L’orchidea nana del Tibet

È un' orchidea nana che fiorisce a lungo in casa e richiede poche attenzioni. Riesce a vivere per più anni solo se viene rispettato il periodo di riposo vegetativo invernale, durante il quale deve essere lasciata al fresco, senza irrigazioni.

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 25/07/2019 Aggiornato il 25/07/2019
L’orchidea nana del Tibet

Nella bellissima e numerosissima famiglia delle Orchidaceae, esiste il genere Pleione, che comprende circa 25 specie, tutte provenienti da Cina, India settentrionale, Nepal e Tibet. In particolare Pleione formosana ‘Tongariro’, chiamata anche orchidea nana del Tibet è un’orchidea originaria di questa regione, un ibrido ottenuto dalla P. x  ‘Versailles’ e dalla P. x speciosa, che ha la caratteristica di raggiungere un’altezza di dieci, al massimo venti centimetri. Si coltiva facilmente in casa come pianta stagionale.

Prima i fiori e poi le foglie

L’ orchidea nana del Tibet è una pianta terrestre o epifita, che ha origine da pseudobulbi ovoidali piuttosto grandi, da cui nascono anche le infiorescenze colorate di grandi dimensioni. I fiori hanno tonalità rosa e viola, con il labello, molto pronunciato che presenta, su un fondo sfrangiato bianco, puntinature gialle e rosse. I boccioli aperti, anche due per ogni stelo, regalano una fioritura longeva. Le foglie si sviluppano dopo i fiori e sono di colore verde chiaro, lanceolate, con evidenti nervature.

L’esposizione migliore per l’orchidea nana del Tibet

posizione orchidea nana del tibet in primavera e estate in casa

In casa, la posizione ideale dell’orchidea nana del Tibet è un luogo luminoso, lontano dalle finestre, o al riparo dietro una tenda schermante.
Con l’aumentare delle temperature i vasi andranno collocati in zone maggiormente ombreggiate e ben ventilate, per esempio sul pianerottolo o sulle scale, fino all’arrivo del freddo e quindi del riposo vegetativo, quando la pianta andrà ricoverata in un luogo fresco a temperatura costante di 3-5 °C.

La messa a dimora dell’orchidea nana del Tibet

messa a dimora orchidea nana del tibet

I mesi di aprile e maggio sono ideali per la messa a dimora dell’ orchidea nana in contenitori di 10-15 cm, o per il rinvaso che va operato annualmente.
In natura quest’orchidea nana cresce su sporgenze di roccia ricoperte di humus, e terreni che abbiano un alto potere drenante. Gli pseudobulbi crescono quasi del tutto al di sopra del terreno, pertanto quando li si mette a dimora, si dovrà fare in modo che non siano interrati nel substrato per più di un terzo della loro grandezza.
Il substrato da preferire è un composto di terriccio da giardino misto a sabbia, torba e sfagno; cioè un mix in grado di assorbire acqua, ma anche di eliminarla velocemente.
Per facilitare il drenaggio è utile riempire la parte inferiore del vaso con cocci o granuli di argilla espansa.
Per riprodurla, si sappia che l’ orchidea nana del Tibet ha la particolarità di produrre alla base dello pseudobulbo, uno pseudobulbillo, con un germoglio: questo può essere staccato e messo a dimora in vasi più piccoli, interrandolo per circa la metà della grandezza.

Esigenze

Dal mese di maggio fino a settembre è bene utilizzare del concime liquido ogni due settimane per sostenere le piante e il loro sviluppo, e aumentare, in base alle temperature stagionali, sia le annaffiature che le nebulizzazioni sull’apparato aereo. L’acqua da utilizzare per le annaffiature deve essere possibilmente piovana: non è assolutamente adatta quella del rubinetto dal momento che i sali in essa contenuti sarebbero nocivi per la pianta.

In riposo, niente acqua

Essendo una pianta stagionale, nel momento in cui subentra il periodo freddo, Pleione formosana ‘Tongariro’ entra in riposo vegetativo (si capisce perché le foglie ingialliscono): le irrigazioni andranno sospese nel giro di sei – sette giorni, in modo che il vaso possa essere spostato in luogo meno luminoso.

Macchie brunastre sulle foglie possono indicare bagnature eccessive che vanno diradate, o una valutazione errata del periodo di riposo vegetativo della pianta.

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