È ora di riportare le piante in casa

Le piante d’appartamento devono essere riportate in casa adesso, visto che la temperatura notturna è scesa sotto i 15°C. Ma prima occorre controllare l’eventuale presenza di parassiti, muffe e malattie sulle piante e aver predisposto il posto giusto per sistemarle con cura.

Roberta Tosi
A cura di Roberta Tosi
Pubblicato il 15/10/2017 Aggiornato il 15/10/2017
È ora di riportare le piante in casa

Dopo aver trascorso la stagione estiva all’aperto, adesso è necessario riportare le piante in casa. Il momento giusto è quando la temperatura notturna scende sotto i 15°C per più di tre notti consecutive. In ogni caso, il rientro deve essere effettuato prima dell’accensione del riscaldamento, lasciando un margine di tempo alle piante per ambientarsi.

Le prime e le ultime

Riportare le piante in casa le piante è un’operazione che deve essere effettuata tenendo conto di alcune precedenze: le più sensibili devono rientrare per prime. Tra queste: i ficus benjamin, la kentia (Howea belmoreana), la Dracaena, le felci, il croton (Codiaeum), la Dieffenbachia, lo Spatiphyllum, la stella di natale (Euphorbia pulcherrima) la Schefflera, ma anche i Philodendron, il potos (Scindapsus pictus).
Alcune piante come il falangio (Clorophytum) possono rimanere all’esterno anche in inverno se la temperatura non va sotto lo zero termico e il terreno resta asciutto, e così anche l’Aspidistra che può restare fuori ovunque tranne che sui rilievi alpini (dove è sufficiente porla in una cantina abbastanza luminosa).

Le grasse: un caso particolare

Le piante grasse, contrariamente a quel che si pensa, sono resistenti alle basse temperature perché provengono da zone semidesertiche o desertiche caratterizzate da forte escursione termica tra giorno e notte. Quindi il momento riportare le piante in casa per loro arriva solo a fine Ottobre (se non si è sulle Alpi), lasciando però il substrato perfettamente asciutto.
Poi dopo il rientro sono da posizionare, preferibilmente, in un locale dove la temperatura non supera i 15°C, non serve nemmeno annaffiarle. Tollerano comunque anche il riscaldamento e l’aria secca, ma in questo caso vanno bagnate regolarmente una volta al mese.

Osservarle e pulirle

Prima di riportare le piante in casa bisogna osservarle attentamente. Mentre sono ancora all’aperto, esaminate la base del fusto, il fusto e i rami, controllate le foglie anche sulla pagina inferiore e il terriccio. Bisogna verificare che non vi siano parassiti (come le cocciniglie) né muffa, muschi e marciumi. Aiutatevi se necessario con una lente di ingrandimento. Se trovate qualcosa di strano, rimuovetelo con le mani, proteggendovi con guanti monouso, ed effettuate subito un trattamento con prodotti chimici. In questo caso conviene posticipare il rientro di un giorno, per far evaporare almeno una parte del prodotto usato.
Quindi si devono eliminare le parti secche, come foglie, rametti, fiori appassiti dalla pianta e dalla superficie del terriccio. Poi pulire l’esterno del vaso e le foglie, singolarmente, con una spugnetta bagnata di acqua, sostenendole con una mano per evitare che si spezzino. Non usare il lucidante fogliare.
Qualcuno elimina la polvere con il phon ad aria fredda, alla minima potenza, sulle piante a foglie piccole e sulle succulente glabre. Usare invece un pennello pulito, meglio se nuovo, sulle succulente pelose.

