Effetto arredo con le felci da interni

Le felci provengono dalle foreste tropicali, sono frondose, fresche, decorative e facili da coltivare. Basta rispettarne due sole esigenze: tanta acqua e poca luce.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 25/11/2013 Aggiornato il 25/11/2013
foglie felce

Le felci da interni sono piccole piante presenti spontaneamente negli strati più bassi delle foreste tropicali e subtropicali, dove solo una minima quantità di luce riesce a penetrare e il tasso di umidità raggiunge livelli molto elevati. Nei nostri climi, durante l’inverno, si coltivano in vaso in casa dove sono apprezzate per l’aspetto lussureggiante e decorativo, per essere poco costose e per il minimo impegno richiesto, purché si rispettino appieno le particolari esigenze ambientali, tipiche del loro habitat naturale.

Un gruppo poco numeroso

Il gruppo delle felci da interni comprende svariati generi botanici, anche se pochi sono quelli coltivati nei nostri ambienti. La felce più presente negli appartamenti è la Nephrolepis exaltata, pianta dall’aspetto cespitoso, dotata di numerose fronde ricurve verso l’esterno, a partire da una rosetta centrale, di consistenza tenera quando giovani e di colore variabile dal verde chiaro brillante, al verde scuro intenso, a seconda delle varietà. Tra le altre, si ricordano il capelvenere (Adiantum capillus-veneris), l’asplenio (Asplenium antiquum), la davallia (Davallia bullata), la pteris (Pteris cretica) e il cirtomio (Cyrtomium falcatum).

Esigenze semplici per le felci

Tutte le felci da interni non pongono grandi problemi per quanto riguarda la cura e il mantenimento a patto di soddisfarne le esigenze, in particolare per quanto concerne temperatura e luce.

Esposizione: negli spazi interni le felci esigono un’esposizione in mezz’ombra e ben si adattano anche a luoghi scuri.

Temperatura: necessitano di temperature medio-alte. Durante l’autunno e l’inverno i valori non devono mai scendere al di sotto dei 14-15 °C, mentre in primavera-estate quelli ideali sono prossimi ai 23-25 °C. Temperature più elevate sono ben sopportate solo se il tenore di umidità ambientale e nel terreno è costantemente alto. Durante il periodo estivo possono essere temporaneamente collocate all’aria aperta, rigorosamente in ombra o a mezz’ombra, mai al di sotto delle chiome di specie conifere, la cui resina può determinare lesioni sulle fronde.

Terriccio: tutte le felci vogliono un terriccio di buona qualità, non troppo leggero, organico, torboso, con una discreta presenza di foglie di bosco macinate o terra d’erica. Quello ideale è così costituito: 40% terriccio torboso per piante d’appartamento; 40% terra di foglie o terra d’erica; 20% terra di campo mediamente argillosa.

Irrigazioni: devono essere costanti e più abbondanti durante i periodi caldi, quando il substrato deve sempre rimanere ben inumidito, non solo in superficie, ma anche in tutto il suo spessore. Durante i mesi estivi è inoltre consigliabile lasciare acqua nel sottovaso. Al fine di ricreare le condizioni del tipico ambiente di origine caldo-umido, il fogliame va nebulizzato frequentemente, soprattutto nel corso del periodo estivo e durante il funzionamento dell’impianto di riscaldamento, quando l’aria secca può facilmente causare ingiallimenti delle fronde.

Fertilizzanti: la pianta è mediamente esigente per quanto riguarda l’apporto di fertilizzanti. Una concimazione con un fertilizzante liquido, specifico per piante verdi da interno, a base principalmente di azoto, eseguita due-tre volte in primavera (da marzo a maggio) e una volta in autunno (settembre-ottobre) stimola una regolare produzione di nuove foglie e mantiene in buone condizioni di consistenza e lucentezza quelle esistenti.

Tre problemi frequenti per le felci

DANNO DA CALDO

Le felci vogliono ambiente umido e ombreggiato: in zone calde e secche ed in mancanza di regolari irrigazioni al terreno e di nebulizzazioni fogliari, appaiono i danni, evidenziabili come ingiallimento e disseccamento delle fronde fogliari a partire da quelle più esterne e più vecchie, che tendono a cadere progressivamente. Se non si riprendono le irrigazioni e non si sposta la pianta in luogo più scuro, si avrà un sensibile rallentamento di crescita ed anche le foglie poste più in internamente a poco a poco deperiranno.

SE FA TROPPO FREDDO

La felce da interni richiede climi moderatamente e costantemente caldi: livelli termici medio-bassi (12-14 °C) soprattutto se prolungati, possono determinare danni, a volte permanenti. I danni da freddo si evidenziano inizialmente con l’arresto della crescita e con l’imbrunimento e con l’annerimento della parte centrale della vegetazione; successivamente si ha il rammollimento delle fronde e il distacco delle singole foglioline, ormai rovinate, dal rachide. Si possono inoltre avere anche danni alle radici, che possono marcire. Se non si pone velocemente rimedio, spostando la pianta in zone più calde, il deperimento può essere irreversibile.

ECCESSO DI LUCE

Le felci non sopportano gli ambienti troppo luminosi: in appartamento devono essere sempre collocate nei luoghi più scuri e nelle fiorire devono trovare posto al riparo del fogliame di piante più alte. Le fronde, a causa del contatto diretto con i raggi solari o con sorgenti luminose artificiali troppo intense, manifestano facilmente decolorazioni, ingiallimenti e, nei casi più gravi, vere e proprie scottature. Le piante danneggiate vanno velocemente portate in luogo ombreggiato e le fronde disseccate tagliate, al fine di favorire un veloce e vigoroso nuovo ricaccio.

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