, in alternativa è consigliabile effettuare trattamenti con prodotti a base di rame o tebuconazolo (nei casi più gravi). E’ comunque opportuno tenere isolata la pianta dalle altre al momento indenni, onde evitare diffusione della malattia. Ridurre le irrigazioni e non lasciare acqua negli eventuali sottovasi.

Cocciniglie, un problema diffuso

Durante la permanenza all’aperto le orchidee, particolarmente Cymbidium, possono essere attaccate da alcuni parassiti, il più frequente dei quali è la cocciniglia a scudetto: questo insetto si manifesta sulle foglie, generalmente le più vecchie, sotto forma di scudetti a forma di virgola, o irregolarmente circolari, giallo-bruni o bruno-nerastri, duri; quando gli insetti sono numerosi, si vengono a formare consistenti incrostazioni.  Le cocciniglie sottraggono la linfa e le foglie infestate ingialliscono; nei casi di gravi e prolungati attacchi, si assiste al deperimento di ampi settori della vegetazione e al blocco della fioritura. Si sviluppa preferibilmente su esemplari vecchi, poco curati e nelle parti della vegetazione dove giunge poca luce. Alla prima comparsa dei danni, intervenire tempestivamente con insetticidi a base di oli minerali, che ricoprono i parassiti e li soffocano. Nel caso di forte infestazione, eliminare le porzioni più colpite.

Quanto si bagnano?

Le orchidee necessitano di regolari irrigazioni, che devono mantenere il substrato e le eventuali radici aeree sempre leggermente inumiditi, solo nel periodo della fioritura e poco prima. Terminata la fioritura, quando cioè prende avvio la fase di riposo, le annaffiature vanno ridotte.

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