Le basi a rotelle per movimentarle

Per riportare le piante in casa, occorre spostare vasi a volte pesanti. Per evitare di fare troppa fatica è meglio essere in due persone. Altrimenti, si può ricorrere a vecchi trucchi, come mettere i vasi più pesanti, sopra strofinacci per farli scivolare più agilmente sul pavimento, ma non sempre i risultati sono soddisfacenti.
La cosa migliore è avere a disposizione delle piattaforme apposite con le rotelle su cui posizionare temporaneamente o stabilmente le piante. Ne esistono di tutti i tipi – tondi, quadrati, rettangolari- e di vari materiali – legno, metallo, plastica. Le rotelle applicate sotto permettono un facile spostamento. Alcune piattaforme possono avere anche i freni alle ruote, utili in caso di superfici leggermente inclinate, o essere estensibili, per adattarsi al diametro del vaso.
Nessuno vieta di sollevare manualmente i vasi, uno ad uno, ma è un lavoro che comporta un notevole affaticamento, soprattutto di arti e schiena. A tale proposito va ricordato che per sollevare i pesi si deve far forza sugli arti inferiori, senza curvare in avanti la schiena.

La posizione che hanno sempre gradito

Al momento di riportare le piante in casa, occorre collocarle subito in una posizione definitiva per i prossimi mesi. Questa deve tenere conto delle esigenze d’illuminazione, essere priva di raggi solari diretti, lontana da fonti di riscaldamento (termosifoni, termoconvettori, stufe, caminetti, cucine a gas) e al tempo stesso da correnti d’aria (aperture di porte e finestre) e da spazi di passaggio per evitare urti accidentali e sfioramenti continui.
La soluzione più semplice è rimetterle esattamente nello stesso posto che occupavano in primavera, tranne se sono diventate così grandi da non starci più. In questo caso è necessario provare diverse altre zone, ma tutte in un solo giorno: gli spostamenti continui non giovano al benessere dei vegetali.

Qualche ingiallimento non preoccupa

Ricordate sempre che le piante all’aperto godono dell’umidità e della luce diffusa del sole. Quando è ora di riportare le piante in casa, un ambiente chiuso, dove l’aria è comunque un po’ stagnante, in penombra, in mezzo alle correnti di aria e in zone di passaggio, non si adattano immediatamente.
È più che normale un ingiallimento del fogliame, che termina dopo 3-4 settimane. Diventa preoccupante solo se riguarda più della metà del fogliame e si protrae per oltre un mese. In questo caso il colpevole non è più solo lo spostamento, c’è qualcosa d’altro: posizione sgradita, troppo in ombra, raggi solari diretti, parassiti, riscaldamento, eccesso di acqua. Sono più sensibili gli esemplari giovani, di età inferiore ai tre anni, e quelli anziani

Riscaldamento e umidità

Il riscaldamento, in ogni sua forma è nocivo per i vegetali, perché asciuga il terriccio e soprattutto l’aria, creando le condizioni ideali per i parassiti.
Nessuna pianta può resistere a meno di 2-3 m di distanza dai termosifoni o ventilconvettori.
È problematica anche la mensola in marmo o legno sopra il radiatore installato sotto la finestra perché il fresco che viene dai vetri non è in grado di controbilanciare l’aria calda che viene dal calorifero posto sotto. Anche il riscaldamento a pavimento non va bene per le piante, bisogna sollevarle un po’ da terra, aiutandosi ad esempio con degli spostatasi a rotelle, per isolare un po’ la pianta. L’ideale sarebbe una stanza con il riscaldamento spento o molto basso: 15-18 °C è la temperatura perfetta.
Anche l’aria secca presente nelle case, dopo l’accensione del riscaldamento (15 Ottobre), compromette l’equilibrio dell’evaporazione fogliare, costringendo la pianta ad affaticarsi. È utile quindi aumentare l’umidità ambientale, anche per il benessere degli uomini che le abitano, ponendo sui termosifoni umidificatori o vaschette, da tenere sempre pieni d’acqua.
Tra gli altri accorgimenti: disporre nei sottovasi due centimetri di ghiaia grossa, sempre coperta da un filo d’acqua; collocare sulla superficie del terriccio delle spugnette sempre umide, o semplicemente vaporizzare il fogliame con regolarità.

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